Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 8 - 30 aprile 1905

202 RIVISTA POPOLARE ceri e dei generi una attenuante all'assassinio del Bonmartini. Noi l'abbiamo letta nel Giornale d'Italia de~ 24 aprile. Poco dopo è venuta una lettera di una scrittrice torinese che si nasconde sotto lo pseudonimo di Luigi di San Giusto nel giornale socialista di Milano, che pubblicandola, l'ha fatto precedere dal seguente cappello: e Una donna di grande intelletto cui sorride l'arte, « la bellezza e l'ammirazione della gente, la scrittrice e Luigi- di San Giusto, ci manda per un'altra donna e che lotta e soffre sul più terribile calvario, qnesto e scritto di passione e di fede che può essere gi ndicato e un'apologia preconcetta e può anche essere un atto e profetico di bontà e di giustizia. Noi non sappiamo. e Sappiamo che n-on ci è lecito soffocare questa voce. e E pubblichiamo ..... Farjeei e pubblicani, lapidateci!,. La signora Luigi di San Giusto , questa donna di grande intelletto, scrive dopo aver letto il volume della Murri e la relativa Prefazione di Ferrero; e si deve leggere il suo scritto, per vedere dove può arrivare ì'aberrazione intellettuale e morale ; esso è tntto degno della massima attenzione dei. .. pubblicani e dei Fa,risei ! Luigi di San Giusto non nega niente ; ma enunzia teorie nuove, che faranno parte del Codice dell'avvenire. Sentite questa: e Ella-la Murri - fu moglie adnl- « tera? No. Perchè e' è adulterio, quando una donna « offre sè stessa ad un'altr,..l, oltrecchè al marito ... Ma « questa Messalina, questa Lucrezia Borgia , quando « tornò ad amare l'unico uomo scelto dal suo cuore. « non si macchiò di una promiscuità vergognosa ed in~ " fame. Ella si diede all'amante quando già si erarie presa al mm·ito l) • Il corsivo è della scrittrice, che ha voluto richiamare l'attenzione del lettore sulla sua teoria del non adulterio. Teoria davvero comoda per le donne di male affare : esse possono spassarsela con trenta uomini in trenta giorni senza commettere un adulterio; basterà che ia mattina si riprendano al marito e la sera si dieno all'amante del giorno .... E Luigi di San Giusto certamente orgogliosa. della grande scoverta in un altro pL1nto,aggiunge: ~ E' una « donna - la M urri - dalle cui lettere esala· un pro• e fumo di mulielYre gentilezza, mai smentita, nemmeno « quando i rapporti col marito si sono fatti più aspri ... ~ Non vogliamo afferm:-ire affatto chti la prefazione di Ferrero e l'articolo delìa di San Giusto, siaoo un predotto dell'ambiente settentrionale. l\ia se così fosse dovremmo concluderne che l'unità d'Italia è completa ... nel male. E i rampolli dell'ambiente del Nord sarebbero peggjori di quelli dell'ambiente meridionale. Quest,i negavano che PaUzzolo e Nasi fossero delinquenti; quelli formulano le teorie novissime sull' a• dulterio. ♦ Nor Antonio Pellegrini -- La sua improvvisa scornparsa è un lutto per Genova, pel partito repubblicano, per quanti amano in Itaìia l'onestà, l'intelligenza, la cul • tura., il carattere sopratutto. E Antoni•:>Pellegrini in 63 anni di vita tempestosa seppe sempre mostrare in tutte le contingenze, anche nelle più dolorose, di ess6re dotato al più alto grado di tali qualità, che egli ren.- deva originali e talora paradossali cou la parola caustica , coll' humow· finissimo, che di lui facevano una macchietta singolarrnente simpatica e bene amata a Montecitorio. 11 gasto e l'atteggiamento mutevole della fisonomia, le modulazioni della voce davano risalto alle sue parole che avevano sempre un impronta caratteri sticamente artistica. E non sempre dai suoi colleghi erano ben comprese le sue apostrofi tiere ed oneste. Ad esempio la Camera rise - ed egli se l'ebbe a male - quando, a proposito di una strage d' i t.