RIVISTA POPOLARE 235 I rimedi non sono, purchè si voglia, difficili. Alla. inamovibilità di grado bisognerebbe aggiungere quella-di sede, salvo casi di incompatibilità espressamente determinati, sia pure con la maggior larghezza, ma espressamente determinati, giacchè tanto meglio si sarà assicurata l'indipendenza dell'ordine giudiziario, quanto meno si sarà lasciato all'arbitrio e alla discrezione degli uomini. Le. incompatibilità basterebbe che fossero riconosciute dal Ministro, inteso il Consiglio superiore della magistratura , da costituirsi cogli stessi criteri del progetto Cocco Ortu -Zanardelii. Gl'incarichi per gli uffici di istruzione e la distribuzione nelle regioni dovrebbero essere opera del Collegio superiore. I capi potrebbero essere scelti dal Governo , ma non sarebbero removibili dalla sede se non col previo parere conforme del Consiglio superiore. A sua volta il Governo in tale scelta dovrebbe mutar criterio. Adesso la nomina dei capi è quasi regolata da un turno di anzianità, trascurandosi affatto l'esame delle speciali e potenti attitudini, che l'ufficio richiede: qualità direttive, fermezza, sentimento profondo di giustizia, vigoria di corpo e di spirito. I capi decrepiti, separati di un passo dalla giubilazione o dalla morte, lasciano correre le cose per la loro china, e delegano gran parte dei poteri ai segretari, che non tutti sono degni· e che qualche volta divengono centro di camerille cancrenose. Il Pubblico Ministero, gli si dia o n·o la inamovi • bi,ità, non dovrebbe avere alcuna ingerenza nel governo della magistratura. Senza la soggezione al P. M. della funzione istruente e giudicante, i fatti denunziati dall'on. Colajanni non si sarebbero verificati. Contro le possibili esorbitanze del P. M. il giudice deve essere la garenzia ·dei cittadini. Le promozioni e i trasferimenti andrebbero garentiti. In ordine a questi, della vaca11za si darebbe notizia mercè pubblicazione nel bollettino ufficiale, concedendosi agli aspiranti un termine di 10. giorni p_er presentare le dimande. La preferenza si darebbe al più anziano, salvo demerito e salvo esigenze di servizio, affermate rispettivamente dai Capi della Corte su cui si dovrebbe chiedere il parare al Consiglio superiore. In ordine agli avanzamenti , il sistema attuale si posa tutto , malgrado l' esistenza della Commissione consultiva, nell'arbitrio del Ministro, ed è fomite di intrighi e di indecorosa emulazione. Il criterio della sola anzianità, col suo funzionamento automatico avrebbe il vantaggio di sottrarre il magistrato alle agitazioni e alla ricerca dei favori. Ma esso presuppone tanta severità nelle ammissioni da non dar adito se non ad elementi ottimi , e non tien poi conto dei mutamenti intellettuali e morali, che sopravvengono nel- corso dell'età e nelle vicende della vita. L' anzianità protegge ugualmente i buoni e i modiocri e spegne ogni ·inte· resse di distinguersi, che pure è la molla più forte e feconda dell'operare umano. Il criterio da prescegliersi è quello della selezione, basata sul merito e temperata da certe condizioni di anzianità. Tutto sta a disciplinare convenientemente questo sistema, che in sostanza è quello. suggerito dalle libere professioni , ove si è formata naturalmente e spontaneamente. All'uopo l'organo deputato alla selezione - eletto come ora dalle varie Cassazioni - dovrebbe cercare di essere semplicemente consultiva per di venire addirittura e chiamarsi Commissione di scrutinio. I suoi responsi vincolerebbero il Ministro, e fra i vari gruppi di classificati 1::d1ei terminerèbbero le proporzioni degli avanzamenti, riserbando la maggior misura alla categoria di merito più alto. Allo scrutinio si avrebbe diritto per turno dopo uu certo numero di anni di permanenza nul grado. Ma donde la Commissione desumerebbe il valore dei magistrati? Adesso il materiale., che si utiJi7,za per lo scrut,1nio, è costituito dai dati dell'incolto personale, dal parere del consiglio giudiziario locale, dalle informazioni dei capi e da un certo numero di sentenze, parte scelte dal classifìcan• do , parte riferibili ad un periodo determinato dalla Commissione. Le fonti di convincimento potrebbero rimanere le stesse, ma sì per il consiglio locale, soggetto a frequenti mutamenti ed incline all'indulgenza , non solo a causa del contatto continuo coi magistrati, sul cui conto si pronunzia , ma anche a causa che il suo giudizio nasce da impressioni e ricordi troppo generali, si per la Commissione centrale sarebbero di non poco aiuto degli elementi positivi e concreti, da attingersi da nn registro permanente, ove, caso per caso, in occasione degli appelli , si annotassero i giudizi del collegio sopra le sentenze impugnate. In tal modo si avrebbe un più ricco e sicuro materiale di esame , e sarebbe, almeno parzialmente, eliminato l'inconveniente di oggi, di sentenze preparate a bella posta per la Commissione, sentenze, in cui si interpolano digressioni erudite, più o meno ricopiate e più o meno attinenti alla causa, quando pnre questa non sia stata nel suo punto essenziale travisata o fraintesa. La Commi8sione non ha modo di accorgersi dell'inganno o dell'errore, perchè il vero momento di giudicare del valore di una. sentenza è allorquando si abbia la scorta degli atti e il ·sussidio della critica incrociata delle parti. Dato alla magistratura quel che le spetta, occorrerebbe completar l'opera collo sciogliere il problema della sua responsabilit~, I cittadini devono essere garentiti contro l'eventualità che il giudice manchi ai suoi doveri, e all'uopo dovrebbe stabilirsi, uscendo dalle fluttuazioni attuali , una specie di codice o di regime disciplinare, che prevedesse e determinasse le infrazioni e le pene corrispondenti, da applicarsi con criterio inflessibile. Io credo che il giorno in cui qualche cosa di simile a quello, che abbiamo proposto, forse attuato, sarebbe uno dei più fausti della patria nostra. e Nessuna maggiore speranza, diceva l' on. Zanardelli in un suo memor~bile discorso alla Camera, avrebbe mai potuto sorridermi in vita, nessun voto formarsi· nel mio cuore, comparabili a quello di potere, procurando alla magistratura italiana rispetto, autorità, fiducia, onore, lustro, prestigio, far sicuro allo Stato l'adempimento della giustizia, che è la t11tela comune di tutti, è specialmente il grido dei deboli e degli oppressi, è il sentimento più potente, che vibri negli animi umani, è la meta augusta e suprema delle umane società » • x. Y· Un regresso legislativo ----~---- Gli ultimi esperimenti di attività legislativa in Italia sembrano fata.lmente destinati a dar ragione ai nemici del sistema parlamentare, o quanto meno a quelli che riconoscendo nel sistema qualche attitudine politica , negano al Parlamento ogni virtù nell' atto del legiferareo. Non si deve tacère che gran parte della. responsabilità spetta al Governo , al quale in sostanza, è dovuta, in Italia, ogni iniziativa; perchè l'iniziativa parlamentare è l' eccezione in confronto dell'iniziativa ministeriale , che è la n::gola. E non si deve tacere neppure che il Ministro Gioii tti è sempre a.pparso il meno idoneo alla proposizione e al la redazion~ delle leggi. Gli esempi potrebbero essere numerosi, ed i varii ritocchi alla legge comunale e provinciale sarebbero eloquenti; ma un esempio più tipico e più eloquente è dato dalla legge sulle « istituzioni di com1nissioni provinciali , di un consigliosuperioree di un servizio
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