Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 4 - 28 febbraio 1905

106 RIVISTA POPOLARE scioperanti, cosa che contribuisce a serrare i legami morali tra gli organizzati : pe1· lo stesso motivo - non per fare il mutuo soccorso - sono utili i socco1·si per malattie, viaggi, decessi, ecc. Per gli scioperi, mi pare più che azione diretta la pressione costante che si esercita su' padroni. Gli statuti della Fede1·azione del libro obbligano gl'rnteressati ad associarsi àlle lotte sotto pena di radiazione quai.do i padroni cadono sotto l' applicazione delle disposizioni statutarie ed aiuta in tutti i modi gli scioperi anche parziali della classe. Ciò è meglio di ciò che fauno altri sindacati che permettono ai loro membri di lavorare al disotto delle tariffe e che nou fauno loro osservare nessuna regola unifotme. 11 compagno Griffuelhes ha rimproverato al Consiglio Superio1·e di non aver fatto nulla di pratico, e di aver anzi fatto opera dannosa ai figli dei proletari, occupaudosi dell' apprendisaggio, coll'adozione di un voto esigente l'applicazione del contratto d'approndisaggio e limitante il numero degli apprendisti. lo non ho mai considerato il Consiglio Superiore come un'istituzione che deve legiferare. Faccio parte di quel Consiglio per volontà dei miei compagni e da quando vi sono, non h') trovato chti e8so sia inutile. Anzl il Consiglio si è occupato di quistioni interessantissime e di cui qualcuna può render servizio al proletat·iato. I sindacati ùifendono la loro dignità e indipendenza, la loro· libertà contro gli atti arbitrari, contro !"intolleranza padronale che avrebbe voluto distruggerli. Essi debl,ono unire tutti i salariati , quali che sieno le loro opinioni politiche , sociali o religiose e devono assicurare ai loro membri una intera indipendenza di opinioni. Ma essi hanno ancora un'altra attribuzione: debbono vegliare alla scrupolosa applicazione di certe leggi colla preiss10nti su legislatori, i pubblici funzionari ed i p~droni. Ed in ciò sono contro a' libertari 1 quali sono inflessibili avversari dell'intei·- vento legale o di Stato. Bisogna, secondo me, non essere assoluti ma mostrarsi relativi i mpiegaudo tutti i mezzi che possono essere utili alla causa federale. lo ho sewpre sostenuto che ho una .fiducia relativa nell'intervento legale o di Stato; ma ho segnalato il dauno che ne verrebbe al proletariato se facesse riposare tutte le sue s11eranze sul!' azione dei poteri pubblici , paralizzando ogni sua iniziativa ed il suo effettivo intervento nella lotta sociale. L'intervento attivo dei sindacati, la fermezza dei loro membri, l'azione della opinione possono incontestabilmente completare l'opera della legislazione. E vengo alla parte più controve1·sa : ai metodi d'azione. La lotta riformistica è questa: intervenire prima colle delegazioni per tutte le vie conciliative. I rivoluzionari dicono che questo metodo manca di scienza e spossa l' energia operaia. Sono asserzioni gratuite. Agire cosi significa assicurarsi il concorso di perdo11e competenti. Il vero sindacalismo, secondo i 1·ivoluziouari consiste su tutto nello stabilire la lotta di classe; la sua azione deve e1sere la rivolta permanente che prepara la via allo sciopero generale. 11 riformismo non consiste ad attendere il momento favorevole di fare ia rivoluzione ma di rivendicare e di otte"e,·e cogli sc-ioperi ciò che i padroni non vogliono concedere colla discussione e la ùimoatrazione della legittimità delle richieste. Dopo lo scacco dei primi negoziati si dichiara lo sciopero parziale o generale, se11za violenza e diamo, alla Federazione del lib1·0 agli scioperanti 3,50 al giorno pe1· tre mesi. Non è questa azione ùi1·etta i Non impieghiamo la res;stenza energica per diminuire, nel senso indicato da Griffuelhes le pre1·ogati ve padronali 1 Se la teoria del mio contraddittore sulla pretesa ripercussione dei miglioramenti a detrimento dei consumatori fosse rigo1·osamente vera, bisognerebbe rinu1,ziare ad ogni riduzione di ore di lavoro , ad ogni 1Jarziale t,·asformazione e succe:;siva sino al gio,·no del gr·ande rivolgimento sociale. Nel bollettino degli scioperi pubblicato da Griffuelhes sono considerate le transazioni come vittorio. Ma ciò non distrugge tutto il suo sistema di lotta irriduttibile contro i padroni 1 L'impiego de!l' azione diretta che giunge sino all'impiego della