RIVISTA POPOLARE 171 « che i miei colleghi, .siano ammaestrati dall' espe- « rimento, disastroso nell'interesse generale, che loro « piace tentare ». L'ammaestramento intanto pare che voglia venir subito dal tentativo di cospirazione militare non si sa bene se a benefizio del bonapartismo o dell' orleanismo .... Ma chi è Gabriel Deville ? È un socialista della vigilia ; colui che meglio degli altri ha fatto conoscere in Francia Marx e il marxismo. Jean Jaurès ha commentato affettuosamente la lettera di Deville; tra le sue linee si sente che egli ha grande desiderio d'imitarlo e che lo imiterà ... t ·_ Così dopo un altro voto solenne di Congresso 'in Francia, come in Germania, come in Italia si torna alla divisione ..... attraverso l'unità! Buon divertimento. ♦ Oneste proteste di ferrovieri.-Ci perviene questa lettera da un ferroviere del mezzogiorno. Benchè egli ci autorizzi a. pubblicarla colla sua firma , noi la sopprimiamo perchè non vogliamo esporlo alle ire e alle vendette dei compagni. Altre lettere analoghe ci pervennero; ma non numerose. Ciò dimostra che non tutti i ferrovieri seguono un movimento sciagurato. Ne eravamo sicuri. Se il ferroviere, di cui pubblichiamo la lettera protesta contro uno dei sottotitoli dell'ultimo articolo t?'i Colajanni, avesse letto sempre attentamente avrebbe visto che ·non credemmo mai, che tutti i ferrovieri seguisser_o ciecamente i suggerimenti di certi caporioni; ai quali ci riferimmo , sempre quando adoperammo parole di biasimo al loro indirizzo. Ecco la lettera : « Abbonato alla Rivisia Popolare, ho sempre letto, e con piacere, i suoi articoli sulla questione ferroviaria. Io, ferroviere autentico, non posso che approvare in massima parte le sue considerazioni e quelle dei miei colleghi che pur scrivendo sulla Rivista, si trovano con lei, signor Direttore, in armonia. <e Però, la rriia franchezza, e la grata memoria di ore passate insieme in proficue discussioni, mi impongono di rivolgerle un amichevole richiamo pel titolo, anzi sommario, che Ella ha messo in testa all'articolo pubblicato nel N.0 6 del 31 marzo; e precisamente circa la malafede dei ferrovieri. L'affermazione è troppo recisa e troppo collettiva. Ella colpisce senza ragione una intera classe. E quello che mi ha sorpreso si è che anche lei è caduto nella trappola tesa dai mestatori di certi sodalizi ferroviari i quali vorrebbero far credere che tutto il personale ferroviario si trovi con essi in perfetto accordo. Non è così l Ritenga pure che se si potesse fare una precisa selezione, una buona parte, e certo non trascurabile, ed anzi dirò di quella classe la più intelligente, quella cioè che non si fa condurre pel naso da chi ha interesse di intensificare e mantenere una esagerata agitazione ( per qualcuno per I fenoviui conffSHtnO le be11rmne11ze di , 7itaJitlnoEonnri e cou1inua110ad oifermare cose faJse. Il Comitato di agitazione dei ferrovieri nella riunione del 23 marzo in Milano decise all'unanimità che Vitaliano Borsari non può più far parte del medesimo per il grave delitto di avere pubblicato un articolo.... nella Rivista del Colajanni, come dice l'ordine del giorno, che solo oggi possiamo·_leggere nel Treno. Dice ancora l'ordine del giorno: <e I~ Comitato di <e agitazione non crede il caso di qualificare l'atto <e stesso in vista del!' opera prestata dal Borsari al- <c l' organiz.zazione da molti anni in quà ».. Alla buon'ora l Si riconosce che il Borsari è un benemerito dell'organizzazione .... La confessione non serve che a d_are ma~giore importanza alla verità onestamente e coragg10samente detta dal bravo macchinista. Nello stesso numero del Treno (1° aprile) in un articolo si legge che Colajanni -abbia affermato cc che i ferrovieri in Italia son pagati meglio che altrove». Ora ciò è semplicemente jàlso. _ E ci duole che l' articolo sia firmato dal Mascia, che crediamo tra i più ragionevoli ferrovieri. Deploriamo, altresì, che egli come un qualsia'si Branconi segui ti ad ingannare , anche · senza volerlo, i ferrovieri sulle medie degli articoli di Colajanni e sul loro valore, più di un mese dopo che sull'argomento chi primo tentò l' inganno confessò aperta-_ mente che non aveva letto gli scritti che confutava! ♦ La resistenza economica del Giappone. - Quanti in principio della guerra russo giapponese si occuparono della potenzialità economica e finanziaria dei due belligeranti, quasi senza distinzione a.i partito e di nazionalità, previdero che il Giappone si sarebbe trovato in gravi difficoltà finanziarie prima della Russia, misurando le rispettive potenzialità economiche dalla grandezza dei bilanci, dalle risorse e delle riserve bancarie. Ma come gli avvenimenti militari sorpresero molti colle continuate strepitose vittorie dei giapponesi; così del pari la resistenza economica dell' Impero dei Crisantemi non arreca minore meraviglia. Tra i pochissimi che avevano avuto fiducia nella finanza e nell'economia del Giappone ci fu Paolo Leroy _Beaulieu. Le sue previsioni sono state pienamente confermate, come risulta da questi dati sorprendenti, che ci reca un articol > dell'ultima Revue di Jean Finot (Les milliards français et les finances du Japon.) Re11ue del r.0 aprile. Il bilancio, che tra entrate e spese dieci anni fa oscillava tra 80 e roo milioni diyens (ilyen vale circa L. 2,50) si è triplicato senza che i contribuenti siano stati schiacciati. Le spese straordinarie nel primo anno raggiunsero 576 milioni diyens. I prt-stiti sono stati collocati facilmente all'estero e la prosperità e lo sviluppo economico alrinterno sono continuati. ,Un prestito all' interno di 280 mili<;>nidi y-ens fu collocato senza difficoltà e la Banca centrale ha funzionato sempre normalmente; ha elevato lo sconto, ma senza elevare straordinariamente la emissione della carta moneta. Si levò rumore pel fallimento di una banca importante di Osaka; ma le misure prese dalla ·Banca Centrale evitarono le possibili conseguenze dannose. I depositi a risparmio sono aumentati nelle misure seguenti: Anno 1901 Anno 1904 Migliaia di yens Banca centrale 3,146 12,424 _ragione di esistenza, per altri per solletico d'ambizione) la si riscontrerebbe non certo ostile alla tesi che Ella sostiene. In ogni caso si troverebbe contraria a quella immensa buffonata che si chiamò ostruzionismo e che colla depressione dell'economia nazionale ebbe per effetto il sacrificio di una grande quantità di lavoratori , i quali hannò pure diritto che la loro misera esistenza non venga straziata anche dai moti inconsulti di una classe, che in nome di un principio sociale, però male inteso, incomincia col pretendere per sè dei privilegi. <e Faccia della presente l'uso che crede. La pub- .. blichi se lo crede opportuno, e intanto le rinnovo coi saluti i sensi della mia alta considerazione ». Banche associate di Tokio ecc. 271,207 355,502 Casse postali di risparmio. 26,866 37,264 Totale 329,159 405,190
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==