198 RIVISTA POPOLARE janni si sognò mai di adoperare, nè i deputati socialisti avrebbero lasciato adoperare da cento Colajanni senza rompergliela sul muso; è vero , però che i deputati socialisti non contraddissero il Colajanni per la semplice e buona ragione, che dovrebbe bastare tra galantuomini e politici leali , che essi non erano con vinti della giustizia delle domande dei ferrovieri, molto meno ancora della opportunità dello sciopero. Non si coniprende, quindi, o si spiega col p~rturbamento mentale da cui sono afflitti in questi momenti gli sciagurati che guidano i ferrovieri, come essi possano rimproverare il tradimento o l'a·bbandono o la fiacca difesa dello sciopero e dei ferrovieri a deputati socialisti ed al Comitato di resistenza. Con qual diritto un mentecatto, che corre alla rovina, può acc11sare di tradimento o di abbandono un uomo che ha il cervello a posto, se questi non vuole lasciarsi trascinare al precipizio? Più incomprensibile è ancora la condotta del l' Avangua1·dia socialista. La quale da un lato dà un calciobene assestato e che noi non volemmo assestare quando i capo1·ioni verso di noi si comportavano colla massima 8lealtà-ai ferrovieri rimproverando loro il tradimentoè la parola precisa adoperata dal giornale rivoluzionario - a danno dei loro compagni della Nord (Milano) e la loro ve'rgognosa astensione nelle gi01·nate di Settembre; dall' altro se la prende fieramente col gruppo parlamentare socialist-a, che non si mostrò energico e risoluto durante lo sciopero ferroviario. E la sconfitta attribuisce ai riformisti la relazione Corradi alla Ca-· mera del Lavoro di Milano chiama 1tifame un articolo del 1.empo e dichiara traditori sinanco alcuni ferrovieri del Comitato di azione .... . . Ai ferrovieri L'Avanguardia inoltre, con molta opportunità rimprovera che essi avrebbero dovuto far lo sciopero a tempo debito confro l,e Compagnie , venti anni or sono non oggi ; e eh' è una illusione il voler contenere nella legalità uno sciopero contro lo Stato. Ma non è l'Avangucirdia socialista, proprio essa con Ul}a incoscienza, che desta davvero compassione , che nello stesso numero di mostra, che lo sciopero era nato morto per tante e tante ragioni che essa enumera? Ma non è la cosa più stupida di questo mondo il pretendere che i vivi, anche se mal vivi, attacchino i loro corpi a quelli dei morti ? Da questi sfoghi, da queste recriminazioni, da queste accuse reciproche t.ra riformisti, rivoluzionari ed altri rivoluzionari vien fuori che noi eravamo nel vero combattendo non i ferrovieri , ma le pretese ingiuste formulate dai loro disgraziati menem·s e che vollero far prevalere colle intimidazioni e colla violenza e che ci comportammo logicamente e onestamente, in fatto, nel periodo non breve della lotta. Ora dobbiamo intrattenerci dei metodi adoperati per ingannare i ferrovieri, e trascinarli allo sciopero , farveli perdurare ed anche ri prepararveli. Ci si para innanzi per il primo l' on. Ciccotti , che attraversa psicologicamente un brutto quarto d'ora e che a sciopero finito, parlando a Napoli ai ferrovieri, li lusinga ancora coi diritti quesit'i - secondo la Cassazione di Napoli : ecco l'aggiunta nuova, suggerita dalle precedenti nostre osservazioni - e con linguaggio da giornaletti socialisti minuscoli ora asserire che lo scio· pero venne deterininato dal governo e dai reazionari. Mai cosa contraria al vero vènne affermata, colla certezza di future cattive conseguenze , da persona della coltura e della posizione politica dell'on. Ciccotti quanto quelle da lui pronunziata nella Borsa del lavoro di Napoli del 22 aprile e che noi rileviamo dal Pungolo dello stesso giorno. Cosa più grave ci apprenda una intervista dell' on. Bissolati con un redattore del Giorno e di cui prendiamo conoscenza da un riassunto del Corrie'redella Sera (25 aprile). Il Bissolati dcpQ avere fatto la storia del