Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 2 - 31 gennaio 1905

RIVISTA POPOLARE 53 comuni vantaggi i quali non potrebbero ottenersi che a spese dei consumatori, cioè degli stessi operai. Per noi rivoluzionari la quistione operaia è posta così : lottare contro il padrone per ottenere da lni, e a suo svantaggio, :;empre maggiori miglioramenti incaminandoci verso la soppresaione slello sfruttamento. Poi riformisti invece essa è posta cosi : associarsi per stabilire un'intesa coi padroni che abbia per i!Copo dimostrargli la necessità di darci qualche soddisfazione non menomando per nulla il privilegio padronaie. A questo " lavoro in comune ,, noi contrapponiamo la "lotta ,, forse meno ''vantaggiosa,, e meno " profittevole,,. Quindi a questo contatto permamente e regolare coi padroni noi opponiamo uu aggruppa.mento autonomo. I conflitti diventando più numerosi e producendosi al di fuori di ogni considerazione padronale o governativa, pc.-rchè sono prodotti naturali, hanno fatto nascere una quantità di progetti che sotto un'apparenza liberale sono inutili e dannosi. È colla forza che la borghesia impone la sua volontà e colla forza mantiene il suo sfruttamento. Il mondo sociale riposa sulla forza viva di forza oppressiva e reca in sè stosso la forza. Deve per conseguenM creare la forza ed obbligar• i suoi soggetti ad utilizza1•e la forza. L'autorità padronate è formata di violenza e solo la forza può sopprimerla. E ciò non perchè la violenza possa piacere ma pHchè è imposta dalle condizioni. che presie·dono le lotte operaie. Ma questa forza che noi troviamo nell'organizzazione della lotta, devesi manifestare sotto l'impulso degl' interessi. Ed è agli operai che appartiene di condurre la loro azione e la loro lotta la quale ha per iscopo di difendere e salvaguardare i loro interessi ed é anche su questo punto che ci differenziamo d0 ai nostri contradittori. Noi sosteniamo che l'organizzazione, essendo provocata dalla misera condizione dei lavoratori, non deve comprendere che salariati, dev' esser gestita da operai per fio.i specificamente operai. Ogni considerazione, quindi, che non abbia questo fine, deve restarèi estrnnea; in una sola parola: la quistione operaia deve primeggiare su tutte le altre. Quest'organizzazione, per noi, deve sfuggire ad ogni influenza sia che emani dai proprietari, sia che emani dal potere. Deve compr,:ndere le istituzÌQni ed i servizi che rispondono a ciascun dei bisogni del lavoratore: deve bastare a sè stessa e non rappresentare che agli elementi che comprendano la forza di agire e di imporsi. Questo bisogno di autonomia ci fa respingere ogni istituzione governativa le quali spostano la nostra azione e la mettono sotto la tutela del potere. Tra le istituzioni governative sono il Consiglio Supe1·iore del Lavoro e il Consiglio del La,voro. La gran fatica del C. S. L. è stata di elaborare un progetto relativo all' apprendisaggio, rendendo l' apprendisaggio obbligatorio. Ora che le qualità tecniche dell'operaio diventano sempre più secondarie e che da artigiano diventa una macchina, l'apprendisaggio diventa inutile. Di più il progetto vuol limitare il numero degli apprendisti, ciò che è impossibile. Lo stesso Consiglio ha studiato la quistione dei probi-viri e per due volte successive il Senato ha rifiutato, a certe categorie di salariati , il bent:ificio di questa giurisdizione. In conclusione, il bilancio del Consiglio Superiore è questo: riguardo ali' apprendisagiio, il suo progetto è anti-operaio; per i probiviri non ha prodotto nulla. In quanto al Consiglio del Lavoro , non ha alcun potere, come ha dichiarato test.