136 RIVISTA POPOLARE rivendicazione del diritto privato, diventerebbe imposaibile la stessa convivenza. Si andrebbe iu allora all'assurdo. È quindi evidente che l'opinione pubblica dell'intera Nazione deve stringersi in modo serrato e concorde contro la condotta attuale dei ferrovieri, finchè le menti loro si siano snebbiate da illusioni fallaci e siasi in essi 1·estituito il sentimento della disciplina e del dovere, L'ostruzionismo attuale, e peggio ancora lo sciopero che ne 1 •uò essere la conseguenza, non trovano inoltre _la loro giusti1 icazione nelle circostanze in cui avvengono. Lo Stato ha già accordato ai fe~rovieri notevoli benefici economici colla legge e' el 1902 ed ebbe ragione l'on. Tedesco, ministro dei lavori J ,uhblici, di ricordare alla Camera, che tali concessibni, per •:onfessione dello stesso on. Turati, rappresentante dei ferrovieri, auperavano di già le proposte dell'inchiesta Gagliardo, che per tanti anni formarono l'aspirazione massima della classe ferroviaria. Il Governo si preparava ora a far votare dalla Camera nuovi milioni a carico dei contribuenti; che non sono ricchi, ed a favore dei ferrovieri, secondo le proposte contenute nel disegno di legge sull'esercizio di Stato. Oltre di ciò il Ministero ha pure presentato numerose e complesse disposizioni che sanciscono l'arbitrato fra l'azienda ferroviaria ed i suoi agenti, che venivano così ad avere una tutela giuridica e morale a loro vantaggio. E fu atto di vero sfregio verso il Parlamento che i forrovieri hanno compiuto, applicando l'ostruzionismo e ri- ::orrendo all'indisciplina molto prima che la Camera potesse iWendere alcuna deliberazione. (Nuove Antologia, 1° Marzo). ♦ f. Combes: La politica rellg·iosa della Francia.- La ; .,litica r~ligiosa segnita da me in Francia per due anni di spi :t ~eva alquanto ad una parte del part,~to liberale inglese e non sia equamente apprezzata al di là della Manica; parche non si ; eneva conto della differente situazione politica dei due paesi e d 3Jle necessità dei rispettivi governi. In lnghil terra la Chiesa s~a nei suoi contini; in Francia la Chiesa cattolica combatte vigorosamente la legislazione ci vile ogni volta che questa ace 3nna ad emanciparsi dalla dottrina teocratica. La lotta sul Concordato in Francia era divenuta inevitabile pel fatto che la Chiesa lo voleva rispettare quando le giovava; _ma non voi wa saperne degli obblighi che eBSo le imponeva. · Tale lotta cominciò sin dal settennato di Mac Mahon, quando Gambetta denunciò il pericolo colla frase. celebre: Le clericalisme: voilà_ l'ennemi ! Tutti i suoi discepoli hanno cercato di seguirlo nello scopo•di emancipare la società civile dall'in.tluenza <:lericale relegando il prete nel Tempio, come nel solo dominio, che gli appartenga. Ma l'impresa non era facile perchè c'era la legislazione da riformare e nuovi costumi da stabilire. Jule11 Ferry l'iniziò coll'articolo 7 della legge che laicizzò lo insegnament0 nelh, scuole pubbliche. La Chiesa allora ·si rifugiò nell'insegnamento libero e fece una concorrenza vittoriosa allo f~ato~ Era urgente perciò il provvede1·e; e Waldeck Rou111eau dichiarò che se si tardava dieci anni non si· sa~ebbe stato ;-iit in tempo per comba.ttere il clericalismo. !,a. r,~publ,lica deve viva riconoscenza a Waldeck-Rousseau che ·J .munzjò il pericolo e la salvò <lal complotto nazionalista col procesao innanzi all'Alta Corte, colla legge sulle associa- :4i .>ni, entrambi illustrati eloquentemente nel auo famoso discorso di Tolosa. Il mio migliore titolo di onore e quello di e111ere stato il suo discepolo e il suo continuatore; la mia politica è stata la sua, quale la delineò nell'accennato discorso. Riconosco, però, che nell'applicazione sono andato sindove forse Waldeck-Roussea non sarebbe arrivato se si deve giudicare delle sue intenzioui dal discorso al Senato Ma egli conosceva i miei sentimenti quando mi designò Capo dello Stato come suo erede. Del 1·esto la maggioranza repubblicana non intendeva che la legge sulle congregazioni fosse una legge di semp.lice controllo, ma voleva che fosse realmente una legge di combattimento