142 RIVISTA POPOLARE assicurate , nè , giunto al termine della carriera , di assegni di riposo per sè e la famiglia. > « Queste riflessioni, che risortono dalJ!esame dei fatti rispecchiati nelle somme di proventi o di dispendio a cui essi dànno luogo, sottomettiamo alla saviezza della Camera, mentre la preghiamo di accordare il suo vuto favorevole all'ordine del giorno sopra enunC'iato e al disegno di legge. • . ♦ Un comniia.to significativo di Enrico Ferri. - Enrico Ferri annunziando la cessazioue della sua Rivista Il Socialismo ha pubblicato u·n articolo di commiato dagli antichi snoi lettori, che nel momento in cui arriva ha una speciale importanza. Egli, esposte le ragioni politiche e personali che lo inducono a non pubblicare più la sua Rivista avverte i socialisti degli errori che commisero prima confidando troppo nell'azione politica e di quello forse più grave che accennano a commettere ora affidandosi soverchiamente all'azione economica sindacalista. La punta contro il sindacalismo e contro lo sciopero generale vi è molto acuta e molto sintomatica nell'ora presente. Egli avverte: e Può in un dato periodo della vita nazionale prevalere l'efficacia dell' azione politica (o parlamentare o comunale) ed in altro momento può invece prevalere la efficacia dell'azione economica. • e Ma non per questo può il Partito socialista infatuarsi in queste idee unilaterali e di moda, dimenticando invece che, poichè esso intende '-alla rinnovazion~ fondamentale di tutti gli aspetti della vita umana, individuale e sociale, non· può realizzarsi se non col concorso inseparabile di un'infinità di azioni inciividuali e collettive, nel campo economico come in quello politico, contemporaneamente, con. l'ostinato coraggio della pazienza, senza cedere alle fantastiche illusioni che il socialismo si possa realizzare col colpo dell'urna elettorale e parlamentare, della metà più uno, o col colpo di mano di tre o quattro scioperi gene1·ali o cosidetti e esperimenti di dittatnra proletaria! > e Abbandonandosi all'una ·od all'altra di queste illusioni, il Partito socialista non puo raccogliere altra messe che quella delle dehu;ioni ,) · < Parecchie ne ha già raccolte nel campo parlamentare ed amministrativo, per la soverchia ed nnilaterale fiducia data alla sola azione politica ,,. « Altre, purtroppo, e più gravi, ne raccoglierà nel campo economico , se infatuandosi di e sindacalismo», spingerà a qualche disastroso scioperò generale - non di protesta politica e negativa , chè come tale fu am · messo, come mezzo estremo ed eccezionalissimo, anche dal recente Congresso internazionale di Amsterdamma indetto quale strumento miracoloso di conquista proletaria e positiva, contro l' ingranaggio secolare e infinitamente complesso della vita sociale presente, nazionale ed internazionale ,, . Non è evidente che Enrico Ferri come un qualsiasi Colajanni, non si mostra entusiasta del cosi detto primo saggio di dittatm·a 1•roletaria? E non condanna esplicitamente quel sindacalismo di cui si sono ubbriacati i ferrovieri e che ha arrecato tanto danni al paese ed ha suscitato tante antipatie alla loro causa ? Le dichiarazioni di Ferri sono oneste e coraggiose sopratutto nel momento in cui vengono. Esse gli varranno qualche rnelanconi.co rimprovero dai rivoluzionari anarcoidi di .i.