Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno XI - n. 5 - 15 marzo 1905

RIVISTA POPOLARE 139 Ciò che colpisce in quest'ultimo sciopero è la rapidità colla quale il movimento di originti esclusivamente economica degli operai di Piet1·oburgo ha prdso carattore politico e rivoluzionario diretto contro lo atesso czarisrno. Ho sentito dire che il pt·ete Gapon ha operato ii miracolo. Senza menomare il merito di Gapon e In sua personalità, d'altronde molto mal conosciuta,. si nota che egli non li stato· elle l'istrnmento accidentale della forza collettiva e necessario della massa opernia che impose la sua valontà al pope democratico intinto di socialismo. La vera grandezza di Gapon mi pare che consista nell'aver profondamente compresa l'anima operaia, nella sua facoltà veramente superiore di muovere la folla -qualità. che caratterizzano l'agitatore di grande vigore· .Bisogna ancora notare che le ~ocietà lega.li, d'origine poliziesca, base di tutta l'~zioue di Gapon non sono che la contratfazione dei sindacati operai clandestini fondati dai socialisti. Il sindacalismo legale e poliziesco è stato il supremo j>ensiero e la suprema speranza del czarismo. Inventati da Zouba.tow, spia in ca.po in Mosca, quei sindacati gialli per combattere le organizzazioni socialiste, finirono come dovevano finire: fecero bancarotta, tanto è vero che l'essenza rivoluzionaria del proletariato è refrattaria ad ogni corruzione reazionaria e poliziesca, I fatti salienti delle giornate di gennaio si son conosciuti per mezzo dei giornali. Io cercherò di cavarne la portata storica. Prima di tutto, è la rivoluzione che comincia f Sì e no. No se si data la Rivoluzione francese dnlla presa della Bastiglia. Si se si comprendono nel periodo rivoluzionario gli anoi o i mesi critici che prepararono un tale atto decisivo che divenne il punto di partenza di un nuovo ordine di cose. E d'altronde la storia non si ripete nelle sue conting,'nze esteriori e accidentali. Ciò che li storicamente ineluttabile è, per la Russia, la caduta dello czarismo minato da mezzo secolo dalle forze dell'evoluzione e della rivoluzione. Occorre una rivoluzione violenta per rovesciare il zarismo, ma non è detto che la evoluzione russa sarà fatta ad imagine delle rivoluzioni politiche d'Europa. La rivoluzione classica delle barricate è impossibile a Pietroburgo per ragioni topografiche. Non fa una rivoluzione chi vuole. Nessun partito, per possente che sia, è in grado di comandare alla santa folgore della 11toria o di scatenare l'uragano della storia che si chiama rivoluzione. Se gli avvenimenti di gennaio non sono ancora l'inizio della rivoluzionti russa ne sono il pMtotipo come sono lo scopo ne-· cessario del movimento operaio anteriore. Lo sciopero generale per far ti·ionfare la rivoluzione russa ha bisogno di armi ben altrimenti efficaci di quelle di cui potè disporre il ceto operaio di Pietroburgo e di altri siti in gennaio. La guerra delle braccia incrociate è una sinistra l,ambiuata, su tutto in Russia. D'altra parte le giornate di gennaio segnano un cambiamento radicale nei rapporti tra le diverse forze in lotta contro lo zarismo. Il centro di gravità si ~ spost""to di oolp.• nella classe operaia effettivamente dive1:uta la forza principale e decisiva dell'esercito rivoluzionario. E avvenuto ciò che i socialisti pronosticavano da venti anni, ciò che Plekhanotf espresse con frase scultoria nel congresso socialista internazional~ di Parigi nel 1889; Il movimento rivoluzionario russo trionferà come movimento operaio o non trionferà affatto. CiQ significa forse che i socialisti russi credono che la rivoluzione che comincia sia una riv9luzione sociale f No. Ma è certo che il proletariato le imprimerà un segno indelebile di rivoluzione di classe. L'ambiente sociale e storico, nazionale e internazionale in cui si agita la lotta liberatrice russa differisce da quello delle rivoluzioni politiche occidentali. Se la Russia e il suo proletariato sono dei tardi arrivati della storia possono per ciò stesso profittare dei vantaggi che ha il discepolo, l'adepto, sul creatore originale. È cosi che la Russia zarista, pur restando refrattaria alle istituzioni politiche moderne ha subito una trasformazione economia profonda nel senso capitalistico. La rivoluzione russa