contro gli ordini religiosi predicanti, insegnanti e commercianti, che usurpavano le funzioni altrui; la maggioranza perciò la considerava come una vera legge di difesa sociale. In quanto alla separazione e alla denunzia del Concordato aina al 1901 ritenni prematura la misura; ma gli avvenimenti s'incaricarono di affrettarla. Gl'incidenti provocati dalla visita di Loubet al Re d'Italia e il viaggio dei vescovi di Lavai e di Digione a Roma segnarono la fine di uno stato di cose, che non poteva più durare. In quanto agli attacchi,_ cui sono stato fatto segno non me ne curo perchè il tempo mi darà ragione: repubblicano ardente io non ho lavorato che per la prosperità della repubblica e sono lieto che il governo sia nelle mani di persone che continueranno l'opera mia. (Nat-ional I-leview, marzo). ♦ Wilhelm Bohmert: Diminuzione delle nascite. - Sino a pochi anni fa si discuteva ancora se realmente le nascite in Germania fossero in decrescenza. Specialmente i maltusiani cioe coloro che hauno sempre davanti lo spettro del1' eccesso di popolazione, negav.ano. Ma ecco che cosa dicono le cifre d1;:imatrimonii e delle nascite nel 1878 e nel 1902. Su 1000 abitanti si ebbero : NASCITE 1878 1902 MA'IRIMONII 1878 1902 Pi·ussia occidentale 46,4 42,6 8,4 7,3 Posen. · 46,7 43,0 8,1 7,2 Berlino . 42,9 26,4 9, 7 9, 9 Hannover . 34,9 32,7 7,9 7,8 Hesirnn-Nassau 36,7 32,6 7,5 8,6 Provincia renana 40,4 38,i 7,2 8,0 Prussia 40,3 36,7 7,8 8,0 Baviera 41,8 38,0 7,3 7,5 Sassonia 44,0 36,9 8,5 8,1 Baden. 39,2 35,2 7,0 7,8 B1·ema 39,0 32,0 8,1 9,5 Amburgo . 39,6 28,4 10,0 8,4 Alsazia Lorena 35,9 31,l 6,6 7,4 Impero • 40,4 36,2 7,7 7,9 Queste cifre mostrano la complessità del fenomeno. Nelle provincie " Prussia occidentale , , e Posen, i paesi della grande proprietà fidecommissaria, le nascite hanno diminuito di poco e la diminuzione e anzi rimasta addietro a quella dei matrimonii. Dal 1892 in qua poi, comtl risulta da altri dati, si ha anzi un not,wole aumento delle nascite, malgrado i trattati ìibHisti di Caprivi. Tutt'altro è il caso del resto della Germania. Dappertutto (ad eccezione della Sasaonia e di Amburgo) abbiamo avuto un aumento dei matrimonii e per contro le nascite, senza eccezione, - più lentamente nelle regioni campestri a piccola proprietà, più rapidam1;:ute nelle città e nei distretti industriali - sono d.iminuite. L'estensione e la regolarità del fenomeno indicano trattarsi dappertutto di uguali cau s1;: non transitorie. Una conferma l'abbiamo già nelle cifre per il 1903 sinora pubblicate che danno una nuova forte diminuzione delle nascite in P1 ussia da 36,7 a 36,8 per mille abitanti. E per questa diminuzione non vale alcuna delle spiegazioni che valevano per quelle d' altre periodi, giacchè nel 1903, non si ebbero nè commozioni sociali, nè carestie, nè pestilenza, nè guerra. Non fu economicamente uno degli anni più favor~voli, ma fu migliore del 1901 e del 1902, gli anni della crisi. Una diminuzione di tal forza nou la n'ebbe durante tutto il secolo scorso che negli anni 1848 e 1871, anni di avvenimenti eccez10nali come ognun sa. Dato ciò 11.onvi può esser dubbio che nei p1·ossimi anni noi avremo una diminuzione nella eccedenza della popolazione. Sinora, malgrado la decrescenza delle nascite, non vi è decrescenza nell'aumento della popolazione, perchè la mortalità è diminuità molto più di quanto siano din.inuite le nascite. Iu alcune parti della Germani a, ad esemp10 in alcune provincie del nord-ovest, la mortalità da 25 anni in qua, secondo le cifre della statistica imperiale, è diminuita di un quarto. Fatto lieto, tanto più per riferirsi in buona parte alla mortalità infantile, questa vergogna della civiltà tedesca. Ma disgraziatamente la cifra della mortalità ha certi limiti nel Jecrescere che la cifra della natatità nòn ha. Contro la morte non si può nulla, le nascite si possono impedire. E se la cifra Jei morti, malgrado tutti i progressi dell'igiene, non potrà discendure ancora di molto, quella delle nascite potrà ancora scendere moltiasimo. Ce lo indicano le cifre delle grandi città.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==