Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 4 - 28 febbraio 1905

I ·R1VISTA POPOLARE DI Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d' og•ni. mese It,a,lia : anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; ~emestre lire 4,50 Un numero separato Cenr. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emanitele n.0 115 - NAPOLI Auuo Xl - Num. 4 ABBONAMENTO POSTALE ·noma, ·28 Febbraio 1905 SOMMARIO: Noi: Gli avveuhnentf e gli uomint: (Da un ostruzionismo all'altro. La l(,gica e l'esautoramento del gruppo parlamentare socialista. La solidarietà invocata dai frrrovieri. L'ingenuità di Ferri e di Pantano - Una lettera di Angiolo Cabrini ai ferrovieri - Il tr:ittato commerciale tra l'Italia e la Germania - Episodi infami del briga!.ltaggio collettivo - I grandi capitalisti americani - Un grave pericolo pel lavoro europeo. La crisi del cotone - I figli contro la madre .... Processo Murri) - Dott. N. Colajanni: La follia dei ferrovieri - Le polerniche allegre dei ferrovieri: La verità e le mie affermazioni circa le pretese dei ferrovieri (Avanti! ) - Le coni radizioni dell' on. Co1ajanni (.A.vanti/) - La Rivista: Bombe vendicatrici! - Sperimentalismo sociale: L'anno economi..:o 1904 in _Germania - -Arturo Labriol.a: L'ultimo libro postumo di C. Marx - Lo Zotico: La scienza lombrosiaQa e la maffia - Giovanni de Gennaro: La sociologia e la necessità di un nuovo dritto internazionale - Corrado Cesaroni: II problema dell'Enfiteusi (continuazione e fine) - FrancescoGaeta: Il dramma del genio: Edgar Allan Poe - •ltfvlst,a delle Utviste: Lo specchio ma·gico della MoscoYia o: I tories reazionari in casa propria e liberali in casa altrui (Review oj reviews) - Il sindacalismo riformistico (Le Mouvement Socialiste) - La monarchia italiana e b situazione presente. Diss1.Jlvimento universale (Divenire sociale) - Problemi giapponesi (North .A.merican Review) - L'industria in Russia ('Die Woche) - Arte e socialismo ( 'Die Zukunjt) - Perchè i Giapponesi nou vinceranno (Italia. Moderna) - La rivoluzione è impossibile in Russia (Fortnightly '"fvview) - Recensioni - I!!nstraziont nel testo. GLI ft VVENifvlENTI e· GLI UOMINI Da un ostruzionismo all'altro - La logica e l'esautoramento del gruppo parla, mentare socialista - La solidarietà invocata dai ferrovieri - L'ingenuità di Ferri e di Vantano. I lettori della Rivista non si lagneranno se questo numero è troppo.... ferroviario. Le cose ferroviarie, infatti, costituiscono l'avvenimento più importante, µiù doloroso e più preoccupante dell'ora presente. Non c'è bisogno d' intratitenersi dell' osfruzionismo iniziato dai ferrovieri, e che incidentino più o meno disgustoso; ma accorcerebbe e non prolungherebbe la discussione e l' approvazione del disegno di Jegge, che l'avrebbe provocato, raggiungendo lo scopo opposto di quello che si proporrebbe. L'ostruzionismo sarebbe illogico e ingiusto da parte dei deputati socialisti. Noi forse mentre .andiamo in macchina si sarà trasformato, con maggiore rispetto della sincerità, in isciope1·0. l danni colossali dello ostruzionismo non saranno aggravati da1 lo sciopm·o e, lo ripetiamo, vi gnadagnerà da nn lato la sincerità e dalLo Czar al bivio lo comprenderemmo se essi fossero convinti della bontà. della cau~a dei ferrovieri nell'attuale momento e colla linea di condotta dai medesimi seguita producente un disastro morale per ]oro ed nn disastro economico µel paese. }fa, quasi tutti i depn tati socialisti hanno energicamente sconsigliato e lo sciopero e l'ostruzionismo ; l'hanno sconsigliato Turati e Bissolati, Cabrini e Mor.- gari, Guarino e Longobardi, cioè i riformisti più addomesticati e i rivoluzionari più autentici. !' altro saranno evitati in- · convenienti gravi, che potrebbero costare la vita e Ja libertà a molti uomini. Se è in pieno svolgimento l' ost?-uzionismo dei ferrovieri, viene pure ann 11nziato e minacciR.to molto platonicamente quello dei deputati socialisti nella discussione dei progetti ferroviari. Nullà di più illogico , di più ingiusto e di più innocuo di questo t;econdo ost?-uzioVerso il Caos o verso il Pro8resso ? (Punck) Per mostrare come l' anima dei deputati socialisti non vibri all' unisono col1' anima dei ferrovieri sanismo. Sarà. innocuo , perchè di fronte alla unanime riprovazione dei monarchici liberali e conservatori, dei radicali e dei repubblicani nella Camera si comprende che l'ostruzionis1no dei soli socialisti, anche se essi vi mettessero tutto l'entusiasmo, che non sentono e non possono sentire, sarebbe meno assai di una tempesta in un bicchiere d' acqua. Potrebbe provocare qualche rebbe opporttino riprodurre e commentare l'articolo di Bissolati sull'Avanti!; ma è indispensabile riprodurre qualche piccolo brano di un sennatissimo articolo di Turati nella Critica Sociale (16 febbraio). Egli dopo esse1.-sirammaricato dell'opera dissennata e disonesta dei rivol11zionari e degli anarchici, che mettono rn pericolo tutti i buoni risultati dell' azione ::ivolta8i rn senso riformistico sino a ieri ;

86 RIVlST A POPOLARE dopo avere constatato che alla Camera - e nel paese, poteva aggiungere - accen_na a prevalere una tendenza reazionaria in conseguenza dello sciopero generale del settembre 1904; dopo avere inneggiato all'ac cordo tra governo e ferrovieri del 1902, che ne rendeva possibili degli altri, condanna esplicitamente lo sciopero e propone il confratto collettivo di lavom e l' a1·bifrato obbligato1·io per prevenire i conflitti e gli scioperi futuri. e Il contratto collettivo risolve, scrive il Turati, la quistione dello sciopero. Questa forma di violenza collettiva, per gli utopisti della reazione come per quelli della rivoluzione, è dotata di virtù portentose e terribili: è uno spauracchio taumaturgico, contro il quale tutto è lecito a difesa, dal quale tutto si può sperare coll'offesa. Illusione madornale, come ogni fede nella violenza, in qualsiasi foggia di violenza, -illegale o legale. In realtà lo sciopero, arme eccellente di risveglio e di educazione alla solidarietà nei primi incunaboli del movimento proletario; utile· a parziali conquiste quando, eccezionalmente, il margine del profitto è cospicuo e fi.ncbè la classe imprenditrice è impreparata a difesa, nè la presidia lo Stato; perde ben presto ogni efficacia di conquista seria e duratura e, urtando nel macigno incrollabile delle leggi economiche e nella resistenza soyerchiante del potere. rolitico, monopolizzato ancora dalle classi abbienti, si ritorce