128 R l V l S ·r A P O PO LA R E e l' oro-anizzazione del lavoro sono cammino accelerato o verso il sao predomino anche sulla. forza del capitale. Pjuttosto potremo noi vedere in q nale maniera è svolta tale oro·anizzazione del lavoro, ed io che l'andrò ~ a studiare fra qualche giorno nella valle del Ruhr e nelle miniere e fabbriche Krupp, ne darò ragguagli in successi vi articoli 1 che offrirò ai lettori di questa rivista.· Hamburg, febbraio 1905. EDGARDO ROSA 11111 UIII 11'111111111111111111 Cl 1 Il 11111111111 Il li I lii I li 11111111111111 Il 1111 IIIIIUI 11111 Il segrreto pttofessionaldeel giottnalista ----~---- La stretta relazione fra la sumpa e la pubblica opinione è stata riconosciuta ·cosi presto dagli scrittori di diritto costituzion;ile e dagli uomini politici che è stato detto, a ragione, non essere possibile una opinione pubblica senza la stampa. L'influenza reciproca che passa fra l'una e l'altra fu constatata già nella storia di Lutero, che, con abilità rara, intuì b forza della stampa e se ne servì come arma preziosissima, atta non solo a imbrigliare e dirigere l'opinione pubblica, ma anche ad influire su di essa in modo aa crearb. La opinione pubblica, rappresentando il maggior fatto psichico sociale, cinta di fulgid?. di.1dema, ove s'ingemmano le più nobili imprese di popoli e cittadini, ossequiata e temuta per la sua potenza, trova ogni dì più nel giornale la sua eco, giusta e severa giudicatrice d'ogni azione suscettibile del pubblico controllo. Il giornale è oggi divenuto il tramite che unisce le iorze disperse e le indirizza a uno scopo: esso intima alle coscienze dubitose di non uscire dalla buona via e ve le riconduce se sviano; esso insegue i malfattori anche quando sono in alto, come fece Cava.llotti con Crispi, come fece il Secolo con Pe11oux e complici, come ha fatto e fa l'Avanti I con i << succhioni >> delle pubbliche amministrazioni. Esso, ormai, è vita, è scuola; e ben a ragione, il vecchio e valoroso pubblicista, on. Romussi nel solenne comizio contro il sequestro preventivo dei giornali, in Milano, il 4 settembre, rammentò che Napoleone I soleva dire che temeva più quattro giornali che ~n esercito di centomila soldati. Non è vero che il giornale sia una cronistoria, soltanto, come dicono alcuni; non è, come molti asseriscono, se letterario un fabbricatore di ·fama, se politico un dispensatore di portafogli, se sociale una consorteria di arruffapopoli, se scientifico un rancidume sempre pronto, pero, a dilaniare la fama altrui, sempre desto a lanciare il discredito sulla repuuzione dei cittadini. Sono in errore i primì, perchè il giornale oltre la cronaca porta la voce della opinione pubblica e, talora, anche la crea; sono in piena esagerazione i secondi, in quanto sarebbe vano e sciocco esigere nel giornalismo la perfezione assoluta che non si pu6 avere, come non si avrà mai, in nessun ente e in nessun uomo. Or accade che il giornalista facendo compiere al giornale la missione che abbiamo voluto ri1·hiamare, per le conclusioni a cui verremo; esercitando, cioè, la libera censura per tenere sveglia nelle autorita la coscienza del dovere, facendosi vin dice dei pt: - cipii di liberta e giustizia o in complesso neil'esercizio che· embrasse l'esca,nen des tous lesactes du pouvoir quels qu' en soient les gents responsables, come disse il ministro Persis, in Francia, il 1. settembre 1839, riceve in segreto delle confidenze e conosce delle circostanze in rapporto a disonestà di pubblici amministratori. La questione s'egli, in tal caso, possa essere dispensato dallo svelare anche alla gi usti zia la fonte di quanto ha saputo è stata sollevata nel n~to processo Bettola-Ferri-« Avanti ! » a proposito del testimone Lanza, ex direttore del Corriere :Jv(,ercantile di Genova. L'associazione milanese dei giornalisti, protestando contro il Tribunale di Roma, che negava con la sua ordinanza la garanzia del segreto professionale ai giornalisti, approvava allora il seguente ordine del giorno: « Rilevando che nel. dibattimento in corso su querela del!' on. Bettolo contro l' on. Ferri. ed il giornale l'Avanti !1 il Tribunale di Roma emetteva un'ordinanza con la quale si nega ai giornalisti la garanzia del segreto profess:onale ammessa dalle leggi in vigore; che tale ordinanza viene ad offendere h dignità del giornalista, abbassandone il livello di fronte aUe altre professioni; protesta contro ìa imerpretazione di una disposizione del cod. proc. pen. data dal tribunale di Roma, interpretazione non rispondente alla necessità ed allefunzioni del giornalismo; invita i Deputati giornalisti a farsi alla Camera l'eco di tale protesta ed a prestare, occorrendo, un opportuno disegno di legge che garantisca per l'avvenire i giornalisti contro simili arbitri >>. Contro siffatto ordine del giorno ci duole che primo ad elevare I.a voce fosse precisamente un giornalista, l'egregio A. G. Bianchi, sull'Idea Liberale (fase. 1-27 dic. 1903) cou un articolo nel quale, nel modo più reciso, dissente dai suoi colleghi. L' Alberici, giudice al tribunale di Milano, ebbe pur egli poco dopo ad occuparsi della questione si importante e capitale pei giornalisti, in :JvConitore dei Tribunali (13 febbr. 1904), arrivando ad una soluzione affatto negativa del segreto professionale, invocato dall'Associazione milanese. L' Alberici crede che contro il vincolo del segreto professionale del giornalista stia la ìettera non meno che lo spirito _della legge. E' l'indole della confidenza che, secondo lui, dev'essere stato l'effetto Ji fiducia necessaria, che spiega e giustifica la dispo..:. sizione dell'art. 288 p. p. e che non trova applicazione nel caso del giornalista, perchè giornalismo e segreto sono due termini che si elidono (1 ). Il prof. Napodano dell'Università di Pisa, nella 'RJvista penale (anno 1904, marzo) arrivò invece ad una soluzione positiva. Egli posta la questione nei termini: - h:1 il giornalista alcune competenze professionali, per le quali pu6 divenire depositario d'un segreto, la cui violazione possa cagionare nocumento? - divide il lungo ed elaborato suo articolo in due parti. Nella prima come nella seconda s'intrattiene, con cu.ra, tanto di fronte alla legislazione straniera e alla legislazione italiana precedente al codice del1'89 quanto di fronte alla legislazione vigente sul segreto professionale, in genere, per arrivare alla conchiusione che pure il giornalista, a vendo nell'esercizio della sua professione « OCCélSioni frequenti di acquistare (1) Cfr. nota bibliografica in 'RJ,vi5tapenale, vol. LIX, fascicolo 4, pag. 18 I.
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