Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 7 - 15 aprile 1905

172 RIVISTA POPOLARE Si potrebbe credere che l'aumento dei depositi sia la conseguenza del ristagno degli affari , come avviene in tempi di crisi. Ma ciò non è come si rileva dal movimento commerciale e dalle operazioni: delle due principali Clearing-houses del Giappone. Operazioni delle Clearing housea 1901 1904 Tokio . . Milioni di yens 1,168 1,855 Osaka . » » >> 528 808 11 mesi del 1903 11 mesi del 1904 Importazioni, _yens 289,521,030 332,801,717 Esportazioni >> 264,960,566 290,102,430 L'aumento nelle esportazioni per 25 milioni è dov~to_ alla seta e alle seterie; quello nelle importaz10n1 per 9,700,000 yens alla lana e al cotone, cioè a materie prime, che servono àlle indutrie locali. Il direttore delle dogane di Yokohama attribuisce in. gr~n parte _tal! risult~ti ~lle donne ; « Il loro patnott1smo, egli dice , le r spinge da una parte a lavorare di più e dall'altra•ad~astenersi da ogni lusso inutile. >> .. ~ Noi non crediamo di mancare di cavalleria verso le mousmèes aggiungendo che accanto al loro patriottismo ci sono stati ad agire altri fattori importanti: la distruzione della flotta russa.di Port Artur ha lasciato al Giappone la'!!'Jpadronanza del mare e l' Ing~ilter:a, _per colp~r~ la R~ssia, ha prestato i proT?n capitali. I prestiti del Giappone sottoscritti all'interno, lo furono dagli stessi capitali inglesi che sono collocati largamente nell'}mpero. ' .♦ Per una crisi scongiurata nell'azienda della Madonna di Val di Pompei. Storia meravigliosa di una · miracolosa immagine... - L'Italia nella Madonna di V alle di Pompei ha il suo Lourdes, che deve rendere parecchio se il Papa, che si vede mancare i milioni del bilancio dei culti della Repubblica francese ha voluto veder chiaro nell'azienda .... miracolosa del famoso Don Bartolo Longo. Un ukase, un breve, un ordine del sommo Pontefice insomma, ingiunse giorni or sono al suddetto sapientissimo sfruttatore della minchionaggine umana di consegnare l'amministrazione dell~ Chiesa di Valle di Pompei ai padri domenicani. Don Bartolo, manco a dirlo, corse a Roma, parlò con Merry del Val , ottenne un udienza da Pio X e tornò semisoddisfatto per l'accomodamento raggiunto: proprio una transazione come in una qualsiasi lite civile. Si dice, infatti, che il Sommo gerarca abbia disposto e Don Bartolo abbia accettato che tutte le offerte che arrivano all'azienda per celebrazione di messe devono andare ai domenicani; le aJtre in pro dell'istituto delle Orfanelle e di quello, di lodevolissima. concezione, pel mantenimento dei figli dei carcerati devono pervenire nelle mani di Don Bartolo Longo che è stato l' organizzatore delle due opere filantropiche e deve rimanerne l'amministratore. .E le due opere pie sono tanto prospere e simpcttiche, che hanno indotto un uomo come B. Labanca ad assumere la difesa di D. Bartolo Longo (1). Ma chi farà la distinzione sulla natura delle offerte , che arrivano dai minchioni , cioè dai fedeli, di ogni parte d'Italia ed anche dall'estero? Nella divisione toccherà la peggio a Don Bartolo o ai domenicani? Ecco la possibilità di con_troversie tra galeotto e marinai, che ·potrebbero finire in Tribunale se l'uno e gli altri non fossero convinti che nel litigio potrebbe andarci di mezzo la reputazione (1) Un particolare curioso. La polemica tra Labanca ed un protestante ha fatto ricordare che il prodotto dei miracoli del Santuario di Loreto e di S. Nicolò di Bari , va allo Stato e dallo Stato viene amministrato .... del Santuario, e, quindi, i quattrini