194 RIVISTA POPOLARE Nel conflitto tra i due, di solito - almeno novantanove volte su cento - _è bene per la collettività che vinca il conservatore, il miaoneista, e che sopprima anche l'avversario, se con l'avversario distrugge o ritarda nuovi conati all'idea. È questa la sentenza che la collettività istessa dà in grandiose assise. E, per poco che ragioniamo degli effetti che seguono la quasi costante vittoria del conservatore sul progressista, e di quelli che seguirebbero se le cose fossero altrimenti, c, convinciamo prontamP,nte, che è savio e bene che così sia. · Giudicando dal noto all'ignoto, e riconoscendo una m1ziativa anche in ogni proposta di inventore di congegno tecnico, ae anche limitiamo il conto delle iniziative di questo genere a quelle sole che maturano fino al punto da potersi tradurre in domande di brevetti, noi vediamo che, su di un migliaio, uno appena è tale da vale·re le spese di una seria prova, e che su vario centinaia che abbiano superato questa prova, solo pochissime cosftuiseono un vero progresso, cioè riducono il co~to del travaglio dell'umanità. Il campo delle invenzioni tecniche è quello in cui meglio poseiamo costatare la sp1·oporzione tra i conati che vengono fatti per migliorare una situazione ed i risultati che si ottengono. Ed è ben certo questo : che se l'umanità si trova1se posta dinanzi .al dilemma di dover accogliere ed attuare immediatamente ed integralmente ogni invenzione, cioè di dover dare corso a ogni iniziativa industriale, ovvero, invece, di dover rii unziare totalmente, e per sempre, a ogni progresso, e di continuare eternamente sulle rotaie consuete, essa preferirebbe di rinunziare al progresso, all'ohbligo di seguire cento matti prima di iml,attersi io uu mezzo savio. Dico questa scelta beo certa, perchè è quella che è manifesta neJla stori'a della severità usata ognora dail' umanità con innovatori, invtintori, iniziatori, promotori, scopritori, rivoluzion·ari e folli, gente questa di cui il pubblico fa un solo con- 'Vogli ,. Per lo più, tutta questa genia ha finito male, e giustamente, cioè, utilmentA per il consorzio civile. Di solito, la miseria. ha fatto piazza pulita; ma l' istessa loro miseria, dovuta allo abl,andono in cui vennero lasciati, o ai cor trasti che subirono, ha salvato coloro che li hanno abbandonato o contrastato, e che, altrimenti, con loro S¼rehbero andati in rovina. Altre volte, non è ne) mare dell'indiffe1·enia pubblica che sono s\!omparsi, affogati : sono m,nti, perchè sono stati impiccati , carcerdti, esiliati, quasi foss~ro lebbrosi, o assassini, o matti pericolosi. E tali erano, per gli altri, realmente, in novantanove casi su cento, a· dire poco. Altre volte ancora, era tanto lo squilibrio tra loro e l'a•n hiente 1 che spontaneamente cercarono un mondo migliore in cui potesse avH pace l'anima loro, irrequieta. Ma, se tanto è raro che uua invenzione industriale meriti questo nome, e se tanto è difficile discernere l'oro dall'orpPllo, là dove li rapida e sicura la riprova, là dove la meccanica e la chimica una qualche sicurezza danno ai nostri giudizi, cosa mai deve essere degl' innovatori dell'organismo sociale, orga• ntsmo di cui le leggi ci sono quasi del tutto ignote f Non è probabile, che abbia da essere migliore, voglio dire qualitativamente superiore, la mentalità di coloro che si presentano innovatori in questo campo di quella di coloro che ct:rcano progresso nel mondo della tecnica. Ma, certo, sono più ignote le forze con cui operano e la struttura e le reazioni dell' orgauismo , nel CilÌ funzionamento propongonsi di d'intervenire! È qnindi da ritenere, che se nel campo industriale un inventore su mille merita ascolto, noi merita uno su di un milione nel campo sociale. Ed e anche questo il giudizio della Storia, qnale essa lo manifesta nel trattamento fatto subire a chiunque ha tentato di toccare all' ordine costituito. Se non si fossero sterminati a migliaia gli eretici, i rivoluzio11ari, i riformatori, le sette d'ogni genere, e bruciato e libri e autori di libri, ma ee invece docilmente e prontamente fosse ,tata accolta ed attuata ogni nuova teoria, il movimento del corpo sociale non -,oltanto si sarebbe trasformato di ora in ora, che dico, in minuto in minuto, ma avrebbe anche dovuto simultaneamente e per iutiero 1,render~ qieci, cento direzioni diverse cib