Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 7 - 15 aprile 1905

174 RIVISTA· POPOLARE inframmettente che va cercando brighç in Oriente e nell'Estremo Oriente e che a momento, assume apparenze provocatrici verso l'Austria-Ungheria. Non si può· negare che gli armamenti austroungarici fanno sorgere legittime apprensioni in molti che non nutrono alcuna tenerezza pel militarismo; e di quelle apprensioni si possono scorgere anche le tracce nel discorso dell' on. Bissolati sulle comunicazioni del governo ; ma anche i meglio disposti a concedere nuovi milioni per la difesa dello Stato, se hanno conoscenza esatta degli ordinamenti militari nostri e del modo in cui si spendono le centinaia di milioni spillati ai contribuenti , non potranno che opporsi recisamente alle richieste dei ministri della guen:a e della marina. Sarebbero nuovi milioni gettati nel baratro che ha assorbito tanti miliardi senza darci alcuna garanzia sulla solidità del nostro esercito, che figura soltanto sulla carta e a cui mancano le condizioni precipue perchè possa rispondere convenientemente alla sua funzione. Superfluo aggiungere che le promesse di sgravi e di riforme tributarie quando si accampano pretese di aumenti delle spese improduttive non solo sfumano come tenue nebbia dinanzi al sole di luglio; ma divengono una vera canzonatura. Tutto lascia intravvedere, quindi , che le dichiarazioni dell' on. Fortis non avranno che un solo risultato parlamentare notevole : renderanno energica l' opposizione dell'Estrema sinistra, mentre il partito della puntarella si sveglia e si ribella col coraggio del voto segreto votando per i candidati avversi al governo alle cariche diverse: Ha ragione : i suoi appetiti non potevano esser soddisfatti coi due sottoportafogli dati a Bugnano ed a Rossi. La levata di scudi della 'Destra è tanto importante che gli organi of- ·fìciosi levano in alto il male rabberciato bandierone della Sinistra per coprire ogni sorta di contrabbando. La Rivista 11111111111111111111 li lllllllllllll li I li lii lii llllll lii li li llllllll li! 111111111111111 IIIII Ancorala polen1icaferroviaria ( Ver forma re la pubblica opinione - Quanto costano e quanto rendono le ferrovie - I pretesi diritti dei ferrovieri - Quanto costerebbe la regolarizzazione - Necessità d'instaurare la giustizia nell' azienda ferroviaria). Mentre gran parte del pubblico italiano, esaurisce la sua scarsa energia seguendo i tre processi celebri, che si svolgono contemporaneamente in Teramo, Perugia e Torino, i ferrovieri che hanno nelle mani le fila della loro_ vigorosa organizzazione lavorano indefessamente per preparare al paese altre lotte esiziali. Essi, più intelligenti della floscia borghesia italiana, sanno, in parte anche per l'esperienza fattane durante l'ostruzionismo, che i loro movimenti non sortirebbero risultati fortuna6 se non fossero favoriti dalla solidarieta del proletariato; e all'uopo invocano i deliberati dell' ultimo Congresso di Genova, in cui poche decine di energumeni parlaronò in nome di milioni di lavoratori autentici, ma analfabeti, e discussero sul serio l'avvento del collettivismo..... fra cinque anni. Ben fa il Comitato di agitazione dei ferrovieri a preparare la pubblica opinione, perchè esso deve avere, forse, fatto tesoro dei due esempi di scioperi colossali inglesi che ebbero negli ultimi anni esito tanto diverso per la diversa attitudine del paese: uno, quello dei dokcrs di Londra, poveri, disorganizzati, dette luogo alle più splendide manifestazioni di solidarieta: l'arcivescovo cattolico e quello anglicano , il principe di Galles, i negozianti di Londra, i lavoratori di tutta l'Inghilterra manifestarono la loro simpatia per la giusta causa. dei dockers; e questi trionfarono. L'altro sciopero, quello dei meccanici, fu determinato dalle pretese esagerate della relativa Unione e benchè questa avesse nelle sue Casse parecchi milioni di lire e molti altri milioni avesse preso in prestito dalle Unioni consorelle e fosse durato cori una .alisciplina meravigliosa pç:r un :rnno circa, fallì in gran parte, perchè ebbe contraria la pubblica opinione. I ferrovieri italiani che si videro costretti a rinunzia re ali' ostruzionismo sopratutto per la ostilità del pubblico e che si reputarono fortunati di porvi termine con un pretesto d_ecoroso- le dimissioni del Ministero Giolitti-cercano ora di fuorviare la pubblica opinione per ritornare allo sciopero o alt' ostruzionismo.,,,, Reputo quindi necessario insistere nella polemica, che a me sembra che si debba seguire con maggiore interesse che le deposizioni della Tisa Borghi o le difese del tenente Modugno. ♦ Da ciò che hanno scritto e detto i sostenitori delle pretese o esagerate o ingiuste dei ferrovieri e dalla scarsa reazione di coloro che le oppugnano ho potuto convincermi , che manca la cognizione precisa dei termini fondamentali del problema, che si discute e, per conseguenza si afferma e si fa credere che le ferrovie rendano abbastanza p~r potere consacrare molti milioni al miglioramento dei lavoratori del moto, senza perturbare le condizionj del bilancio dello Stato, senza aggravare la n1anosotto qualsiasi forma- sui contribuenti, sulla produzione e sulla massa tutta dei· lavoratori. D' onde la necessità di esaminare : 1 ° quanto costano le ferrovie ; 2° quanto resero alle Società esercenti e allo Stato dal 1885 al 1905 e quanto potranno rendere da domani in poi esercita te dallo Stato direttamente; 3° quali sono i diritti dei ferrov:ieri; 4° con quali sacrifìzi potranno essere soddisfatti. 1.0 Devo chiedere venia all'amico Ciccotti,. divenuto improvvisamente avverso alle virtuosità statistiche, come egli chiama le dimostrazioni a bas.e di fatti, che si permettono di smentirlo, se insisterò nel riportare cifre, che sono le migliori espressioni dei fatti è che valgono un poco di più di tutte le disquizioni storiche , psicologichee filosofiche sugli avvenimenti antichi o moderni ; e devo , col rammarico di fargli cosa sgradita, continuare a ritenere che in politica e nella scienza sociale chi tiene conto dei fatti, delle cifre ed anche delle Medie, se tratte da termini omogenei e se il pu bbJico ha conoscen.za di tali termini , non si affida a.d astrazioni inutili, ma si serve dei soli àrgomenti concreti, positivi, cui possa ricorrere; devo ripetergli, r,erciè, che- se Marx ed Engels, non si fossero affidati a tali argo.menti non avrebbero potuto procur,1re alle ìoro teorie il successo che ebbero e che senza di essi sarebbero state trattate da romanzi e da utopie seoz~ valore, nè più nè meno di quelle che esposero gli t1;~opisti da Platone in poi. Ciò premesso stabiliamo quanto costarono le ferrovie allo Stato italiano e ·qmlle 0L1ere pesa· su di

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