Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 8 - 30 aprile 1905

RIVISTA POPOLARE 199 blicani poi fece opera esclusivamente negativa votando tanto contro l'ordine del giorno Villa quanto contro quello dei socialisti svolto da Ferri. Su questo si affermarono, però. Comandini, De Andreis e Gaudenzi. Se non ci fosse stato il commento dell'Avanti I non rileveremmo il fatto , perchè rispettosi della libertà dei singoli , che va rispettata quando non e' è di mezzo qualche i11teresse supremo; e taceremmo su di esso, quantunq ne convinti che i nostri amici si lasciarono andare alle accettazioni dell' ordine del giorno Ferri per riaffermare una cosa assolutamente inutile. . Dice quell'ordine del giorno: « La Camera ritenendo « che le conquiste del diritto proletario non possono « rievocarsi con disposizioni eccezionali contro qualsiasi « categoria di lavoratori , passa alla discussione degli e articoli •. Ora nesi;un articolo del disegno di legge intacca va le conquiste del dfritto proletw·io; salvo che non si consideri come una menomazione il tentativo, assai timido, di accordare allo Stato quei diritti, di cui ' godono i privati ed a fare rientrare, sempre timidissimamente, i ferrovieri nel dfritto comune, che essi ipo · critamente invocano soltanto negli utili e quando fa comodo , non desideraudo , in realtà, che la consacrazione e la intensificazione dei privilegi di cui godono. Del resto l'invito dello stesso ordine del giorno Ferri a passare alla discussione degli articoli contraddice sostanzialruente l'invocata difesa del dfritto proletario. Sarebbe stato vensabile che i socialisti avrebbero potuto consigliare tale passaggio St· il disegno dì legge avesso attentato alle conquiste proletarie? L'ordine del giorno socialista fo formulato nel modo esposto per sola comodità oratoria di chi doveva svolgerlo e che senza l'accenno alla difesa non necessaria del dfritto p1·olt.ta1·io non a vendo voluto occuparsi della quistione fnroviaria non avrebbe avuto occasione decente per entrare nella discussione. Ecco tutto. I commenti dell'Avanti! al voto furono quali potevano essere, data la logica che è in uso nelle sue colonne. Condannò Barzilai e gli altri repubblicani ed elegantemente oltre di averli designati come appartenenti ai partiti borghesi, li dichiarò di accordo coi bottegai pmtrosi d' Italia. La frase vorrebbe essere dispregiativa; ma prova solamente, che i redattori dell'Avanti I in questo momento sono in tale stato di esaltazione da non rendere possibile la visione esatta delle cose. Pigliamo atto, intanto, della lode accordata a Comandini, De Andreis e Gaudenzi che appartengono a quel fiero repubblicanismo romagnolo. che ha p1·ofondo il sentimento proletario , per rievocarla alla prossima esplosione di vituperi , d' insidie e di vera persecuzione , che si avrà da parte dei socialisti contro questo npubblicanismo romagnolo, che osa F impertinente! - vivere e non suicidarsi di fronte alla maestà del socialismo italiano ! Se i deputati rep11bblicani furono concordi nel biasimare lo sciopero non lo furono del pari quelli delle associazioni. Qua e là ci furono voti di solidarietà coi ferrovieri; e fu esplicito quello del Circolo repubblicano P. R. S. R. (Ponte, Ripa, Sant'Angelo e Regolo) che volle dare prova luminosa della propria ignoranza ultra socialistica riconoscendo « che lo sciopero è mezzo legittimo di combattim.ento per ottenere le giuste rivendicazioni proletarie e che, come tale, non deve suhire limi tazione di sorta ; " che l'applicazione fattane presentemente dai ferrovieri è rispondente ad una rigoro8a necessità di lotta economica determinata specialmente dal contegno del governo avverso ad ogni rivendicazione proletaria per la sua stessa ragione d'essere basata sul privilegio di casta e di classe e che quindi è giusto e legittimo:> ed esprimendo la loro simpatia e solidarietà verso i ferrovieri scioperanti augurando che la lotta da loro così gagliardamente intrapresa, sia coronata da tutto il successo che possono riprometters.i >. Quante