118 RI V I STA P O PO L A RE successore senza diminuzione ·dell'autorità del governo di ritirare .quei due articoli 71 e 72, '"che somministrarono il pretesto alla osservanza ultra· farisaica <lei re1;olamenti ferroviari. Da chi doveva e poteva essere raccolta la sue- . cessione <lell'on. Giolitti ? Esaminiamo da principio la quistione dal punto Ji vista strettamente par~amentare. Mancò un voto della Camera, che servisse come designazione perchè la crisi avvenuta per motivi extraparlamentari non consenti che venisse dato. I voti precedenti, quindi, si potevano ritenere sufficienti perchè correttamente l'incarico venisse dato a persone che rapp~esentavano lo stesso indirizzo e la stessa compagine del ministero precedente .. Si segui tale direttiva dal capo dello St_ato ; e nessuno potrà accusarlo d' incostituzionalità e di violazione delle buone norme parlamentari per averla seguita. Ma dover.dosi, in parole chiare, mantenere un Ministero Giolitti senza Giolitti; sarebbe stato opportuno che l'incarico fosse stato dato a qualche membro del cessato gabinetto: a Tittoni, a Luzzatti, ad esempio, limitando tutto alla sostituzione dell'on. Tedesco, il cui allontanamento rendeva benefica la crisi, e da quella del ministro dell'interno. Questa soluzione si sarebbe subito sottqposta alla prova del fuoco di un voto parlamentare che l' avrebbe o approvata o condannata imi_i~ando il possibile successore. · Invece, senza che si sappia ancora da chi sia stato consigliato, l'incarico venne affidatto all'onorevole Fortis, a cui nessuno pensava e che non sembrava bene indicato, nè per i suoi precedenti politici nè per le sue qualità personalt. Politicamente per le sue qualità di crispino autentico non può godere delle simpatie della parte democratica della Camera, che in Francesco Crispi, a torto o a ragione, vide il suo maggiore e implacabile nemico; e se si rievoca il ricordo della lotta asprissima tra Crispi e Giolitti, l' on. Fortis non sembrerà bene scelto per succedere all'ultimo in un ministero, che dovrèbbe esserne la continuazione. Le ben note qual ità personali dell' antico deputato di Forli poi. addirittura sconsigliavano la sua designazione. L'Italia attraversa uno dei suoi momenti più difficili politicamente ed economicamente: difficoltà che derivano in modo particolare dalla soluzione del problem"1 ferroviario e dalla rinnovazione delle convenzioni marittime. Io questo momento, quindi, l'interesse pubblico esige a capo del Governo un uomo avveduto, pieno di tatto, energico. L'energia, che sembra la qualità eminente che si -desidera attualmente in u Ministro dell'interno e presidente del Consiglio è quella che manca sopratutto a Fortis, cui Filippo Turati attribuisce come nota caratteristica l'inertiae sapentia. E gl'italiani tutti - almeno quelli che si occupano di politica - sono su di ciò concordi ; e lo sono non per ipotesi, per pregiudizio, che potrebbe essere smentito dai fatti, ma per l'esperimento che se n'è fatto. Fortis fu sottosegretario di Stato agl'interni nel primo Ministero Crispi - 1887-1891 - e di sè non lasciò altro ricordo che quello di avere scoperto il famoso '13attirelli in occasione dei tumulti di Roma; del suo passaggio al Ministero di Agricoltura e Commercio non si hanno trac(e da segnalare. E veniamo al lato morale. Qui bisogna essere giusti e franchi: Alessandro Fortis non è migliore, nè peggiore di tanti altri avvocati, che esercitano la· professione da deputati e che l'esercitano scorrettamente in occasioc.i nelle quali ci stanno <li mezzo gl'interessi pubblici, contro i quali essi spiegano spesso la loro azione preponderante e la loro influenza illecita. Eppure contro la ministeriabil-ità di tali deputati-avvocati, vera cangrena parlamentare, non si levano i clamori, che si sono sollevati oggi contro Fortis ! Ma questi fu l'avvocato di Tan longo e della '13ancaRomana... Verissimo; ma altri lo fu. rono dei pari e sono e furono avvocati di Banche e di Società, sul cui conto ci sarebbe da ridire almeno quanto si è detto sulla Banca Romana. La verità vera, perciò, è questa : tutti gli altri deputati-avvocati hanno potuto e saputo emerg~re con qualche altra loro qualità, anche ciarlatanesca; non l'ha potuto e saputo fare dimenticare questo lato morale difettoso, Alessandro Fortis, che, pur avendo l'ingegno di molto superiore a tanti altri e i tratti simpaticissimi, nella Camera ha la grande occupazione di sfaccendato ed è la più autorevole incarnazione dell' inertiae sapientiaI Queste circostanze hanno esercitato una influenza deleteria nelle trattative per la formazione del Nuovo Ministero ed hanno pro~urato a chi già ha avuto l'incarico ufficiale di costituirlo tante ripulse quante· ·alcun altro forse mai non ebbe e da tanti uomini di piccola importanza politica, che pur bruciano dal desiderio di acchiappare un portafoglio ; tali circo-, stanze danno credito alla voce, che dice comandati a restare nel ministero futuro Tittoni e Luzzatti, che vorrebbero sgattaiolarsela ; fanno ritenere sicura una vigorosa levata di scudi dell'Estrema, del Centro Sonniniano, della Destra e di gran parte della cosidetta Sinistra democratica, che manderà a gambe in aria il ministero appena si presenterà alla Camera ; e infine hanno assicurato un successo raro e completo alla campagna energica, che in nome della quistionemorale hanno intrapreso e continueranno l'Avanti I in Roma e il Secolo in Milano. . Quale poteva essere la soluzione più opportuna della crisi una volta che non si adottò quella d'un ministero Tittoni o Luzzatti? Due potevano essere le vie da battere : o fare un passo innanzi, coraggioso, in senso democratico affidando l'incarico ad uomini nuovi e possibilmente giovani-ahi! quanto relativa questa giovinezza!.. ..- dell' Estrema sinistra ; o farne uno indietro verso Sonnino o verso i conservatori, che non sarebbe stato il finimondo dal lato politico e che sarebbe stato sicuramente un guadagno dal lato tecnico. Noi non esitiamo a confessare che questa ultima soluzione dal punto di vista costituzionale, se non parlamentare, ci sarebbe sembrata la più corretta. Spieghiamo il nostro pensiero con un precedente non remoto. Quali le r.1gioni vere del mutamento d'indirizzo dopo le elezioni del 1900? Certamente non si possono ricercare nei risultati numerici delle medesime: il generale Pelloux quando cadde aveva una grande maggioranza nella Camera; se il suo allontanamento era reso necessario per risolvere la questione del regolamento-capestro contro il quale si era levato invincibile l'ostruzionismodell'Estrema, favorito dalle simpatie della Sinistra, l'eredità poteva essere raccolta da uomini che rappresentavano lo stesso indirizzo politico, come su· _pergiù. si è fatto
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