Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 8 - 30 aprile 1905

212 KlVlSTA POPOLARE nella zona più ampia ed evoluta nel campo industriale. e Già spuntano .gl' inizii primi di questa socializzazione dei sindacati. Le molteplici inchieste governative e parlamentari , in tese a raccogliere i più estesi ragguagli sul numero e le forme e l'azione dei sindacati, sono per se stesse prova manifesta del bisogno, che si avverte, di dare una maggiore estensione al principio sociale nell'organizzazione della grande industria. Ma assai più probante è in questo riguardo l'indirizzo legislativo. Nella vicina Austria non si contano più i progetti di legge diretti ad im.porre ai cartelli la sor- - veglianza della pubblica ammministrazione. Negli Stati Uniti il Dipartimento dol Commercio e del Lavoro, istituito con. legge del 2 febbraio 1903' comprende una sezione delle società anonime, la quale deve seguire in tutte le sue manifestazioni il movimento sindacale, raccogliendo i dati statistici e le notizie particolari ad esso relativo- " Nella via di una regolamentazione dei sindacati i primi passi sono già compiuti; quali atteggiamenti essa debba poi assumere e se possa o no giungere fino agli estremi di una collettivizzazione , nel senso in cui la intendono i socialisti, è quanto lasceremo ad altri presa.gira. Ciò che ci sembrà di pote1·econ si~rezza affermare è che, lungi dall' assicurm·e la persistenza e l' equilimio del p1·esente sistema economico, i sindacati industriali 1·appresentano invece, l'ultima fase del suo ciclo vitale. Certo l'intervento dello Stato, che si viene così chiaramente delineando, non si esplica senza manchevolezze ed errori e, per la prevalenza degl' interessi capitalistici, non può elidere, nel momento attuale, tutti gli abusi e gl'incovenienti, che accompagnano la concentrazione delle industrie. « Ma se consideriamo il fermento nuovo che oggi agita la società e la crescente influenza che la classe lavoratrice viene acquistando nella politica degli Stati moderni, possiamo fondatamente presagire che questo intervento verrà affermandosi con copia sempre più ragguardevole di risultamenti e sarà propulsore fecondo del progresso economico e sociale. > La citazione è stata lunga, ma credo che non sarà dispiaciuta ai lettori, che vogliono sapere ciò che il Cassola pensa sullo avvenire dei sindacati. Lo ZoTICo li li Il 11111111111 I Il U 11111111 l Il 11111 ti il lt 1111111 Il Il 111111 Il 111 CUI li Il l 1111, lf Il J Il lii Perla linguiataliantaragli' talianaill'este(ro 1 ) ----•~---- Carissimo Professore, Ho ricevuto ieri la sua buona lettera , e il suo discorso al XV Congresso della Dante Alighieri. Grazie di cuore. Nel discorso c'è la traccia di un grande lavoro. Ma e' è pure dell' altro ! O come va che anche lei mi par la della lingua e (1) Un mio vecchio amico, domiciliato da molti anni nello Stato di New-York, cui mandai in dono una copia della mia: La Dante e gli Emigrati, mi ringrazia (i) con questa lettera, eh' è una buona lavata di capo _per me e per non pochi altri. Chi la scrisse non credeva, certamente , che dovessi pubblicarla; ma essa mi sembra utile sotto molti aspAti e sopradella coltura di Dante? Ma quando la finirete con questo scocciantissimo Dante? Quando vi emanciperete da tutti i pervertimenti arcaici e cattolici che soffocano l'anima italiana? St aremm o freschi se avessimo la lingua, la coltura di Dante! Ohe le classi reazionarie trovino sempre divino Dante si capisce. Ma che nella coltura del XX secolo Dante sia ·ancora rammentato è proprio inconcepibile. Ed anche lei è vittima della stratificazione cattolica? Scommetterei 'che lei non ha letto Dante e che leggendolo, non lo capisce. (Cosa che fa molto onore al suo buon senso). Ma siete tutti d'accordo a innalzarlo al Cielo ! Sa? Dante fu un egoista, prepotente, megalomaneinsopportabile uomo - pieno di odio, animato di vendetta. Oggi non gli daremmo un soldo. Ipocrita poi. Che cosa ha fatto? Un poema con qualche canto non privo di bellezza verbale e verbosa (di verbosità concisa). Gli altri scritti sono roba da chiodi I Lasciamo Dante alle ragazze nord-americane-e veniamo a cose più serie: alla lingua italiana, per la quale assai più fece Ariosto, e Galileo sopratutti gli altri. Ma nell' Italia, dove anche gli atei hanno il latte cattolico, e respirano il pervertimento cattolico da tutti i pori della loro pelle, non c' è che Dante e Manzoni: gli scrittori più stupidi, più sciocchi, e più e immorali> che abbia avuto l' Italia. Quei Promessi sposi sono veramente insopportabili ! Ma tant'è: sono il libro di testo ..... Le ragazze nordamericane si sono ribellate al Manzoni. Noi ... no! tutto per quel realismo brutale , che 1a informa e che a me tanto piace. All'amico carissimo, non a mia difesa, ma per omaggio alla verità che a lui è cara devo dare qualche breve risposta. Non mi nascosi affatto la necessità di diffondere l'istruzione ... in Italia ; ma ocoorrono centinaia di milioni che non ci sono e occorre del tempo peréhè se ne raccolgano i frutti. Nell'attesa dobbiamo rinunziare al tentativo di conservare ciò che si può dell'italianità all'estero, anche se questo non sia molto f Questo mi sembrerebbe buddismo malsano e non azione di uomini positivi. Per ottenere il poco che si può tutti i mezzi sono buoni; perciò è utile e doveroso associarsi alla Dante Al-ighieri, che esiste da circa venti anni che qualche cosa ha fatto e che di più pare disposta a fare. Far sorgere in Italia altro istituto più vitale che soltituisca la Dante non è pensabile ; dividerebbe le forze e paralizzerebbe quel poco di buona volontà che tra noi spinge ad agire per raggiungere intenti elevati e per mirare ad orizzonti lontani. L'amico carissimo, poi non dovrebbe dimenticare che alla Dante fan capo le classi colte , la parte migliore di esse che non vive racchiusa nel l!UO gretto egoi.>mo, e che desidera - sia pure per snobismo ! - conservata l'italianità tra gl'italiani all'estero. Se per simbolo di questa italianità invece di Dante avrebbe dovuto prendersi Ariosto o Galilei I:, discussione che non mi sento competente a discutere. Rammento pt-rò all'amico ch'è ingiustizia non ricordare che l'autore della Divina Commedia dai riù illustri scrittori stranieri venne se1npre considerato come il massimo poeta nostro: il Brandes, ad esempio, riconosce che tre scrittori sono davvero universali : Dante, Cervantes, Shakspeare. La mia dife11a di Dante, del resto, sarebbe ridico.la; meglio rammentare che Dante nelle provincie irredente sotto l'Austria viene venerato come il simbolo pih puro e più autentico della italianità-a lui Trento ha levato una statua; e che la Dante sorse primitivame11te a difesa della italianità nelle provincie irredente .... Questi i dati di fatto inoppugnabili. N. C

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