RIVISTA POPOLARE 201 cittadini e il cosidetto onore delle bandiere ..... come Napoleone III li fece rispettare al Messico preparandosi la caduta col fiasco della sua politica imperiale tragicamente completato colla fucilazione di Massimiliano in Queretaro. Le smentite recise venute da Costantinopoli e da Parigi fortunatamente allontanarono i pericoli di una rottura tra l'Italia e la. Francia, che, senza l'intervento diabolico di alcnn Bismark, nella Tripolitonia avrebbero trovato un nuovo pomo di discordia, che avrebbe fatto il paio con quello di Tunisi, che frutto a noi tutto il peso militare e finanziario della Triplice Alleanza. ♦ Verso la Jacquerie? - Questa nostra ·rivista fo tra i pochissimi organi della pubblica opinione, che non si illuse menomamente sulla importanza dei moti immrrezionali russi del gennaio scorso. A suo tempo prevedemmo che i tentativi di rivoluzione sarebbero rimasti limitati a Pietroburgo ed a poche altre città dellH.Polonia e dell' Ucrania, mentre ritenemmo più facile un moto sociale e reazionario della g;raude massa dei lavc,ratori della terra, che odiano il grande proprietario e il fisco , ma venerano lo Czar , il Hinistro piccolo padre. I fatti ci dettero ragione. Gli attentati contro i fon-· zionari , i tentativi insnrrezionali si souo ripetuti con una insistenza sorprendente in vari punti del vasto impero e specialmente in Polonia dove i11 q:te::lto momento i tentati vi insurrezionali si alternano culle stragi fatte dalla polizia e dalle truppe; ma non ostante lè condizioni favorevoli, una vern ri voltrnione, quale poteva germinare daìls. serie interminabile di sconfitte subìte dai vari eserciti che hanno fronteggiato la inesorabile avanzata dei Giapponesi, alla rivoluzione non si e arrivati, perchè l'esercito, qnantunque vi t:ierpeggi lo spirito di rivolta, si è mantenuto fedele e la grande mas,m del popolo, il cui moto contemporaneo avrebbe potuto farlo vacillare, si è mostrato alieno dalla rivoluzione. E che non sia prossi tna la rivoluzione apparisce anche dalla circostanza che l' indignazione pubblica non è scoppiata irrefrenabile di fronte alla miserabile canzonatura, di cui è stato fatto segno il paese colle promesse tante volte ripetute e mai mantenute di largire uno straccio qualsia!:!i di costituzione e alla .inettitudine sempre più palese di Nicola 2° e della sua malaugurata Corte. Il famoso Zemski Sobor non si è mai riunito e non si sa quando si rit1t1irà, benchè in tempi meno calamitosi e più remoti alle sue decisioni non poche volte . nei secoli passati , ricorsero gli Czars nei momenti che a loro sembrarono difficili. Mentre la rivoluzione per un complesso di circo.stanze che altre volte abbiamo esposte sembra ancora lontana, non sono mancate le manifestazioni dello spirito dellHJacquffie nei punti più remoti e meno civili dell' Impero: i contadini si sono· levati frequentemente contro gli r.brei, contro la burocrazia e si sono avuti saccheggi, devastazioni, uccisioni o impuniti del tutto o ferocemente repressi. La diversita dì trattamento che i ribelli hanno incontrata sta anch'essa a provare le dif~ ficoltà in cui versa il governo, ia di verdità delle condizioni nelle provincie del!' Impero , il vero stato di anarchia in cui esse versano. Un indice eloquente dello spirito che anima le popolazioni rus.::,e si ha nella frequenza colla quale esse si sono scagliate contro gli ;:;tudent,i , che rappresentano !a parte più evoluta e che più anela ad un mutamento di regime in senso libera'é o informato alla civiltà occidentale; ed altro ancora più significativo nello allarme spaventevole che in q u~·sti giorni si ebbe in Pietroburgo per la voce conia che ii 1. 