Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 6 - 31 marzo 1905

144 RIVISTA POPOLARE. Modena, 20 marzo 1905. Chiarissimo si,g. Direttore, Nel n.0 75 del suo giornale autorevole , leggo con sorpresa che l' on. Fortis avrebbe detto: « non avrei mai creduto che per comporre un ministero si fosse costretti ad attraversare la macchia della Sila .... > Io, come italiano, prima, e come calabrese poi, protesto sdegnato contro un paragone cosi fatto! A questo punto, dunque siamo ancora in Italia, e dopo più che quarant'anni di unità nazionale e quando l'occhio fidente guarda lontano, oltre il confine? Mentre, ogni anno, tanti e tanti stranieri vengono securi e inermi, ad ammirare l'altipiano silano, colui, -che era chiamato alla presidenza del consiglio dei ministri, non sa trovare un paragone di verso ! Mentre nelle Calabrie, ferve un'agitazione feconda per una ferrovia che attraversi la Sila, colni, che era chiamato alla presidenza dtl consiglio dei ministri, non sa trovare un paragone diverso ! E la frase non è nuova : era stata già pronunziata in parlamento dall' on. Nasi. A questo punto siamo, dunque, ancora in Italia: non è possibile parlare senza oltraggiare (sia pure con una frase senza contenuto!) tre delle più vaste provincie ! Si persuada l'on. Fortis : nella Sila, da molti anni, non vi sono più briganti. Oggi, i briganti sono nelle città e vivono annidati nella macchie della vita pubblica .... e, appunto per questo, la Camera dei deputati è già decrepita dopo appena quattro mesi di vita I L'on. Fortis è ,uomo leale e d' alto,.intelletto, e, - ne son certo-, si convincerà egli stesso che la sua frase,-sul suo labbro e in questo momento-non poteva essere più inopportuna e infelice. · Con ossequio. P1·of. B. Alimena ♦ Il trionfo del MATTO contro i SAPIENTI civilizzatori. - Ci siamo occupati parecchie volte della guerra inglese contro il Mad Mullah della. Somalia e della parte pericolosamente equivoca, che vi rappresentò l' Italia. Ora i giornali sono pieni degli accordi conclusi mercè sopratutto il nostro rappresentante Pestalozza tra lo stesso Mad Mullah, l'Inghilterra e l'Italia. Tali accordi di cui si mena vanto e di cui si mostrano contenti gl' Inglesi , facendo buona cera a cattivo giuoco, constatano o consacrano il trionfo del barbaro africano e la impotenza dell'esercito inglese a ridurlo alla ragione. Essi delimitano la sfera di azione di ciascuno dei contraenti e riconoscono i diritti del Mad Mullah, che seppe far subire tante perdite alle truppe britanniche e che meglio di Kuropatkine seppe sfuggire ai tentati accerchiamenti. Quanto tempo durerà la pace? Noi non giureremmo che gli accordi saranno d11raturi : conosciamo bene l'impulsività e l'istinto o il bisogno di razzia degli africani e meglio ancora conosciamo la slealtà, l'astuzia e il desiderio di conquista degli Europei. Siamo sicuri perciò, che presto o tardi si verrà di nuovo alla rottura. Noi * Il * Il * Il * Il * Il * Il * li * Il * Il * Dott. NAPOLEONCEOLAJANNl Comsei amminisltaraGiustiziinaItalia ROMA-NAPOLI PRESSO LA ~!VISTA POPOI.tA~B Lira UNA * Il * Il * Il * Il * Il * Il * Il * Il * Il * ili tJis@~i 111 ,risi nmi1ist11i1 ----~---- La crisi ministeriale cominciata colle dimissioni dell' on. Giolitti dura ancora e forse non sarà terminata quando q nesto numero della 'RJvista vedrà la luce. r. quindi, una delle più lunghe crisi che l'Italia abbia viste sinora. IJ fatto si spiega colle circostanze eccezionali, che la determinarono. La Corona che avcv:1 due vie coraggiose da battere nella soluzione delb crisi, come avvertimmo nel N. 0 precedente accordò le sue preferenze all'on. Fortis. Ma i suoi consiglieri mostrarono molta leggerezza nelle pratiche per la trasmissione del potere. L'accettazione delle dimissioni <li nn Ministero non vennero mai ufficialmente annunziate se non quando chi aveva ricevuto l'incarico di comporre il nuovo l'aveva già costituito. L' avere violato la pratica costantemente seguita condusse a questo risultato strano: col fiasco del l' on. Fortis pér non lasciare scoperta la Corona, come si dice con linguaggio costituzionale , si dovette farla coprire... da un morto .. Infatti il Decreto che affidò la presidenza interinale del Consiglio all'on. Tittoòi fu controfirmato dall'on. Giolitti, le cui dimissioni erano state accettate da parecchi giorni! La presidenza interinale dell'on. Tittoni non aveva che un compito: quello di farsi battere alla Camera con un voto , che potesse servire di designazione alla Corona nella scelta dell'uomo a cui doveva riaffidare l' incarico per la costituzione del nuovo ministero. Fu battuto l'on. Tittoni colla votazione trionfale dell'ordine del giorno Marsengo-Bastia? Avrebbe potuto esserlo se il Presidente interinale del Consiglio insistendo nella difesa del Cornaggia tentata miseramente il giorno 23, non lo avesse accettato. Ma egli lo accettò esplicitamente; quindi logicaniente doveva presumersi che la Camera gli aveva affermata la fiducia , di cui dubitava. Il ministero provvisorio a lume di logica avrebbe dovuto diventare definitivo. Invece il vittorioso si presenta al Parlamento l'indomani per annunziare che aveva ripresentato al Re le dimissioni ... Una vera burletta; un logogrifo parlamentare, che venne reso più indecifrabile dal riaffidc1mente dell' incarico all' on. Fortis, il quale alla sua volta con grande buona volontà si rimise all' opera per la costituzione del gabinetto. Quali nuove condizioni renderanno all'antico mazziniano facile il compito, in cui era fallito pochi giorni or sono e quali forze misteriose coopereranno a trarlo d'imbarazzo noi non sappiamo; nè le dichiarazioni dell'on. Fortis, impront:-lte alla sua solita e simpatica bonarietà, mettono in grado chicchessia d'indovinarlo. Si deve presumere però, non ostante il ritardo nell'annunzio ufficiale della formazione del nuovo ministero, che q nesto doveva essere bello e pronto il giorno 27, poichè l'ipotesi di un secondo fiasco a distanza di pochi giorni coprirebbe di ridicolo superlativo gli uomini e le istituzioni. Intanto rileviamo rapidamente gli episodi della discussione parlamentare e del voto del 25 marzo; sono episodi di cui non c' è da rallegrarsi , perchè indicano assenza di dignità, di logica e di sincerita in molti uomini e in vari settori della Camera.

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