90 RIVISTA POPOLARE L·a follìa_dei ferrovieri ----~---- Gli articoli miei. pr~cedenti largamente riprodotti e benevolmente commentati da quasi tutta la stampa italiana, dalla clericale alla democratica, provocarono delle risposte dei ferrovieri. N'ebbi una di Emmanuele Branconi nell' ..Avanti!, da alcuni ferrovieri di Palermo nel Giornale di Sicilia, dal Sindacato di Firenze nella Tribuna. Rispondendo a tutti nei tre cennati giornali ho dovuto confessare che mi sentivo umiliato nella polemica, perchè non mi era mai capitato di dover discutere con critici che non avevano letto i miei articoli e· che perciò mettevano innanzi argomenti umoristici o che poggiavano sul falso. Se ne può avere un'idea da questi soli dati: il Branconi per dimostrare che le mie conclusioni non erano attendibili- e la parola attendibile egli la volle stampata in grassetto - ebbe la sfacciataggine : 1 ° di afiermaFe che io avevo ottenuto la ·media degli stipendi dei ferrovieri sommando quello del Direttòre generale con quello di un cantoniere; 2° mettendo in confronto gli stipendi dei ferrovieri italiani con quelli della Svizzera, mentre io correttamente i dati di una grande- rete, qual'è l'italiana, li avevo paragonati con quelli di altre grandi reti, quale la Paris-Lyon-Mediterranée, la prussiapa ecc. Devo aggiungere, che i ferrovieri di Palermo e di Firenze adoperarono forme cortesi e garba te, co1~1e si addice a persone che vogliono seriamente discutere, mentre molti ferrovieri di Torino, di Benevento, di Foggia ecc.-ricorsero al turpiloquio tanto spregevole e in questo caso agg:--avato dalla vigliaccheria, che accompagna gli anonimi. Passo sopra all'attitudine di qualche giornale democratico e del solo giornale repubblicano quotidiano che c'è in Italia, e che m'inspirerebbe riflessioni dolorose e potrebbe trascinarmi ad adoperare parole aspre e mi fermo ancora sull'accoglienza, che incontrò la mia campagna non per soddisfazione di vanità personale, ma perchè vale a confortare quanti si sono messi sulla via della giustizia a tutela dello Stato e della popolazione tutta d'Italia. Arrivato a Montecitorio dopo la pubblic,1zione del mio ultimo articolo': Ferrovieri e funzionari alla riscossa ebbi interesse di conoscere ciò che ne pensavano non i deputati monarchici di destra e di sinistra, ma i radicali, i repubblicani e i socialisti, coi quali conservo maggiori affinità e maggiori simpatie. Potevo imrùaginare come la pensassero i radicaii; e infatti li trovai-e in questi momenti sono numerosi alla Camera - tutti concordi e solidali con me; non un solo che abbia fatto delle riserve; tutti approvarono calorosamente le idee da me svolte. Maggior interesse riponevo nel giudizio dei repubblicani e i pochi che frequentevano la Camera ebbero parole di affetto e d'incoraggiamento esplicito; sopratutto gradita mi riusci l'adesione sincera e completa di Eugenio Chiesa} da cui dissento su certi problemi economici, ma ch'è uno dei repubblicani più moderni per le concezioni della vita pubblica e più seriamente studiosi delle cose sociali. Infine, si comprendera che annettevo maggiore importanza all'attitudine dei socialisti, di cui sono note le relazioni strettissime coi ferrovieri e le polemiche non poche che coi medesimi ho avuto. Ebbene, della. decina che avvicinai e coi quali ebbi occasione di intrattenermi della vitale quistione del giorno, un solo dissenti dal mio modo di vedere e qualcuno quasi a compenso, ebbe parole di schietta ammirazione, di cui restai non solo commosso, ma anche sorpreso. Se i socialisti, di cui .parlo appartenessero alla tendenza riformista di Turati e di Bissolati non ci sarebbe forse da farne le· meraviglie ; i coraggiosi ed onesti articoli deìl'uno nella Criticasociale e del1' altro sull'Avanti I lo facevano presagire. Ma tra coloro , che si dichiararono concordi r.o!.o anche Cabrini e Morgari, che-si possono considerare come rivoluzionari nel buon senso della parola e che furono sempre strenui difensori della causa <lei ferrovieri. Morgari aozi narrava innanzi a molti che parlando della quistione a Torino ed a Firenze era stato apostrofato con questa frase caratteristica : tu parli peggio di Colajanni I Il Ca brini poi, in una lettera di rimprovero indirizzatagli dalla Commissione dei ferrovieri per la intervista d,L lui accordata al redattore del Giornale d'Italia viene posto accanto a me come un qualsiasi torcaiuolo ... Tutto questo, ripeto, lo ricordo non per vanita; ma per convincere del loro torto i pochi, che mi hanno accusato di essermi lasciatò conquistare d::illo spirito della reazione ; e per dimostrare che c'è concordia piena· ed intera, ed anche rara tra il paese e il Parlamento nel giudicare ingiuste le richieste e prepotente Li condotta dei ferrovieri ; per indicare la giusta via da battere nelle difese dei supremi interessi sociali ; per evitare anche, se pur sarà possibile, gli eccessi sempre disastrosi della reazione e della rivoluzione a tendenze anarchiche,- pur essendo imperniate sulla tirannide, che vorrebbe esercitare una Sl)aurtissima minoranza della societa, che crede potere tutto osare solo perchè è la sola fortemente organizzata e cosciente degli scopi che vuole raggiungere e che esercita una funzione economica veramente vitale per la nazione. La conferma esplicita ed eloquente al giudizio mio, che differentemente potrà sembrare severo a chi conosce i termini del problema e sa valutare le conseguenze possibili degli avvenimenti attuali, si ha nell'attitudine assunte testè dai ferrovieri. Essi per decisione della cosidetta costituente dei quarantacinque riuniti in Roma il giorno 25 dopo animata e drammatica discussione con una maggioranza di trentanove contro sei hanno proclamato ed attuato l'ostruzionismo cioè l'osservanza sincera(!?!) dei regolamenti ferroviari. Le vessazioni, che dall'ostruzionismo che fatalmente dovrà terminare in sciopero, vengono ai viaggiatori sono enormi e si può essere sicuri che ne ridurranno della metà il movimento e allontaneranno le. migliaia di forestieri, che in questa stagione visitano l'Italia e lasciano centinaia di milioni, che sono pel paese una vera manna celeste. Ma i danni, che ne risentirà il commercio , l' approviggiona1~1ento dei maggiori centri, la vita economica della nazione sono ancora più colossali. E gli stessi ferrovieri col proclama al paese, ch'è un vero capolavoro di audacia, di menzogna e d'ipocrisia non esitano a confessare che con animo rattristato (!) si vedono messi in condizione di dover nuocereagli stessi interessi della compagine nazionale. · Meno male: con questa asserzione cade l'ipocrita
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