RIVISTA POPOLARE 167 riforme non è impressionata dalla sua personalità. Il mondo stupid') e immondo delle Società lo guarda con indifferenza ... Gli uomini. di entrambi le parti intanto credono che ci sia un solo iudivid110, che possa fronteggiara la pericolosa situazione rli oggi: Wìtte I modi bruschi e ruvidi, la figu1a massiccia ed entn·gica, !"irritabilità incoercibile del linguaggio, tutto contribuisce ad impressionare un mondo, che è avvezzo agli uomini scialbi , fiacchi della bu1·ocrazia. Durante gli ultimi cinque anni Witte ·è divenuto più ruvido e più gri~io, meno inclinato alle relazioni civili. Ma amici e nemici riconoscono che egli è sempre lo stesso uomo dalla grande forza di lavoro, dalla medesima eue1 gia ndl' affrontare le oppoaizioni, dalla medesima risolutezza •1el fai-e ciò che si deve senza esitazioni. Nessuno cunosce quanto e·gli simpatizzi colle riforme. Nel brevd corso di alcuni anni egli ha condannato l' oppreuione autncratica, creato nu sistema economico eh' è il sostegno principale del sistema autocratico e civetteggiato coi più avanzati costituzir,nalisti, Come egli voglia agire nessuno sa. Ma tutti aentono che egli, agirebbe energicamente. Egli non sarà nè un oppressore timido, nè un emanci1,atore Il metà. Egli ha coscienza della propria forza ed è furioi;o per la ingratitudine con cui è statn trattato. Non ostante la sua politica finanzia··ia condannata, le sue man ere intrattabili , il suo dubhio liberalismo, non c'è uomo intelligente in Russia, che non lo nomini con rispetto e con timore. La maccnina del gover~o continua a funzionarn intanto, nonostante il malcontento. Le classi colte l'odiano, ma temono il movimento dei lavoratori. ~lcuni liberali moderati credono che una rivolta vittoriosa d<li medesimi terminerehbe in un g,:merale e furioso attacco che dall'Europa sarebbe designato come nn'mfamia. P<lrciò la società colta sot-terrehbc il governo contro la claHe lavoratrice e i lavoratori disarmati e non organizzati nulla possono intraprendere da loro stessi. Pure la Russia è unanime nel riconoscerè il bisogno del Governo rappresentativo. E Kl)rolenko dice : Non. dò ali' autocrazia due anni di vita. Nel prossimo anno si avrù o la costituzione o la rivoluzione. (l.?01•tnighly H.eview, febbraio). ♦ Karl Kaustky : Glt insegnamenti dl un grande sc.iopero - Si vien discutendo se il grande sciopero dei mi11atori di Vest(alia sia finito in una sconfitta o in una vittoria. Ciò si guifica sempliremente che fu una sconfitta giacchè le vittorie non si discutono. La sconfitta è innegabile, non solo, essa era inevitabile dato lo se •po di costringere dii-ettamente i proprietarii a concessioni. La posizione dei p!).dronì è così forte da non potersi più scuotere con i soli mezzi dell'organizzazione operaia. Si può anzi andar oltre e dire: per quanto le organizzazioni dei minatori si possa:1O ingrandire e per quanto grandi possano divenire i fondi di resisteuza, non riusciranno mai a imporre la lorc volontà ad un avversario che tiene una posizione di monopolio come i padroni organizzati nel bacino della Ruhr. Ne fauno testimonianza le esperienze tlPgli ultimi imni e qualche considt>razione teoretica mostrerà che la lunga serie delle sconfitte non è un caso, ma risponde a una necessità. Le Gewe1·kschaften cioè le leghe di resistenza, i sindacati ,,perai, sono ancora riteuute dagli Economisti e dai politici delle armonie sociali come atte ad assicurate agli operai una posi·zione sodd1sfac1.rnte nella società capitalistica. Questi po• litici dimenticano alcuno inezie. Per esempio dimenticano che se la organizzazione operaia può nel miglio1e dei casi atte-. nuare la concorrenza fra lavoratori, diminuire la pressione dell'armata operaia di riserva sui salari mediante appoggi ai disoccupati, ovviare alla troppo nota posizione di inferiorità dell'operaio di fronte al capitalista in quanto dipende dagli opt>rai stessi, non può eliminare quegli altri vantaggi che derivano dall'essere i mezzi di produLione. senza dei quali egli non pu:·, avere vivere nè lavorare, in pos11edsodi un'alt1·a classe eh.e li utilizz;i pet· sfruttarla. Inoltre il ritenere che tutta la massa operaia sia organizzauile è un'utopia; l'organizzazione sarà possibile sempre solo fra gli operai meglio pagati e dei mestieri superiori. D'altra parte la evoluzione economica e la stessa attività srndacale operai:-i. hanno per effetto di ostacolare il movimento. Il cont1·accolpo delle vittorie operaie, ftnchè noi non