86 RIVlST A POPOLARE dopo avere constatato che alla Camera - e nel paese, poteva aggiungere - accen_na a prevalere una tendenza reazionaria in conseguenza dello sciopero generale del settembre 1904; dopo avere inneggiato all'ac cordo tra governo e ferrovieri del 1902, che ne rendeva possibili degli altri, condanna esplicitamente lo sciopero e propone il confratto collettivo di lavom e l' a1·bifrato obbligato1·io per prevenire i conflitti e gli scioperi futuri. e Il contratto collettivo risolve, scrive il Turati, la quistione dello sciopero. Questa forma di violenza collettiva, per gli utopisti della reazione come per quelli della rivoluzione, è dotata di virtù portentose e terribili: è uno spauracchio taumaturgico, contro il quale tutto è lecito a difesa, dal quale tutto si può sperare coll'offesa. Illusione madornale, come ogni fede nella violenza, in qualsiasi foggia di violenza, -illegale o legale. In realtà lo sciopero, arme eccellente di risveglio e di educazione alla solidarietà nei primi incunaboli del movimento proletario; utile· a parziali conquiste quando, eccezionalmente, il margine del profitto è cospicuo e fi.ncbè la classe imprenditrice è impreparata a difesa, nè la presidia lo Stato; perde ben presto ogni efficacia di conquista seria e duratura e, urtando nel macigno incrollabile delle leggi economiche e nella resistenza soyerchiante del potere. rolitico, monopolizzato ancora dalle classi abbienti, si ritorce bene spesso contro chi la impt gna. Allora anche i benefizi, che lo sciopero pro-:Gtr.eia qt:alche volta coll'imboscata e col ricatto ven~,,ono ben tosto elisi e ritolti. E nel campo dei se,rvizi puòblici esso trova il ier1·eno'di più ce1·tescon- . fitte aven!io pe1· nemico immediato il pubblico, senza il cui fav01·e non si vinco'l'l,Obattaglie economiche, o non sono vittorie alleg1·e ». Le parole messe da noi in corsivo servono a rilevare l'errore nella t •ttica dei ferrovieri; quelle in grassetto invece sottolineano l'ingiustizia somma delle domande dei medebit.Di. Nè sono sfuggite al Turati inavvertitamente; µoichè prima egli accennando alla 1·ivedibilità dei patti tra ferrovieri e Stato, « per guarentire l'elevamento delle condizioni del lavoro > aveva riconosciuto che questo elevamento doveva avvenire q parallelamente a quello dei bisogni, delle capacità e delle condizioni dell'industria » • Ora in questi periodi sta la giustificazione completa, assoluta degli articoli precedenti del nostro Direttore, _che s_uscitarono la stupida indignazione dei ferrovieri ~ di qualche socialista da strapazzo. Il Turati, infatti, come qualche ferroviere ch'è peggio di analfabeta, non può ignorare e non ignora che nella industria delle ferrovie italiane uon solo non c'è margine cospicuo di profitto, ma c'è perdita a centinaia di milioni. Il Si11dacato di Firenze potè, dando prova d'ignoranza madornale, parlare dei grandi lucri delle ferrovie italiane; ma tutti sanno che le Società esercenti le tre grandi reti - a parte i lucri cospicui e forse fraudolenti delle costruzioni - hanno dato nel 1903 un interesse agli azionisti del 6 °r 0 per le Adriatiche; del 3,20 per la Mediterranea e del 6,40 per le Sicule. i..Ja media delle tre reti quindi supererebbe di poco l'interesse, che, senza alcun rischio. si godono i possessori di cartelle del debito pubblico ! Questo è nulla di fronte al resto. Se nello ese1'cizio delle ferrovie si volesse scorgere un margine di profitto, . ;be consente il miglioramento delle condizioni dei ferrovieri, sintanto che esso è nelle mani della Società private, esso si traduce in perdita di oltre un centinaio di milioni all'anno nei rispetti dello Stato eh' è il proprietario delle reti. Esso ha impiegato nelle costruzioni circa cinque miliardi e mezzo pei quali paga un interesse del 4 0 / 0 e ne ricava uno diretto .... di 0,82 ! Lo Stato prussiano, invece paga tutti gl'interessi del capitale di costruzione e di esercizio e ritrae un profitto di circa 200 milioni che vanno a