RIVISTA POPOLARE 135 di 6.800.000; quello dcll' ìndustria e del Commercio di 8 milioni, in guisa che il concetto (:'rroneo è stato l'opposto: avere delle arrnatè apparentemente forti , ma irrisorie , e manteuere la Nazione nello Stato di povertà. Si avrà ora il coraggio di cambiare strada? So si , si potrà parlare sul serio di risorgi mento dell'agricoltura nost_ra, di ricchezza aumentata, di finanta ricostituita. Se no , è iuutile venirci a parlare di riforma agraria e di questioni meridionali. ' D.R A. V ACIRCA li lii lii li li I li llll 111111111111111 1 111111111111111 Il lii 11111 Il lii li I li I li li li li I li li I li li I 1'1VIST A [)ELLE 1'1VISTE -----i,{8----- Maggiorino Ferraris: I progetti fer1·oviarii. - Il Governo ha presentato aJJa Camera dei deputati tre disegni di legge par l'assetto del problema ferroviario. L'importanza di questi tlisegni di legge non ha d'uopo di essere posta in rilievo. Essi propongono l'esercizio governativo per tutte le linee che sono proprietà dello Stato e pongono cosi termine, col 1° luglio 1905, all'infelice regime dello Convenzioni. Antichi fautori deffesercizio di Stato. noi non possiamo a meno di aderire al principio informatore delle proposte del Governo e siamo lieti che l'Italia -.i avvii finalmente verso quell'assetto ferroviario, che solo può assicurare il progresso dell'P,conomia nazionale. È un grande passo che l'Italia l!ta facendo sulla giusta via ed è necessario che l'opinione pubblica si affermi in modo deciso. Ma è possibile che per il maggio la Camera ed il Senato possano discutere ed approvare in tempo tutto il complesso delle disposizioni contenute nei varii disegni di legge f E d'altra parte come si fa ad iniziare in modo soddisfacente l'eaercizio di Stato col I O luglio, se esso non i' votato almeno due mesi prima f Urge quindi, a nostro avviso; cbe il Gove1·no, d'accordo colla Commissione eletta dagli uffici, scinda iu due parti il progetto relativo all'esercizio di Stato. La prima parte, composta di pochissimi articoli, che sancisca l'esercizio di Stato e dia i poteri provvisori i necessari, deve approvarsi subito. Essa dovrebbe venir discussa ed approvata entro il marzo, affinchè lo Stato possa col 1° luglio fare un eser( izio buono, il che sarà più facile, se dall'aprile in poi è già in condizione di predi11po1·re tutti gli atti preparatorii. Confidiamo che il Governo senta nettamente le responsabilità a cui va incontro. Non si lasci illudere da coloro che desid.,rano condurre le cose in modo da rendere impossibile o disastroso l'esercizio di Stato, per dimostrare che il Governo non ha la capacità di esercitare le linee in Italia. In un problema di tanta importanza non ci vogliono nè esitanze nè impreparazioni: ma un indirizzo fer,no e chiaro che dev'essere applicato colla massima rapidità d'esecuzione. Abbiamo del .tempo innanzi a noi: non sciupia_molo inutilmente. Sarà tanto di guadagnato. Appena votato per legge l'esercizio di Stato, potremo con animo calmo e sereno provvedere alle sue modalità. Ci riserbiamo quindi di esaminare più tardi le varie proposte del Ministero. che esigono la maggiore ponderazione. e forse non pochi emendamenti. Come prima impressione, diremo, che si ebbe in mira un ordinamento troppo simmetrico e sistematico mentre da principio bisogna procedere con i minimi mutamenti possibili, per non creare nuove difficoltà oltre quelle già inerenti al passaggio di amministrazione, Meritano pure uno studio speciale le disposizioni relative all'assetto delle linee ed all'acquisto di materiale mobile: ma l'impressione g13nerale è che esse siano insufficienti come stanziamenti e poco organiche nella loro parte finanziaria. Il p1·oblema dell'esercizio intanto viene compilato dalle agitazioni dei ferrovieri che da lungo tempo travagliano l'Italia e che hanno finito per annoiare anche non pochi dei fautori ed amici dei ferrovieri e per cuudurrd a veri eccesai, coll'o· str.uzionismo nel servizio, incomincialo la sera di sabato 25. I ferrovieri, adottando una maliziosa interpretazione ed applicazione dei regolamenti, banno intenzionalmente ritardato ed intralciato il servizio ferroviario, resa neceBBaria la soppressione di molti treni-passeggieri e quasi