bene spesso contro chi la impt gna. Allora anche i benefizi, che lo sciopero pro-:Gtr.eia qt:alche volta coll'imboscata e col ricatto ven~,,ono ben tosto elisi e ritolti. E nel campo dei se,rvizi puòblici esso trova il ier1·eno'di più ce1·tescon- . fitte aven!io pe1· nemico immediato il pubblico, senza il cui fav01·e non si vinco'l'l,Obattaglie economiche, o non sono vittorie alleg1·e ». Le parole messe da noi in corsivo servono a rilevare l'errore nella t •ttica dei ferrovieri; quelle in grassetto invece sottolineano l'ingiustizia somma delle domande dei medebit.Di. Nè sono sfuggite al Turati inavvertitamente; µoichè prima egli accennando alla 1·ivedibilità dei patti tra ferrovieri e Stato, « per guarentire l'elevamento delle condizioni del lavoro > aveva riconosciuto che questo elevamento doveva avvenire q parallelamente a quello dei bisogni, delle capacità e delle condizioni dell'industria » • Ora in questi periodi sta la giustificazione completa, assoluta degli articoli precedenti del nostro Direttore, _che s_uscitarono la stupida indignazione dei ferrovieri ~ di qualche socialista da strapazzo. Il Turati, infatti, come qualche ferroviere ch'è peggio di analfabeta, non può ignorare e non ignora che nella industria delle ferrovie italiane uon solo non c'è margine cospicuo di profitto, ma c'è perdita a centinaia di milioni. Il Si11dacato di Firenze potè, dando prova d'ignoranza madornale, parlare dei grandi lucri delle ferrovie italiane; ma tutti sanno che le Società esercenti le tre grandi reti - a parte i lucri cospicui e forse fraudolenti delle costruzioni - hanno dato nel 1903 un interesse agli azionisti del 6 °r 0 per le Adriatiche; del 3,20 per la Mediterranea e del 6,40 per le Sicule. i..Ja media delle tre reti quindi supererebbe di poco l'interesse, che, senza alcun rischio. si godono i possessori di cartelle del debito pubblico ! Questo è nulla di fronte al resto. Se nello ese1'cizio delle ferrovie si volesse scorgere un margine di profitto, . ;be consente il miglioramento delle condizioni dei ferrovieri, sintanto che esso è nelle mani della Società private, esso si traduce in perdita di oltre un centinaio di milioni all'anno nei rispetti dello Stato eh' è il proprietario delle reti. Esso ha impiegato nelle costruzioni circa cinque miliardi e mezzo pei quali paga un interesse del 4 0 / 0 e ne ricava uno diretto .... di 0,82 ! Lo Stato prussiano, invece paga tutti gl'interessi del capitale di costruzione e di esercizio e ritrae un profitto di circa 200 milioni che vanno a beneficio della collettività! Dopo queste considerazioni, che non sono soltanto nostre, ma anche del più autorevole dei Depn tati socialisti, del Turati; dopo che essi hanno condannato e la tattica che è motivo dell' ostrHzionismo ferrovi"à.rio sorge spontanea la domanda: con quale logica e con quale giustizia essi potranno praticare l'ostruzionismo a difesa dei ferrovieri? A loro mancherà l'energia, la forza morale, che viene dalla fede nella bontà della propria causa; a loro mancherà la simpatia e la cooperazione di tutti coloro che praticarono l'osfruzionismo nel 1899 e 900; essi sono condannati alle sconfitta nel Parlamento e nel Paese. Nè vale a giustificarli i due balordi articoli sull'arbitrato obbligatorio e sulla punizione dello sciopero. I deputati socialisti sanno che la Commissione e la Camera modificheranno il primo e il secondo. Nessuna proibizione dello sciopero; ma dev' essere conservata la sanzione minima, nello interesse sociale e della giustizia distributiva, che c'è in ogni sciopero: tutti i pubblici fnnzionari che vi ricorreranno se saranno sconfitti perderanno il posto e il diritto alla pensione. I ferrovieri e funzionari che vogliono essere trattati da liberi cittadini e vogliono riconosciuto il diritto allo sciopero non possono pretendere di sfuggire alle conseguenze, cui vanno incontro i. liberi cittadini quando essi stessi vi ricorrono. Se altrimenti pen~assero - come pare che pensino - essi pretenderehbero un bestiale aumento di privilegi, che io nome della giustizia, della democrazia e sopratutto in nome del socialismo - che è la negazione di ogni privilegi o - non potrebbe essere loro c0ncesso. A spiegare le minacce dei deputati socialisti non resta che una ipotesi : essi vi ricorrerebbero per riguadagnare il terreno perduto di fronte alle masse socialiste più sèalmanate. - Infatti essi sembrano esa11terati, ma se si riflette che critiche acerbe sono state rivolte dall'enfant terrible del socialismo mantovano ad Enrico Ferri ed a tutti i deputati socialisti nel Congresso di Geno-va al di fuori della q n istione ferro viaria si comprenderà che ci vuole ben altro per riacq nistare l'autorità perduta presso le medesime: Turati e lVIorgari, Ferri e Cabrini, Bertesi, Agnini, Biss_olati si devono mettere a la suite di Brac cialargbé e di Branconi ! L'episodio dello scioper<;>generale rappresenta la 1rnova direttiva dei socialisti f.ÌÙ avanzati, che hanno il sopravvento in questo quarto d'ora. · L' osfruzionismo parlamentare, adunque, praticato in difesa della causa iniqua dei ferrovieri nell'ora presente fa il paio, nè più nè meno, colla pretesa impudente degli stessi ferrovieri, che dopo avere rinnegato, sebbene in modo st1perlativamente farisaico, la loro qualità di pubblici funzionari, vorrebbero essere rispettati come tali dai cittadini indignati, ed invocano con serjetà da pochade il concorso delle autorità a propria difesa. Essi vogliono l'anarchia.... regolamentare; durando il regime dell'ostruzionismo, quindi, non possono affidarsi che alla propria forza per difendersi dagli insulti e dalle violenze dei cittadini. La invocazione da parte dei ferrovieri delle leggi per farsi rispettare come pubblici funzionari fa degnissima compagnia alla invocazione della soliderietà del proletariato. Nulla di più incosciente e di più strano, che mostra a quale grado di aberrazione intellettuale siano pervenuti i ferrovieri. Essi da un lato affamano il proletariato; dall'altro lo chiamano in aiuto. Il proletariato in Italia è buono ed ignorante; è dominato attualmente dai segretari delle Leghe, il cui entusiasmo sta in ragione diretta dello stipendio, e da alcuni avvocati che hanno per grande cliente il socialismo ; perciò non é del tutto impossibile che esso si dichiari solidale con quelli che sono i loro nemici del momento. Se ciò avverrà non sarà impossibile la vittoria dei ferrovieri e l'inizio di nna fase nuova nella vita italiana: quella.