che a loro procura. L'accomodamento, perciò, crediamo che durerà anche se una delle parti si accorgesse che l'altra prenda la parte del leone. Se lo Stato poi abbia il diritto di vedere un poco più chiaro in questi accordi, essendoci di mezzo due Istituti pii e sapendosi che le messe anche dai più sinceri fedeli si vogliono celebrate nel Santuario di Pompei solo perchè essi suppongono che l' offerta religiosa vada a benefizio di povere orfanelle e di d~sgr~ziat_i minoren_ni privati _dell'assistenza dei gemton, 1101non vogliamo esaminare. Invece crediamo molto istruttivo aggiungere che ci sono altri che hanno pretese speciali sui redditi di Pompei· e sono gli eredi di un certo padre Alberto Radent~ ch'era il proprietario, o se meglio vi piace l'inventore del quadro miracoloso della Madonna di Pompei. E_qui lasciamo la parola all'egregio signor Zanibon1 redattore del Pungolo di Napoli, che ha intervistato mezzo mondo sulla faccenda e che nel suddetto giornale ha esposto la Storia del celebre quadro. E' storia gustosa, che vogliamo dare ai nostri amici lettori in tutta la sua integrità. Zaniboni narra: « Nel 1846 -(la faccenda minaccia di andare per le lunghe, ma noi ci sbrigheremo presto) il Padre domenicano Alberto Radente , direttore del 3° Ordine, nel passare per la via della Sapienza fu straordinariameo te colpito da un'effigie della· Madonna del SS. Rosario, che acquistò e ritenne seco gelosame~te nella sua cella, nel Convento di S. Domenico maggiore, per sue private orazioni. « Il quadro, in tela, è singolare in sè e per i suoi errori, diremo così, d'arte e d' invenzione, giacchè la Madonna vi si vede rappresentata seduta e senza diadema, e mentre storicamente il Rosario dovrebbe porgersi a S. Domenico, è dato invece a S. Caterina da Siena; e, ciò che è più singolare, il Bambino consegna il Rosario al Patriarca S. Domenico Gusmano e non la Madonna. ::« Nel 1866 e 67, soppressi gli ordini religiosi, il P. Radente, costretto ad uscire dal convento, portò seco il miracoloso quadro e lo affidò temporaneamente a Suor Maria Concetta De-Litalo, terziaria nel Conservatorio del Rosario a Porta Medina, ove stette fino all'ottobre del 1875. Nella fine del detto anno e al principio del 1876, il P. Radente, confessore del comm. Bartolo Longo, si portò in Valle di Pompei, ove fondò la Congregazione del SS. Rosario. « Bisogna sapere che in quel torno di tempo, l'avv. Longo andava appunto in cerca d'un quadro raffigurante la Madonna del Rosario. Un giorno, si trova a passare per via Toledo e vede una bottega di quadri vecchi e nuovi, all' insegna del Foggiano. Entra, e sbircia appunto un quadro del Rosario. Per ora, prendiamo questo, egli pensa. E domanda:-Quanto costa ?-Quattrocento lire! risponde il Foggiano. L'avv. Longo trovò il prezzo esagerato, e se ne uscì dalla bottega senza aver fatto nulla . cc Fu appunto in quel tempo che il P. Radt.nte, come fu detto, si recò a Pompei e che collocò temporaneamente ( queste son precise parole della signora Palladino: la nipote del frate) la sua preziosa imagine nella vecchia Chiesa del Salvatore, ivi esistente. E quindi la imagine medesima venne infissa, dal Radente, sull'Altare maggiore del grandioso Tempio, dove si ammira e si venera tuttavia >>. - E per questo, domandai alle povere donne, voi vantate ora diritti sul quadro? - Sissignore. Gli eredi di P. Radente siamo proprio noi. - E solamente in questi giorni vi siete ricordate di questi vostri diritti? -- Ah no; sono sei anni che li ripetiamo; sono

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