-1] i ani in Africa, volto ai deputati che non potevano farsi un idea del dolore che dove- .vano provare i genitori all'annunzio della morte dei loro figli esclamò : Voi non siete madri I Oggi è opportuno ricordare che uno dei suoi più efficaci discorsi fu pronunziato in Giugno 1902 contro la legge ferroviaria e in difesa dei contribuenti. Egli riprovò asµramente lo sciopero generale del settembre scorso ed a me narrò alcuni episodi a cui avea assistito in Genova e che lo avevano indignato. Le sue impressioni nou manifestò apertamente pel'chè tirnoroso di fare il giuoco dei razionari. Ed ebbe torto. Antonio Pellegrini non era soltanto un giurista ed un conoscitore profondo della storia , ma anche un cultore appassio nato degli studi classici, dei qu:alsi si sentiva il sapore gratissimo in tutti i suoi discorsi. Era grande la bontà del suo cuore e il suo sopracciglio si spianava e il sorriso dolcissimo ne trasformava la fisonomia piuttosto arcigna non appena veniva toc .. cato un tasto sentimentale, specialmente quello della famiglia, che per lui era sRcra. Ricordo rhe mi commosse sine alle lacrime q nando narrommi che per non dare dispiacere alla figlia nel giorno più lieto della . sua vita, in quello del matrimonio, egli sincerainente e tenacemente miscredente, la condusse all'altare e vi s' inginocchjò e pianse mentre compi vasi la cerimonia religiosa. Di lui ricorderò come una delle cose di cui vado più orgoglioso -la frase pronunziata nella rinnione del gruppo parlamentare repnbblicano in Montecitorio quando, al1' indomani del Congresso di Ancona , me ne staccai per non subire la inutile rigida disciplina dal medesimo imposta: disse che Ja mia permanenza nel gruppo - nel partito dichiarai che sarei rimasto sempre - mi si imponeva e che il partito esp1·op'riava la mia <tdesione in nome della utilità pubblica. Antonio Pellegrini visse e morì repubblicano, come il suo genitore, il celebre Didaco, che andò in esilio dal Piemonte perché, insieme ad A vezzana ed a pochi altri, fo escluso dall'amnistia, che !:legni l'insurrezione di Genova del 1849. Siamo sicuri che i figli seguiranno le tradizioni nobili!:lsime della famiglia. N. C. Il I I 1111111111111111 li I li 1111111111111111111111 Ili 111111111111111111111111111111 IIIII IIIII 1'riste realtà! (IronfsiecodliimonarcnheialMezzogiorno) L' incidente più doloroso, tragico, dello sciopero ferroviario si ebbe a Foggia. Ivi, i contadini delle Leghe , ignari del peggioramento che verrebbe alle proprie condizioni se fossero accontentati i ferrovieri nella misura richiesta, pare, che abbiano voluto manifestare la propria solid:i rieta cogli scioperanti nei modi, che sono :-oliti nel mezzogiorno: col tumulto e colla violenza. I soldati, che si selltirono o furono realmente provocati ed aggrediti fecero uso delle armi da fuoco e parecchi àirnostran ti caddero morti e feriti al suolo. E' la solita storia che nel mezzogiorno si ripete con una insistenza veramente spaventevole e che lascia comprendere a quali proporzioni sarebbero arrivati fatti simili se fosse continuato lo sciopero ferroviario e se si fosse avuto lo sciopero generale per la solidarietà di tutta la classe lavoratrice. Il caso di Foggia ed altri perfottamente analoghi che erano avvenuti a Chienti, in provincia di Lecce e altrove, dimostra la inutili d dello sciopero generale di Settembre , come protesta contro gli eccidi di Buggerru e di Caste li uz~n, che a giudizio dei suoi promotori ed apologisti doveva servire di monito efficace al governo, ed impedirne la ripetizione . I massacri invece sono continuati e di preferenza

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