RIVISTA POPOLARE 117 ., " davanti al reparto riunito in tenuta libera, e vi e assiste sempre un ufficiale· italiano. • Perchè meravigliarsi . poi, qnando un Badolo o un Livraghi applicano con troppo zelo il regolamento o se qualche soldato che piglia gnsto al suo nuovo me• stiere dà colpi tanto forti da far morire la vittima? Non è una delle accuse contro Badolo proprio quella di aver cagionata la morte di un indigeno mediante cinquanta colpi di frusta? Egli potrà rispondere ai suoi giudici come un qualunque ferroviere: e Ho applicato il regolamento. ed al massimo ho peccato per averlo applicato con troppo zelo. » Quando si porrà fine a queste infamie? O che forse siamo stanchi di sentir chiamare l'Italia la patria dei Filangieri e dei Beccaria ? ♦ I giudizi sulla campagna ferr.oviaria della rivista.·- Mentre i ferrovieri cantano vittorià per la dimissione del ministero Giolitti e fanno un primo passo verso la resipiscenza colla cessazione• dell' ostruzionismo, noi possiamo andare davvero orgogliosi dei risultati, che abbiamo ottenuto col grido di allarme dato contro le pretese ingiuste dei fèrrovieri e col monito ai lavoratori tutti, che, contro la giustizia e contro il proprio interesse si vorrebbero trascinare alla solidarietà nella stolta lotta intrapresa dai primi. Se volessimo pubblicare tutte le lettere, che ci pervengono da privati e da associazioni e che manifesta:,;io la più esplicita ed entusiastica approvazione per la nostra condotta dovremmo destinare alle medesime più di un numero della 1·ivista. E ciò, il va sans dire, è oltre 'l'adesione unanime che ci è venuta dalla stampa italiana, dalla clericale alla democratica. I ferrovieri e coloro, che se ne sono dichiarati i campioni, nell'approvazione dei giornali conservatori di ogni gradazione, però, trovano la ragione principale, in mancanza di bltoni argomenti , per condannarci, quasicchè gli elementi più avanzati e più rivoluzionari non si siano talora fatti belli del consenso degli stessi conservatori alle loro idee, quando ciò faceva loro comodo! Egli è così che si sono scandalizzati nel vedere che nn uomo come il Duca di Gnaltieri - avessero essi la sua cultura e la conoscenza cosi completa della evoluzione anglo-sassone, come egli la possiede ! - nel Mattino ha sostenuto la stessa tesi nostra e con forma sobria e cortese si è dichiarato lieto di trovarsi di accordo coll'on. Colajanni nella questione ferroviaria. Un duca che approva l'attitndine della Rivista pop_olare? Non e' è bisogno di_altro pei ferrovieri e pei nvolu_zio~ari... contro la verità e contro la giustizia, per d1ch1arare che quella ha torto. Ma non corrano altrimenti potranno rompersi le gambe. Mentre il Due~ di Gualtieri dava il suo giudizio arrivava in Italia l'Humanité di Jean Jaurès (n. del 3 marzo) con una corrispondenza da Roma, in cui a proposito della presente quistione si leggono questi giudizi: e Il gruppo « p_ar~amentare e il comitato direttore del partito so- « ciahsta hànno proposto al personale ferroviario di e scartare. momentaneamente, le sue rivendicazioni e economiche, per potere concentrare tutti gli sforzi, e nel Parlamento e nel paese, sulla sola quistione della e liberta di organizzazione e di resistenza. In realtà « l' opinione pubblica non è molto favorevole alle esi- « genze economiche dei ferrovieri , essa teme le gravi c conseguenze che ·ricadranno sui contribuenti. > e Il celebre scrittore repubblicano socialista, Napoe leone Colajanni, ha pnbblicato su questo argomento e un articolo coraggiosissimo, per persuadere gli operai e delle ferrovie a mettere le loro domande in armonia e colla situazione del bihrncio e di adattarle alle eone dizioni nelle quali vive la maggioranza del proleta- (( riato italiano. e E' per queste ragioni che il gruppo socialista ha e deciso di concentrare i suoi sforzi sul terreno polie tico .... Ma il Congresso dei ferrovieri non ha voluto « seguire questo consiglio ed ha decretata la resie stenza immediata. « •••• E' difficile fare delle vrevisioni. Ciò eh' é « certo si è che i ferrovieri vanno incontro ad una « irritazione crescente nel pubblico .... « •••• Di. questa situazione non si rallegrano che i e reazionari e le compagnie. I primi intravvedono la e possibilità di rompere una potente falange prolet,aria « che ha impegnato una lotta in condizioni s·vantagc giose. Le compagnie sperano che il governo e il e Parl~m~nto saranno obbligati a rinnovare le con- « venz1on1. e Senza alcun dubbio l'ora è critica pel proletariato e italiano e pel partito socialista. » Chi firma la corrispondenza è Leonida Bissolati, socialista autentico, dei più stimati e il cui riformismo non gF impedirebbe mai di divenire un rivoluzionario sul serio e non da conigliera ! Il giudizio di Bissolati~ del resto concorda con quello di Cabrini e di Morgari, che non furone mai socialisti addomesticati. - Infine i nostri lettori in questo numero potranno leggere la parola di due autorevoli ferrovieri, che non · es'itano a dare torto ai loro compagni sui punti fondamentali e sulla esagerazione delle loro pretese su cui noi abbiamo tanto insistito. Nor I llll 1111111111 l li li li lii li li I Il I Il I 111111111111111II 111111111111111111" • I lii 1, 1111111111 La crisi n1inisteriale ----}{}{---- Le dimissioni del ministero Giolitti erano prevedibili e prevedute da quanti conoscevano le non liete condizioni di salute del suo capo e le difficoltà della situazione, che imponevano lo spiegamento delle più elevate qualità di governo. S'imposero nella coscienza pubblica dopo le risposte meschine e antiparlamentari date dal ministro dei Lavori pubblici ai deputati, che interrogarono sul1' ostruzionismo ferroviario. In quel giorno si comprese chè non c'era più un ministero e che la successione era aperta. Ma le dimissioni date per reali motivi di salute dell'on. Giolitti fecero verificare un mutamento di giudizi non nuovo in politica, ma sempre impressionante, con particolarità quando il cambiamento avviene a breve distanza. Si ebbe testè questo fenomeno : molti democratici che domandarono la testa dell'uomo di 7Jronero in settembre 1904; ne deplorarono la fuga in Marzo 1905 e la considerarono quasi come un tradimento ai danni della democrazia. Se era ben motivato il giudizio del settembre non si doveva esultare come di una liberazione della fuga del marzo ? Se ]a malattia non fosse stata vera, per noi, però, bisognava inventarla, come un qualsiasi accesso di gotta alla Depretis. Infatti l'ostruzionismo ferroviario aveva creato una situazione senza uscita decorosa pel Parlamento e che lasciava prevedere conflitti deplorevoli tra cittadini e ferrovieri e che avrebbe in ultimo reso necessario l'intervento violento della torza pubblica e forse la votazione da parte del Parlamento di provvedimenti reazionari, che non sarebbero stati facilmente aboliti appena ne sarebbe cessato il bisogno. Sotto questo aspetto, quindi, la malattia dell' on. Giolitti è stata provvidenziale perchè ha fatto cessare la sedizione ferroviaria e consente al
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==