RIVISTA POPOLARE 101 al numero dolorosamonto grande di espropriazioni fiscali che s1 verificano 1101Mezzogiorno d'Italia. ~4 ·X· ❖:• Infine, senza voler faro qni dolla morale dottrinaria si può certo biasimare corno un .·atto gra\'0 il diRonest:o giuoco d1 scaltrezza a cui si abbandonano gli utilisti; il qnalc gonora un grave turbamento delle leggi dcll' ordine sociale che non può reggersi stabilmente so non sopra una condotta generale moralmente buona. Corno pure un altro motivo ùi turbamento di quelle leggi si può riscontrare negli abusi o nello partigianerie che taluni procuratori locali usano a riguardo uoll' uno o doli' altro enfiteuta. * * * Da quello che si vedo e si sente dire da tutti l' esponmento dell' enfiteusi già è fatto da un pezzo. L' enfiteusi, utile quando nacque, ebbe la sua rngit•ne d' essere per un bel tratto; ma poi fini col perdere la $Ua µrimitiva imµortanza ed utilità od orn1ai gli artifizii nè possono più ridarlo la vita cbe le sfugge por forza naturale di cose, nè possono più, nemmeno, renderla adattabile ai tempi nuovi. Crediamo anche noi che non abbiano torto coloro che ritengono inconciliabile il carattere fonàamentale dell'enfiteusi, che è il vincolo 1 coi concetti cbe la moderna sociologia propugna riguardo l' ordi namon to della proprietà terriera. E' certo cho fra le persone p·ratiohe non si nutre alcuna Rperanza che la leggo da farsi possa cambi aro lo stato delle coso o po:isa crearne uno nuovo . .A riprova di quanto la forza delle cc,se abbia il dominio assoluto nelle questioni economiche si osservi come anche i senatori non esitarono a basare il loro progetto del 94 sul contributo dei proprietarìi e non su q nello degli utilisti per formare il Capitale dei Canoni ; men tre è ovvio che i possessori delle terre questo Capitale non lo sborsarono mai. Ed anche noi non esitiamo ad associarci a quell' idea fondamentale che riteniamo la sola capace di condurre alla soluzione dell' intricata questione o siam() lieti di sentire che sia stata fatta sua dalla Commissione Parlamentare che prepara il Contratto Agricolo. Quell' idea, però , dev' essere integrata dalla libertà nei direttarii di destinare all'affrancazione queJla parte di rendita annua che a loro piacerà rneglio, partendo da un mi. nimo obbligatorio. Quanto al metodo allora proposto per attuarla , e sul quale pare seguitino a regolarsi gli studii in corso noi non lo riteniamo accettabile. Se la decisione debba essere per l'abolizione dei Canoni definitiva fin d' ora, oppur no, lasciamo che lo giudichino i governanti ed i legislatori. Pero ricordiamo ad essi che anche i conservatori illuminati ammisern che l'ultima conchiusione sa questo argomento dev' esHere la liberazione delle terre da vincoli e condominii sompre dannosi noi riguardi giuridici o in quelli economici. Praticamente poi o:-,serviamo che lasciare la estinzione dei Canoni in facoltà dei direttarii presenta non pochi inconvenienti. L' abolizione parziale e non simultanea non recherà all' economia nazionale il benefizio dell' impiego nelle industrie, nei commerci, o in altre delle tante forme della moderna attività , degli immensi capitali provenienti dall'affrancazione, se non si farà in massa. Fatta a spizzico, quelle piccole somme che volta a volta si renderanno disponibili si disp13rderanno nel mare dei bisogni della vita quotidiana. Coll' abolizione facoltativa si avrebbero in breve terre vincolate e terre in corso di liberazione , e dopo, qualche tempo, anche terre liberate ; e ciò nella stessa località e forse nello stesso punto preciso. Anche la mente meno esperta può raffigurarsi qual caos, nell' identificazione delle terre saprebbe far narnere da tale situazione la scaltrezza dei possessori dei fondi. Data la insufficienza del Oatasto a questo· grave malanno non si potrebbe rimediare. Lo si potrebbe se avessimo già il Catasto nuovo con tutte le disposizioni che lo accompagneranno; ma esso è ancora di là da venire e non si può aspettarne il compimento. Come non si potrebbe applicare