156 RIVISTA POPOLARE nell'esclusione. Non consento, però, nella interpretazione che si vuol dare alla mia lotta in favore del dazio sul grano. « Se è giusto, dice il Merca_dante, che nello interesse di una classe - qnella dei proprietari, specialmente dei grandi - ed ai danni della massa iavoratrice, si mantenga un dazio di L. 7 ,50 al quintale su di una derrata di prima necessità ; perchè non dev' esserè! consentito ai ferrovieri di migliorare la propria condizione economica senza preoccupazione degli interessi altrui ? Il ragionamento non farebbe una grinza· se la premessa fosse esatta. In numerosi articoli, in conferenze, in discorsi alla Camera, in un libro credo di avere dimostrato, che il dazio sul grano non interessa i soli proprietari; ma anche, e forse di più, tutte le classi lavoratrici ; direttamente quelle agricole, indirettamente quelle urbane e· industriali. Tornerò a ripetere la dimostrazione, suffragandola con dati sperimentali somministratimi dai socialisti, appena la discussione ricomincerà in Parlamento. Intanto non sad male aggiungere che in Francia colla Repubblica e col suflragio universale sono di accordo sul mantenimento del dazio di L. 7,50 i monarchici e i repubblicani, i clericali e i socialisti, che pur sono stati al governo e che per oltre due anni hanno avuto nelle proprie mani le sorti del Ministero Com bes. Altro argomento analogo è questo: « se la rie- « chezza nazionale italiana è scarsa, 'se le industrie « danno piccoli profitti e se per tali motivi si de- « vono man tenere bassi gli stipendi dei ferrovieri « perchè si consentono spese improduttive che non « stanno nelle dovute proporzioni colla ricchezza t « che sono varie volte di più di quelle de-I.lealtre « nazioni? )> Anche il Ciccotti; sebbene in torma remissiva e incidentale, accampa le spese improduttive per tentare la giustificazione delle pretese dei ferrovieri. C' è una parte di vero in questa obbiezione; in questa parte si predica davvero ad un convertito. Nel 1892 ho pubblicato un libro per dimostrare che le spese militari dell'Italia sono sproporzionate colla sua potenzialità economica; la stessa cosa ho ripetuto nei giornali , nelle riviste e quasi in ogni anno nella Camera dei Deputati. In giugno 904 ho com battuto, forte di tale convinzione, l'aumento dello stipendio degli ufficiali; e il 28 gennaio scorso nella Camera ho affermato eh' era scandalosamente alta e sproporzionata alla nostra ricchezza la lista civile del Re e della famiglia reale. Non è esatto, però, che l'Italia sciupi varie volte di più delle altre nazioni nelle spese improduttive. Sull'argomento corrono pregiudizi, eh' è bene correggere. Prendo àall' EconomisteEuropéen (17 e 24 febbraio e 3 marzo) i dati degli ultimi bilanci (1904 e 1905) sulla maggiore categoria di spese improduttive e li metto in ordine decrescente per abitante per riuscire alla correzione. Spese militari Spese militari per ogni abitante totali in milioni Inghilterra. . L. 41,44 L. 1,724 Francia. )) 25,36 )) 979 Germania )) 19,41 )) 1,094 Russia . )) 12,07 )) 1,286 Italia )) 11,92 )) 396 Austria-Ungheria . )) 10,50 )) 476 Spagna. )) 9,80 )) 182 Come si vede l'Inghilterra, ìa Francia e la Germania spendono molto di più dell' Italia per la guerra e marina ; l' Austria-Ungheria e ,la Spagna un poco meno. Non si tenga conto delhi Spagna; ma dovrebbe insegnarci mol,te cose l'esempio dcl1' Austria tao to più forte di noi militarmente. E in questo stesso giornale ho ricordato che le economie ci s' impongono. Le spese militari italiane in ogni modo non sono soverchie· in senso assoluto , ma messe in rapporto colla nostra ricchezza. Ciò che ho sempre sostenuto. Ma se le spese improduttive militari sono un malanno del nostro paese a nessuno verrà in mente di lenfre le soflerepze che cagionano aggiungendo· un altro guaio a quello esistente; tanto varrebbe il curare la tifoidea aggiungendovi la complicazione della terzana. Il metodo curativo può far comodo ai ferrovieri; ma dovrebbe essere respinto dagli italiani, che dovrebbero sopportare tutti e due i malanni. ♦ La giustizia che si caccia sdegnosamente dalla. port:1 in questa quistione-e che io avevo invocato sotto la forma modesta di osservanza delle propor- :.:ioni nella commisurazione dei salari e degli stipendi tra lavoratori liberi e ferrovieri da un lato e tra ferrovieri italiani e stranieri dall'altro - il signor Mercadante la fa rientrare dalla finestra riconoscendo che oggi « la lotta dei gruppi non è più « quella sfrenata degli individui - homo hornini lupus - >) ma che precisamente (se io ho ben compreso il periodo, che al mio corto comprendonio sembra assai involuto) nella determinazione di stipendi e di salari entra come fattore necessario e moderatore la condizione del mercato del lavoro. E' il fattore che io avevo chiamato in aiuto coi miei confronti statistici! ♦ Se io ho bene compreso alcuni non brevi periodi dell'ultima parte dello scritto del Mercadante, questi desidera veder migliorate le condizioni generali della economia nazionale perchè il fatto poscia eserciti ìa. sua benefica ripercussione sui salari e su&li stipendi; e per ottenere tale benefico risultato, citando él memoria, egli dice, molto a memoria aggiungo io , fa propri i desiderata di Pantano cioe : alleviamento di asprezze fiscali, ecc. ecc. e chiude l' elenco dei mezzi adatti aggiungendo del suo un_ mezzo efficacissimo : la riduzione delle tariffe per t trasporti. . Magnificamente, e tutto quello che vagheggio anche io ; e per arrivare a tale risultato mi so?~ levato contro l' aumento degli stipendi di tutti 1 funzionari e dei ferrovieri scatenando tante irt contro di me. Come il Mercadant~ possa riuscire alla diminuizione delle imposte ed alla diminuizione delle tariffe dei trasporti aggravando il bilancio di un centinaio di milioni , ed aumentando le spese di esercizio delle ferrovie in verità coloro che non hanno fede nei miracoli non riescono a comprenderlo , a meno che i milioni non scaturiscano da un,1 riforma nella gestione ferroviaria studiata dal Riscatto. Se e quanto possa sperarsi in una riforma dell~ gestione ferroviaria come mezzo per aumentare gl~ stipendi dei ferrovieri senza gravare la mano sm
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