RIVISTA POPOLARE 87 dell' anarchia di fatto sotto le ali della monarchia costituzionale! Sarà una vera delizia: ai benefizi della monarchia in Italia- si aggiungeranno quelli dell'anarchia ... E terminiamo colla costatazione di un tratto di superlativa ingenuità da parte di due nomini che per ingenui mai non passarono: Eduardo Pantano ed Enrico Ferri, uniti nella leggenda gloriosa dell' ostruzionisnw anti-pellousiano dallo storico invito del secondo col : Pa1·li Pantano I · L'ingenuità di Pantano venne spiegata in un suo articolo del Giornale di Sicilia, nel quale ha fatto appello al cuore ed alla mente dei ferrevieri per iscongiurarli ad aver fede nel Parlamento dove contano amici provati. Egli ha dimenticato che i ferrovieri considerano come loro nemico chi non parla come Mascia o come Branconi. Hanno mandato a farsi ... benedire il Cabr.ini ! Egli ha dimenticato che i ferrovieri nella loro ubbriacatnra credono di avere per loro il diritto e la forza e che non possono che disprezzare chiunque consiglia loro di non adoperare la forza a servizio del diritto ... L'ingenuità di Ferri è maggiore perchè presuppone una ingenuità superlativa nella Camera e nella Commissione che esamina i disegni di legge ferroviarii. Egli suggerisce che la Commissione tolga d'imbarazzo i ferrovieri e il governo proponendo il rigetto to"!'t bonnement dei due articoli. che sembrano, e sono m · parte, stupidi e reazionari. Ma egli dimentica alla sua volta che i ferrovieri s' infischiano à.i tali articoli, come dichiararono a Bissolati, a Cabrini, a l\forgari, a Guarino ed a Longobardi e che vogliono una manata di milioni. Dimentica che ciò facendo in questo momento il Parlamento proclamerebbe la propria diminutio capitis e che la Commissione non si presenterebbe ai ferrovieri con un ramoscello di olivo in mano, ma presenterebbe su di un vassoio quegli organi ... che Origene si tagliò. E meno male se tutto ciò non avesse per conseguenza che il discredito e l'esautoramento del Parlamento! Ma questa resa a discrezione centuplicherebbe gli appetiti dei ferrovieri e darebbe il segnale de!la rivolta ai doganieri, ai postelegrafici, a tutti i funzionari la cui opera si esplica in un pubblico servizio indispensabile. Siamo sicuri, però, che dello sciopero non si avvarrebbero i magistrati, i delegati e gl' insegnanti per la semplice ragione che in Italia è scarsa: mente sentito il bisogno di giustizia, .di sicurezza e d1 istruzione. ♦ Una lettera di Angiolo Ca.brini ai ferrovieri.- Il Gi01·nale d'Italia . del 2 marzo in risposta ad una altezzosa lezione data dal Comitato dei ferrovieri al deputato Angiolo Cabrini pubblica una rispo8ta di quest'ultimo. - Il deputato per Milano dopo avere osservato che egli non era tenuto al segreto sui discorsi e sulle deliberazioni della famosa Costituente chiude con questo gustosissimo periodo, in cui c' è la quintessenz~ dell.a ragioni esposte dalla nostra Rivista e che noi dedichiamo a tutti gl' imbecilli ed a t11tti i bricconi , che invece di ragionare calunniano ed ingiuriano. Eccolo: " Sul resto , reputo superflua ogni d.iscu~sio~e : si.n dalle primissime sedute del Comitato d1 ag1taz1one, 10 dichiarai che sulla mistl/ra delle vostl'e domande economiche i deputati socialisti e il Seg'reta~iat? de!la .1·èsistenza facevano le wro 1·ise1·ve ; an:Zl ' 11 (.1~m1tat~ stesso - quando richiese l' opera dei deputat: per 1 comizii - convenne unanime nel ricon0scere a1 deputati stessi il diritto di rendere pubbliche tali riserve. > « La quale nostra indipendenza di fro_nte ~lle rivendicazioni economiche dei gruppi proletan-c1 permette di svolgere un'azione non di categoria 1 ma di classe : e cioè una azione socialista. » « Latinetto, questo, che vado, con. i miei compagm, spiegando alle masse, da circa vent'anni ! ,. Angiolo Caln-ini ♦ Il trattato di commercio tra l' Italia e la Germania. - La rinnovazione del trattato di commercio tra l'Italia e la Germania fu la più facile ed avvenne un anno fa benchè solamente ora se ne sia conosciuto il contenuto. Si mantenne il segreto perchè i due Stati avevano altri trattati da conchiudere e non voleva.no che fossero note le reciproche concessioni onde avere libertà maggiore di azione per potere strapparne delle altre, poichè in conseguenza della clausola della nazione più fav01·ita se una delle· parti sa che la tale desiderata concessione venne già stipulata con un altra nazione, colla certezza di doverne godere i. benefizi in forza della cennata clausola si batterà, per fare delle controconcessioni , su altri punti e cercherà di ottenere favori sopra altre voci in contraccambio di quelli, che vengono chiesti dall'altro contraente. La conclusione del trattato tra l'Italia e la Germania fu rapida e facile d'altra parte per diversi motivi : il vecchio trattato del 1891 era riuscito vantaggioso ad entrambi le nazioni e tutte e due avevano interesse a rinnovarlo conservando le grandi linee dell' antico ed a rinnovarlo rapidamente per fare comprendere agli altri Stati che si era forti perc~è un merca~o importante era già assicurato. La Germama, ~~ es_emp10, che aveva interesse ad ottenere buone cond1z1om dalla Russia voleva iniziare le trattati ve con essa presentandosi col fatto compiuto con una nazione agricola come l' Italia. E fn fortuna per q uest' ultima , che ~a rinnovazione sia stata sottoscritta prima dello scoppio della guerra russo-giapponese ! poic~è. ali' indoma_ni _la Germania sicura dell' appogg10 politico e finanz1ar10, di cui avrebbe avuto bisogno la Russia, si sarebbe mostrata tneno condiscendente c~ll' Italia. E noi non commettiamo un indiscrezione narrando che appena pervenuta la notizia dello scoppio della guerra i rappresentanti dell'Italia e il Koerner che rappresentav~ principalmente la Germania, animati com' erano tutti dal desiderio di venire all'accordo, si rallegrarono reciprocamente di averlo già sottoscritto poco prima. Data la corrente del protezionismo agrario, che prevaleva in Germani1t si comprende benissimo da ciò che precede che l' Italia aveva otten_uto tutto ci? .eh~ si poteva sperare; ed appena conoscrnte le cond1z10n! del nuovo trattato da ogni parte si riconobbe c~e 1 negoziatori italiani avevano fatto del loro megho _a difesa degli interessi del proprio paese. J?ue vom, anzi una voce sola nell' Avanti I (21 febbraio) e nel1' Italia Modenia (11 febbraio) si levò astiosa contro il trattato, prendendo di mira specialmente il più battacrliero dei negoziatori italiani, l'on. Pantano. o . Ogni trattato di commercio essendo una tra1?-saz10ne ed imponendo sempre dei sacrifizi a q~alcnno _si pres~ alle critiche; c'era quindi da aspettarsi che gh attacc~1 della rivista e del giornale socialista per quanto umlaterali e al difuori della realtà , avrebbero avuto almeno una base di fatto. Invece quelli formulati negli · organi succennati sono quasi del tutto ?ampati in. aria e basati sul falso. Ciò che venne pubblicato dal signor Cesare Castelli intorno ai dazi sulle uve e vini, sulle uova sulle frutta fresche, sugli ortaggi - e il critico su q~esta voce prese un granchio forse, perchè alla parola l,egumes . dette un significato di~erso da ~uello che ha in francese .... - sul pollame, sm formaggi, sul sommacco sui marmi, sulle pietre, sui cappelli di pa• glia, sull~ seta ec. ec. prova. esclusivamente la grande incompetenza sua e la propria leggerezza. Se ne vuole una prova? _ . Le pietre ( voce 680 d~lla tan~a te~esca) c~l trattato del· 1891 erano esenti da dazio all entrata in Germania per via di mare; pagavano un marco (L. 1,25)