violenza contro gl' individui o le cose, trascina a gravi ccnseguenze morali e materiali: per tìn successo spesso appa 1·ente la reazione si manifesta , le forze operaie si disgregano e danno gli operai nelle mani dei padroni. Il mio contraddittore non ha dichiarato che l'azione diretta non significa violenza 1 E quale differenza allora vi ha tra il metodo da lui sostenuto ed il mio f La pressione, l'azione sindacale col consenso dtilla pubblica 01,inion<l noi l'accettiamo e la pratichiamo da mezzo secolo. In quanto all'azione puramente rivoluzionaria o violenta preconizzata dagli anat·chici io la ripudio senza pretendere che non si faranno più rivoluzioni. Concludendo : Griffuelhes crede che i sindacati li bertat·i sieno sindacati per giungere alla soppressione di ogni organismo sociale, che egli considera come ostacolo alla libertà individuale, per giungere al comunismo. lo sono invece partigiano del sindacalismo organico, pacifico, che vuole un' organizzazione sociale più perfetta rispettante la libertà degl'individui: le riforme cosi ottenute saranno più durature, più sict~re e si avranno meno disillusioni. Non basta che i sindacati sieno organizzati ·con effettivi numerosi per giungere al n'ostl'O scopo : importa che acquistino un valore personale, che proseguano con costanza la loro cultura intellettuale e morale per divenire veri agenti di azione sociale di iniziativtl generose ispirate all'ottimismo: Per raggiungere questo scopo occorre organizzare le corporazioni, pe1·mettere ai sindacati di combattere lo sfruttamento e permettere di consegu-ire la libertà, la soddisfazione dei hi• sogni materiali, intellettuali e morali. Collo sforzo incessante dal proletariato , dei dotti , dei filosofi, avverrà la trasformazione <lella nostra cattiva società, trasformazione alla quale tutte le gene1·azioni apportano la loro parte di lavoro e di sagrificio. Così si opererà la Rivoluzione che altri chiamano Rinnovazione. ( Le Mouvement Socialiste). ♦ G. Ferrero: La monarchia italiana. e la situazione presente. Dtssolvimento universale (1).- L'effetto della politica italiana è stato cosi disastroso, che io non esito a considerare la situazione presente come molto peggiore di quella di dieci anni addietro. E degli. effetti di questa politica sorge una nuova e grave situazione di cui presto o tardi la monarchia dovrà anche essa accorgersi. Questa politica di mistificazioni e di formalismi rapidamente d ssolve tutti i vincoli mo!,'ali che tenevano ancora uniti alla meglio, dieci anni sono, la nazione e i suoi singoli raggi·uppamenti. Il malcontento, la diffidenza, l'antipatia, le sorde irritazioni, una esasperazione vaga ed indefinita ma diffusa dovunque dissolvono le istituzioni, i parti ti, le classi, Il partito radicale, è in sfacelo, il pa1·t1to socialista è diviso, discorde, indebolito : ma per compenso anche l'esercito va perdendo la disciplina e sfugge di mano alla auto1·ità. Se dei socialisti e dei repubblicani sostengono il dazio sul grano o il trust siderurgico ; se una parte della massoneria fa alleanza con i clericali, i richiamati si ammutinano, i coscritti vanno al reggimento gridando ,, viva il socialismo,'' la piccola burocrazia dello Stato è in rivolta, minaccia di passare in massa nelle fila di quei partiti che furono sempro definiti i ,, nemici dello Stato". Se una parte dello classi operaie-alludo specialmente ai fe,·,·ovieri-abilmeute tentati da pr->poste cort•uttrici, da un pezzo sta in dubbio di separare la causa sua da queUa dei rimanente proletariato, per divenir stl'Umento del partito con-· servatore, le masse operaie hanno fatto lo s,:iopero generale cioè rovinato completamente quel poco superstite prestigio che lo Stato possedeva ancora, costringendolo a capitolare per più giorni in quella maniera goffa che tutti ricordano, e infliggen- 'dogli una tale diminuzione che non potrà csse1·e riparato che con un lungo tempo e un lungo lavoro. li ministero è riuscito con ogni sorta di intrighi e di violenze a diminuire nel Parlamento il numero non solo dei deputati di estrema sinistra ma, quello che é peggio, il numero delle persone intelligenti, indipendtmti, coraggiose e dabbene: ma intanto tutta la na- (1) Riassumiamo solo l'ultima parte di questo studio del Ferrero, ch'è di vera attualiLà. N. d. R.

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