RIVISTA POPOLARE 211 della classe capitalistica e pregiudicano gravemente gli interessi delle masse operaie e consumatrici. Ma con ciò, si noti, non intendiamo menomamente affermare che essi siano destinat,i a scomparire e che si debba avvisare ai rimedi per impedire la costituzione di nuovi sindacati e sopprimere quelli già esistenti. « Dopo l'esperimento così significante delle anti-trust laus americane, la politica abolitrice dei sindacati rappresenta una fase ormai soprpassata nella legislazione dei paesi più progrediti. Si è compreso , ormai, che tutti i divieti e le penalità che possono ·trarsi dall'arsenale legislativo si spuntano nella lotta contro i sindacati, e che quando anche si potesse con altri mezzi provocarne la dissoluzione ed assicurare l' impero assoluto della concorrenza, non si giungerebbe ad un risultato assai desiderabile, poichè insieme con gl' inconvenienti e gli svantaggi ~i annullerebbero altresi i beneficii, di cui possono esere fecondi nel campo della produzione ». « Ohe la libertà commerciale possa nel momento attuale, temperare alcuni dannosi effetti della coalizione e riuscire vantaggiosa ad operai e consu01atori, non saremo noi, certo, a negarlo; ma neppure è quella panacea che i liberisti mostrano di credere. I suoi vantaggi non possono essere che limitati, sia perchè essa non ha nessuna efficacia contro i sindacati, che sì muovono indipendentemente dalle tariffe protettive o che sempre i più numerosi procedono alla divisione amichevole del mercato mondiale, sia perchè essa non può, da sola, stabilire quell' armonia degl' interessi , che è condizione indispensabile di un buon assetto economico. ·E ci .piace, a questo punto, contrapporre all'affettata semplicità con lui il Leroy Beaulieu, considera i sindacati, il giudizio veramente ponderato di un illustre storico inglese , che in un' opera classica sugli Stati Uniti, che l'ala del tempo non ha fatto ancora impallidire, assegnava ben altra importanza al movimento sindacale, agli inizii ancora del suo svolgimento. e Gli anni avvenire, scriveva il Bryce, fin dal 1888, saranno in gran parte rivolti allo studio dei fenomeni, che rampollano da una organizzazione commerciale assai più evoluta che in ogni altro paese. I vantaggi economici della centrazione ferroviaria e la tendenza che in tutti i rami di industria spinge i grandi ad assorbire o a soppiantare i piccoli, sono due fatti così marcati, che i problemi di quest'ordine sembrano doversi presentare in più gran numero e con maggiore urgenza nell' avvenire, anzichè oggi; e la loro soluzione domanderà non solo una grande abilità legale, ma anche una grande saggezza economica. « L' individualismo resta certo di diritto il sistema economico vigente, ma in fatto esso continua ad esistere solo per quella sparuta minoranza di privilegiati, per quella c6te,ries finanziarie , che sono a capo dei nuovi organismi industriali , mentre cresce e si espande la massa degli individni chè non hanno i mezzi necessarii per crearsi unà posizione economica indipendente e debbono cercare nelle nuove imprese impieghi subordinati. « Ma non basta. Il movimento ascensionale della concentrazione capitalistica, mentre rende sempre meno realizzabile ed esteso il principio individuale, e ne affretta per mille vie lo sfacelo , conferisce , dall' altra parte, maggior risalto ed importanza al principio coltivo e gli spiana la via ad ulteriori progressi. Già. notammo, in contraddizione con lo Schaffie e col Ferraris, come pur nelle forme meno elevate di coalizione, in cui le imprese sindacate non perdono totalmente la propria autonomia, si abbia una prevalenza del fattore collettivo sull'individuale, ma certo questa prevalenza raggiunge la sua espressione più spiccata e caratteristica nei trusts, che occupano il grado più ele'vato nella scala della concentrazione .;apitalistica. « Con la costituzione dei t1·usts, lo vedemmo, gl'industriali americani intendono realizzare una nuova concezione economica : l' unificazione di tutte le imprese concorrenti in un'unica e gigantesca impresa, che concentri come in un unico foco il processo produttivo Jisseminato presso molteplici economie è possa attrarre nella sua orbita, anche industrie complementari o strumentali. e Ma in tal guisa - l'ironia è veramente in fondo alle cose - il capitalismo dominante rivolge al sistema individualistico le ste~se critiche che fin qui erano state appannaggio delle varie scuole socialiste. « E questa contraddizione appare ancora più stri dente nella concreta esplicazione· del trust system, da noi altrove spiegata. e Sospinti dal miraggio di lauti prt,fitti , i capitalisti americani hanno create gigantesche società anoniID:e, annullando l'individualità di nu:neroi;e imprese sin qui indipendenti, hanno costituite in molte industrie dei veri monopoli di fatto, e non contenti dell'opera come piuta in se~o ad industrie particolari , attendono ora a collegare i trusts interessati in gruppi di industrie similari o comunque tra loro connesse. Ma per effetto di queste trasformazioni , il capitalismo americano, in questa nuova sua fase, si fa inconsciamente faittore di un ordinamento economico , che ha molti punti di contatto con quello collettivo. · e E ben si avvede di ciò un individualista convinte il De Rousier, quando in fine del suo libro sui trusts scaglia le sue frecciate al e capitalismo feroce, il quale "en soutenant par intérèt personel que les trusf,s avec leurs abus constit.uent un progrès, peut-ètre pris dans ses propres filets. > e Nelle condizioni ora descritte diviene infatti troppo stridente il contrasto tra la costituzione capitalistica dei sindacati e la funzione sociale che essi compiono, e non si può lasciarli a sè stessi e dare libero corso agli interessi particolari che ad essi si connettono. La importanza stessa che i sindacati assumono nell'organismo della produzione e le perturbazioni gravissime, che può arrecare l'esercizio antisociale della loro attività economica, rendono inevitabile, per la collettività, di intervenire nelle loro operazioni per reprimerne gli abusi ed asricurare le condizioni di sviluppo dell' economia sociale. « Questo progressivo aumentò nelle funziQni dello stato spaventa coloro, che si fermano alla vecchia concezione dello stato guerriero, giudice e gendarme, ma a chi ben guardi si presenta come il naturale adatta mento della società alle nuove condizioni prodottesi
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