88 RIVISTA POPOLARE entrando per via di ter1·a. Col nuovo trattato il dazio venne unificato a 0,25 marchi. Il signor Castelli che vede gravare i 25 cent·esimi sulla importazione per via di mare non si accorge della diminuzione di 75 cent. su quella per via di terra e ignorando anche che la maggiore nostra esportazione si fa per terra prende una colossale cantonata ed invece di constatare il sensibilissimo miglioramento annunzia un peggioramento. In quanto alle concessioni in senso liberista fatte dall'Italia alla Germania noi ci sorprendiamo che delle critiche siano state pubblicate sull' Avanti! che sostiene la politica liberista autonoma; ad ogni modo anche rispettando la manifestazione dello spirito pro - tezionista, che sarà personale del signor Castelli e quindi transitorio, accidentale, nel giornale socialista, si avrebbe dovuto tenere conto della libertà che l' Italia si era acquistata, principalmente snlle voci acido citrico, olio di oliva, fecule e spirito, come giustamente ha rilevato il Pantano in una lettera all'Avanti! Non s'insisterà abbastanza sulla libertà di azione acquistata dal nostro paese in quanto agli spiriti, che ha consentito le agevolazioni fatte dal governo alla distillazione dei vini scadenti, che pesano sul mercato deprimendo il prezzo dei vini buoni. Dobbiamo quindi dichiararci soddisfatti del nuovo trattato col quale si è ottenuto tutto quello che si poteva sperare contro la corrente protezionista tedesca. ♦ .Episodi infami del briganta8'gio collettivo.·- Dapertutto il brigantaggio ordinario viene stigmatizzato con parole rovent.i e coloro che lo praticano vengono spietatamente perseguita_ti e inesorabilmente condannati quando cadono nelle mani della legge. .Ma i fasti della politica coloniale, che Colajanni in Parlamento prima e poscia in un libro bollò col titolo, oramai accettato, di brigantaggio collettivo sono spesso più inumani; con questo in peggio: che i suoi protagonisti vengono spesso onorati come eroi o rimangono impuniti (1). Alcuni episodi scellerati, che superano molti de1 più inumani, che disonorano il brigantaggio collettivo sono quelli che si sono svolti a Brazzaville nel Congo francese, per opera di un funzionario, un mostro che risponde al nome dì 'l.1oqnè, e di altri complici. Narriamoli, riducendoli ai minimi termini, non come li ha presentati il Matin, ma come sono stati rettificati da una inchiesta dell' Ifumanitè. Pare corto, ad unque, che i funzionari francesi di Brazzaville il 14 luglio 1904 dopo essersi uhbriacati ignominiosamente abbiano pensato di completare la festa nazionale col procurarsi lo svago crudelissimo di vedere qnali erano gli effetti della esplosione della dinamite sul corpo umano; perciò distesero a terra e attaccarono un negro , che si dice irregolarmente condannato a morte, e poscia fecero esplodere sotto le sue spalle una cartuccia di dinamite, la cui esplvsione ridusse il corpo del disgraziato in una polti~lia irriconoscibile ; e ciò alla presenza di altri negn. C'è ancora qualche cosa di più macabro: un funzionario fece bollire la testa di tlll altro negro e dopo averne fatto bere il brodo ottenuto ad un suo compagno, gli mostrò l'ingrediente dal quale era stato ottenuto per procurarsi la voluttà di osservare le smorfie che egli avrebbe fatto appena conosciuto che quello bevuto era brodo di carne umana!. ... Un processo è stato iniziato; ma non pare che il signor Toquè, già di ritorno in Francia, sia stato ancora arrestato. · J ean J aurès consacra la colonna della }'Olitique del1' Humanitè del 17 febbraio a tali avvenimenti ultra- (l} Chi avesse vaghezza di cònoscere come gli Europei inciviliscano i popoli cosidetti inferi0t·i legga il libro di Colajanni: La politica colodale (presso la Rivista popola1·e, L. 3,50 - per gli abbonati della R'ivista L. 1,50). macabri, che coprono di vergogna la specie nmana e dopo avere osservato che le conquiste coloniali moderne sono più scellerate delle g11erre antiche conchiude: • Il pregiudizio di razza e di colore poco o punto conosciuto nel!' antichità crea nel bianco un infinito disprezzo pel nero e pel giallo col quale è entrato in contatto, e si produce allora una vera inversione sociale, nel senso patologico della parola. Il bianco perde le sue qualità di uomo incivilito; la crudeltà primitiva ricomparisce in lui aggravata da un corto raffinamento di perversità, da nn certo sadismo feroce. Il suo contatto con ciò che egli· con:5idera come una umanità animale, inferiore e grot:isolana, epa-.·pera in lui l'istinto di dominazione brutale, un bisogno di vi9lenza, in c11i sembra che il bianco si vendic,t sul negro o sul giallo della propria degradazione morale, di cui accusa l' indigeno di essere la cansfl. In rerro.iah: tntti i coloniali, tutti gli amministratc,ri, e tutti vi diranno: non si può ottenere rispetto dai popoli inferiori e obbedienza da loro se non spiegando la massima severità•. « Ed è l'onta della nostra. epoca che la colonizzazione attuale conduca dapertn ttù ad atti di barbarie che si ripercuotono in seguito sul nostro sviluppo nazionale. Perchè non è invano rhe Ri commettono qnesti atti abbominevoli. I funzionari che se ne rendono colpevoli ritornano in seguito nella madre patria alla qmde inoculano i peggiori pregiudizi, i costnmi politici e sociali più detestabili. E per una vendetta eh' è nelle cose, i popoli che sotto il pretesto dell'incivilimento sottopongono i neri e i gialli a trattamenti odiosi, espiano alla loro volta gli atti d' inumanità commessi in nome loro » • Sottoscriviamo a quattro mani ~-lle considerazioni dell'illustre socialista francese e ricordiamo che l'Italia, nuova alla barbarie coloniale, ha avuto il suo Livraghi. ♦ I grandi capitalisti americani. - L'amministra-· zione delle contribuzioni dirette degli Stati Uniti ha pubblicato da recente i suoi ruoli per l'esercizio del 1905. I proprietari fondiari più imposti sono : I. M. Sears. Boston L. 22.500,000; W. Chopman. Denver L. 30,000,000; F. White. Baltini01·a L. 40,000,000; H. C. Frieck. Pittsbu1·g L. 50,000,000; Otto Young. Chicag9 L. 51,750,000; L. Z. Leister. New-York L. 60,000,000; Van Astor. New York L. 137,500,000. W. Weighmann. Filadelfia L. 150,000,000; I. I. Astor. New York L. 175,000,000 ; M. F. Field. Chicago L. 200,000,000. · Non si tratta che della. proprietà fondiaria. Per ciò che concerne la fortuna mobiliare, le notizie dell' amministrazione delle contribuzioni sono meno concludenti, perchè la dichiarazione personale e obbligatoria non esiste ancora negli Stati Uniti. Ciò non ostante l' nltima statistica contiene delle notizie interessanti .... Carnegie , per esempio, è imposto per un reddito am,- nuale di L. 25,000,000; Iohn D. Rockfeller per 12 milio11i e Russel Saye per 10 milioni. ♦ Un grave pel'icolo pel lavoro europeo: La crisi del cotone. - Sono note le sofferenze cui andarono incontro le classi lavoratrici del Làncashire-la Contea inglese in cui le indu::;trie tessili sono più sviluppateed altre contrade di Europa d11rante la r;ue,·ra di secessione e più da recente nello se ,rso an.Jo per l'azione degli accaparratori, a causa della mancanza di cotone, che rapprrsenta la materia prima indi~pensabile per la più sviluppata e più estesa delle industrie tessili La fame di cotone nelle dne cennate epoche venne determinata da cause eccezionali e transitorie. Ma gli operai del le industrie cotoniere europee si vedono affacciare ·un pericolo più duraturo e che può privarli di siffatta mi:i.teria prima in modo permanente. Il pericolo deriva dallo sviluppo delle industrie tessili nei paesi produttori del cotone.

