Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 8 - 30 aprile 1905

200 RIVISTA POPOLARE un servizio alla causa della collettività. Seguendo altra via: non guadagnano un solo proletario socialista, vanno contro la verità e la giustizia, disgustano la borghesia e rinunziano alla loro ragione di essere. ♦ Un giudizio non sospetto sullo sciopero dei ferrovieri. - Lo togliamo di peso dal Divenfre sociale, la rivista diretta da Eurico Leone il quale è anche reM dattore-capo dell'Avanti I Non abbiamo bisogno dicomentarlo : ci limitiamo a richiamare su di esso l' attenzione dei nostri lettori. Eccolo integralmente : « Diciamolo subito. Il nuovo progetto Fortis ha sgombrato il terreno da ogni legislazione eccezionale a danno del generale diritto di sciopero. Il Comitato d' agitazione dei ferrovieri non è di questo avviso. Ma un esame attento del progetto ci mena a questa conclusione. < Non più, come negli articoli 71 e 72, viene elevato a figura giuridica di reato lo sciopero nel pubblico servizio. L'art. 17 non fa che sancire una norma di giurisprudenza sempre invalsa fin qui : riconoscere la personalità ufficiale ai ferrovieri. Ebbene, anche a non volerla sancire per legge, non v'é pretore di q uart'ordine nè conciliatore di villaggio che non conoscerebbe, indipe,ndentemeute dalla legge Fortis, questa qualità nei ferrovie1·i addetti - si badi - ad un servizio di Stato. e L'Avanti I ba dimo8trato l'inapplicabi1ità giuridica dell'art. 181 del Codice penale, che riguarda i pubblici ufficiali che indebitamente desistono dal lavoro, a.i ferrovieri scioperanti. l\la anche a voleriie riconoscere la applicabilità - per motivi soggetti vi e politici - si deve considerare che il progetto Fortis non fa che riferirsi ad una legislazione normale vigente, nulla innovando nel diritto sancito. e Nè la seconda parte dell'art. 17, che riserva allo Stato, quale intraprenditore, la facoltà del licenziamento in caso di sciopero, può essere addotta come trasgredsione del diritto comune ; perchè questa facoltà é i neren te alla stessa indole delle intraprese capitalistiche, e perchè sostenere nello Stato la eliminazione di q nesta facoltà ci conduce all'uso di una logica a partita doppia. Noi infatti per rivendicare il diritto di sciopero nel pubblico servizio, muoviamo dal presupposto della co-· mune natura economica, amministrativa, giuridica delle intraprese pubbliche e private. Ora questo principio che ci serve per inferirne il diritto di sciopero, conseguenza proletariamente vantaggiosa, non può essere abbandonato e rovesciato per eliminarne le conseguenze personalmente dannose, come la facoltà astratta del li .. cenziamento e Ma se questa è l'intima portata del progetto che apparisce ben diverso dalla legge di criminosità presentata da Giolitti, esso per le dichiarate intenzioni fraudolente del governo Fortis, pei precedenti parlamentati, da cui trasse origine doveva nat11ralmente suscitare forti preoccupazioni nella classe dei ferrovieri. Pur tuttavia il motivo principale che ha mosso a scioperare la massa dei ferrovieri non può risiedere in questa assai vaga piattaforma politica - sgombrata per merito dell'ostruzionismo del marzo da ogni disposizione eccezionale ed esplicitamente antiproletaria, - ma invece nella ~ quistione economica •. E poichè la figura di questo sciopero è principalmente di natura economica, esso va giudicato con criterii di rigida valutazionfl delle forze effettive di cui dispone il proletariato ferroviario, della sua capacità di resistenza e di pressione, del grado di resistenza delle forze politiche, ecc. « A marzo il progetto Giolitti imponeva come un obbligo politico la resistenza dei ferrovieri in particolare e di tutto il proletariato in generale; lo sciopero di oggi è una battaglia di mestiere - santa e nobile come tutte quelle che sono indirizzate ali' elevamento materiale e morale della classe lavoratrice, - ma che deve perciò tener conto, nel suo corso, dei co;nplessi fattori che sono in giuoco a determinarne le probabilità di sconfittà o di riuscita >. Nella stessa rivista, nel Ìlùmero del 1° maggio, troviamo poi giudicato il gruppo parlamentare socialista ed anche di questo secondo giudizio non vogliamo defraudare i nostri lettoTi : e Fummo alla Ca.mera uella seduta in cui parlò - a nome del gruppo - l'onorevole Ferri, e ne uscimmo disgustati. Enrico ],erri, pron,inziando il felice discorso che l'Avanti I pqbblicò in extenso, suscitò le ire e le violenze più bestiali dei settori del centro e di destra. La gazzarra ignobile era evidentemente stata organizzata, non tanto contro l' on. Ferri , quanto contro lo sparuto gruppo ::iocialista che, di buona o mala voglla doveva difendere ufficialmente la causa dei ferrovieri. e Cosi ciò che doveva fatalmente accadere, accadde. Lo sciopero ferroviario - che i deputati socialisti non vollero, e poscia a c()se compiute screditarono nei conversari privati e nel le chiacchiere dei corridoi - ha segnato un solco di divisione: il gruppo parlamentare socialista non è la rappresentanza schietta e vivace del proletariato socialista > . E ci pare che non vi sia bisogno di aggmngere altro ! ♦ Le conseguenze della politica coloniale. Preoccupazioni italiane e francesi. - Il colpo teatrale di Guglielmo II di Germania poto ha mancato che non avesse conseguenze assai gravi e c' è stato qualche momento in cui potè temersi che si venisse ad una rottura tra la Francia e la Gi"!rmaniaper la quistione del Marocco. Il linguaggio dPl Matin, fiero e bellicoso, se non fosse stato preceduto dalle dimissioni, subito ritirate, del ministro degli Esteri della Repubblica frauce'3e avrebbe potuto far credere che si era alla vigilia della. guerra; ma, ripetiamo, lo dimis8ioni di Delcassè erano venut!l in bnon punto per avvertire che la Repubblica non voleva cogliere questa occasione per tentare la revanche e che si era preferito di dare soddisfazione al ta.rtari nesco Imperatore di Alemag-ua anzichè cogliere il protesto della sua reazione sconveniente ed esagerata contro una svista del ministro della Repubblica per venire alla rottura. Il momento sarebbe stato male scelto: la platonica alleanza coll'Inghilterra non poteva compensare la mancanza inevitabile nell' azione della Rnssia, così terribilmente impegnata nell'Estremo Oriente e tanto minacciata. all'interno. Per la politica coloniale della Repubblica francese questo del Mar,)cco è stato uno scacc) che rassomiglia alquanto a quello che suoì nell'impresa di Fas hoda, che creò all' interno il pericolo Marchand. Le preoccupazioni di complicazioni enropee, mentre diminuivano da un lato si fecero vive in Italia per la notizia data d}l Giornale dei lav01·i pubblici sulla concessione fatta dalla Turchia ad una Società di capitalisti francei;i , che si erano assunto l' impegno di costruire il porto di Tripoli e di esercitarlo per novantanove anni. Il fatto se vero avrebbe dimostrato che la Francia non avrebbe tenuto fede agli accordi intervenuti coll'Italia e coll'Inghilterra e che designavano come preda nostra quel lembo di terra africana pel giorno in cui sarebbe crepato il secolare ammalato : l'Impero Ottomano. Non si esclude che il fatto avrebbe potuto avvenire senza il concorso del governo della Repubblica, perchè in Francia i capitalisti hanno milioni da collocare e non mancano d'iniziativa. Ma. irr siffatte imprese i capitalisti non si avventurano di ordinario se non colla intesa dei rispettivi governi, che a data ora intervengono per garantirli e fare rispettare gl' interessi dei

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==