beneficio della collettività! Dopo queste considerazioni, che non sono soltanto nostre, ma anche del più autorevole dei Depn tati socialisti, del Turati; dopo che essi hanno condannato e la tattica che è motivo dell' ostrHzionismo ferrovi"à.rio sorge spontanea la domanda: con quale logica e con quale giustizia essi potranno praticare l'ostruzionismo a difesa dei ferrovieri? A loro mancherà l'energia, la forza morale, che viene dalla fede nella bontà della propria causa; a loro mancherà la simpatia e la cooperazione di tutti coloro che praticarono l'osfruzionismo nel 1899 e 900; essi sono condannati alle sconfitta nel Parlamento e nel Paese. Nè vale a giustificarli i due balordi articoli sull'arbitrato obbligatorio e sulla punizione dello sciopero. I deputati socialisti sanno che la Commissione e la Camera modificheranno il primo e il secondo. Nessuna proibizione dello sciopero; ma dev' essere conservata la sanzione minima, nello interesse sociale e della giustizia distributiva, che c'è in ogni sciopero: tutti i pubblici fnnzionari che vi ricorreranno se saranno sconfitti perderanno il posto e il diritto alla pensione. I ferrovieri e funzionari che vogliono essere trattati da liberi cittadini e vogliono riconosciuto il diritto allo sciopero non possono pretendere di sfuggire alle conseguenze, cui vanno incontro i. liberi cittadini quando essi stessi vi ricorrono. Se altrimenti pen~assero - come pare che pensino - essi pretenderehbero un bestiale aumento di privilegi, che io nome della giustizia, della democrazia e sopratutto in nome del socialismo - che è la negazione di ogni privilegi o - non potrebbe essere loro c0ncesso. A spiegare le minacce dei deputati socialisti non resta che una ipotesi : essi vi ricorrerebbero per riguadagnare il terreno perduto di fronte alle masse socialiste più sèalmanate. - Infatti essi sembrano esa11terati, ma se si riflette che critiche acerbe sono state rivolte dall'enfant terrible del socialismo mantovano ad Enrico Ferri ed a tutti i deputati socialisti nel Congresso di Geno-va al di fuori della q n istione ferro viaria si comprenderà che ci vuole ben altro per riacq nistare l'autorità perduta presso le medesime: Turati e lVIorgari, Ferri e Cabrini, Bertesi, Agnini, Biss_olati si devono mettere a la suite di Brac cialargbé e di Branconi ! L'episodio dello scioper<;>generale rappresenta la 1rnova direttiva dei socialisti f.ÌÙ avanzati, che hanno il sopravvento in questo quarto d'ora. · L' osfruzionismo parlamentare, adunque, praticato in difesa della causa iniqua dei ferrovieri nell'ora presente fa il paio, nè più nè meno, colla pretesa impudente degli stessi ferrovieri, che dopo avere rinnegato, sebbene in modo st1perlativamente farisaico, la loro qualità di pubblici funzionari, vorrebbero essere rispettati come tali dai cittadini indignati, ed invocano con serjetà da pochade il concorso delle autorità a propria difesa. Essi vogliono l'anarchia.... regolamentare; durando il regime dell'ostruzionismo, quindi, non possono affidarsi che alla propria forza per difendersi dagli insulti e dalle violenze dei cittadini. La invocazione da parte dei ferrovieri delle leggi per farsi rispettare come pubblici funzionari fa degnissima compagnia alla invocazione della soliderietà del proletariato. Nulla di più incosciente e di più strano, che mostra a quale grado di aberrazione intellettuale siano pervenuti i ferrovieri. Essi da un lato affamano il proletariato; dall'altro lo chiamano in aiuto. Il proletariato in Italia è buono ed ignorante; è dominato attualmente dai segretari delle Leghe, il cui entusiasmo sta in ragione diretta dello stipendio, e da alcuni avvocati che hanno per grande cliente il socialismo ; perciò non é del tutto impossibile che esso si dichiari solidale con quelli che sono i loro nemici del momento. Se ciò avverrà non sarà impossibile la vittoria dei ferrovieri e l'inizio di nna fase nuova nella vita italiana: quella.
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