114 RIVISTA POPOLARI.'.. « non angusto e farisaico della parola , non può « rappresenta.re il desiderabile, specie a confronto « di un largo sviluppo dell' economia nazionale, « che elevi il -~enore di vita di tutta la popola- •· zione e affretti anche pel nostro paese la para- « bola del capitalismo. » Se q nesta sedizione - di cui si ha avuto i I saggio più clamoroso nell' ost1·uzionismo ferroviario - non è desidera.bile sotto alcun punto di vista , si dovrebbe supporre che l'evoluzionista Oiccotti mi avrebbe dato aiuto per combatterla. Niente affatto · egli mette al servizio della non desiderabile sedizione tutto il suo ingegno e tutta la sua dottrina solo pérchè essa in sostanza giova al partito socialista.... N. O. Nota. - Un ,1 vvi so dell'Avanti! ed una lettera di Ciccott i al Direttore dt:Jlla P,·opaganda, annuuziano una risposta che si proclama e.w·1,1riente. La 1·isposta porta la data del 3 marzo e non potè ancora essere pttbblicata per mancanza di spazio, rneutre lo spazio si è trovato per le sciocchezze di Branconi e per le divagazioni di Nix sulle imposture religiose. Ma questo non mi riguard,i. L' esauriellle l'isposta. che dichiaro di attendere con viva curiosità, se d~vo gi udi cada della lettera alla Propaga1.cla dev'essere cosa . che pe1· lo meno mi permetto di qualificare molto allegra. F,-gli infatti si perme.tte di affe1:mare che_io n~m ho contraddetto, 'rrta ho defot 111 ato il suo sot·itto. E poi aggiunge: Questo riporto re un br _\llo staccato : e quasi che ciò non bastasu, da,;•1,e poi la, JJfl,•afrasi e la perifrasi ad usum delph·ini, rni 7Jerdcni l'amico Culajanni, non è polemica: è logogrifo, é 1·0 ,npicapo, è tutto fuorohè polemica. 01· bene su q11esto punto b.o da dare una risposta assai semplice. Da devoto disce 1 1olo di Alberto Mario non mi permett 1) mai stacca1·e ur, b ·arw dello scritto di un avversario per confutarlo; riproduco lungamente, integralfnente-, senza riassumere. Così ho fatto in questo caso. Ho riprodotto integralmente - chiedendo scusa ai lettori della lunghezza della citazione - tutta, tutta la parte dello scritto del Ciccotti, in cui ha < ercato di rilevare l'utilità, che al paese può venire ,Laila sedizio1,e; e la s11a tesi, che in Jlarte è quella del Cabiati e che era stata la mia. siuo a tanto che non oltrepassava quella linea, al di là della quale c'è lo sfacelo dello Stato e il danno economico della Società, ho oppugnato. I miei argomenti sono quel che sono: p0tranno sembrare buoni o sbagliati, secondo i gusti ; ma né a Ciccotti n~ a cento altri è lecito di accusarmi di slealtà mentre io quotidianamente dò la prova, ad amici e ad avversarii, della correttezza cui non si dovrehhe veni1· mai meno nelle polemiche. Mi si può accusare di soverchia vivacità, o ct· ignoranza; ma non di slealtà. Ettore Ciccotti, proprio come un qualsiasi Branconi ha dovuto rispondermi senza leggere l'articolo del 15 Febbraio in cui ho riprodotto integralmer,te il suo pensiero; pe1ciò mi limito ad osser·vare che la sua può essere polemica, logogrifo, rompicapo; può essere tutto meno che L\ verità. ♦ La tragedia russ~. - Non è individualo ; meno male se fosse tale! E tragedia di un in t,ero popolo, anzi di molti popoli riuniti insieme dalla politica più tirannica e più anacronistica, che dura e durerà fol'se per molti anni ancora, per la persis~enza di quelle coudizioni, che sono state altre volte qm stesso ennmnate. La tragedia non presenta , nità di ambiente, nè di episod·i ed è duplice nelle sue corp.plesse manifestazioni. Nell'Estremo Oriente, nei campi del la Manciuria o-e- ~ lida, si combatte in battaglie ordinate tra nemici di razze diverse ed appartenenti a stat.i diversi. Ed ivi la morte miete inesorabilmente migliaia e migliaia di vite umane in ogni giorno e tra i russi e tra i giapponesi. Ma ai .giapponesi resta la gloria della vittoria, e la speranza di compensi materiali fnturi , che godranno i rimasti e i discendenti. Ai rusdi invece tocca lo sconforto delle continuate, incalzanti, terribili disfatte non ostante il valore Apìegato e la fatalistica resistenza cLe oppongono ad un nemico che sì fa avanti lentamente ma continuamente (1). Nell'occidente dell'Iwpero rugge tremenda la rivolta, che porta seco la morte, la distruzione, l'incertezza, il (1) Questo stelloncino era composto prima che arrivasse la notizia dell'immane, irl'eparnhile sconfitta di Mukden, che costringerà alla pace Nicola il pacifi,oo, che sarà meglio chiama1·e l'assassino inooscie ~te. disordine, ma non contiene nel suo seno i germi del balsamo riparatore, che una vera rivoluzione suole apportara. Sicchè si hanno tutti gli enormi danni e tutte le angoscie di una rivoluzione; nessuno dei suoi be nefizi, nessuna delle sue gioie ristoratrici. Quale sia più terribile per la vita e per l'avvenire della Russia tra le due tragedie nessuno sa 6 può dire. Ad esse intanto sovrastano, come il fato antico, lo Ozar, la Oliiesa Ortodossa, la 0Jrte, la burocrazia - tutto quello insieme scellerato che costituisce l'autocrazia e che, pur troppo, difficilmente potrà essere spaz• zato dalla esplosione di dieci o di cento bombe vendicRtrici. In questo insieme, in questo organismo maledetto dell'antocrazia, chi suscita la sensazio1ie indescrivibile ch'è un misto di pietà , di disgusto e di orrore è lo Czar la cui intelligenza e la cui energia volitiva stanno al di sotto di quelle di un fanciullo nato da ammalati e pervertito dall'educazione. Egli è cosi che ieri ipnotizzato da Pobiedonotzseff, il maledetto procuratore del Santo Sinodo, emanava un ukase tutto ispirato dalla credenza nel diritto assoluto, eterno, immutabile dell'autocrazia; oggi, impaurito dalle parole di Yermoloff, di Witte e forse di qualche altro ministro, muta lingnaggio con una rapidità e facilità da operetta offembacchiana e con un altro nkase ordina la elargizione di una Costituzione, invoca le elezioni dello Zemki sobor e mostra l'intenzione di voler· fare entrare l'impero nell'orbita degli Stati civili a regime rappresentativo. Ma chi può affidarsi alle manifestazioni contraddittorie di un essere degenerato, che va incontro alla rovina con incoscienza insuperata nella storia? E questo folle morale l;ltaa capo di un grande impero; e da lui dipendono le sorti di 140 milioni di uomini! Quaudo nel 1772 si procedette alla spartizione della povera Polonia l'atto iniqnio si tentò giustificare collo spettacolo di anarchia inguaribile che dava il regno di Sobiensky da vari anni Ma con quale maggior diritto .oggi non si potrebbe iutervenire nelle cose interne della Russia in nou1e dei principi di umanità e di civiltà? Per fortuna dell'a11tocrazia e per disgrazia dei popoli, però, gli Stati limi trofi che dovrebbero e potrebbero applicare il p1·incipio d'inte1·vento, come lo in tendeva Giuseppe Mazzini , temono di quelle stesse cose, di cui teme lo Czar: della libertà! ♦ I repubblicani e la sedizione ferroviaria. Rettorica poggiata sul falso. - Memori delle parole scultorie, che riproduciamo in alt:.ro stelloncino , colle quali Ettore Oiccotti q nalificò il movimento di tutti i funzionari - e i ferrovieri ci tengono ad essere considerati .... (negli utili) come pubblici funzionari- chiamiamo sedizione ferrovimia l'attuale movimento cbe condusse al detestabile ostruzionismo, che cessò per l'avvenuta crisi mini~teriale alla vigilia di trasformarsi in i:::;3iopero; e lo consideriamo come sedizione qnantunque sicuri di provocare gli sdegni più o meno disinteres~ati e spontanei dei socialisti, che non vorranno ricordarsi della paternità della frase. Esaminiamo ora l'attitudine dei repubblicani verso tale 8edizìone. E' nota r1 nella del gruppo parlamenta1·e repubblicano , che bia"limò francamente l'ostruzionismo , pur dichiarnndosi dPciso a difendere la libertà di sciopero, di a~::;ociazioneecc. Il gruppo parlamentare, di cui fu interpetre a11torevole e simpatico in una interrogazione svolta ~dia CamBra l' on. Comandini, si rese ragione della. nat·1ra intrinseca del movimento dei ferrovieri e non esitò nella ::;ua riunione di fara il proprio dovere ispirandosi all'interesse dello Stato e della collettività superiore a tutte le quistioni secondarie di partiti politici e di forme di governo. Ma il gruppo parlamentare non è tutto il partito
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