distacco dei ferrovieri del gruppo parlamentare, dal q nale, cionostante ·pretendeva appoggio illimitato sino al suicidio , di chiara che nelle discnssioni coi membri del Comitato dei ferrovieri - da lui indarno richiamati alla percezione della responsabilità, che assumevano - ebbe ad avvedersi che quasi tutti p1·esentivano il disastro e nessimo di essi aveva il coraggio di riconoscere la 'l'ealtà delle cose , temendo ciascuno di esse1·eaccusato di tradimento o di tiepidezza... Ciò che venne confermato ufficialmente dalla citata Relazione Corradi. Ma promovendo un movimento di tanta importanza che poteva essere un di:-;astro pe.r la nazione, sema nemmeno illudersi sulla possibilità di vincere, i membri del Comitato non commisero nn atto di viltà e di disonestà? E in tali nomini i ferrovieri riposero e ripongono la loro fiducia ? Ancora.. Molto ci dolse che l'Avanti/ abbia affermato, per inasprire i ferrovieri contro il Governo , che in Italia l'ultimo si era. comportato brutalmente e illegalmente contro i ferrovieri in isciopero; e per renderlo più odioso poneva il paragone con ciò ch'era avvenuto in Ungheria, sul cui Governo ebbe parole di lode ..... Anche questa parrebbe cosa impossibile ad essere stampata in nn giornale, di cui è Direttore Errico Ferri! Ciò è semplicemente falso. Nulla commise il Governo italiano - e ci si accusi stupidamente di assumerne le difese ! - contro i ferrovieri, che abbia l'apparenza della illegalità e della violenza. In vece lo sciopero ferroviario in Ungheria nel 1904 dette occasione allo sfogo di t11tta la brutalità. di cui era capace Stefano Tisza, che fece arrestare tout court tutto il Comitato dei ferrovieri e sciogliere violentemente le loro riunioni. Finalmente per indurre i ferrovieri a perseverare nello sciopero non si esperimentò che nn me7,zo solo: la menzogna. Fu menzogna sfacciata il telegramma. che da Napoli mandarono all'Avanti I del 21 aprile conc.epito in questi termini: e È incominciato oggi lo scio- « pero generale di tutte le leghe. Il consenso è unanime, , l' entusiasmo generale. Tutti i lavoratori sono decisi' c ad ai11tare materialmente, con pratica forma di soli- « darietà, i compagni ferrovieri in isciopero >. E questa menzogna fa il paio con quest'altra pubblicata dal Treno di Milano e che noi togliamo dalla Tribuna « Al mo- • mento di andare in macchina, il Comitato di agita• « zione ci telegrafa da Roma che lo sciopero è 1·iuacitisc simo e che la continuazione del lo sciopero è necessaria. « S'intravvede la vittoria. Tutta l'Italia proletm·ia si e P"Onunzia a nostro favore, malgrado le intimidazioni ... > Potevano i ferrovieri, la massa veramente irresponsabile, essere ingannati più turpemente? ♦ I repubblicani e la questione ferroviaria - Nel N .0 del 15 Marzo consacrammo uno stelloncino ( I repubblicani e la quistione ferroviaria: rettorica poggiata sul falso) all'attitudine dei nostri amici di fronte alla quistione ferroviaria per critica.re l'ordine del giorno della Consociazione ravennate, che biasimava la Direzione del partito e del gruppo parlamentare. Ora siamo costretti a ritornare sull'argomento per esamin?'re l'a: zione del gruppo parlamentare repubblicano, _di alc~m sodali zii e del solo giornale quotidiano che il partito possiede. . Alla Camera i repubblicani furono unanimi non ~olo nell'approvare il passaggio delle Ferrovie dalle Società allo Stato, ma anche nel biasimare lo sciopero. Qualche piccola differenza vi fu negli ordini del giorno votati. Oolajan.oi e qualche altro non esitarono a~ ac · cettare quello Villa : Le dichiarazioni precedenti del primo non rendevano possibili gli equivoci sul si_gnifìcato da darsi a tale ordine del giorno: intendevasi pro· testare contro lo sciopero e affermare il princi_Pio dell'esercizio di Stato ..La maggioranza dei deputati repub-
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