64 Rl V l S ·r A P O P O LAR E fu nno dei mille, che si battè eroicamente a Calatafimi, a Palermo , al Volturno ; ma per ricordarne le virtù civili rare nei funzionari in genere, rarissime nei 11,ilitari. Non a caso alla Camera disse Filippo Cordova che nulla c'è di più incivile quanto i militari mei:;si alla testa degli affari civili I Il Nicolosi comandando un reggimento da tenente colonnello si trovava in Sicilia nel 1895 ali' eµoca delle elezioni generali quando non era del tutto abolito lo Stato di assedio, ch0 aveva lasciato come residuo le cosi dette zone militari, nelle quali le autorità di pubblica sicurezza erano subordinate ai Comandanti militari. Allora in un Collegio del)' isola entro la zona, cui presiedeva il Nicolosi, le autorità si erano proposte di far cadere ad ogni costo uno dei candidati più invisi a Crispi. Non bastando i mezzi violenti ordinari - come dovrebbero fare a calci queste due parole messe accanto l'una dell'altra ! - ed assendo stata tentata invano la conuzione si ricorse a q11alche cosa di più eccezionale: si sospesero tutte le leggi, si fece venire un birro dei piu fernci, che conosceva il collegio, ed un nugolo di guardie di Pubblica sicure%za travestite e si organizzò una serie di provocazioni nella speranza di provocare un tumulto, che sarebbe terminato con un massacro e coli' arresto dei cittadini più onesti e più temibili per la loro influenza elettorale. Perchè si fosse sicuri della ri11scita della infernale macchinazione gli scherani di Crispi giustamente pensavano che occorressero molti soldati ed a misura che si avvicinava il momento della votazione nel centro principale del Collegio le autorità politiche richiedevano compagnie. Il tenente colonnel1o Nicolosi allarmato di tale concentrazioue di truppe e nella impos· sibilità di mand,irne delie altre va sul luogo per informarsi esattamente di ciò che accadeva o si preparava. Appena ani vato i I eandidato da eliminare per volere della cittadinanza andò da lui e gli espose quali erano gl'intendimenti della polizia. Il soldato leale si sdegnò contro chi narravagli cose che sembravano romanzesche ed atroci calunnie e lo mandò via in malo modo trattandolo da denigratore di Orispi e del governo d'Italia. Però da uomo onesto e prudente contin11ò le indagini; le quali gli provarono che ciò cbe egli a· tva considerato come calunuie erauo tristi realtà. Non esitò un istante : cacciò via il birro emerito ch'era vennto per la organizzazione del massacro , impose alle guardie d' indossare l' uniforme , fece togliere il divieto delle riunioni e decise di assi~tere lui stesso alle elezioni. Il giorno delle elezioni passò tranq :1illissimo e il tenente colonnello Nicolosi partì salutato da una entusiastica dimostrazione. Un particolare ancora più degno di lode. Nel 1900 in una polemica ci fu bisogno di ricordare l'opera sua mentre egli era ancora sotto le armi. Egli non solo non smentì; ma ringraziò colui che si era ricordato dell'azione spiegata a difesa delle le~gi e della libertà degli elettori. Chi oserebbe dire che nell'esercito siano molti i comandanti di reggimento valorosi sul campo di battaglia e difensori delle pubbliche libertà in tempo di pace come il Nicolosi? NOI -- FERROVIEREI f~NZIONARAI LLARISCOSSA ( Ancora.. della nuovissima lotta di classe) Gli articoli miei della Nuova Antologia e della 'RJvista Popolare e le interviste di Nitti coi redattori del Pungolo han no mo5so un vespaio, i cui a.bitanti rabbiosa men te si sono scagliati contro di noi configgendo nelle carni nostre tutti gli acuminati pungiglioni che spesso vorrebbero essere avvelenati, ma che riescono perfettamente innocui. Lasciando che l' amico e· collega Nitti , come egli può e sa fare meglio di me, dia quello che spetta ai suoi critici, per la parte mia rilevo che mi sono venute risposte da amici e da nemici, cortesi e villane, anonime e firmate, sentimentali e ragionate, che nello insieme costit1:1iscor;o una vera vatanga di carta, che non e riuscita però ne a convincermi dei pretesi miei torti, ne ... a seppellfrmi. Cosi almeno credo io. E che io non sia in errore mi proverò a dimostrarlo ritornando a discutere sulla quistione vivissima e sotto certi aspetti acuta - quella dei ferrovieri - che si agita in Italia premettendo che in ultimo dopo esaurita la discussione sulle cose, mi occuperò degli attacchi puramente personali, che non possono interessare il gran pubblico. ♦ Ogni polemica perche sia leale e possa riuscire proficua dev'essere bene fissata nei suoi termini. All'avversario non è lecito attribuire opinioni che non ha manifestato e ch'è quindi comodo e facile combattere. Chi vuole discutere con lealtà ripeto deve oppugnare i fatti e le argomentazioni dagli altri realmente messi rn campo e non crearsi un avversario di paglia, che· si distrugge accendendo un meschino zolfanello. A me intanto è capitato precisamente q nesto: hanno creduto di annientarmi criticando ciò che non ho detto;· ed hanno taciuto su ciò eh~ ho esplicitamente e chiaramente sostenuto. I nove decimi delle _critiche, spesso a base d'indignazione sincera o artificiosa, che ho dovuto leggere combattono contro un mulino a vento attribuendomi una opinione, che non ho mai manifestato. Quasi tutti i contraddittori miei in tono patetico o colla eloquenza delle cifre si sono indugiati ad affermare o a provare che gli stipendi dei ferrovieri e dei funzionari sono meschini e non consentono un tenore di vita soddisfacente. Ma io 11011 mi sono mai sognato di negare ciò e non ho mai pensato che non fosse utile e desiderabile migliorarli! Ben altra e la mia tesi: affermai che, per ora, non e possibile elevare tali stipendi senza aggravare le sperequazioni esistenti tra funzionari e ferrov.ieri da un lato, lavoratori, contribuenti e professionisti liberi dall'altro e perciò senza commettere delle vere iniquità per parte dello Stato a danno della massa della popolazione ed a benefizio di una sparuta minoranza, che si trova gia in posizione di privilegio, che rimane sempre tale relativamente agli altri anche quando la posizione in se stessa e<l in senso assoluto sia meschina. I termini (tel problema da me posti in modo chiaro e limpido sono questi: a) La ricchezza privata e il reddito totale in I-
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