l:ZIVISTA POPOLARE 125 alla solidarietà generale per questioni che importassero risoluzioni di principii generali, certamente si procederebbe assai più misuramente nelle domande. E cosi, per la forma più civile e meno inconsapevole d' agitazione , sicuri di non urtare nella potenza coadiutrice di vittoria che è l' opinione pubblica; nè provocando misure _reazionarie (sempre legittimate dai governanti per la loro preoccupazione d'eccessive agitazioni di masse non educate alle possibilità, dell' attuale stato dell' economia sociale ( ubbria.che, invece di presunte forze invincibili), si riuscirebbe, io credo, assai più facilmente alle vaticinate vittorie ! ♦ Però se quanto ho sopra detto è il mio pensiero relativo ai ferrovieri ed alle loro questioni, prima della presentazione del progetto Tedesco sull' esercizio di Stato delle strade ferrate italiane, ben altro esso è dopo tale presentazione. Voglio ammirare quel governo che vigila attentamente ed opera saggiamente· per la tutela dell'ordine pubblico e degli interessi generali della nazione; posso anche lodarlo se studiasi di togliere le possibilità (si badi) di scioperi ferroviari, ciò per l'-impÒrtanza assunta dall'industria dei trasporti nella nostra società, e per lo stato d'aniLno della massa addetta a tale servizio puhblico (stato d'animo che la fa farneticare per le più ardi te pretese e la_tiene sempre disposta alla più disperata resistenza) ; ma da ciò a rassegnarmi alla enorme usurpazione, tentata dal ministro Tedesco, dei dintti conquistati alla civiltà con più secoli di lotte gìoriose, sia pnre a prezzo della concessa regolarizzazione e degli altri benefici, ci corre assai! Fui, è vero, fra quei pochi che avrebbero desiderato di stare ancora con l'arma al piede, pronto ad agirò qualora il liberticida. progetto, nono:3tante la lotta ad oltranza che avrebbe ingaggiata, a difesa della libertà, tutta l'Estrema, nella quale ho ancora piena fidr1cia, fosse per diventare legge dello Stato. Ma così non lo pensò il su premo consesso inquisitoriale. Del resto, per dio, era insolente la .minaecia . e lo ostruzionismo, se non lo approvai , lo giustificai e lo giustifico. Quando si vuole davvero togliere la possibilità dello sciopero ferroviario (non il diritto che è conquista proletaria intangibile, ma il di cui uso diventerà setnpre più raro, co~e sempre più rara diventerà nell'avvenire la guerra col diffondersi dell'uso dell'arbitrato internazionale), bisogna dare a questa categoria di lavoratori un ve1·0 istituto arbifrale. Bisogna anche riconoscere a certe categorie di questi lavoratori , il diritto ad un salario più elevato di quello della generalità, sia in considerazione alle sue gravi responsabilità, come pei gravi rischi ai quali è continuamente espo:3to (1). E così con un istituto arbitrale, nel quale la rap-- presentanza delle parti interessate sia ugu«ile e la no. mina del presidente sia affidata dai membri arbitrali di comune accordo; e quando si sarà riconosciuto ai ferrovieri il diritto al saldo di nn credito aperto da (l) I macchisti, i fuochisti ecc. ecc. pagano una q_uota più alta d'assicurazione degli infortuni appunto perché sono più degli _altri lavoratori esposti ai sinistri sul lavoro. vent'anni ; e quando si riconoscerà che la condizione dei ferrovieri, pur avendo qualche punto di vantaggio sulle miserrime condizioni dei lavoratori italiani (del resto, è noto, che tn tti gli addetti ad industrie mono• polizzate o trustizzate hanno condizioni economiche eccezionali), non è però tale da escludere a loro ogni diritto di tendere a migliorarla qual.ora i profitti del1' industria e lo stato del bilancio lo consentino, io sono convinto che si riuscirà alla pacificazione degli animi, pérchè la pace impera solo là dove regnano, sovrane idee sociali, giustizia e libertà. Sulmona, 10 Marzo 1905. BORSARI VITALIANO lii 1111111111111 li I I I lii I li I I I li I Il li I I I lllll 11111111111111: 11111 li I I I 11111111111111111111 L' industria mineraria e le- forze produttive della Germania In questo niomento in cui si dibatte il o-ravissimo o sciopero della W estfalia, non mi sembra inopportuno riferire le mie impressioni della recente visita alle miniere carbonifere della vaìle del Reno e di qnella. dell' Oder. Nello sviluppo delle forze produttrici della Ger'roania, le miniere di carbonfossile hanno certamente avuto una parte importantissima, ma del tutto indiretta. Mentre l'Inghilterra deve l'attività del suo commercio marittimo in gran parte all' industria del carbone, la qnale ha potuto creare Newcastle e Cardiff, la Germania non ha esportazione, ed il porto di Amburgo, che è il più colossale, lo dimostra; però le sue miniere hanno sviluppato delle grandi risorse economiche ed hanno apportato, specialmente ai trasporti, il loro aiuto indispensabile. Il regime minerario del secolo XV III non favoriva per nulla l'industria del rarbone, ed anzi la limitava, con tlscalismi spesso di carattere proibitivo. La legislazione del 1794, pe1: quanto più liberale, non modificò di ruolto quella µrecedente. La istituzione di un Direktions P1·incip obligava i conduttori delle miniere a restare sotto la immediata di pendenza del le autorità ufficiali , e non solo per le quistioni d'interesse generale e di sicurezza, ma anche per tutti i de_ttagli dei lavori. Questa. legge, in altri termini, non aveva la funzione di proteggere il lavoro minerario, come oggi potrebbe concepirsi una codificazione del genere, ma bensì quella di moderare la produzione , con l' intervento costante di ingegneri del governo, i quali fissa vano i salari e, quel che è peggio, stabilivano il numero dei ca.ntieri ed il nnmero degli operai. F. Le Play, che nella prima metà dello scorso secolo fece dei viaggi in queste regioni minerarie, afferma che a causa degli antichi regolamenti , la produzione del carbone si sviluppava lentamente, senza modificare lo stato economico delle popolazioni. E M. von Dechen, il quale nella stessa epoca aveva, in Bonn , la direzione superiore delle miniere renane, confessa aver avuto gran valore l' influenza moderatrice della sua amministrazione. È per questo che sino al 1860 il bacino della Vest-
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