RIVISTA POPOLARE 89 La grave qnistione è stata trattata colla sua ordinaria competenza dallo Zolla nalla Revue politique et pm·lamentafre (gennaio 1905). Seguiamo con certa ampiezza lo svolgimento della sua dimostrazione; ne vale la pena. Per cinquant'anni la prod11zione del cotone si è svi· lappata con una straordinaria rapidità ; e negli Stati Uniti collo aumento della produzione procedette di pari passo quella dell'esportazione tra il 1850 e il 1900 come ·risulta da q nesto confronto. Anno Raccolto 1850 migliaia (1) di balle 2,333. 1899 • ,, 11,274. fsportazione 1,590 7,454 Il peso della balla variò da 429 eh. nei primo anno a 484 nell'ultimo. A quarantanni di distanza, tra il 1857 e il 1897, le variazioni nella produzione mondiale furono le seguenti: Stati Uniti (milioni di chil.) India Inglese Egitto Brasile - Altri paesi 1857 . 527 122 24 13 11 697 1897 1,840 385 145 44 524 2,943 Dopo il 1897 la prod,1zione sembra stazionaria come si può rilevare dai dati triennali : 18E6 - 98 3,067 1897 - 99 3,433 1898 - 900 3,549 1899 - 901 3,514 1900 - 902 3,477 Durante questo tempo, si e sviluppato in misura alquanto maggiore l'industria tessile del cotone. Fàtta astrazione dei 2,500,000 fusi \broches) della Cina, del Giappone e qell'Indo-Cina, il n11mero dei fusi eh' era di 97,9 milioni nel 1898 salì a 107,5 milioni nel 1902. Parallelo a qnesto aumento dei fusi sproporzionato a quello della produzione è stato quello dell' aumento del prezzo del cotone, ch'è stato di circa il 30 °/ 0 sul mercato di Liverpool dal 1898 al 1902. Di fronte a questi fatti, che pongono nettamente il peri(mlo si discute sui mezzi per arrestare l' aumento nel prezzo del cotone. Due souo possibili : o arrestare la produzione dei fili e dei tessuti di cotone; o aurnentaro la produzione della materia prima. Il primo mezzo non è desiderabile; il secoudo no11è facile. Infatti i paesi produttori di cotone principalmente sono gli Stati Uniti, l'Egitto e ]e Indie. La Cina produce circa 1,500,000 hall e di 200 kil., ma questa produzione è assorbita dall'industria nazionale. Le speranze non sono maggiori per gli altri paesi. L'area di coltivazione del cotone negli Stati Uniti cresce assai lentamente. Era di 23 a 25 milioni di acri (l'acre vale 40,46 are) dal 1894 al 1900; si elevò appena a 27 milioni negli ultiuii tre anni non ostante gli alti prezzi del cotonlJ. Ad o,4ni modo terra adatta negli Stati Uniti ce n'è ancora molta e come crescerà la popolazione sarà messa in cnltura. Ma negli Stati '9'niti , però , cresce sen1pre l' mdu::itri.-t e il consumo della materia prima come risnlta da questi dati: Numero fus1 in migliaia Consumo totale Anni Stati del Nord Stati del Sud migliaia di balte 1891-92 13,250 1950 2,431 · 1901-902 15,000 6400 3,908 . L'aumento nell' jnd 11s tria è stato considerevole specialmente negli Stati dtl Sud e i grandi capitalisti americani sperano di svilupparla ulteriormente sino a consumare localmente la pnld uzione totale della ma teria prima. (1) Nell'originale ei legge milio"i, certo per errore di stampa. N. d. R. La superficie coltivata a cotone non cresce nelle Indie; era di 15,3 milioni di aerì nel 1901; di 16 nel 1897. In cinqne anni ci sarebbe st&,ta una pjccola diminuzione. Del resto la produzione indiana basta appena all'industria che vi si sviluppa localmente. Non rimane che l'Egitto; ma il cotone che si produce sulla riva del Nilo serve per i fili fini e costa troppo caro. A scongiurare quindi una crisi inevitabile si deve accettare il consiglio di Grandgeorge, che propone alla Francia, alla Germania e all'Inghilterra di sviluppare con ogni energia la coltivazione del cotone nelle loro colonie africane ed asiatiche. Quest' opera di colonjzzazione, però , suppone l' aggrn ppamen to di capitali importanti, l'impiego di una mano d' opera difficile a reclutare e sopratutto dei saggi e tentativi incerti. L'aumento della produzione del cotone nelle colonie sarà lento e sino a tanto che esso si vétificherà si può prevedere facilmente un periodo di crisi. ♦ I figli contro la madre .... Processo Murri. - Abbiamo sempre taciuto sull' assassinio Bonmartini compiuto colla partecipazione diretta o indiretta di un' associazione di scelleratissimi malfattori-Tullio e Linda Murri, il D.r Secchi, il D.r Naldi e la Bonettiperchè sentimmo ripugnanza ad intrattenerci di un processo in cui era messo alla gogna un nome illustre. · Tra quei malfattori una sola, la Bonetti ispira pietà: essa fu condotta sulla, via della perdizione dall'amore cieco, sconfinato per Tullio Murri. Ed a chi molto ha amat? si deve accordare, se non il_perdono, la commiserazione. Alla ripresa del processo innanzi alla Corte di Assise di rrorino vogliamo accennare di sfuggita ad un solo dei tanti episodi , più o meno laidi , detestabili : a qnello della costituzione di parte civile dei figli .... contro la madre! Egli é vero che la costitnzione di parte civile non è esplicita contro la madre; ma dato l'ingranaggio del delitto come possono gli avvocati, che rappresentano i figli dell'assassinato, non coliJire la madre quando dovranno accusare i complici? Noi non osiamo dire una parola di bia8imo contro i tutori di questi disgraziatissimi orfani Bonmartini, poichè coinprendiamo purtroppo che assai delicata era ed è la loro situazione. Dovevano non associarsi all'accusa per as-;icurare la punizione degli assassini del Conte Bonmartini? Forse avrebbero potuto astenersi, perchè non pare a8solutamente possibile che giustizia non sia fatta. Ma se per una aberrazione della giuria, per una debolezza o per un errore del rappresentante della legge , qualcuno di es:;i fo::;se rìma::;to impunito, i figli della vitliima non avrebbero potuto a suo tempo movere aspro rimprovero a chi aveva l' obbligo di rappresentarli e di farne le ]Jitrti? D' alt.ra parte quando si pensa che l'azione della parte civile si deve svolgere contro la madre degli sventurati orfani Bonmartini 11011 ci si pnò liberare da un senso di viva ripugnanza, quasi di orrore ..... I figli contro la madre ! Ecco una situazione veramente tragica, quale raramente si è riscontrata. E ciò. spiega il grande interesse che non solo la stamµa italiana. ma anche quella straniera-specialmente la francese - spiega per questo processo. In esso vede lo svolgimento di un romanzo à sensation dei più emozionanti e spiega come appena furono conosciuti i partii•olari dell'orrendo delitto di Bologna , i. giornali boiilevarcliel'S di Parigi che cercano in tn tto il lato estetico, il n novo, l'imprevedibile lo chiamarono il più bel delitto di questi tempi, aggiungendo con maligna compiacenza, ch'esso era degno dell'epoca e della terra dei Borgia ..... NOI