abbiamo lll forza di abbattere l'avversario, si e11plica in un maggior spiegamento di fot"Ze da parte di quest'ultimo che apprende la nostra stessa tattica sindacale e politica. Perciò quasi ogni vittoria raggiunta ha prodotto un periodo di stazion,u·ietà. Così le vittorie elettorali francesi dello scorso decennio prodn•Hiero la demagogia sociale di Waldeck Rou1seau cui riuscì eft"ettivam1mte per un certo tempo dt trattenere l'impeto socialista. Così. la vittoi:ia socialista tedesca dei 3 milioni spinse i resti d~lla democraiia lnrgltese e gli indifferenti nel campo della reazione. E cosi i successi che il movimento operaio ottenne con gli scioperi, insieme concentrazione del capitale, hanno prodotto le leghe padronali eliminanti quella concorrenza fra capit;ilisti che pib favorisce la vittoria operaia. Percib è cresciuta l'opinione che gli scioperi sieno u•1'arma antiquata a cui va s istituito raccordo pacifico, il tribunnle arbitrale ecc. e la tattica operaia sindacaie vien perdendo rli aggressività e si mantiene sulla difensiva. Ma un altro proaotto delle leghe capitalisti dei castelli , f. il Scharfma, her, cioè i) forcaiuolo industriale, il padre che rifiuta d, trattare e chiede incondizionata ubbidienza. I sognatori di pace sociale arnan0 rappresentare questo tipo come antiquato e destinato a sparirt•. Nnila di pib falso: Il forcaiolo è il moderno di capitalista. Gli appartiene anzi l'avvenire posto eh.e il capitalismo ne ahhia uno. Potrà incorporarne l'ultima fase. Esso non ha che delle somiglianze esterne con l'antico tipo del duro padrone patriarcale; questo tipo s<:_omparvecol sorgere delle organizzazioni che insegnarono al padroue il rispetto dell'operaio; ma nelle industrie eh.e per una r~gione o per l'altra si trtwaoo, come quelle delle miniert>, in condizione di quasi •monopolio ai che gl'industriali poco n nulla hanno de temere da uno sciopero, e nelle quali infine il padro1e appartiene ali' alta finanza e oon ha più contatti diretti con gli operai, il.tipo "forcainlo,, risorge spontanflamente. La sua vitalità e modernità poggia su basi tecniche, ahbracciando queste industrie pri,·ilegiate quei rami di prorluzinne che forniscono le materie indispensabili per l'industria; su basi finanziari, avendo esse la loro sede nell'alt,a finanza che dirige sempre più il processo economico; ~ su hasi politiche. in quanto quest,• potenze dominano sempre più i governi.. Invano la società borghese tenta di sottrarsi a questo regime; essn crescerà sinn a quanJ.o il pl'Oletariato sia ahoastanza forte per abbatterlo. Dunque, incrociare lè braccia sino a quel giorno? Niente af• fatto. Uno dei fenotm•ni di qoesto sciopero di minatori come d'altri simiglianti è stata la simpatia pubblica per gli operai. Se analizziamo questa simpatia troviamo ch'essa ba origini' dal fatto già constatatn che quei;te industrit· monopolistiche rimbalzano i danni dello sciopero sul consumatore. e dalle incomodità pubhliche che nascono dallo sciopero. Ci<'>provoca la creazione di un'opinione pubblica favorevole a un rapido intervento legislativo in favore degli sciope1 anti. • È questa la sola via che uno sciopero in questa categoria di industrie può battere ; deve cioè essere 1100 sciopero di carattere politico, più eh.e sindacale, la sua :izione deve essere rivolta nl)n a influire sui padroni, ma sui pubblici pote1·i premendo sulla economia nazionale e chiamando a portavoce in parlamento il partito socialista. Questa nuova tattica è destinata a ravvivare l'azione I arlameutare e quella sindacale. Naturalmente non è applicabile a tutti i casi. Ma le grandi campagne decisive del proletariato verranno sempre più co·mbattute coi vari modi dell'azione politica. Ne fanno testimonianza gli scoppii sempre più frequenti di scioperi politici per auto-accensione in Germania, in Rlissia, in Italia .ecc. I modi, gli scopi son vari; talora giova una lùuga preparazione, talora un irrompere improvviso e spontaneo secondo che si tratti di provocare una precisa azione legislativa o di imporsi cou une spiegamento dimo,trativo di forze. Ma il carattere comune di tutte é il mescolare l'azione politica con quella sindacale. La tendenza odierna non può dunqu~ più esser quulla di neutrcllizzare le leghe t>conomiche isolandole dal movimento politico, ma quella anzi di penetrarle sempre più schiettamente e audacemente di spirito politico a base di lotta di classe (Neue Zeit, 11 marzo).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==