\lilano - ed uno gli è già venuto da Walter Mocchi nell'Avanguardia Socialista - dai Dugoni di Mantova e sopratutto dal Comitato che monopolizza il movimento ferroviario; ma siamo sicuri che gli varranno maggiori simpatie tra i socinlisti sinceri, che studiano i gravi problemi contemporanei e che ne auspicano la soluzione colla direttiva del .Marxismo. La storia dello Zemski Sobor. - Si è parlato molto della con vocazione di una specie di Stati generali in Russia, come avviamento al regime rappresentativo e che si chiama Zemski Sobu1·. Non sarebbe ima novità. Il primo fo · convocato da I van il Terr.i bile nel 1550 quando la Russia si trovava in uno stato di tumulto infernale, perchè si occnpasse di riforme_ iuternt>. Il secondo fn riunito nel 1566 per dare il suo parere allo Czar sulla pace da conchiudere o sulla guerra da continuare colla Polonia. Nel 1584 un terzo 8,ibor elesse Feodor come Czar. Quattordici anni dopo ~n qn:=irto Sobor elesse Boris Godonoff come snccessorè d1 ~'eodor. Il più celebre Zem· ski Sobor fu quello ri1rnit,0 nel lGH~: collocò il primo · Romanoff sul trono della. H t~::;iae la 8essione durò due anni. Nel 1616, 1618, 1G19, 1620 e 1622 gli Zem1:1ki Sobo1·s tennero le sedute i 11 Mo-:1ca. Furono consultati costantemente ::;ugli affari interni e.i esteri. Colla tranqnillità della Russia lo Ozar per dieci anni ne fece di meno. Lì\ guerra eolla Polonia e colla 'rurchia e l' urgente bi::;ogno di fondi costrinse alla riunione del Sobor nel lo32, nel 1°634e nel 1642. Fu lo Zemski Sobor che collocò Ale.:;sio, il figlio di Mikhail sul trono e nel 1648 fu impegnato nella compilazione di un Codice di leggi. Fu riunito di nuovo nel 1650, 51 e 53. Dopo questo anno il Sobor divenne soltanto un corpo consultivo, l'ombra di q 11ello ch'era stato, benol.iè abbia scelto Pietro il Grande come eredù le-gittimo del trono. Lo Zemski Sobor era eun vocato dagli in viti mandati dai governatori delle provincie o dei ciruondari. I corpi elettorali erano obbligt~ti a rnaùdare un minimttm di rappresentanti, ma essi potevano mandarne di più. M:osca dette sempre il maggiore conti11gcnte. Nel Svbor sedevano i rappresentanti del gvverno e del clero e costituivano nn ramo. Negli altri rami stavano i rappresentanti dei nobili, dei 1nercanti e dei contadini, che erano eletti dai rispetti vi u1 <lini e deliberavano nelle proprie classi. Nei primi Sobors i contadini erano rappresenta ti soltanto da delegati 1nandati dalle città. Nel 1613 essi furono rappresentati da delegati scelti dal proprio ordine. Lo Zemski Sobor si riunì va nel Palazzo Imperiale ed ent aperto con un discorso del trono. Le decisioni del Sobor non erano obbligatorie per lo Czar; ma quelle c~mcordàvano spesso colla sua vo lontà. ♦- Per la. nostra emig·razione negli Stati Uniti.~ Il Presidente Roosevelt ha accordato al corrispondente dell'Ora di Palermo signor Pieretti una intervista, in cui si è parlato della immigrazione italiana negli Stati Uniti. Il Presidente della grande repubblica ha avuto molte parole gentili per l'Italia, per la civiltà latiua; ma ne ha pronunziato al tre , che sono di colore oscuro. Roosevelt ha escluso , che si vogliano presentare delle leggi di 1·estrizio11e o di pe1·secttzione contro gl'Italiani; ma ha ammesso che si deve 1·egolm·e l'immigrazione. « Vedete, signore , egli disse al Pieretti, ,, voi i taliani portate tra noi lo spirito latino, la vita d' una terra ove hanno imperio la bellezza della natura e le idealità più care alle anime gentili. Voi in:;egnate una lezione che nessuno più di noi ba, bisogno di apprendere - noi , gli nomini dell' ovest - nazione ardent~, inquieta, assetata di ricchezza-una lezione che, dopo l'acquisto d'un benessere materiale relati vamente considerevole, c' insegna che, le cose il cui valore conta realmente nella vita, sono le cose dello spirito. Io non disconosco il valore delle cose riguardanti , il corpo> della nazione , ma solamente desidero che esse non c'inducano a dimenticare che accanto al suo corpo, v'è anche la sua anima. » « Anche nel mio ultimo messaggio feci notare che non è vero che vi sia danno o pericolo nell'ammettere
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