Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno XI - n. 5 - 15 marzo 1905

RIVISTA POPOLARE 123 odiosa alle classe lavoratrice additandola come urJ primo passo, come un precc:dente, che più tardi sa_re~be esteso ed applicato contro gli scioperi comum. Tutta la rettorica ferroviaria si esercita e si sfoga perchè vuole rispettato il diritto comune; ebbene lo si rispetti anche nello sciopero ferroviario. Quali sono le conseguenze possibili, cui vanno incontro i lavoratori liberi ponendosi in isciopro? Quello di perdere il posto e di vedersi diminuito il salario o aumentate le ore di lavoro; i ferrovieri del pari, se rimarranno soccombenti, perderanno il posto e il diritto alla pensione. Lo sciopero ferroviario intanto, rimarrà sempre privilegiato; perchè mentre i . dipendenti dello Stato potranno proclamare lo sciopero per cercare di ottenere un miglioramento ·qualsiasi, lo Stato non potrà, come lo tentò il governo di Vittoria, ricorrere al licenziamento o al loch out per riuscire ad una diminuzione di stipendi. Il rispetto del contratto di lavoro sarà, perciò, unibterale: adesso s,uà tenuto soltanto lo Stato Lo Stato di fronte allo sciopero , però , avrà il diritto non solo di sostituire coloro che hanno abbandonato il lavoro cogli operai ordinari, ma anche coi soldati, che sono suoi dipendenti e che hanno il compito di difendere la società e di assicurarne la esistenza e la vita normale. Nè, come osservò il Bonomi, si potd. dire che in questo caso lo Stato adoprerebbe i soldati a difesa degli interessi di una classe, di quella capitalistica, contro la classe lavoratrice; li adibirebbe a servizio di tutta 1a Società e sopratutto dei lavoratori, che sarebbero i primi a risentire le piu terribili conseguenze da uno sciopero di ferrovieri, che rincarirebbe i viveri, che farebbe mancare ferro, carbone, cotone ec. tutte le materie prime, che alimentano l'industria moderna. DoTT. NAPOLEONE CoLAJANNI 1111111111111111111111111,1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Agl1: abbonati che non conservano la collezione delle annate ri·vo~(Ji'amo la vi·va preghiera di favorù·ci· il n. 0 .1? anno corrente. Lo contraccambieremo con uno dei" premi' che di'amo a coloro che ci' procurano un · nuovo abbonato. ,.. 1111111111 !llll lllll lllll I I lii li I li I llll lllll 11111111111111111111 i 111111111111111111111111 Il pensiero di due ferrovieri Ci) Oello sciopero e dell'ostruzionismo nelle ferro vie italiane Giacchè i lettori della nostra Rivista sanno, non per colpa mia, che io sono un ferroviere autentico e per di più, aggiungerò io, con trent' anni di ser- ( 1) Non richiesti da noi ci pervennero yuesti due articoli, che pubblichiamo integralmente, di due ferrovieri coi quali siamo in relazione da anni. Avremmo da fare qualche riscrnt sull'ultima parte dell'articolo del Borsari (se non erriamo uno dei quarantacinque), in cui si tenta di giustificare l'ostruzionismo come protesta contro i due famosi articoli 7 r e 72. Ma vi sono dette tante cose oneste ed assennate , che danno completa ragione alla nostra campagna e che hanno singolarissimo valore perchè vengono da un ferroviere dei più autorevoli, che saremmo disposti ad accettarla incondizionatamente. La parola di questi ferrovieri ci è riuscita gradita più di tutt-.: k lodi che ci sono pervenute da ogni parte d'Italia e da ogni partito politico. Avvertiamo che il corsivo nell'articolo del Borsari ce l' ha messo l' autore; il grassetto è nostro. La Rivista v1z10; mi si permetta di dire il 11110 parere sull'attuale guazzabuglio ostruzionistico, con tendenza scioperistica, il quale non è del resto che il frutto d'una politica ferroviaria da manicomio, se non si sapesse che il manicomio, in questo caso, non è che il sostituto d'una politica a base di burocrazia. E mi spiego. L'interpretazione dell'articolo 103 delle Convenzioni era roba da bambini. Tale a_rtìcolo, con una ·semplicita, lrara nelle nostre leggi, imponeva che entro il 1886 fosse pubblicato un organico per il personale vecchio e nuovo; su per giù, come quello che è poi stato pubblicato uel 1902. Le Società hanno avuto il torto di segui_re la via degli azzeccagarbugli, contro la quale il personale nulla poteva. Il governo che, quale parte contraente, e naturale rappresentante del personale per obbligo e diritto d'imperio , avrebbe potuto e dovuto imporre il rispetto alla legge, per ragio~i di alta corruzione politica, ha tergiversato; lasciando far si che la burocrazia imperasse indisturbata ed incontrollata come se l'Italia fosse diventata una provincia del grande impero russo o turco! E questo per bene 17 anni! A parte l'azione giudiziaria che già venne bollata a fuoco dallo stesso Ministro nella sua Relazione per il progetto di legge, oggetto dell'attuale crisi, la pressione politica del personale ha potuto ottenere l'Inchiesta Gagliardo, la quale ebbe ii suo epilogo con l'invito alle Società di dar ragione al personale per l'organico e per la ricchezza mobile. Epilogo che non ha potuto avere il suo effetto per colpa del personale stesso; il quale col suo inconsulto moto del 1902 ha impedito il giudizio, già segnato a ruolo presso la Corte d' appello di Roma, e per il quale il Giusso, Ministro in causa aveva preconizzato la vittoria; moto inconsulto che giustamente vern1e da parecchi competenti severamente giudicato nel senso che fosse stato provocato dalle stesse Società per salvarsi dal disastro di dover pagare gli arretrati. Ora dato un simile precedente, qual meravigli.a che i fautori dello esercizio di Stato, che, come me, han fatto quel poco che era in loro potere di fare per giungere al grande e patriottico risultato, pensino che. l'attuale guazzabuglio sia ancora opera delle Società per mandare a monte il progetto ed obbligare il governo a lasciare ancora a loro, a tempo indeterminato, l'esercizio incontrollato a rim• borso di spesa? Io non desidero che di ingannarmi. Ma pur troppo i'csempio delle Calabro-Sicule il cui esercizio a rimborsodi spesa tu causa precipua d'una rumorosa rivoluzione parlamentare allo scopo unico di salvare la vigna e liquidare l'onesto Spaventa, colpevole d'aver tentato ·appunto l'esercizio di Stato, è un indice tuttaltro che trascurabile, essendo costato allo Stato circa meao miliardo. Si aggiunga che l'attuale possibilità òstruzionistica, se è logica per i profani, per me non è che un giochetto preparato da lunga mano ; e che il personale, su questo caso, non è che un ignaro strumento maneggiato da intelligentissimi lestofanti, e si avrà completo il mio parere. P. MoRBELLI

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