è il Consiglio di Stato col seguente arresto : " Considerato che i Consigli del Lavoro sono essenzialmente organi di informazioni, ohe non sono i11ves1iti di alcun potere proprio di decisione ... ohe i loro pareri non sono obbligatori ... '' Considerando che i Consigli del Lavoro sono incaricati di stabilire in ogni regione una tabella constatante il tasso normale dei salari e la durata della giornata di lavoro ... " Questa tabella non è altrn che un nuovo elemento di informazione e non oa,rnbia, nulla alle attribuzioni delle pubbliche amministrazioni. ,, Ed è inutile commentare l'arresto. Passando alla quistione degli @cioperi , si è creduto per molto tempo, che essi fossero nefasti agli operai. Non siamo di questo avviso. Per noi, invece, gli scioperi sono necessari, prima perché formano i lavoratori e li allenano per la lotta, abituando la classe operaia all'azione ed alla difesa dei propri interessi, e poi perchè gli scioperi danno risultati, certamente relativi, ma non per questo meno reali. Parlando degli scioperi tedeschi , l' I-Jumanit(, , notava che costarono ai sio.dacati, per distribuzione di soccorsi, 5.600.000 lire. Ma quel giornale si dimentica di darci i risultati ottenuti dagli scioperanti Lo sciopero non ha per is,!opo la distribuzione dei soccorsi, ma quello di far concedere miglioramenti. In Francia i soccorsi sono stati meno elevati ed intanto i risultati sono superiori a quelli ottenuti in Germania. Gli operai inglesi trionfano nei loro scioperi per una media del 31 °y0 e del 21 °r0 terminati con transazioni; gli Austriaci il 19 °r0 vinti e 30 °to con transazione. Nel Belgio su 76 scioperi 8 furono vittoriosi: in Fr;,nc1a si ha il 25 °10 di vittoria e il 35 °r0 di transazioni. Co~i la Francia viene dopo l'Inghilterra e prima della Germania. E dunque inutil~ far luccicare i milioni distribuiti. La statistica degli scioperi data dall'ufficio del Lavoro francese dà un totale di 5625 scioperi così classificati : 1330 riusciti. 1867 transatti. 2422 perduti. Per conseguenza su 56.25 scioperi vi è meno della metà di scacchi completi, ossia 2422 sfavorevoli contro 3197 favorevoli perchè la transazione dà. vantaggio agli operai. Prendendo ad €:saminare i guadagni e le perdite dei s:1lari, troviamo, secondo Fontaine, che per l'anno 1895 che può essere considerato come anno medio degli scioperi ha stabilito un calcolo su 300 giorni di lavoro, di guadagno e di perdita di salario, come con~eguenza di scioperi : In caso di riuscita ,, ,, transazione ,. ,, scacco completo Perditadi salarlo 120.000 lire 600.000 ,, 600.000 ,, 1.320.000 li re Guadagno . 700.000 lire 1.300.000 ,, 2.000.000 lire Ecco dunque cifre che dimostrano come in Francia malgrado la penuria delle casse sindacali la lotta dà dei risultati. Quindi non basta il solo danaro a dar vittorie: occorre lo spirito di lotta che si sviluppa in Francia e che manca interamente altrove. Noi sappiamo lottare. Se ne ha una nuova prova nell' au- .mento del movimento sindacale suscitato dai conflitti e dalia propaganda: ed è per questo che stimiamo necessario lo sciopero. Questa necessità ci impone di far la propaganda antimilitarista non solo perchè neghiamo la patria ma perchè i soldati hanno le funzioni di difendere i padroni contro gli operai. Lo sviluppo della lotta deve divenire più rapido e vi perverremo opponendoci a tutte le riforme che non al,biano per risuitato di aumentare la potenza di azione operaia. Ogni f"Ì• forma che tenda · al contrario è da noi combattuta e perciò siamo avvel'Sari del progetto Waldeck Rousseau-Milierand !!ulla capacità commerciale e sull'arbitrato obbligatorio. Non siamo partigiani del tutto o niente come piace dire ai nostri avversari. Respingil1.mo le modificazioni allo stato di coso esistenta perchè sono insufficienti e sono un inganno e una commedia. Discutiamo, adesso sull'azione diretta. L'azione dfretta, vuol dire azione direttamente esercitata dagli stessi operai, esercitata direttamente dagl' interessati. Coll'azione diretta l'operaio crea da sè stesso la sua lotta; la conduce, deciso a non affidare ad altri i suoi interessi. E siccome la definizione non basta , ecco qualche esempio. Fu !'_azione diretta, della folla sollevata che facendo pressione sulla pesante macchina giudiziaria rese la libertà a Dreyfus. Fu per un' agitaziona meno vasta , ma dello stesso carattere che il potere attentò al diritto di proprietà dei colloèatori, permettendo la soppressi011e del privilegio di collocamento. Ecco, per finire su questo punto, un brano di un discorso di Pouget sull' a,~ione diretta,: " Eh si! Ecco ciò che è l'azione diretta .... È una manifestazione della coscienza e della volontà operaia; può avere .un ' \.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==