una leggo che fosse fondata sopra di osso, noi soli pochi luoghi dovo si trova cornpiuto. Specialmente se si fosso croata la Cartella, i portat<)l'i di essa si troverebbero seriamente dan noggia.ti, tanto dal fatto degli utilisti ohe riuscissero a sostituire le terro cattivo· alle buone, facondo passare quello per lo terro enfiteutiche. quanto da un altro fatto; rioè dal giuoco che potrebbero fare i prÒpriotarii di Canoni addossando all'Istituto i canoni non sufftcienteme11te garantiti dallo stato del fondo per tenersi i buoni. Un' altra circostanza che quasi certamente renderebbe illusoria una legge che lasciasse liberi i direttarii è queUa dell'esistenza di ipoteche a carico dei proprietari i di Canoni, molti dei quali si trovano preci~amen te in qnesto caso. N·elle attuali condizioni essi percepiscono liberamente le annualità , la quale comodità perderebbero se consentissero l' affrancazione. Conseguirebb9ro, è vero·, il vantaggio di alleggerire la loro situazione ipotecaria; ma su questa saggia riflessione non c' è da fare molto assegnamento perchè in tanti anni da che q nesto stato di cose dura essi tal pensiero non hanno avuto mai, e se ne capisco facilmente il porchè. Oltre a ciò, i u molti'ssi mi casi le i poteche colpisco no tutto un patrimonio per garanzia di assegnazioni , soggiogazioni e simili; il che per un principio di equità, rendo necessario di fare la stima dell'intero patrimonio per istahilirc quanta parie di garanzia sia rappresentata dal Capitale dui Canoni per fare confribuiro a questo Capitale la parte proporzionale che su di lui pesa. E le sµese e le difficoltà di una tale constatazione non allontaneranno dall'affrancazione anche i meglio intenzionati? .-,. *··.;:. Piuttosto che voler rimediare l' irrimediabile si volga la mento ai provvedimenti conformi allo stato attuale delle cose e alle attitudini e alle idee dei campagnuoli , o che potranno , quindi , realrhente contribuire al vantaggio nazionale. Si assicuri, come prop)se la mente acuta dell' On. Sonnino, la durabilità nella condizione dei fondi; si diano agevolazioni pratiche di tutti i generi , specialmente credito agrario a buon patto e direttamente al contadino, senza timori di perdite se il Credito verrà equamente ripartito e paternamente ammiuistrnto ; si promuova la cooperazione, tanto nella produzione che nella vendita dei prodotti; si faciliti questa vendita in casa 0 fuori; si istituiscano premii per incoraggiare , cattedre ambulanti o altri mozzi migliori per istruire e si farà il bene della campagna e dei campagnuoli. I benefici effetti di simili provvedimenti metteranno i lavoratori in grado di comperare le terre e di non più pigliarle a censo per mancanza di mezzi. In tal modo si raggiungerà anche il fine tanto vagheggiato di spezzare la grande proprietà, e di creare la piccola possidenza, la quale se nascerà a qnesto modo, sarà libera e sicura del suo avvenire perchè messa in condizione di poter procedere con passo non incerto sulla via del progresso generale. · · Comuno CESARONI 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111h l I li lii I llll 111111111111111 IL DRAMMA DEL GENIO. EDGAR ALLAN POE. In una sera d' ottobre del 1849 , una banda d, agenti elettorali s' imbattè per le vie di Baltimora in un uomo incosciente e errabondo ; e, sequestratolo , lo trascinò barcollante d'nna in un' altra sala d'elezioni, a votare. Qnel1' uomo fu riconosciuto per caso da un operaio tipografo, che n' ebbe piètà e diede l' avviso ~ un medico , il dottor Suodgrass: così il delirante potè esser condotto al Washington Hospital, dove, senza aver riconosciuto alcuno , spirò la domenica, 7 ottobre, alle 5 pomeridiane. L'uomo si chiamava Edgar Poe: forse il primo, certo il più originale poeta della sua nazione e del suo tempo; l' episodio chiude la prima parte d'un grosso libro di Émile Lauvrière: Edgar Poe, sa vie, son wuvre, che l' Alcan di Parigi ha di recente publicato nella sua Bibliothèque de Philo-
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