90 RIVISTA POPOLARE L·a follìa_dei ferrovieri ----~---- Gli articoli miei. pr~cedenti largamente riprodotti e benevolmente commentati da quasi tutta la stampa italiana, dalla clericale alla democratica, provocarono delle risposte dei ferrovieri. N'ebbi una di Emmanuele Branconi nell' ..Avanti!, da alcuni ferrovieri di Palermo nel Giornale di Sicilia, dal Sindacato di Firenze nella Tribuna. Rispondendo a tutti nei tre cennati giornali ho dovuto confessare che mi sentivo umiliato nella polemica, perchè non mi era mai capitato di dover discutere con critici che non avevano letto i miei articoli e· che perciò mettevano innanzi argomenti umoristici o che poggiavano sul falso. Se ne può avere un'idea da questi soli dati: il Branconi per dimostrare che le mie conclusioni non erano attendibili- e la parola attendibile egli la volle stampata in grassetto - ebbe la sfacciataggine : 1 ° di afiermaFe che io avevo ottenuto la ·media degli stipendi dei ferrovieri sommando quello del Direttòre generale con quello di un cantoniere; 2° mettendo in confronto gli stipendi dei ferrovieri italiani con quelli della Svizzera, mentre io correttamente i dati di una grande- rete, qual'è l'italiana, li avevo paragonati con quelli di altre grandi reti, quale la Paris-Lyon-Mediterranée, la prussiapa ecc. Devo aggiungere, che i ferrovieri di Palermo e di Firenze adoperarono forme cortesi e garba te, co1~1e si addice a persone che vogliono seriamente discutere, mentre molti ferrovieri di Torino, di Benevento, di Foggia ecc.-ricorsero al turpiloquio tanto spregevole e in questo caso agg:--avato dalla vigliaccheria, che accompagna gli anonimi. Passo sopra all'attitudine di qualche giornale democratico e del solo giornale repubblicano quotidiano che c'è in Italia, e che m'inspirerebbe riflessioni dolorose e potrebbe trascinarmi ad adoperare parole aspre e mi fermo ancora sull'accoglienza, che incontrò la mia campagna non per soddisfazione di vanità personale, ma perchè vale a confortare quanti si sono messi sulla via della giustizia a tutela dello Stato e della popolazione tutta d'Italia. Arrivato a Montecitorio dopo la pubblic,1zione del mio ultimo articolo': Ferrovieri e funzionari alla riscossa ebbi interesse di conoscere ciò che ne pensavano non i deputati monarchici di destra e di sinistra, ma i radicali, i repubblicani e i socialisti, coi quali conservo maggiori affinità e maggiori simpatie. Potevo imrùaginare come la pensassero i radicaii; e infatti li trovai-e in questi momenti sono numerosi alla Camera - tutti concordi e solidali con me; non un solo che abbia fatto delle riserve; tutti approvarono calorosamente le idee da me svolte. Maggior interesse riponevo nel giudizio dei repubblicani e i pochi che frequentevano la Camera ebbero parole di affetto e d'incoraggiamento esplicito; sopratutto gradita mi riusci l'adesione sincera e completa di Eugenio Chiesa} da cui dissento su certi problemi economici, ma ch'è uno dei repubblicani più moderni per le concezioni della vita pubblica e più seriamente studiosi delle cose sociali. Infine, si comprendera che annettevo maggiore importanza all'attitudine dei socialisti, di cui sono note le relazioni strettissime coi ferrovieri e le polemiche non poche che coi medesimi ho avuto. Ebbene, della. decina che avvicinai e coi quali ebbi occasione di intrattenermi della vitale quistione del giorno, un solo dissenti dal mio modo di vedere e qualcuno quasi a compenso, ebbe parole di schietta ammirazione, di cui restai non solo commosso, ma anche sorpreso. Se i socialisti, di cui .parlo appartenessero alla tendenza riformista di Turati e di Bissolati non ci sarebbe forse da farne le· meraviglie ; i coraggiosi ed onesti articoli deìl'uno nella Criticasociale e del1' altro sull'Avanti I lo facevano presagire. Ma tra coloro , che si dichiararono concordi r.o!.o anche Cabrini e Morgari, che-si possono considerare come rivoluzionari nel buon senso della parola e che furono sempre strenui difensori della causa <lei ferrovieri. Morgari aozi narrava innanzi a molti che parlando della quistione a Torino ed a Firenze era stato apostrofato con questa frase caratteristica : tu parli peggio di Colajanni I Il Ca brini poi, in una lettera di rimprovero indirizzatagli dalla Commissione dei ferrovieri per la intervista d,L lui accordata al redattore del Giornale d'Italia viene posto accanto a me come un qualsiasi torcaiuolo ... Tutto questo, ripeto, lo ricordo non per vanita; ma per convincere del loro torto i pochi, che mi hanno accusato di essermi lasciatò conquistare d::illo spirito della reazione ; e per dimostrare che c'è concordia piena· ed intera, ed anche rara tra il paese e il Parlamento nel giudicare ingiuste le richieste e prepotente Li condotta dei ferrovieri ; per indicare la giusta via da battere nelle difese dei supremi interessi sociali ; per evitare anche, se pur sarà possibile, gli eccessi sempre disastrosi della reazione e della rivoluzione a tendenze anarchiche,- pur essendo imperniate sulla tirannide, che vorrebbe esercitare una Sl)aurtissima minoranza della societa, che crede potere tutto osare solo perchè è la sola fortemente organizzata e cosciente degli scopi che vuole raggiungere e che esercita una funzione economica veramente vitale per la nazione. La conferma esplicita ed eloquente al giudizio mio, che differentemente potrà sembrare severo a chi conosce i termini del problema e sa valutare le conseguenze possibili degli avvenimenti attuali, si ha nell'attitudine assunte testè dai ferrovieri. Essi per decisione della cosidetta costituente dei quarantacinque riuniti in Roma il giorno 25 dopo animata e drammatica discussione con una maggioranza di trentanove contro sei hanno proclamato ed attuato l'ostruzionismo cioè l'osservanza sincera(!?!) dei regolamenti ferroviari. Le vessazioni, che dall'ostruzionismo che fatalmente dovrà terminare in sciopero, vengono ai viaggiatori sono enormi e si può essere sicuri che ne ridurranno della metà il movimento e allontaneranno le. migliaia di forestieri, che in questa stagione visitano l'Italia e lasciano centinaia di milioni, che sono pel paese una vera manna celeste. Ma i danni, che ne risentirà il commercio , l' approviggiona1~1ento dei maggiori centri, la vita economica della nazione sono ancora più colossali. E gli stessi ferrovieri col proclama al paese, ch'è un vero capolavoro di audacia, di menzogna e d'ipocrisia non esitano a confessare che con animo rattristato (!) si vedono messi in condizione di dover nuocereagli stessi interessi della compagine nazionale. · Meno male: con questa asserzione cade l'ipocrita

