60 RIVISTA POPOLARE pone il valore assoluto dell'uomo, il pregio inestimabile della dignità umana, che domanda risp,~tto, non compassione é freme nell'auda)e attesa della libernzionc e della riscossa. L'uomo solo è l'universo intiero: l'uomo, ehiurH]UCegli sia e comunque viva e qualunque maschera gli oecultì e contamini le originario sembianze: nei caduti , noi reietti, in coloro che furono uomini vive e freme e sì agita, pur sempre l'uomo,. l'essere, ·cioè, che porta in se il 111ondoed alimenta nel imo seno il signore del· destino, l' eroe, il liberatore. ♦ L'acuta tensione della coscienza ribelle, il culto ardente della libertà, l'evocazione gagliarda dell'uomo,· l' impronta ed indomita fierezza dell' io giudicante caratterizzano appunto la visione della vita dei vagabondi di Gorki. E' un grido, il loro, di sfida e· di minaccia, che spesso rigurgita e rifluisce io sè medesimo ed affoga nelle libazioni di vodka: ma è ncta di anima lucida nell'entusiasmo e profonda nella ferib:1, che lascia eco durevole e desta risonanze lontane. I personaggi di Gorki si differenziano, appunto, eia quelli di Tolstoi per questa esasperata od incrollabile concitazione ed alterigia dell'io. Essi non aspettano, uè invocano illuminazioni dall' alto ed amano redimersi in sè medesimi , nello spasmo istesso della disperazione che li tortura, senza che lì domi o li -pieghi alla resa. Il dramma della loro cosci•-nza è, quindi , un dramma che ritorna e non procede: un dramma cho approda sposso ad un pessimismo sinistro : uu dramma che si protrae al l' infinito. ~- M;:i non difetta , in codesto bieco e totro riflusso di esasperazione e di angoscia, un significato d'idealità luminosa, che mi duole sia sfuggito ai molti critici che pullulano oggi attorno a Massimo 0--~rki. Manca lo sdoglimonto o la catastrofe nel dramma della .coscienza vagabouda : ma ciò ac· cado, percbè l'azione stessa è tutta nna catastrofe vivente, una catastr0fe che indugia o che pensa. La espiazione e la soluzione rJel nodo è nella commozione del processo e non noli' esito finale: difetta. anzi, l' esito finale, perchè ogni momonto del processo è· riempiuto della propria rovina oJ è rischiarato dal proprio fulgore. Così , il dramma della vita vagabonda non si snoda assurgendo, nè si redime nelle ascensioni radianti e sopram· mondane dello spirito rinnovellato e risorto , come nell' epopea 'rolstoiana. Ma, o si ristà ioebbriato nella. sua intcri0rità lucida e fosca o, nel!' ebbrezza del!' aziono o nella sacra follia d' un entusiasmo a cui è conteso l' appagamento, affoga e prouipita noi la concitazione bacuhica o nel ditirambo. ♦ Un ditirambo tragico, appunto, è stato quello celebrato sulle vie ùì Pietroburgo e spento sinistramente iu un'orgia di sangue. Il romanticismo ideolo~ico dei vagabondi è sceso la prima volta nel campo della vita ed ha ricevuto il battesimo della realtà, battesimo di fuoco. La esemplare luminosità del fatto e dell'azione risolutiva illumina, fiualmonto, l' oscurità del processo. Il pessimista non àistilla più a goccia a goccia la sua amaritudi ne contemplativa, 111ainvoca ad alta voce la · giustizia e la luce. ] l nomade ed il fuggiasco della vita diventa un combattente. Il vagabondo diventa l' eroe della piaua. 