RIVISTA POPOLARE 193 Da queste cifre si vede che l'esportazione è caduta in modo allarmante, quando avrebbe dovuto crescere nella misura stessa dell'incremento mondiale delle industrie ; e possiamo pertanto conchiudere che l'America nell'anno scorso richiese alla Sicilia 80000 tonn. di meno del suo bisogno ordinario. È troppo chiaro che non trattasi d1 oscillazione dovuta alle vicende dei depositi americani, ma di vera deviazione del commercio per acquisti di solfo fatti in altri centri di produzione molto probabilmente indigeni. Questa deduzione trova confer!Ila nelle statistiche dei prodotti minerari pubblicate dai giornali americani, dalle quali sono ricavate le seguenti cifre sulla produzione del solfo negli Stati Uniti : nel 1899 tonn. 1590 )) 1901 )) 6976 li 1902 li 7562 • 1903 li 34943 )) 19°4 )) 1943 19 L'Engineering and Mining Journal di New-York che riporta le notizie di questi ultimi due anni, è un giornle diffuso in tutto il mondo e troppo serio per ritenere che abbia accolto notizie prive di fondamento; e sul proposito la Rassegna Mineraria, nel suo ultimo numero, osserva giustamente che (< seb- « bene non si tratti di dati ufficiali, pure l'esperienza del pas- (< sato induce ad accettarli come serii anche da coloro che, <t come noi, hanno finora esitato ad ammettere per fondate « quelle verificazioni : di una cosa possiamo essere certi , per (< l'assoluta serietà e correttezza del confratello americano : ed « è che quei dati non possono essere volutamente , per parte « sua, errati ; e possono perciò prendersi a base, sino a prova (t contraria, ~i fondata discussione n. Del resto le notizie che pervengono privatamente dall' America sono concordi nello stabilire che una notevole produzione di solfo vi è quivi stata. Perdurerà essa? Farà realmente la concorrenza al solfo siciliano nei vari mercati del mondo ? Pur non potendo pel momento rispondere a queste domande, è per lo meno sicuro che il pericolo del solfo americano realmente esiste, e le notizie divulgate al riguardo da un anno a questo parte debbono metterci bene in guardia. Nelle decisioni quindi che gli esercenti delle solfare di Sicilia dovranno prendere in qul!st' anno per prevenire le conseguenze della cessazione dei contratti con l'Anglo-Sicula , è giusto vi prenda i 1 debito posto la previsione della possibilità che il pericolo del solfo americano possa sorgere assai minaccioso per la nostra industria. È opportuno ricordare che l'industria solfifera dà vita direttamente ed indirettamente ad una popolazione di 200000 abi1 tanti, e che perciò la responsabilità degli esercenti, in caso d mancata organizzazione , esce molto dai confini dei loro interessi per assurgere ad importanza di ordine sociale. Ricord.ià.- mo ancora che meno di I oo solfare rappresentano i 3/4 della produzione siciliana, e che perciò basta la organizzazione di un numero di persone relativamente piccolo per raggiungere lo scopo da tutti desiderato (Rassegna dell'industria solfifera, N. 19). ♦ Principe Kropotkine: La moralità naturale.-La natura non ha a sua disposizione dei poteri infernali e non sospinge alla compassione col vangelo di Cristo; ma piuttosto si p1·esenta come un benefico .ed angelico maestro che inculca il germe della più antica e migliore condotta; nell'amore pei figli in ogni famiglia risiede l'elemento fondamentale della evoluzione della moralità. Questa idea appartenne primitivamente a Darwin, che l'espose con molta prudenza. « L'istinto filiale e parentale, « egli disse, sta alla base degli istinti sociali; il sentimento del « piacere che s· trova nella Società è probabilmente un' esten- « sione degli affetti parentali e filiali n • L'origine dell' imperativo categorico di Kant va ricercata nella comunità sociale , che deriva dalla prolungata coerenza del gruppo dei parenti. Il punto più importante, infatti , nella teoria etica di Darwin sta nella