0 Maggio delle orde di contadini avrebbero invaso la capi tale pel' farvi man bassa degii studenti e degli intellettuali: se ne assegna va la cifra in quindicimila ; e la voce era tanto accreditata che se ne _sono occupati come di un pericolo grave, reale e imminente i più seri giornali di Pietrobnrgo e i corrispondenti dei principali giornali di Europa. La natura del 1-0ovimento temuto e delle vittime designate dicono chiaramente che la Russia è ancora lontana dal giorno in cui v_edrà sorgere il ~ole della libertà. Le sue condizioni, sebbene in proporzioni maggiori, si rassomigliano moltissimo a quelle di gran parte d'Italia e specialmente del mezzogiorno dalla fine del secolo XVI U sino al 1860-61 e vengono caratte- .rizzate dall'antagonismo ineliminabile tra popolazioni rurali e classi intellettuali, dalla permanenza del feudalismo, dalla mancanza di strade e di cultura. Occorreranno ancor molte cospirazioni, molte insurrezioni affogate nel sangue, molte vittime prima che nell'Impero Russo possa iniziarsi il moto evolutivo sano e continuato sotto le ali della li berta. ♦ L'unità si fa nel male..... .A proposito delle apologie di Linda Murri. - Me11tre si svolgeva il processo contro Palizzolo per l'assassinio di Notarbartolo alcuni giornaletti di Palermo - senza importanza alcuna e che rispecchiavano soltanto l'opinione dei rispettivi direttori noti per la grande facilità nell'accusare o nell'esaltare - commissero l'atto sconvenientissimo di difendere l'accusato principale. Essi a loro scusa potevano, però, accampare il fatto strano ma vero, che . il magistrato che lo aveva inviato innanzi alle Assise non aveva esitato a proclamarne l'innocenza .... Più tardi vt,nnero le lettere di Virgilio Nasi contro vari ministri del Regno d'Italia, che pagsarono per la Minerva la•;ciandovi tracce di pessima amministrazione, se non di disonestà. vera; e quelle lettere ed altri articoli pubblicati in 11n giornale di Trapani miravano alla difesa di Nunzio Nasi. Erano sconveuienti; ma non ci si poteva scandalizzare perchè veni vano dal figlio che difendeva il padre, da concittadini entusiasti da anni ed anni, per quanto si po::;sa credere a tort<•, di chi_ li aveva per sei legislature rappresentati nella Camera dei Depr.tati. Checchè si potesse dire, se non altro come attenuante, snl conto di qnesti difen::;ori di PaJizzulo e di Nasi la loro condotta venne giudicata scorretta; ed alc mi anche conchiusero che e:,sa era il prodotto· dell' ambiente siciliano. E' venuto il processo Murri per l'assassinio truce del Bonmartini e si è verificato q Llalche cosa di peggio, almeno per la qualità delle perso11e che sono d1dcese in campo a difendere l'accusata principale, Linda Mu rri. In questo caso, infatti, i difensori non sono stati reclutati negli strati più bassi del giornalismo e non sono congiuntì ed antichi amtniratori degli accasati ancora sub jwlice; m:l appartengono alle cla-,;:;i int,ellettuali più elevattJ e rl:i.ppre::;0utarvno nel giurualistnù, un gnm_de partito politico, qual'è quello ::iocialista. E stato G11glielmo ·Ferrero, uno scrittore e1uinente , che ha dato una prefazione apolo.2;etica ad un volu,ue di lettere di Linda Murri; e l'ha dife::ia as::;ai malamente a nostro avviso. contro le critiche, .,ui la fec.a segno il Treve~ (Clcco e Cola) della Illustrazione Italiana .. E per convincersi dello strafalcione commesdo, poi, dailo ::;te::!80 :b 7 errero, nello scagionarsi dalle aecuse, ehe gli vennero rivolte dal suo amico editore, si deve leggere la let tera di Treves in risposta, in cui gli si ricorJa che il titolo solo del libro apologetico della i\tlurri : Dalla leggenda, alla verità è aucor piu pretenzioso dell'altro, che, per errore, gli aveva attribuito: Dalla leggenda alla storia, perchè , dice il Treves, gli storici almeno dubitano qualche volta della verità di quel che dicono. Bisogna leggere , ripetiamo , la lettera del Dii·?tto~·e dell' Illnstrazione italiana, per vedere quanta 1rollla adopera contro il Ferrero, che ha· confuso gli aòulteri r.ogli assassiui ed ha quasi trovato nelle stizze dei su'J-
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