RIVISTA POPOLARE 91 asserzione di quelli tra i ferrovieri, che dice·nno di rinunziare allo sciopero e ricorrere all' ostruzionismo per non danneggiare l'economia IJazionale !... La verità è ben altra : lo sciopero poteva presentare qualche pericolo; l'ostruzionismo, trincerato nella osservanza del regolamento, elimina i pericoli e costringe , secondo i loro calcoli , il governo, il parlamento e il paese alla capitolazione, alla resa rncondizionata. E' noto il pretesto accampato dai ferrovieri per tentare la giustificazione della loro condotta : essi vogliono fare cadere la legge ferrovi,uia presentata dal Ministero per gli articoli che giudicano reazionari. Realmente quelli relativi al Tribunale arbitrale e alla repressione dello sciopero sono male concepiti e peggio formulati. Ma su di essi il parere della grande maggioranza della Camera, manifestatasi negli uffici, fu talmente unanime, che si poteva essere sicuri, che essi sarebbero stati respinti o modificati. Non solo le varie frazioni dell'Estrema, ma anche i deputati di sinistra e molti di destra non avevano esitato a manifestare lo stesso avviso; ·Tali articoli, perciò, è evidente che non rappreseqtano che un brutto e menzognero pretesto .per infliggere capricciosamente un danno incalcolabile a tutti gli italiani ed alla economia nazionale già tanto grama. Le parole reboanti del proclama dei ferrovjeri che invocano la solidarietà di tutti i difensori della · libertà e dei dritti dei lavoratori sono una sfacciata menzogna smentita solennemente dalla condotta del gruppo parlamentare socialista e dalla Direzione del partito Socialista, che sconsiglìarono energicamente l'osrtu:zionismo e lo sciopero come risulta all'evidenza dalL1 cennata intervista di un giornalista col Cabrini pubblicata sul Giornale d'Italia del 25 febbraio. · I' risultati della condotta dei ferrovieri sono davvero incalcolabili sia dal lato economico, sia da quello politico. Essi sono tali che qualcuno afrermò nella discussione <leali Uffizi che i ferrovieri sono divenuti strumenti in~onsci dei capitalisti che vogliono l'esercizio privato e dei reazionari, che sperano vedersi fiancheggiati dai timidi nei loro biechi propositi liber- · ticidi. Chi ama la libertà , chi ha a cuore gli interessi della economia nazionale e vuole per essa l'esercizio di Stato, perciò in questo momento deve vegliare contro nemici multiformi e pericolosi ed ha un compito difficilissimo dinanzi a sè. Chi può salvare il paese dalla reazione e dallo sfruttamento capitalistico non può essere che il proletariato negando ogni solidarietà ai ferrovieri, che si sono trasformati' nei suoi peggiori nemici del momento· presente. · I lavoratori che si dichiarassero solidali coi ferrovieri, che hanno già una situazione privilegiata e che la vogliono migliorata ancora a danno della totalità dei produttori e dei consumatori darebbero prova di una cecità fenomenale e spianerebbero la str:1da al trionfo dell'anarchia- più desolante, di cui essi finirebbero coJ pagare le spese presto o t1rdi. DoTT. N. CoLAJANNI Gli abbonati che hanno inviato la somma stab(-; l-ita per aver il Decentramento del Ferraris, sono preuati di chiedere qualche altro libro. eletto s~esso costo, in sostituzione del suddetto che e esaurito. &, ,~i1m.ii1&1 ai!l t11 ~,ifemr@wi, ----~--- Ho accennato a critiche varie che mi sono venute dai ferrovieri ed alle risposte, che ho loro date. Pei lettori dellll 'l{jvi~ta, che non conoscessero bene i termini del problema e che potessero essere tratti in errore dalle asserzioni audacissime, a base di supina ignoranza o di grossolana bricconaggine, dei campioni dei ferrovieri, credo opportuno riprodurre dall'Avanti I la risposta che ho dato al Branconi - quello che aspetta il collettivismo in cinque anni, che fece prolungare lo sciopero generale in settembre senza nemmeno fare scioperare i ferrovieri (di che va lodato) e che fu pars macrna come mi si assicura, nel provocare lo sciopero degli ,, ' . abbandonati ferrovieri della Nord-Milano .... - al Branconi ch'è il più autorevole di essi. E riproduco del pari un articoletto che::segue al mio nello stesso numero dell'Avanti I col titolo: Le contradizloni dell'on. Colajanni. · Tale articoletto, che non è altro se non la prefazione ad un libro dell'amico Catelani è preceduto dalla seguente dichiarazione della redazione del Giornale Socialista : « Un gruppo di ferrovieri insiste per la pubblicazione di « quanto segue. Ma è nostro debito distinguere tra le tesi « confutata dal Branconi e quella sostenuta altra volta dal « Colajanni. Ci pare che l'istesso Colajanni r. 10 ponga in « dubbio lo stato deplorevole dei lavorat0,i fe:rdvieri ma lo « ritiene relativamente migliore in confronto degli altri la- << voratori. Osservazione questa che non v-ie a diminuire la « giustezza dell'agitazione, ma vale a provare che i lavora- ,< tori migliorano le condizioni d: vita in rapporto della forza « delle organizzazioni e della lorc s0lidarietà. » La dichiarazione dell' Avanti! mi dispensa da qualunque commento e prova che tra ciò che scrissi nel r814 e ciò che sostenao ora non c'è l'ombra della contraddiziol'e. A~giungo b che mantengo interamente le opinioni manifestate allora contro le società e contro le convenzioni. Se dovessi dire qualche cosa di nuovo direi: eh- se tutti i ferrovieri rassomigliassero a quel messere che firma veritas, sarei tentato a recitare il me poenitet per la simpatia mostrata e per qualche sacrificio fatto in prò di una classe che se n'è mostrata immeritevole; e che ci si dovrebbe pensare due volte prima di passare dall' esercizio privato all' esercizio di Stato. ?-uest a seconda riflessione sorge tanto spontanea che molti deputati - non escluso qualche socialista - favorevole all' esercizio di Stato, pensa çhe nell'agitazione presente ci s1a lo zampino delle tre Società. N. C. La verità e le mie affermazioni circa le pretese dei ferrovieri La lettura dell' articolo di E. Branconi pubblicato nell'Avanti di ieri sera mi ha prodotto un senso di pena indicibile. Egli mi ha somministrato la p~ova lampante, che tra i ferrovieri, ~ ,chi si atteg_g1a a loro campio:ie mancano le quahta elementan p~r polemizzare. Crederei d' infliggern~i. una volontan~1 umiliazione se rispondendo alla cnnca del Brancom, non tenessi conto del momento, in cui arriva e del aiornale che le ha accordato l'ospitalità. 0 Il Branconi non meriterebbe risposta perchè egli, con metodo polemico nuovissimo, m' in~este senza nemmeno essersi deonato di leggere ciò che ho scritto nella Rivista p~polare del 31 dicembre 1904 e del 15 febbraio. Questa è la spiegazione più benevola che i? possa dare delle sue critiche; se egli confessasse ~d 10 sup~ ponessi che egli ha letto ciò che ho scntto dovrei ..
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