RIVISTA POPOLARE 91 asserzione di quelli tra i ferrovieri, che dice·nno di rinunziare allo sciopero e ricorrere all' ostruzionismo per non danneggiare l'economia IJazionale !... La verità è ben altra : lo sciopero poteva presentare qualche pericolo; l'ostruzionismo, trincerato nella osservanza del regolamento, elimina i pericoli e costringe , secondo i loro calcoli , il governo, il parlamento e il paese alla capitolazione, alla resa rncondizionata. E' noto il pretesto accampato dai ferrovieri per tentare la giustificazione della loro condotta : essi vogliono fare cadere la legge ferrovi,uia presentata dal Ministero per gli articoli che giudicano reazionari. Realmente quelli relativi al Tribunale arbitrale e alla repressione dello sciopero sono male concepiti e peggio formulati. Ma su di essi il parere della grande maggioranza della Camera, manifestatasi negli uffici, fu talmente unanime, che si poteva essere sicuri, che essi sarebbero stati respinti o modificati. Non solo le varie frazioni dell'Estrema, ma anche i deputati di sinistra e molti di destra non avevano esitato a manifestare lo stesso avviso; ·Tali articoli, perciò, è evidente che non rappreseqtano che un brutto e menzognero pretesto .per infliggere capricciosamente un danno incalcolabile a tutti gli italiani ed alla economia nazionale già tanto grama. Le parole reboanti del proclama dei ferrovjeri che invocano la solidarietà di tutti i difensori della · libertà e dei dritti dei lavoratori sono una sfacciata menzogna smentita solennemente dalla condotta del gruppo parlamentare socialista e dalla Direzione del partito Socialista, che sconsiglìarono energicamente l'osrtu:zionismo e lo sciopero come risulta all'evidenza dalL1 cennata intervista di un giornalista col Cabrini pubblicata sul Giornale d'Italia del 25 febbraio. · I' risultati della condotta dei ferrovieri sono davvero incalcolabili sia dal lato economico, sia da quello politico. Essi sono tali che qualcuno afrermò nella discussione <leali Uffizi che i ferrovieri sono divenuti strumenti in~onsci dei capitalisti che vogliono l'esercizio privato e dei reazionari, che sperano vedersi fiancheggiati dai timidi nei loro biechi propositi liber- · ticidi. Chi ama la libertà , chi ha a cuore gli interessi della economia nazionale e vuole per essa l'esercizio di Stato, perciò in questo momento deve vegliare contro nemici multiformi e pericolosi ed ha un compito difficilissimo dinanzi a sè. Chi può salvare il paese dalla reazione e dallo sfruttamento capitalistico non può essere che il proletariato negando ogni solidarietà ai ferrovieri, che si sono trasformati' nei suoi peggiori nemici del momento· presente. · I lavoratori che si dichiarassero solidali coi ferrovieri, che hanno già una situazione privilegiata e che la vogliono migliorata ancora a danno della totalità dei produttori e dei consumatori darebbero prova di una cecità fenomenale e spianerebbero la str:1da al trionfo dell'anarchia- più desolante, di cui essi finirebbero coJ pagare le spese presto o t1rdi. DoTT. N. CoLAJANNI Gli abbonati che hanno inviato la somma stab(-; l-ita per aver il Decentramento del Ferraris, sono preuati di chiedere qualche altro libro. eletto s~esso costo, in sostituzione del suddetto che e esaurito. &, ,~i1m.ii1&1 ai!l t11 ~,ifemr@wi, ----~--- Ho accennato a critiche varie che mi sono venute dai ferrovieri ed alle risposte, che ho loro date. Pei lettori dellll 'l{jvi~ta, che non conoscessero bene i termini del problema e che potessero essere tratti in errore dalle asserzioni audacissime, a base di supina ignoranza o di grossolana bricconaggine, dei campioni dei ferrovieri, credo opportuno riprodurre dall'Avanti I la risposta che ho dato al Branconi - quello che aspetta il collettivismo in cinque anni, che fece prolungare lo sciopero generale in settembre senza nemmeno fare scioperare i ferrovieri (di che va lodato) e che fu pars macrna come mi si assicura, nel provocare lo sciopero degli ,, ' . abbandonati ferrovieri della Nord-Milano .... - al Branconi ch'è il più autorevole di essi. E riproduco del pari un articoletto che::segue al mio nello stesso numero dell'Avanti I col titolo: Le contradizloni dell'on. Colajanni. · Tale articoletto, che non è altro se non la prefazione ad un libro dell'amico Catelani è preceduto dalla seguente dichiarazione della redazione del Giornale Socialista : « Un gruppo di ferrovieri insiste per la pubblicazione di « quanto segue. Ma è nostro debito distinguere tra le tesi « confutata dal Branconi e quella sostenuta altra volta dal « Colajanni. Ci pare che l'istesso Colajanni r. 10 ponga in « dubbio lo stato deplorevole dei lavorat0,i fe:rdvieri ma lo « ritiene relativamente migliore in confronto degli altri la- << voratori. Osservazione questa che non v-ie a diminuire la « giustezza dell'agitazione, ma vale a provare che i lavora- ,< tori migliorano le condizioni d: vita in rapporto della forza « delle organizzazioni e della lorc s0lidarietà. » La dichiarazione dell' Avanti! mi dispensa da qualunque commento e prova che tra ciò che scrissi nel r814 e ciò che sostenao ora non c'è l'ombra della contraddiziol'e. A~giungo b che mantengo interamente le opinioni manifestate allora contro le società e contro le convenzioni. Se dovessi dire qualche cosa di nuovo direi: eh- se tutti i ferrovieri rassomigliassero a quel messere che firma veritas, sarei tentato a recitare il me poenitet per la simpatia mostrata e per qualche sacrificio fatto in prò di una classe che se n'è mostrata immeritevole; e che ci si dovrebbe pensare due volte prima di passare dall' esercizio privato all' esercizio di Stato. ?-uest a seconda riflessione sorge tanto spontanea che molti deputati - non escluso qualche socialista - favorevole all' esercizio di Stato, pensa çhe nell'agitazione presente ci s1a lo zampino delle tre Società. N. C. La verità e le mie affermazioni circa le pretese dei ferrovieri La lettura dell' articolo di E. Branconi pubblicato nell'Avanti di ieri sera mi ha prodotto un senso di pena indicibile. Egli mi ha somministrato la p~ova lampante, che tra i ferrovieri, ~ ,chi si atteg_g1a a loro campio:ie mancano le quahta elementan p~r polemizzare. Crederei d' infliggern~i. una volontan~1 umiliazione se rispondendo alla cnnca del Brancom, non tenessi conto del momento, in cui arriva e del aiornale che le ha accordato l'ospitalità. 0 Il Branconi non meriterebbe risposta perchè egli, con metodo polemico nuovissimo, m' in~este senza nemmeno essersi deonato di leggere ciò che ho scritto nella Rivista p~polare del 31 dicembre 1904 e del 15 febbraio. Questa è la spiegazione più benevola che i? possa dare delle sue critiche; se egli confessasse ~d 10 sup~ ponessi che egli ha letto ciò che ho scntto dovrei ..