che non si otterrebbe nemmeno se fosse mosso da dinamite in esplosione. E siccome ogni trasformazione richiede un costo, costo che è conveniente subire se la trasformazione _produce una situazione eh.e lo rimborsi , ma chu non può sostenersi indefinitamente a perdita, e che limita l'entità delle trasformazioni possibili, - conforme ad un noto canone di St. Mill - il costo occorrente per ottenere tutte le proposte di riforma sociale ognora emesse, avrebbe richiesto il consumo di un capitale cento o millo volte superiore a quello disponi bile. La ragione logica fondamentale di ogni misoneismo, o principio conservatore, sta appuut0 in questo : che quel qualsiasi equilibrio sociale che si è raggiunto, perchè è il prodotto di una terribile selezione, ha costato tale una. ingente somma di travaglio umano, e ciò 1,otto ogni forma che questo assume, che non lo si vuole leggermente mettere a repentaglio, e, nel dubbio su ciò che porti nel ventre una innovazione, vale meglio 1·inunziare alla probabilità di un progresso, anzichè esporsi a quella maggiore assai di un regresso. Accade bensi che , nella massa degli imbroglioni e degli squilibrati, che si accoppano per non li aver saputo o potuto sopprimere in fascie, qualche galantuomo cada vittima, come ora si direbbe, di ùn errore giudiziario, ossia che un genio venga spedito. È hen noto come andò a finire Socrate. È anche più noto quale sorte toccò a Gesù Cristo. E sono piene le storie dei nomi di geuii incompresi, che un po' tardi ri11scirono a spiegarsi. Senooch~. in primo luogo, i genii non si snpprimono prima che non ahhiano dato un qualche saggio della inopportuna loro genialità. Socrate non ebbe la cicuta che a settant'anni, ,e dopo di aver aVl1to tempo di far perdere la pazienza anche a sua moglie. Gesù Cristo non venne crocefisso che dopo aver avuto ti>mpo di d'lre del filo da torcere a più di sessanta ge• nerazioni d'uomini posteriori alla sua. Eppoi. in fin dei conti, sarebbe stato malanno maggiore per l'umanità, di quello che nol ·sia stata l'ingiustizia verso qualche vero suo btonefattore, se, per lasciare libero e facile il varco a lui, anche t11tta la zavc rra dei falliti avesse potuto scapricciarsi a spese altrui. Sicchil, è bene. e perciò è anche ginsto, che ogni maggiore rigore si usi contro chi sposta binari tradizionaii; che ogni onere di prova tocchi all'inventore e ;\ll'innovatore; che ogni ostacolo ponga sulla sua vi:i. la stupiditidà e l« non poca cattiveria umana. Non v'è da temere che venga scoravgiata opera "·erameote pregevole. È tanto il premio di chi propone e fa cosa bella, o grande ed utilt>, che l'iocE>ntivo supera ogni forza deterrente. Non v'è gioia, che donna possa dare, o oppio, o danaro, che un inventore o iniziatore accettertibbe di harattare contro quella che deriva dalla sua convinzione di aver bene operato.· Lo incallisce l'intenso suo orgoglio contro ogni disconoscimento. Il Re s'è posto a questo cimento. Se dovesse fallire, vedrà che non è menzogna il mito che di fango compone l'uomo. Se riuscirà, ancora di ciò avrà palmare la riprova, ma forse allora non la scorgerà., perchè è inverniciato il fango di cni sono composti gli adulatori (Giornale degli Economisti, marzo). ♦ fohn Morley: Il moderno imperialismo britannico. L'origine storica dell'attuale movimento si deve ricercare _nel rigetto dell' J:lome Rule per l'Irlanda nel 1886. Allora avvenne lo scisma nel partito liberalti e la coalizione di una parte di esso coi conservatori dette luogo al partito degli Unionisti che per cèmentarsi nelle elezioni fece appello al sentimento del·a concentrazione, del Parlamento imperiale, dell'Unità imperiale ecc. Per Imperialismo s'intese altra volta una libera unione formale della metropoli colle coloniè, combinata con un governo tollerante e onesto verso le dipendenze tropicali. La concezione moderna dell'Imperialismo, che si basa sul principio del mantenimento della superiorità della razza è diversa, perciò, di quella liherale. Tra il 1885 e il 1900 la Gran Brettagna aggiunse da tre a quattro milioni di miglia quadrate di territorio e circa 60 milioni di abita.nti al dominio imperiale e la spesa militare in dne guerre salì dal 1875 da 24 a 70 milioni di sterline. L' annessione per mezzo della conquista militare di due piccoli
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