spiegazione della coscienza morale dell'uomo e nel suo senso del rimorso e del dovere. E la risposta alla domanda: perchè si deve ubbidire all' imperativo categorico di Kant si può averla nel precetto di Darwin, secondo il quale l'istinto sociale più duraturo prevale sugli isti~ti meno persistenti. La coscienza morale ha sempre un carattere retrospettivo ; essa rappresenta una lotta durante la quale I' istinto individuale meno permanente cede di~anzi ali' istinto sociale più duraturo. La natura così deve essere riconosciuta come la prima educatrice morale dell'uomo. In quanto alla sopravviven:ra dei migliori essa non deve intendersi nel senso individuale, ma in quello di gruppi , di tribù, di società. L'istinto della mutua assistenza pervade il mondo animale , perchè la selezione naturale agisce in favore di quelle società che la pratkano e la sviluppano e distrugge quelle specie , che non la conoscono. L' uomo primitivo , che viveva tra gli animali da loro imparò la sapienza ; e specialmente l'idea di clan, di società. Furono gli animali carnivori, che gl'insegnarono a rispettare la vita dei propri simili. Perciò i selvaggi rispettano la vita umana più che gli Europei; e tra i selvaggi I' interesse del clan , della tribù predomina su quello dell'individuo. (Nineteenth Century, marzo). ♦ M,zjjeo Panteloni: L' uttlltà del misoneismo (1). - Una iniziativa quale è quella del Re d'Italia, inteu a creare un o,·gano int!:rna.zion11,/e delle classi agricole, non pub non suscitaré legittime diffidenze. I dubbi sollevati sono nunierosL Eccone alcuni. Tutti i Governi sono Governi di classe. L'attuale Governo italiano t' un governo della ciane plutocratica. Dunqu~, non pub att.uare questa proposta, che è vantaggiosa alla classe dei campagnuoli .. Guglielmo Ftirrero, con avallo di Clio, se-ritto aulla pi(l autentica pergamena della Storia, dirà: La Roma moderna non è la Ro111aantica, la Roma di Cincinnato e di Catone ; la Roma moderna è la capitale di uno Stato governato da una oligarchia d'intellettuali. d: cui la politica consisto a viv.:re dello sfruttamento dt-lla ~ampagna, a vantaggio della città. Come mai può allora questo Statò accogliere una proposta che tende all'emancipazione del contadino da chi lo sfrutta f Un dubbio già meno radicale di cui si è discor■o è quello di coloro che esprimono il timore che l Istituto, che verrà a formarsi, sarà un istrumento di protezionismo agricolo. Altri ancora vedono in euo soltanto una nuova ruota burocratica, una direzione, suddivisa in due sezioni, che si suddividono in quattro sottosezioni , e cosi di seguito, con progressione geometrica. Ancora più attenuato è il dubbio di co;oro che riconoscono bensì l'Istituto si farà , no11 solo, ma che riuscirà anche di utilità pratica sotto molti aspetti; però non vedono come possa essere 1·inedio preveutivo o cur..-tivo dei mali dPll'agricoltura di cui eui soltanto s'interesaan0. Or bene, devesi riconoscere che è pienamente legittima, e ha una vera utilità sociale, la formulazione di ogni genere di duhuio, la espressione di ogni diffidenza, e l'esercizio di ogni più pugnace resistenza a que:ita come ad ogni altra qualsiasi innovazione. Chi si oppone a una innovazione è un conservatore, cioè un conservatore dello statu quo, sia poi questo politico, o sociale, o religioso, o giuridico, o etico, o tecnico, non imµorta. Chi propone una innovazione qualsiasi i; un progressista. O) Il titolo di questo articolo è: A proposito di un Istituto interna.zionale permanente di agricoltura: Noi abbiamo riprodotto quasi integralmente la prima parte, acuta, anche pa• radosaale, in cui l'autore giustifica i dubbi e le diffidenze contro la proposta dell'htituto e fa la difesa generica del con1ervatoriamo. Il resto dell' articolo è noto ai lettori , perchè la stampa di tutti i colori se n'è occupata. N. d. R.
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