38 RIVIST,A POPOLARE nelle scuole si passò, per fatto del revisionista avvocato Heine, a ragionare filosoficamente di religione. Sinora, della religione il partito socialista s'è disinteressato perchè nella generazione intellettuale che ha prodotto il socialismo parve _mortoil bisogno religioso (veramente, noi nati cattolici siamo troppo inclinati a confondere il bisogno religioso col bisogno delle pratiche di culto) e quasi anche il senso ch'esso continuasse in altri a sussistere. Ricordo che l'anno scorso al congresso di Dresda l'ex pastore Gòbre interrotto a metà d'un discorso da non so qnale allusione sa tiri ca alla sua antica carica ecclesiastica, rispose: • Andate là, che voi non capite niente di queste cose >. Era vero per q nei vecchi campioni del socialismo, ma si tratta di un'incapacità di capire piena di significato; si tratta di un bisogno venuto a mancare. Cosi fu già nella generazlone ]ibera.le nutri t.a di Enciclopedia. I dati biografici dei più noti socialisti della vecchia generazione contengono sovent,issimo l'interessante indicazione: Korifessionslos - senza confessione. Ora ecco spirare altr'aria ; non certo aria confessionale, ma altr'aria. Il revisionista Hei~e non può sottosr.rivere senz'altro alla domanda di abolire l'insegnamento religioso nelJe scuole. Lo vorrebbe sostituito da un 1nsegnamento di storia delle religioni, di morale e di arte. Il bisogno religioso, dice, é insito nella natura nostra; la religione è uno dei prodotti più importanti dello spirito umano; far finta di non accorgersene non solo è vano, ma è pericoloso per la causa della cult1ua e della lihertà, giacchè se lo stato, se la scuola se ne disinteressano, chi n'avrà ·vantaggio sarà la Chiesa. Era interessante l'udire Heine. Non perchè le cose che diceva fossero peregrine, ma per il luogo dove le diceva ; e qui non vanno discusse, ma solo rilevate perchè - quantunque formulate in ordine del giorno non abbiano raccolto che una ventina di voti - - rappresentano certo, l' «_ esprit nouveau ~ del partito nella qnestione religiosa; nella quale, come in tant'altro, si fu prima appassionatamente ostili, poi filosoficamente indifferenti (cosa «superata,>), e ora c'é chi vnol tornare a tener conto 8nche di quest'altra dura cosa che resiste. ♦ Ma il rev1s1onismo teneva in serbo un'altra sorpresa per il congresso. Alla q11estione della scuola er_a seguita quella dei contadini dell'Ostelbien (le provincie prussiane oltre l'Elba) che una legge ora presentata al Landtag vuol legare al padrone - anche più che non li leghi la negata libertà di sciopero - punendo nell'imprenditore l'assunzione di un lavorante reo d'aver rotto il contratto sfuggendo a un trattamento di male parole e di scudisciate. Una leggina schiavista. Giacchè una delle più stupefacenti particolarità della Prussia è quella di trovare in sè, ancora oggidì, tanta e si vigorosa energia reazionaria da poter ricorrere, forse sola in Europa, a novità legislative di puro stile secolo decimottavo. E dopo questa leggina venne la questione del suffragio di Prnssia che è notoriamente la pjù curiosa mescolanza di plutocrazia e di reazione che si sia mai vista. Discutendo le quali cose il congresso cominciò a sentirsi preso da un certo disagio, il disagio dell'impotenza. Noi siamo - così avrebbe potuto espi·imersi qnel disagio - noi siamo, e non parrebbe a vederci, la Prùssia rivoluzionaria! Noi raccogliamo nu milione e seicentomila voti ; siamo senza dubbio un grande partito . .Ma, ecco, non ci è ancora riuscito di mandare uno solo dei nostri alJa Dieta, e qtteste nostre proteste che dobbiam formulare standone fuori, hanno in verità, per essere il grido di milioni di tedeschi, un'eco ben modesta; i giornali le trascurano ; solo la polizia ci onora per abitudine· dei due soliti commissari · che scrivono tutto, poveretti, tutto come 8tenografi. Noi siamo la Pru8sia rivoluzionaria; ma non riusciamo a rompere la crosta di questo suffragio a tre classi di censiti per quante volte gli veniam rinfacciando... il giudizio di Treitscbke che lo definì il colmo dell'assurdo. Dio mio! È nn'assurdità comoda, provvidenziale, che di sua iniziativa il governo non tenterà mai di ridurre conforme a ragione. E chi lo tenterà? I liberali che in Prussia non hanno paura od odio dei socialisti si contano su Ile dita di una mano sola. E noi? Quali mezzi proponiamo noi ancor oggi per assalire questa trincea d'ogni reazione? Quelli stessi che veniamo praticando da decenni nei nostri comizi affollatissimi, solennissimi, ordinatissimi, coi dne poliziotti scribacchini, e con la relazione il gioroo dopo nella nostra stampa - e solo in quella. Il ragionamento poteva essere arrivato a quei:;to punto morto quando intervenne i_lBernstein e disse: Rimane da. tentare la strada. Il Bernstein è forse il socialista tedesco nel quale il senso della sproporzione tra la forza numerica del partito e la influenza da esso esercitata sulla vita pubblica tedesco-prussiana, è più vivo. I suoi tentativi tattici da quando è tornato dalla lunga pennanenza all'estero (e in. quella permanenza, in quel contatto internazionale, va certo cercata in buona parte la ragione del i:;uo atteggiarnenoo) sono stati tutti rivo!ti a portare più imme~iatamente il socialismo nella politica. È questo, in fondo, il suo revisionismo. Egli non ha attitudini di capo, ma sente all'eurovea la politica tedesca, ha delle buone impazienze occidentali che lo portano a proposte solo apparentemente tra loro discordanti. Ora propone una nuova educazione della massa proletaria tedesca che gli sembra - ed è l'opinione che se n'ba in tutta l'Europa occidentale - troppo polizeif1·omm, cioè troppo remissivamente rispettosa della polizia, troppo mancante d'energia politica, di « capacità dimostrativa ». Lasciamo stare la elegante controversia, dell'novo e della gallina, se la. massa sia tale perché tale l'ha fatta l'educazione socialista o se l'educazione socialista sia tale perchè tale l'hanno fatta il carattere della massa , la storia , la tradizione, la razza ecc. Certo è che quell'educazione, in quanto insegna che la politica è l'arte di rimanere nei limi ti prescritti dalla polizia, può essere mortale in uno stato dal regime poliziesco come la Prussia che ancora attende un modesto rinnovamento democratico.
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