avverrà in uno stato avanzato del periodo capitalistico in cui la differenziazione delle classi sooial i ed il loro antagonismo hanno raggiunto un grado 1cono1ciuto n~lle rivoluzioni anteriori. Un'altra particolarità che in Russia dovrà far pendere la bilancia dalla parte del proletariato è il livello politico baui1sk10 della borghosia russa, Infine i rappresentanti delle professioni liberali forniacono numerosi aderenti al partito socialista. Si può razionalmente ammettersi - o sarebbe anzi da augurarselo - che sotto l'influenza dei disastri della guerra e sotto l'influenza della crisi rivoluzionaria la borghesia industriale e commerciante si distacchi dall' autocrazia schierandosi tra i propugnatori di libertà: Ma è certo che nè queste, nè la nobiltà liberale riunite possono controbilanciare lo sforzo rivoluzionario del proletariato aiutato dalla democrazia radicale. Riassumendo; al· contrario delle rivoluzionai &nteriori in cui il proletariato noi, è stato che l'au1iliario, spe11so la carne da barricate, della. borghesia, nella rivoluzione russa è euo che con azione auto,wma di classe si è già affermato come forza principale e dec:siva della rivoluzione. E cosi oltre le rivendicazioni politiche di un regime democ1·atico, tutte le rivendicazioni operaie - come dal contenuto della Petizione dei diritti presentato al Palazzo d'inverno - si trovano al primo piano della rivoluzione, suggellate e santificate dal saogue operaio sparso a flotti. La Domenica di sa·riyue ha rotto - come disse Gapon - il legame morale tra popolo e czar. Lo czar assassino degli operai i, ha ucciso, secondo le parole di Anatole France, lo czar e lo czarismo. Guardandolo da vicin0, specie dopo la domenica sanguino8a lo czarismo non è più uo govel'llo, È una camerilla, o meglio, una rarnorra (l ), stretta intorno alla canaglia di corte con l'assassino col'Onato alla testa, una banda di malfattori che ha perduto il contatto rnor,de con non importa quale claue della :iOcietà. Si spiega così l'informazione significativa d'un giornale france so sulla l'enuria dell'alto pe,·sona le a Pietroburgo. I mendicanti di prebende e di onori hanno all' imp1·ovviso perduto ogni gusto per il potere e per gli onori. Poichè ouòri e poter-, sono macchiati del sangue innocente di cento m&rtiri e questo sangLte gl'ida vendetta. È sarà vendicato nella e colla Rivoluzione. (Le Mou-vement Socialiste, 1° febl,raio). ♦ Andrl Mater: ltlvolnzione legale o La Francia uel 1789 e la H.ussta nel 1905. - Si sono fatti vari paragoni tra la Francia del 1789 e la Russia del 1905 quasi per iscoraggiare le vittime dell'autocrazia. Tra le condizioni dei due paesi c'è una differenza, elle ancora non è stata notata; ed è queEta: l' asp~tto che dettero alla rivoluzione fran• cese e ai lavori p1•tiparatori della sua opera legislativa le sottigliezze e gli artiflzii dei filosofi, dei giurist.i e dei teologi, che vi lavorarono. Gl' intellettuali del 1789 avevano l'arte ingannatrice, ma preziosa dì presentare le novità in maniera da non spaventare o almeno di non umiliare i poteri, che dovevano soffrirne. E questo metodo servì loro specialmente per la rivendicazione fo11damentale o iniziale, la rivendicazione del diritto di consentire l'imposta. Quando nel 1789 i deputatl del terzo Stato vollero prendere la parte di un assemblea nazionale, cercarono un pretesto per continare e prolungare la loro sessione, al bisogno malgrado il Re, e dicbiararon, il 17 Giugno: "L'Assemblea Nazionale consente provviso,·iamente che le imposte e contribuziom quantunque illegalmente stabilite e percepite, continuino ad essere levate sino al giorno in cui l'assemblea si separerà. PaHato il detto giorno, l'Assemblea intende e decreta che ogni esazione d'imposta e contribuzioni di ogni natura non accor• data formalmente e liberamente dall'Assemblea, ceHarà interamente in tntte le provincie del Regno ,,. La dichiarazione era gravissima; ma aveva i suoi precedenti analoghi negli atti (lel Parlamento di Parigi nel secolo XVIII. Il Parlamento mostrava di considerare come carte costituzionali le capitolaiioni delle provincie, cioè i trattati di pace che re avevano sottoscritto quando le avevano aunesse al regno. (l) Te1tuale dell' Au.tore. (N. d. T.)

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