Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 7 - 15 aprile 1905

\ 180 R I V I ST A. P O P O L A R E « possibile in che cosa consistessero i lagni dei fer- << rovieri, e in qual modo quindi in questi dicias- « satte anni essi dalla mancanza degli organici fos- << sero stati, come furono, danneggiati. Gli organici « delle vecchieSocietàallequali ha alluso l'onor. Man- « tagua, bisognabenmettersi in mente che non davano « vero e proprio diritto ad aumenti , ma sta bilivano « solamente che, quando l'aumento di. stipendio si << dava, dovesse essere di quella data misura ... ·Con- « seguentemente i ferrovieri che anche oggi si lagnano « di essere stati trascurati negli aumenti, non avreb- « bero avuto dalla giustizia (se la giustizia fosse « stata interrogata in proposito) questa integrazione « di· aumenti ai quali dritto vero e proprio « non avevano » (Tornata 28 Giugno 1902, pag. 3711 e 3712). E questo vale per Mascia ! Il dirttto deiferrovieri, adunque, cominciò proprio colla legge del 1902; e perchè cominciò allora, come bene osservò il De Nava, non poteva essere retroattivo. Quindi si dicono delle sciocchezze e dei paroloni vuoti di senso quando a proposito di quella legge si parla della generosa rinunzia dei ferrovieri ai compensi loro domandati per gli anni trascorsi dal 1885 al 1902. Che cosa rappresentò tale legge, di cui molti ferrovieri non si mostrarono meritevoli e che ha giustamente scontentato parecchi altri? Il ministro Balenzano e l'on. De Nava relatore della legge nella seduta del 28 e 29 ,-Giugno esposero quali er,mo i considerevoli benefizi che assicurava la legge del 1902 ai ferrovieri; c'era sopratutto la stabilità della carriera e l'organico che ne assicurava le promozioni, che, come fu ricordato dal secondo non vengono goduti nè dai ferrovieri americani e nemmeno da quelli della grande rete francese Paris-Lyon-Méditerranée (1). Ma i giudizi di quei due sono sospetti ! Non riferirò il giudizio che il De Nava· attribuì a Tura ti e che dev' essere vero , .se questi lo lasciò enunciare senza pr0testare. Ma basta quello del Nohi. Il deputato socialista, un antico ferroviere, dopo avere constatato che non c'era il diritto quesito dei ferrovieri aggiunse : · « In poche parole , gli organici delle vecchie << Società, stabilivano come avrebbero dovuto sta- « bilire quelli vpluti dall'articolo 103 delle Conven- « zioni, una, diremo così, dat::1 misura di aumenti, << a seconda delle qualifiche e dei gradi, ma avreb- « bero lasciato sempre all'arbitrio delle Amministra- « zioni, ed alla elasticita dei posti vacanti nell'azienda « il vero e proprio diritto all'aumento in quei dati « periodi fissi di tempo. » . « Ed ecco. perchè noi ritenemmo, come ritenia- « mo, un:1. grandissima vittoria per i ferrovieri la t< conquista dei presinti organici, Giacchè questi sta- . « biliscono per tutti quanti coloro che sono in ser- « vizio il diritto all'aumento in quei dati periodi di « tempo, e quindi il conseguente diritto ad avere « il massimo stipendio in quel numero determinato « di anni. >> E poco dopo : « Il concordato, come dissi, dell'8 marzo di quei ( r) [I De Na va in g uelle occasioni fece altri confronti d stipenc..li tra ferrovieri italiani e stranieri tutti a vantaggio dei primi. « st' anno, ha sodisfatto chi lo firmò, e credetelo « che nel complessoha soddisfattopure anche la massa « degli interessati. >> << Ormai essi sanno quale sarà il loro avvenire e si << affidano ai nuovi ordinamenti , come a qualchecosa « di meglio di quella che non fosse e non sia l'orga- « nisrno oscuro , sconosciuto , incerto che fu istituito e « conservatodal!'articolo ro J delle Convenzioni. Oggi « non più le vecchienorme, non più i vecchi ordini di <e servizio , non più quindi quanto contenevanodi in- « giusto, di disfor-rne , di contraddittorioe soprattutto, « di arbitrario nel trattamento e nelle discipline. E coll'annunzio di questa grandissima vittoria dei ferrovieri chiudo sul preteso diritto dei ferrovieri , che fu solo un diritto quesito nella men te dell' on. Ciccotti, constatando che i loro veri dritti cominciano ad esistere dal Luglio del 1902 in poi. ♦ 4. 0 La splendidissimavittoria del 1902 non servi che ad ubbriacare la parte direttiva del movimento ferroviario, non a contentare e a disarmare i ferrovieri; sicchè quando il. Parlamento e il governo credevano di avere fatto opera di pacificazione sociale accordando i 23 milioni dell'ultima legge, alla distanza di due anni si vide risorgere più attiva l'agitazione e prima che i tre anni trascorressero si arrivò all'ostruzionismo ed ai danni reali dello sciopero, per evitare i quali lo Stato aveva imposto nuovi aggravi e nuovi sacrifìzi all' economia nazionale ed ai contribuenti; aggravt e sacrifizii, che parvero gravissimi nel 1902 a Sacchi, a Turati che pur volevano accordati i milioni ai ferrovieri. Nel risorgere dell'agitazione e nello scoppio delle ostilità del gennaio 1905 l'ingratitudine e l'ingordigia di molti erano preponderanti. Ma non si può disconoscere che c'erano nel corpo ferroviario germi non pochi cli giusti risentimenti, che rapida men te passerò in rassegna. · Le Società ferroviarie, che hanno tante colpe sulla coscienza e tanti errori commisero e di tanto danno alle nazione furono causa, in generale verso il personale si mostrarono sleali e ingiuste; l'ingiustizia era sistematica e derivava dall'arbitrio sconfinato che era lasciato ai dirigenti. Le Società, infatti, negli avanzamenti non avevano alcuna norma fissa; sicchè essi avevano il carattere del favoritismo più o meno sfacciato esercitato da superieri che non brillarono che raramente, con particolarità nella Mediterranea, per la intelligenza e per l'attività. Le Società, come bene osserva il . Mascia, pensarono subito a pubblicare il Codice penale, che sotto forma di Regolamento disciplinare comminava le pene ai ferrovieri; ma non avevano mai voluto pubblicare l'organico, che doveva essere il Codice Civile degli stessi ferrovieri e stabilirne i diritti. Sicchè i caporioni delle Società non potevano che fomentare il malcontento accordando promozioni spesso ai meno meritevoli e negandoli ai più anziani accampando la ragione che non c'erano fondi, mentre si erano trovati pei primi. Com'era più equo, sotto questo aspetto, il regime della Società Alta Italia che manteneva la così detta Pianta murale, che fissava le qualifiche e la quantita degli impiegati come scrissemi testè il Morbelli! Le Convenzioni del 1885 e l'interpretazione negativa, che aveva dato ad esse la magistratura crearono poi una condizione veramente dolorosa ai fer-

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