0ggimai la sna redonziono è· incominuiata : e mai come oggi , Del giorno del la morto o della caduta, si annunzia così vicina la rinascita ed il trionfo. Sia lode a Gorki ehe nel giorno tragico uon si è ti rato in disparte, ma ha riconosciuto tr;1. le vittirno sanguinanti la carne della sua carne, ed ha urlato con loro ! IGINO PETR0NE GLI .ftVVENIMENTI e GLI UOMINI --------,-•--------- L'Istituto inter.nazionale di agricoltura. - Da parecchi mesi circa sta in Boma nn ricco cittadino degli Stati Uniti, Davide Lubin, venuto a portarvi un'idea grandiosa: l'intesa tra tutti i paesi civili per difendere l'agricoltura per mezzo di un istituto internazionale, che deve studiare tutti i problemi relativi e suggerire gli opportuni provvedimenti. Il Lu bin ba creduto che l' iniziativa del Congresso internazionale, che deve organizzare l'Istituto doveva partire dall'Italia che per la sna condizione politica non suscita !-OSpett.i di sorta alcuna e può farla da frait-d'union tra le varie nazioni civili. Il Lubin venne ricevuto e bene accolto dal Re che ne accettò l'idea fondamentale e 11-ì fece discutere dai ministri. Pocbi uomini poli t,ici e cui tori di scienze economiche e sociali furono messi a parte del progetto-- t·ra i quali Pantaleoni, Colajanni, Ferrero, ecc. Intermediarii fra il Lubin e il mondo ufficiale furono il nostro Agresti e l'avvocato Guerrazzi. Si è mantenuto da tutti scrupolosamente il seoTeto sul • M progetto smo a tanto che non si ebbero le adesioni ufficiose degli altri Stati ; e la pubblicazione che av • viene nella Gazzetta Ufficiale della lettera del Re il Presidente del Consiglio dei Ministri è prova che in . massima l' idea dalle potenze europee ed americane è stata accettata. . · Noi torneremo sull'ardita iniziativa del Luhin fatta propria con molto slancio dal Re ed esamineremo serenamente e senza lasciarci correre ai facili entusiasmi gli scopì, che si propone l'Istituto Internazionale di Agricoltura di là da venire. I nostri entusiasmi non sono facili non solo perchè siamo indotti alla diffidenza dai risultati irrisori delle due grandi conferenze internazionali che si tennero: a Berlino nel 1891 ad iniziativa di Guglielmo 2° per avvisare ai mezzi più adatti per riuscire ad ima internazionalir.zazione della legislazione sociale e più da recente ali' Aja ad iniziativa dello Cr.ar per limitare gli armamenti e per assicurare la pace; ma anche per la comple:isità delle quistioni (\ pel contrasto degli interessi, che involve nna difesa internazionale dell'Agricoltura. Sin da ora, però. si deve protestare contro I' inter petrazione che qualche giornale reazionario ha vcl11to dare alla proposta: quella cioè di preparare 11na internazionale degli abbienti contro l'internazionale dei lavoratori. I fini che si propone il Lubin sono ben diversi: egll vorrebbe impedire i gravi danni che vengono all' agricoltura ed alle classi sociali che vi sono interessate dagli egoismi nazionali, ebe tanti malanni lascian,) sviluppare solo perchè se ne credono immuni, dalla concorrenza ed in pari tempo dal protezionismo. La proposta è nobile, grandiosa, 11tile a tutte le classi sociali - ai lavoratori come ai proprietari - e tutti devono augurarsi , 0he q 11alche cosa di essa resti e trionfi realizzandosi. Intanto non si pnò assistere senza sorridere alla esplosione di cortigianeria. S'inneggia al giovine Re d' Italia come se egli fosse l'autore della proposta. e come se, mercè sna, la proposta fosse già atttu;-1,ta .... Non si dimentichino gli scambi di vedute e le simpatie tra Roberto Owen e il D11ca. di Kent: finirono in un bel nulla ! ♦ L'ipocrisia dopo la crudeltà La mentalità russa. Qualche giornale italiano ha trovato parole di lode per la bontà dello Czar, che ha ricevuto una commissione di operai, ed ha loro rivolto paterni ammonimenti ed
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