R I V r s·T A pop o L A R E emettere un giudizio :1ss:1i più severo sul conto suo e dovrei astenermi dal replicare per non venire meno :11 rispetto verso me stesso e per non perdere invano il mio tempo. Sarebbe davvero fatica sprec:tre il discutere con avversari in mal:1 fede. Che il Branconi non abbia letto i due miei articoli pubblicati nelb 7.(_ivistapopolare è evidente. Io mi sono indugiato a porre un confronto tr:1 la ricchezza privata, il reddito totale, ìa pressione tributaria, il livello dei salari e degli stipendi tra l' ItaJia ed alcuni grandi e piccoli St:1ti di Europa, tra i più civili, per riuscire alb conclusione : che proporzionando gli stipendi dei ferrovieri a quelli dei lavoratori liberi ed alla condizione dti contribuenti le loro domande erano ingiuste ed esagerate. Ora a questa mia prima dimostrazione nel!' articolo del Branconi non e' è nemmeno un lontanissimo accenno; e siccome questa è la base su cui ho posata la questione nel suo lato morale, che ho esplicitamente distinto da quello legale('R_ivistapopolare 15 febbraio pag. 66), percio devo attribuire il silenzio ad ignoranza non \·olendo ammettere , per non oftendere il mio contraddittore, eh' esso si;;i stato volontario. Trascurata tutta la pan-:: interessantissima - almeno per me e per la massa degli italiani -- della controversia, il Branconi si limita a discutere raltra comparazione da me fatta ed arriv,a a questa inqualificabile ed anticipata conclusione, che trascrivo integralmente avvateodo, benchè non ce ne dovesse essere bisogno pei lettori dell' .Avanti, che il grassetto ce l'ha messo il Branconi: « le mediè delle « paghe dei ferrovieri itaìiani da Colajanni prese a « base per arrivare alla strabiliante aflermazione che « le loro domande di miglioramento sono ingiuste << e la loro agitazione riveste tutto il carattere della t< prepotenza uou sono punto attendibili, « perchè stabilite, evidentemente, sul curnulo delle « magre paghe del numerosissimo basso personale coi « lauti stipendi della legione dei funzionarii >>. Noto che il corsivo in quest'ultimo periodo semplicemente meraviglioso pel suo con trasto colla verita ce l'ho messo io. Per quanto il Branconi possa essere dotato di un grande coraggio ... polemico non oso affatto affermare che egli avrebbe scritto il soprariportato periodo se avesse letto o semplicemente visto le pagine 68 e 69 della 'RJvista popolare del 15 febbraio. Ivi avrebbe trovato tre - dico 3 - prospetti. Nel primo (colonna prima della pagina 68) si confrontano gli stipendi delle tre reti principali italiane, della rete di Stato prussiana, della rete di Stato austriaca, deJla rete di Stato belga e della Paris-Lyon-Mediterranee separatamente per ciascuna categoria; ammiuistraziu11e, mantenimento e sorveglianza, movimento e traffic:o, trazione e materiale, totale. . Sarebbe adunque assolutamente contraria al vero l'aftermazione del Branconi. Nel secondo prospetto ( colonna seconda della p:1g. 68) è posto il confronto della spesa per ogni agente tra due reti principali - mediterrane:\1 e adriatica - reti secondarie italiane, reti fr:111cesi(complessivamente) e belghe. Sarebbe il solo prospetto ·che autorizzerebbe l'affermazione del Branconi; aggiungo, però, che le differenze nei risultati col primo confronto non s:lfebbero troppo considerevoli. E ciò pel fatto che i lautissimi stipendi del personale direttivo essendo poco numerosi non spostano di molto le medie. Infinè e' e il prospetto. del la pag. 69, in cui il confronto degli stipendi nelle due reti principali it,1liaae, nella rete di Stato prussi:10:1 e nella Paris Lyon-Mediterranée è fatto pei: Capi stazione principali, di 1°, 2° e 3° grado, capi conduttori di 1° e 2° grado, conduttori, controlli viaggiatori, macchinisti, fuochisti, capi frenatori, frenatori, deviatori e cantonieri. Il confronto è posto nei massimi e nei minimi e per la rete prussiana sono indic:ne in una colonna le indenn id di alloggio e in un'altra il nurnero degli anni di servfaio per raggiungere lo stipendio massimo. E' su questo terzo prospetto, che sono fondate, e dopo avere esposto tutte le riserve necessarie a forsi in questo genere <li comparazioni, le mie conclusioni. Altro non occorre aggiungere per dimostrare che il Branconi ha criticato cio .... che non conosce. · Questa prima constatazione mi dispenserebbe dall'intrattenermi ulteriormente delle critiche del Branconi; rilevo soltanto, pei lettori Jell' Avanti cui fosse sfuggito, ii valore dei metodi logici del mio contraddittore. Egli per dimostrare che le mie induzioni sono sbagliate, dopo avere notato egli stesso (quasi per documenure la propria fenomenale smemorataggine) che esse sono tratte dal confronto --tra i ferrovieri iuliani con quelli della Germania- - e doveva dire della Prussia - pone il suo tra gli stipendi dei ferrovieri italiani e quelli della Svizzera secondo l' organico del 1902 ! E via ! Il Branconi per cogliermi in errore nel paragone tra le cose italiane e quelle prussiane poteva ricorre al paragone tr:1 Je prime-... e quelle del règno della Luna. E qui mi fermo per non riuscire lungo, senza nulla obbiettare sul termine di confronto scelto dal mio c:iti~o per giustificare le sue allegrissimme conclus10m. Ed ora vengo alla parte personale. Il Branconi vuole conoscere categoricamente « per quale miracolo dal 1892 - anno in cui mi portai a Genova al Congresso:del fascio ferroviario - dalle non dubbie prove di simpatia alla causa del personale ferroviario io ora sia divenuto un avversario cosi feroce dei ferrovieri, da essere portato sugli scudi dalla stampa più o meno reazionaria ». Nella domanda del Branconi forse e' è una intenzione offensiva. Posso permettermi il lusso di non curarmi delle sue oflese. Rispondo soltanto pel riguardo dovuto all' .Avantti ed ai suoi lettori. Anzitutto è una gratuita asserzione quella che mi vorrebbe far passare per un feroce avversario dei ferrovieri so] o perchè difendo la causa dei con tribuen ti e della economia nnionale. In secondo luogo è altrettanto gratuita b asserzione, che per q·uesta mia campagna, solo la stampa più o meno reazionaria mi porti sugli scudi. _ Tutti i deputati repubblicani e radicali che me ne hanno parlato, hanno avuto. per me parole di approvazione esplicita e calorosa; e quello eh' è più, quasi tutti deputati socialisti, che ho visto, mi hanno approvato del pari e qualcuno ba anche adoperate parole entusiastiche, chè mi hanno commosso. Se poi fosse vero che solo l'Osservatore Romano mi avesse lodato con la coscienza di avere fatto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==