Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 3 - 15 febbraio 1905

RIVISTA Nessuua donna dovrebbe lavorare per uu uomo che non ne difende la causa ~ tutte le· donne dov1·ebbero sostenere soltanto i c2ndidati e he ne accettano l'affrancamento, che deve divenire il primo a1·ticolo di ogui programma elettorale. L' affrancameuto dovrebbe essere una delle prime leggi che dovrebbe essere votata nella prnssima sessione ed il Labour Pa1·ty dovrebbe includerla nel suo programma. L'affrancamento delle donne in Austr;1lia è dovuto principalmente agli sforzi del partito dei lavoratori. Le donne dell'Inghilterra riceveranno lo stesso aiuto delle donne di Australia J Io credo che i membri del Labou,· Pa1·ty della Camera dei Comuni vogliano accord'\rlo e che le classi lavoratrici nutrano lo stesso desiderio. In quant,o al p1:trtito lioerale checchè pensino i suoi capi, il Labour party deve protestare energicamente contro la e13clusione delle rilorme che dovrebbe accordare il voto alle donne. Nei meeting:, tenutisi in Iscozia e nel Nord dell'Inghilterra il movimento in favore della riforma si è fatto vivo ed egli i• s;curo, che come i lavoratori hanno a,cqui5tato il diritto a·l voto lo acquisteranno pure le donne. (Lleview o( 1·eviews, gennaio). ♦ l{eir lfard-ie: II problema. dei ·disoccupati. - Sussiste anr.ora un vecchio Atto <lei P:irlamento che rende responsabili le autorità locali e soggette a penalità se non danno lavoro a tutti i disoccupati della loro circoscrizione. L'Atto del 1601 impone ai Guardiani della Chiesa-Ohu!'ch-warden:,-di ogni parrocchia di provvedere affiuchè venga dato lavoro a tutte le pel'sone, maritate o non, che non hanno mezzi per manteuersi e di procurare in ogni settimana o in altro modo, colla tassazione di ogni abitante , una sufficiente quantità di lino, canapa, lana, filo, ferro e di altre materie p1·ima. che possono servire al lavoro dei pove1·i. Un Atto del 1819 01·diua ai Guardiani delle Chiese ed agli Ispettori dei povet'.i di ogni parrocchia di acquistare o di prendere in affitto lotti di tet·ra nel territorio della parrocchia o vicino, non eccedenti i venti acri-un poco più di otto ettariper impiegarvi le persone povere che hanno diritto al lavoro e dar loro un salario ragionevole. Nel 1831 i venti acri furono portati a 50. Si deve convenire che queste leggi sono ancora in vigore ed ammettere, quindi, che le leggi i11glesi ricono~ scono l'obbligo di ogni distretto di provvedere di lavoro i disoccupati e che quest'obbligo è distinto e separato da quello che impone di mantenere i povet·i. Per eseguit·e tali leggi sono necessarie nuove autorità e specialmente i Consigli 1lel lavoro. Questi dovrebl,ero s ,pratutto occuparsi dd 1·imboschirnento. Le foreste della Germania mantengono 400 000 persone e rendono ali' erario nazionale non meno di 18 milioni di sterline all anno -450 milioni di lire italiane. - Questi nuovi Consigli dovrebbero essere foruiti della facoltà di comprare delle terre, forzatament<l se fosse necessario, al giusto prezzo del mercato per essere adoperato allo scopo necessario di procurare lavoro ai poveri. Le autorità amministrative esistenti hanno già certi poteri di acquistare terra per riconcederla a lotti , a piccoli lotti, cottage:,, che possono essere faboricate ed anche quello di dare una istruzione tecnica. ( Nineteenth Century, gennaio 1905) (1). ♦ C. T. G. Mastennan: Riserve di lavoro. - La. perpetua ricorrenza di periodi di disoccupazione non i, un problema lnsolubile; può essere risoluto se la civiltà dell'Inghilterra richiamerà su di esso l'attenzione del gove1·no e l'energia dei cittadini. I pe,·iodi di disoccupazione ricorrono regolarmente in ogni dieci anni. l'er nove anni ciascuno provvede a sè coi metodi ordinari; si _dovrebbe quindi orgauizzare una rise1·va di lavoro che dovrebbe servire nell'anno della disoccupazione. All'uopo non sono adatti gli organi più esistenti; si dovrebbe perciò fondare un Ministero ed un Dipartimento del lavoro, (1) A queste idee del deputato del Labou1· pa1·ty si accennò nel n. 0 precedente occupandoci della di~occupazior,e i·n Inghilte1·ra. N. d. R. POPOLARE 81 la cui creazione dovrebbe bSSere l'opera di un governo, che ha a cuore il benessere del· popolo. 