148 l{ I V TS T A P O P O L A R E quello presentato nello scorso anno e di cui già avemmo la relazione Rubini, dedica una ventina di articoli al personale, ma non per tracciare, sia pure nelle linee generali, un qualunque contratto od anche solo regolamento di Javoro, ma brnsi per rispondere in massima parte alle richieste del le organizzazioni ferroviarie concretate da tempo nei loro memoriali, trasformando cosi un progetto di legge pel nuovo assetto del le ferrovie in un mezzo qualsiasi per evitare di discute re cog I i interessa ti la giustizia ed i miglioramenti domandati dal personale delle attuali Società ferroviarie sulle base degli ordinamenti e degli organici odierni e delle promesse consacrate nel còncordato del 1902! Come vedesi , incongruenza ed errore colossale insieme eh.e ci ha portati agli articoli 71 e 72 del progetto pel divieto di sciopero ed all'ostruzionismo ferroviario. Il Governo anzichè rimettere alla sede opportuna ed unica, quella della discussione delle domande dei ferrovieri fuori e dentro il Parlamento nello stesso modo e cogli stessi mezzi del 1902, che diedero .risultati cosi soddisfacenti e che ne avrebbero dati di migliori assai in seguito all'esperienza fatta, - volle , con una diplomazia abile e gesuitica ad un tempo, girare l' ostacolo , e mentre faceva credere, durante e dopo il ricevimento della Commissione delle organizzazioni del personale, di volere discutere, domandando solo il tempo di studiare, includeva nel progetto di esercizio di stato quanto di legislazione sociale poteva abborracciare relativa ai ferrovie:ri e conglobava tutto assieme in un zibaldone, rispondendo a coloro che attendevano la discussione seco lui: << quella l'avrete in Parlamento! >> Almeno avesse poi avuto il coraggio di portare fino in fondo tale subdola azione diplomatica! - Alla - prima ribellione delle organizzazioni coll' ostruzionismo del servizio, scappava ..... colpito dalle conseguenze di un'influenza ! ♦ Ma a parte tutto ciò, e non volendo nè intendendo entrare ora in merito alle domande ed alle quistioni ,mosse dai ferriovieri , ma bensi raffrontare quanto il p·rogetto governativo disponeva a loro riguardo e quanto invece dispone il nostro, e quindi che cosa fa il sistema della statizzazione e quello della nazionalizzazione delle ferrovie, vediamo subito : Che il primo, per volere ad ogni ·costo e per semplice giuoco politico, come vedemmo, incastrare la particolare quistione del personale in un disegno sull>ordinamento dell'esercizio di Stato, strozza senza risolverla la quistione stessa, accordando a quel personale, con disposizioni transitorie, vantaggi discutibili, poco chiari~ e più promesse in ogni modo che vantaggi ( ciò che è assolutamente inconcepibile in un progetto di legge di tal fatta), .e toglie al medesimo il più importante dei suoi diritti di difesa (lo sciopero) regalandogli in compenso un arbitrato obbligatorio che non è un arbitrato, mancandovi l'equilibrio delle parti con tendenti. E ciò poi che, secondo noi, è anche peggio, quel progetto poggia la decapitazione del diritto di sciopero e la sofistificazione dell'arbitrato sur una base falsa ed ingiusta, vale a dire sur una regolamentazione di diritti e di dov.eri creati da una sola parte ed imposti all'altra. Di fronte a tutta questa impostatura di legislazione sociale che ha la vernice moderna ed è perfino adorna di una partecipazione negli utili molto problematica ed in ogni modo , per la sua stessa ampiezz:1 di distribuzione, di poca o nessuna efficacia, abbiamo nel nostro progetto di esercizio autonomo, che la quistione del personale è staccata nettamente fuori dal disegno di ordinamento delle ferrovie e consegnata e consacrata insieme in un « progetto di cùntratto di lavoro col personale , conseguentiruoli organici e regolamentoper le pensioni » da present,trsi a suo tempo al Parlamento e da discutersi e da approvarsi dal medesimo. Contratto di lavoro questo che naturalmente avrebbe dovuto nella intenzione nostra comprendere tutto quanto oggi riguarda i diritti e i doveri del personale opportunamente modificati d'accordo, fino a quanto era possibile, col personale medesimo. Avrebbe dovuto avere poi la durata di un decennio all'iudn.::a, salvo alla scadenza, riprenderlo in esame e apportarvi quei progressi che la civiltà più alta, i bisogni più sentiti ed i prodotti della industria ferroviaria più' sviluppati , avrebbero imposti e consentiti insieme. E, sempre nella nostra intenzione, avrebbe dovuto quel contratto, in ul modo concepito, ~ontenere un vero e proprio arbitrato obbligatorio composto in parti eguali dai rappresentanti il personale e dell' Amministrazione, presieduto da persona scelta <l'accordo, o i0 mancanza di questo, dalla Magistratura riconosciuta la più alta, imparziale ed insospettabile. Quale arbitrato avrebbe giudicato di tutte le vertenze di una certa .gravità individuali e collettive che rientrassero nel contr,1tto di lavoro medesimo·, salvo sempre per il personale il diritto allo sciopero in quèi casi supremi di vere e gravi violazioni di contratto non potute impedire dallo arbitrato o compiute eventualmente dalla partigiaòeria politica o da altro. In tal maniera del resto e col progresso della educazione della massa dei ferrovieri, svolgentesi gradatamente coll' uso dell' arbitrato e sopratutto colla diretta loro partecipazione all'Amministrazione autonoma e col rinnov~1rsi decennale del loro contratto di lavoro,-l'uso del diritto Ji sciopero sarebbe passato in disuso per la certa inutilita e danno nell'adoperarlo, ma sarebbe pur sempre rimasto minaccia perenne contro la reazione violatrice di diritti, di contratti e di libertà. ♦ Ma tutto ci6 non si è voluto e forse neppure compreso, dal momento che al Governo non ci si prese cura nemmeno di studiare lungamente ed a fondo la quistione ferroviaria, ma solo si perdè il tempo a grandi intervalli nel tratt:ire un qualsiasi rabberciamento delle Convem:.ionfierroviarie. Il più grande e poderoso dei problemi da tempo incombente sul Paese rimase sempre l'occupazione di pochi solitari ed il lavoro burocratico comandato di qualche tecnico dei Ministeri, per trasfornursi all'ultima ora, quando le Convenzioni scadevano e le Società si rifiutavano a rinnovarle, in un' improvvisazione ricalcata sugli errori nostri e di altrui di un recente passato ed in una stupida lotta coi lavoratori delle ferrovie ! L'autonomia ed il contra tt') di lavoro, basi uniche e geniali sulle quali potevasi e dovevasi poggiare od almeno studiare la soluzione di quel problema J
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