arrestato il servizio delle merci. È evidente che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio atto di indisciplina e ad una rottura del contratto di lavoro che giuridicamente esi~te tra le Ferrovie ed i suoi agenti. Di fronte a questa situa~ione di cose, la condotta del Govrno e segnatamente le dichiarazioni di esso fatte alla Camera il· 27 scorso, parvero cosi fiacche ed inadeguate da non riscuotere l'approzione di alcuna parte nè di alcun deputato. Da un lato, noi teniamo che tra i ferrovieri predominino in grande numero gli illusi e gli esaltati, i quali non si avveggono che le loro agitazioni non incontrano la simpatia della grandissima maggioranza del Parlamento e del Paese. Abbiamo sempre riconosciuto che nella classe dei ferrovieri esistono delle miserie che bi11ognalenire e delle sofferenze economiche alle quali giova porre rimedio, a misura che migliorano le condizioni del bilancio e del paese. Ma i ferrovieri, benchè lealmente avvel'titi dai deputati socialisti, non ai sono accorti, che colle loro inconsulte agitazioni spostavano i termini del problema a tutto loro danno. Ora non si tratta più di un problema economico di una classe più o meno bisognosa, ma di una questione politica fondamentale: se cioè il personale ferroviario sia al servizio dello Stato e del paese o se invece lo Stato ed il paese siano in balia dei ferrovieri I Ponendo il problema in tali termini, i ferrovieri lo hanno evidentemente risolto contro se stessi, perché le manifestazioni della Camera e del paese non lasciano dubhio alcuno che non sono disposi i a tollerare veruna sopraffazione. Causa occasionale all'indisciplina dei ferrovieri fu la presentazione dell'articolo 7l del progetto di legge sull'esercizio di Stato, in cui è comminata la pena della detenzione fino ad un anno e dolla destituzione per i capi ed organizzatori di scioperi nelle ferrovie e sono stabilite delle disposizioni disciplinari per il personale cho::vi prenda parte. Si può discutere se alle sanzioni penali non basti 11ostituire delle sanzioni civili. quali la destituzione, e se invece di una legge speciale pe1· i ferl'ovieri non giovi pl'Ovvedere a disposizioni d'ordine generale per tutti i pubblici servizi. Ma sono questi dei puuti eecondarii intorno ai quali sarà facile proporre delle soluzioni adeguate. Ciò che occorre è di non perdere di mira la questione fondamentale: che cioè il diritto di sciopero non .é ammiesibile nei pubblici servizi. Questo è il punto ben chiaro che l'opinione pubblica deve aver presente e @ovr'esso è necessario che non si lasci fuorviar~ da argomentazioni speciose. Non siamo amici tiepidi delle pubbllche libertà, e lo abbiamo prov.ato nella campagna vigorosa che di mese in mese abbiamo condotto in queste pagine contro i provvedimenti politici reazionari. Ma appunto perchè qui vi è la difesa delle libertà pubbliche contro delle minoranze di esaltati o di agitatori, rite'niaino necessario che i termini del problema siano bene chiariti. Quando pochi o molti operai, addetti a servizi indispensabili alla collettività civile, tentano con ogni specie di violenza di assicurarsi dei benefizi individuali, i.ntercettando i mezzi necessarii alla società intera, essi si pongono evidentemente al di fuori di ogni legge sociale e morale, e contro di essi deve avere pieno vigore il diritto collettivo della ·società di difendersi contro coloro che attentano alle sue funzioni ed alia sua esistenza. Nessuno infatti può considerare sotto un medeeimo aspetto il diritto di sciopero nelle contese d'ordine privato ed in quelle d'ordine pubblico. Nel primo caso, sono due interessi privati che si trovano di fronte: quello dell'imprenditore e quello dell'operaio Que■ti è libero di scioperare, come il capitalista può licenziare il suo operaio, e tutto si risolve in una liquidazione di danni ed interessi, nel solo caso m cui vi sia stata lesione di contratto dall'una o dall'altra parte. Ma in un se1•vizio pubblico, vi è da un lato un ristretto interesse, sia pure legittimo, e dall'altro non solo l'interesse ma il diritto dell'inte1·a collettività: e se dovesse prevalere in ogni caso l'azione violenta intesa alla
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