11 mezzo che si dovrebbe ailoperare all'intento sarel,be quello d'imitare le Colonie di lavoro dell'Olanda e specialment,i quella di Frederiksoord. La spesa iniziale per fondare tali Colonie dovrebbe essere ll:!,tta in parte dal Tesoro. La terra dovrebbe essere acq11:stata per essere concessa a piccoli lotti a prezzo ragionevole. Su questa terra i coloni dovrebbero trovare svari;,.te occupazioni per fornire varietà d1 lavori alle diverse categorie di disoccupati. Le colonie don-ebbero essere ampliate in tempo di disoc.cupaziooe e ridotte al minimum, in tempi normali. Esse si manterrebbero da se col prodotto del lavol'O che darebbero spingerebbero inaanzi l'Inghilterra sulla via della civiltà. Se non s1 provvederà in tempo coutro la disoccupazione si scaverà un abisso spaventevole; le bl'Uttezze e le pene della mi'leria si accumuleranno in tale misura, che sembreranno un sogno fantastico e disordinato. (Independent 8eview, geunaio 1905). ♦ Frr 1dl:rich Harris:m: Le lezioni del Giappone. - Mentre i "competenti ,, in materia marinaresca e militare ci espongono tutto ciò che possiamo apprendere dal Giappone nell'arte della guel'l'a, quel paese potrebbe darci ancha pih di una lezione in materia politica sociale e religiosa. L'Europa ha rico110sciuto che per ce1·te arti e certe industrie l'Oriente è rimasto inimitabile; che in ciò che concerne un gran numero d'ornamenti, per le materie tessili, le ceramiche, i metalli, l'Occidente ha soltanto ce.reato di imita1·<1 senza poterne riprodurre i modelli. All'ingegno orientale dobbiamo parecchie invenzioni m~tematiche e at itmetiche, giuochi, favole, ecc: Di ciò che riguarda il coraggio morr.le l'Europa ha appreso a stupirsi della pe1•severanza, della sobrietà della frugalità, del lavoro, della pazienza degli Ar::t.bi, Cinesi, Indiani, G,iapponesi, Birmani, Siamesi, ecc: La sola grande superiorità europea è stata la scienza che ùurante tre secoli è restata stagnante in Oriente. Quando l'Europa applicò il suo .s:ipere scientifico alle diverse specie di strumenti, armi, ecc. ottenne un potere talmente superiore che cominciò a trattar.i gli O1·ientali come soggetti o schiavi. Ma ecco 0he ab11iamo visto un popolo orientale incorporarsi la scienza occidentale e mett"lrsi alla pari colle potenze europee di primo crdine non solo, ma può lorn insegnare qu11lcosa. La p1·ima lezione che ci dà il Giappone, non ci ba dato solo uo. certo tipo di concentrazione rnnnarchica compatibile con un intense patriottismo e nell'ene1·gia individua!e che ci mostra come la democ:-azia non è una condizione indispensabile ad un nazionalismo intelligente; ma ci dà anche u:!a lezione religiosa molto istruttiva. Si dice che i Giappon;:si non hanno nulla che somigli ad una relig;rrne: altri aggi ungonn che sono troppo frivoli, leggeri e superficiali per provare eiooz·ion: religiose, e per riscutirne il bisogno. Nè il Cristianesimo, uè il Buddismo hanno mai fatto troppo breccia nel Giappone. Il loro sintoismo primitivo, vago tipo di feticismo ha degenerato in un vago culto della natura, senza forza morale e senza significazione spit•:t11ale. Il solo culto che cons_erva un' influenza vivificante è il cult·) degli Antenati. Ciò che s'intende per culto d~gli antenati non è un sentimeritc di amore e di rispetto pet· quelli che li precedettero, sentimento ché implica nello st':lsso tempo un'abitudine universale di tradurre questo amore e questo risretto in pratiche e riti giornalieri. Il Giapponese non indirizza la prl!ghiera ad un essere invisibile e viveute, di specie naturale, umana o soprannaturale. Non si imagina che i suoi antenati sieno esseri coscienti come fantasmi o spi1•iti o che sieuo relegati in un mondo migliore; ancora meno crede che li raggiungerà dopo la sua morte. . . l Li crt.de morti e spat·iti 1,er sempre rr.a il suo culto è 1 semplice desiderio di testirnonia1·e il suo rispetto pel loro ricordo come è sicul'O che il suo ricordo sarà conservato dai . ' s1101 successori. La sua famiglia, la sua t1·ibù la sua nazione ricevfranno l'onore che è loro dovuto che consis~.e in sacl'ifici e in t'iti offerti giornalmente agli antenati dell'uomo. della famiglia e della patria. Que~to culto .ha nu' analogia coll'idea della no

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