Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 8 - 30 aprile 1905

RIVISTA POPOLARE ,. 203 sempre nel mezzogiorno, perchè essi sono la conieguenza di una situazione fatale, che non si modificherà nè in un anno, nè in dieci. Quali siano le condizioni, che con_ducono ai conflitti sanguinoti tra le truppe e i cittadini e che non sempre sono occasionati da scioperi e da controversie tra lavoro e capitale, ma che spesso hanno origine da lotte ùrnnicipaii aspre e sleali, da rancori personali e da avidità di conquista dei municipi e delle congregazioni di carità, delle provincie - i feudi della borghesia nugra meridionale e siciliana!- che rappres·entano il lievito malsano della vera sobillazione; quali siano queste condizioni, fu più volte detto qui stesso;- ma il già detto non verrà mai abbastanza ripetuto. Tali condizioni vennero esposte sinteticamente e con matematica precisione da Enrico Ferri, che non si limitò a delineare quelle dei lavoratori, ma volle pure tratteggiare quelle delle altre classi per trovare la logica spiegazione della differenza che si osserva tra il nord e il sud d'Italia nelle manifestazioni tumultuose, che provocano periodicamente quasi seti1pre la repressione sanguinosa. Data l' uguaglianza di regime politico e dei criteri di governo, che vigono in tutte le regioni d'Italia, con uno dei cosidetti metodi logici di Stuart Mill si deve e si può rintracciare il fenomeno specifico o il gruppo di tenomeni, che determina la differenza di alcune manifestazioni nel nord e nel sud della penisola. Le condizioni specifiche difrerenziali sono state più volte, molte volte, come si disse, da noi esposte; ma ora bisogna insistere su di un lato, che ha capitale importanza-: sulla ineducazione delle masse e sull'odio di classe generale ed intenso, che nel mezzogiorno è un prodotto storico che preesisteva alla propaganda socialista della lotta di cliisse. Quale diversità di risultati si possa avere nelle lotte politiche e sociali colla diversità delle condizioni intellettuali e morali di coloro che vi partecipano fu ricordato da recente discutendosi i fatti di Buggerru e di Castelluzzo e il conseguente sciopero generale di Settembre. Allora fu messa in evidenza l'atti.tudine calma e pacifica dei lavoratori tedeschi tanto diversa da quella dei nostri lavoratori. La lezione di cose, che viene J;1 tale differenza fu sottolineata dal consenso del capo del socialismo rivoluzionario italiano; ed oggi viene riconfermata e documentata dal grande sciopero minerario tedesco, cui testè presero parte_ alcuna centinaia di migliaia di lavoratori senza che il gran pubblico se ne fosse accorto altro che per le sofferenze determinate dalla deficienza del carbon fossile; non ci furono arresti, non scioglimenti di assembramenti, non cariche di cavallerie o scariche di fucili, non eccidi per la semplice ragione che gli scioperanti calmi e pacifici se ne rimasero a casa e non si abb:10donarono a manifestazioni tumultuose ed a scene di viole1na. E ciò che possa la diversità delle condizioni intellettuali e morali preparatrici e determinanti la difierenza delle manifestazioni se ne ebbe la controprova nei fatti di Limoges; dove sotto L:1 repubblica si ebbe un e:cidio - e non è stato il solo - che tanto si rassomiglia nei suoi episodi a q ud li periodici che ricorrono sotto la monarchia in Italia. Egli è che a cause uguali, se non c' è la intert~renza di altri fattori modificatori e perturbatori, corrispondono dapertutto effetti uguali. Perciò <lovunque si trovano a contatto piccoli drappelli di soldati che si sentono minacciati da grandi masse tumultuose, che vituperano, otlendono, l' istinto umano della legittima difes:1, eh~ r.ei momenti di eccezionale eccitamento di raro si può valutare quando comincia e dove finisce, l' istinto umano della legittima difesa, diciamo, prende il sopravvento e i fucili sparano soli in repubblica come in monarchia, piaccia o non piaccia ad amici nostri carissimi, che da tale affermazione credono cancellate o attenuate le ragioni che c' inducono ad accord~tre la preferenza al regime repubblicano. Oh! ben altre difierenze, oltre questa episodica, esistonò che giustificano pienamente le nostre idealità repubblicane ... E per limitarci soltanto a ciò che si riferisce al doloroso argomento attuale, proprio jl mezzogiorno d'Italia serve meravigliosamente per dimostrare come sia schiacciante la responsabilità delle istituzioni monarchiche non nella manifestazione episodica ultima, ma nella preparazione secolare, nella generazione di quelle condizioni, che rendono fatale la medesima. Il Generale Marselli nel suo libro su Gl'Italiani del Mezzogiorno ebbe altra volta l'idea infelicissima di vantare come un titolo di onore per questa regione d' Italia i suoi venti secoli, non interrotti che dal brevissimo raggio di luce repubblicana del 1799 nella sola Napoli, di regime monarchico. Ma precisamente in detti venti secoli di storia, come fu rammentato da recente nella Camera dei Deputati discutendosi la dotazione della Corona , si devono ricercare i fattori preponderanti di quella inferiorità intellettuale e morale , che forma attual.mente la caratteristica dolorosa del mezzogiorno. La monarchia agi sinistramente non solo per sè stessa, ma creando il regime feudale , rimasto immutato nella sua essenza sino ai nostri giorni, che non seppe o non potè neppure domare anche quando le- riusci infausto. La monarchia e il regime feudale per lunga serie di secoli ressero le popolazioni meridionali cou tale sistematica e schiacciante iniquità, che si può dire che essi si siano proposti la piu. r,1ffìnata educazione all'odio e alla violenza delle cL1ssi lavoratrici contro tut~o ciò che r,1ppresenta l' ordine, la legge, il governo, contro tutte le classi superiori, nobili e borghesi, che di tutto ciò furono e sono i rappresentanti e i depositari. È questo un punto di una chiarezza veramente straordinaria, illustrato in ogni temp_o .con lusso ra-: rissimo di documentazione da uonnn1 appartenenti a diverse gradazioni politiche, ma tutte sincera men te devote alla monarchia, - dal Winspeare in principio del secolo XIX, che dedicava la SLla insuperabile storia degli Usi ed abusifeudali al rcgattolo di creazione napoleonic,1 alla Inchiestaparlamentare sul brigan!..aggio, al libro del De Sivo in difesa dd regime borbonico, agli altri preziosissimi di Leopoldo Franchetti, di Pani Rossi, di Carlo Dotto dei Dauli - il solo repubblicano che ci permettiamo di ricordare - alle monografie insuperabili che alla sua Basilicata ed alla Valle di Vitalba ha consacrato Giustino Fortunato innestando le attraenti qualità artistiche sulla scrupolosa e paziente ed esauriente indagine storica. Ora chi vuol essere giusto nella assegnazione delle responsabilità degli avvenimenti, chè si sono svolti nel mezzogiorno da alcuni anni in quà, non può e non deve trascurare l'elemeo to storico, la prèp:tr.tzione, l'educazione continuata ed incontrastata cbe alla violenza e all' odio di classe si fece per tanti

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