sciocchezze e quante menzogne I A noi dispiace cbe amici carissimi come Ma zzolani ed Alliata abbiano perduto il loro tempo ad impedire che il Circolo P. R. S. R. avesse inflitto un voto di biasimo ai deputati repubblicani e ai membri di un altro Circolo, che avendo la testa sulle spalle avevano manifestato un diverso avviso. Più doloroso ci riesce il contegno dell'Italia del Popolo. Ha condannato lo sciopero; - ed a non condannarlo q11ando non e è stato alcun deputato socialista a difenderlo, ci voleva un gran coraggio - ma a malincuore, a denti stretti, contraddicendosi e adoperando un linguaggio che sinora era stato peculiare dei giornaletti socialisti più sconclusionati, frutto dell'ignoranza e della cieca passione di parte. Vogliamo darne un saggio ai nostri lettori ri prodn - . cendo un brano dell'articolo· Colpe ed e1·ro'ri (Numero del 18 Marzo) in cui si occupa della prima giornata di sciopero. · L' Italia del Popolo, ignorando i termini della quistione ferroviaria,-e non ha mai mostrato l'intenzione di studiarla,-con infantile ingenuità, dimenticando che ì ferrovieri chiedevano illico et immediate decine e decine di milioni da smungere dalle tasche esauste dei contribuenti più oppressi del mondo, dopo avere affermato che a scongiurare lo sciopero bastava che il governo avesse mostrato di dare buoni affidamenti per le più eqne, fossero anche le più modeste-chiama modesta la domanda di qualche centinaio di milioni secoado l' ex ministro Tedesco, di 82 secondo l' Ispettorato, di 30 secondo Branconi ! - fra le domande dei ferrovie1·i e di stabilire l' m·bifrato obbligatorio - che i ferrovieri rivoluzionari respingono !-aggiunge quanto appresso: e bastava avere un po' di spina dorsale diritta di fronte e alla tm·ba degli speculatori della politica e della fi- " nanza, di coloro che vogliono a tutti i costi il rialzo « delle loro azioni di partito e di Bo1·sa , e che ab- « baiano a gola sfogata : « Resistete ! Lo Stato non « deve cedere! Il padrone deve.essere lui! Resistete!>, « bastava questo, e la iattura dello sciopero ferroviario « era evitata. Il governo non lo ha voluto per servir « meglio gl'interessi della reazione, per fare il gioco di « tntti coloro che allo sciopero anelavano come ad una « occasione magnifica per appprtare un nuovo colpo alla « democrazia. Ed è questo il suo delitto •. Ebbene: basta l'infiltramento dell'accenno agli spe• culato1·i della finanza ed al 1·ùilzo delle loro azioni di Borsa per dimostrare la profonda ignoranza dello scrittore dell'Italia del Popolo sulla grave questione , intorno alla quale trincia sentenze spropositate che sta· rebbero bene in bocca di un cantoniere, che non legga nemmeno Il Treno. Di che speculatori di finanza e di che rialzo di azioni in b01·sa va cianciando? In questa occasione il governo non avrebbe di feso che la finanta dello Stato e i titoli del debito pubblico, cioè della N azione , dei contribuenti ! Al governo , se mai , si può rimproverare, da parte dei reazionari , di non essere stato abbastanza energico e di essere stato molto con· ciliativo. E glielo hanno rimproverato i Senatori! . Si è vero: la democrazia, le pubbliche libertà hanno corso dei pericoli; ma per colpa esclusivissima dei ferrovieri o meglio di coloro che li monopolizzano ..• Ai repubblicani d'Italia ripetiamo ora ciò che altra volta abbiamo detto: nella presente quistione non corre alcun pericolo il diritto proletano, ma corrono gravi pericoli gl' interessi Jei contribuenti; non è in giuoco l'interesse dei partiti monarchici, ma quello dello Stato e della Nazione , che stanno al di sopra della monarchia e d6llla repubblica, che Cattaneo e Mazzini difenderebbero con tutte le- loro forze ; le pretese dei feri rovieri sono in antagonismo cogl'interessi dei. proletare chi invoca_ la solidarietà degli ultimi coi primi commette una specie di truffa. I repubblicani, quindi, prendendo il loro posto di battaglia contro le pretese ingiuste e contro la prepotenza dei ferrovieri rendono

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