RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in -Roma il 15 e il 30 d'ogni mese It,a.lia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 ~ Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Cor·so Vittorio Emanuele n.0 115 - NAPOLI Anno Xl - Nnm. 2 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 31 Gennaio 1905 ., SOMMARIO: Noi: Gli avve11tment;i e g·li nomini: (Apprensioni ed appetiti diplomaticamente sconfessati La crisi francese. La politica anticlerica1e continuerà - Gl'insegnamenti delle ultime elezioni politiche ed amministrative -- Corruzione imper:iale austriaca - Per una sconveniente caricatura di. un giornale milanese - Per le scimmie gialle - Le elezioni ungheresi - Il Comizio degl'Impiegati Civili a Napoli - Prof. Sansone Del Sarto Antonio: Io difesa del Congresso di Roma dei Professori della Scuola Secondaria) - La Rivista: La lista civile - Dott. N. ColaJannl: Un popolo che sor8e - AmedeoMorandotti : Appunti sul Congresso Socialista Prussiano - lng. Leonardo Carpi: La sicurezza nelle ferrovie italiane - Sperimentalismo sociale : La disoccupazione in Inghilterra - D. Kristian B. R. AarJ ;- "Disarmo, Arbitrafo e: Pace - Corrado Cesatoni: Il 'problema dell'Enfiteusi - Mario Pilo: Stelloncini letterari' -1:Uvlsta delle Hl viste: L'imperialismo americano (Blarkwood's :Magazine) - L'eloquente significato umano delle vittorie giapponesi (Rdview oj reviews) - I debiti dei corpi locali inglesi (Contemporary 7{_eview) - La crisi economica inglese (L'Economista d' !tal a) - L'azione sociale dell' Ec;ercito della Salute (Der ..Arbeiterjreund) - Il sindacalismo rivoluzionario ( :1(ouvement socialiste)-Il crescente fab~isogno della Germania (Die Hi~fe) - Recensioni - !.Hustrazi<;>ni nel testo. AVVISOIMPORT ANTE. Preg·hiamo nel modo più caloroso quei pocht abbonati che non ancora si sono posti In reg·ola coll'amministrazione, di volerlo fare colla massima solJecitndine. Dtrtg;ere lettere e cal'toline vag·lla aJl'ou. N. ColaJannl - NAPOLI. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Apprensioni ed appetiti diplomaticamente scon- pò troppo affermando che si trattava di allarmi artifessati. - ARsistiamo ad una vera recrudescenza di ficiosi ispirati dai succhioni militari, che vogliono vesmentite ufficiose e diplomatiche di intenzioni attribuite der1: accresciute le spese per l'esercito e per la marina a diverse potenze a danno di alcn ne al tre, che ere- togliendo a pretesto gli armamenti austriaci ai nostri diamo opportuno di notare. confini. Ed ha corso troppo in quanto che i fatti fu C'è del malumore tra l'Inghilterra e la Germania; rono esposti da un giornale austriaco a tendenza dee non è di data recente. Chi ha potuto dimenticare il mocratica e quasi italofila -- dalla Zeit - e non sono telegramma di Gt1glielmo II, a Krueger presidente del stati negati dall'ufficioso F1·emdemblatt, ma solo spiegati Transwaal, che fu considerato come un incoraggiamento diversamente. Delle spiegazioni, pro bono pacis, ha alle lotta contro la Gran Brettagna? preso atto il governo italiano con un comunicato altretLe simpatie che oggi lo stesso te:itonico imperiale tanto ufficioso dell'agenzia Stefani, comlDentato favoTartarin spiega in favore della Russia, che l'Inghilterra revolmente dalla Tribuna. ama ... come un mal ài Rtomaco, non possono cancellare Chi esamina serenamente i fatti deve convincersi il ricordo. che i sentimenti ostili tra. l'Inghilterra e la Germania; Ciò spiega un articolo recente delle conosciuta rivista che le aspirazioni del Giappone sn ll'Indo-Cina; che il inglese À.'rmy and Navy Gazzette, che ha prodotto una desiderio del l'Austria-Ungheria di fare una passeggiata · grande impressione in Germania. Vi si dichiara che'!fi.-militm·e sino a Milano e forse sino a Roma non sono l'lngbilterra. si vedrà obbligata per la sua propria si- immaginari, benchè taìi li proclami la diplomazia. curezza di fare la guerra alla Germania onde preve- Ci sfogheremo a 'male parole contro la vecchia meenire un attacco tedesco. I due governi, di Germania gera, che nega il vero? d Inghilterra, e i loro giornali ufficiosi dichiarnno in- No; in questi casi siamo disposti ad ammettere che vece, che nè dal]' una, nè dall'altra partt si n lltrono la menzogna serve alla buona causa della pace. Se la mbizioni e sentimenti ostili...... diplomazia non mentisse dovremmo venire subito alla In Francia l'allarme... contro il Giappone ò stato guerra immediata al nord e al snd, all'occidente e in destato da un preteso rapporto dell'ammiraglio Kodama, oriente. La menzogna diplomatica dà tempo al tempo; che mostra la convenienza e la possibilità per l'Impero e col tempo - com' è avvenuto altre volte - molte del Sole Levante di invadere l'Indo-China. ire sbolliscono, molti appetiti si perdono e molte cose Le rivelazioni dell' Echo de Paris, manco a dirlo, si aggiustano. sono state smentite recisamente dal governo giapponese, i e.ii ideali, a p~role, sarebbero pacifici ed eminentemente civili: quali li espose il barone Kateno e che noi abbiamo fatto conoscere agli italiani nel numero precedente. In Italia. infine,- sono state attribuite all'Austria delle brutali intenzioni aggressive, che hanno trovato una conferwa nel fatto che le g-uar11igioni dei confini occidentali dell'Impero, sono state rinforzate iu pieno inverno. La stampa democratica italiana ha corso un ♦ La crisi fra,ncese. La politica anticlericale continuerà - Oombes, il vigoroso combattente, si dimise non ostante che egli avesse ottenuto una maggioranza di dieci voti. sulle parte dell'ordine del giorno, che, per cosi dire, gli era personale. La maggioranza invece fu di gran lunga maggiore sulla seconda parte che afferma va l'indirizzo politico da segui.re. Perciò il Presidente del Consiglio nella sua lettera al Presidente
30 RIVISTA POPOLARE della Repn bblica lasciando il potere, da uomo poli.tico, cui sta a cuore la èausa, alla quale si è consacrato, rispettosamente, 111afermamente, fece intendere al Capo dello Stato qual' era la via da battere. E la via indicata è stata seguita nella com poisizioue del nuovo ministero presieduto dal Ronvier, un finanziere di prim'ordine. Esso è riuscito alquanto più temperato del precedente nell'insieme; ma conset·va l'impronta nou solo repubblicana; ma schiettamente anticlericale. ·La permanenza di Berteanx, un borghese radico-socialista, al ministero della guerra costituisce poi la ruigliore garenzia s11ll' indirizzo che prevarrà .ad un tempo anticlericale ed antimilitarista. Tanto di guadagnato e per la Francia e per la causa della ci viltà. ♦ Gl'insegnament,i delle ultime elezioni politiche ed amministrative.-A Genova si sono avnte le ele- ~ioni amministrati ve ed hanno riconfermato la sconfitta, che vi, avevano subìto i partiti popolm·i nelle elezioni politiche di novembre. I più bastonati sono stati i socialisti, che non hanno potuto fare entrare alcun loro candidato nemmeno nella minoranza. Lo stesso è avvf'nuto a Milano dove nei 28 eletti dei pm·titi popolm·i non entrano nè socialisti nè repubblicani, nemmeno nella minoranza. Però a Milano queste ultime ele.zioni rappre8entano un risveglio democratico: sulle precedenti elezioni i democratici hanno gnadagnato oltre 2000 voti. T_utto fa sperare , che la democrazia, se la Camera del lavoro lo permetterà, riprenderà •·tra poco ì1 suo predominio anche contro là -coalizione tra moderati e clericali. · A Lendinara, a Sassari a Reggio Emilia sono cado1ti nelle elezioni di ballottaggio ed a Terni nell'elezione suppletiva due socialisti e due repubblicani: e tutti particolarmente deplorano che tra i primi vi siano il Garavetti, il Prampolini, vecchi deputati, che SE:ppero acquistarsi la Himpatia e la stima anche degli avversari. La spiegazione che si dà di q11este cadute dai repubblicani e dai socialisti non corrisponde alla verità, almeno pei primi tre collegi. Si attribuiscono alle male arti dell'on. Giolitti ed all'iutervento dei clericali alle urne. L'Avanti! aggiunge specialmente per le elezioni amministrative di Genova, che il fatto è dovuto sopratutto a quella che esso chiama l'alleanzissima, cioè l'unione degli antichi pa1·titi popolm·i con nna parte di l:lristocrazia e di borghesia liberale. Ma non è chiaro che senza l'unione e l'a.lleanza, colla tattica intransigente, i socialisti avrebbero subito nna sconfitta ancora più umiliante? E perchè non condannare l'unione, alrneno tra i partiti popolari, quando essa procurò la vittoria parziale agli stessi socialii,ti oggi battuti sonoramente? Non commentiamo la cad,1ta dell'amico Faustini a Terni ; ivi i repuhblicani si affermarono sul suo nome altrettanto numerosi e disciplinati come nelle elezioni generali su quello di Pantano. Ma. i socialisti diminuirono di molto mentre auiueu tarono in proporzioni molto maggiori di questa di1uinuzione i. voti monarchici in favore di Centurini. Non negheremo noi le indebite, le diso11este ingerenze del governo contro Garavetti e Prampolini a Sassari ed a Reggio Emilia. Ma non furono ruinori quelle del generale Pelloux nel 1900; eppure no1t prevalsero. Bastò oggi l'ausilio dei clericali? Pnò darsi. Per apprezzarlo al ginsto, però, si deve ricordare che alle elezioni ammini8trative i clericaii avevano sempre preso parte e che non avevano potuto impedire la isconfitta dei monarchici a Milano sino al 1904 e non erano riusciti a chiudere le porte del Consiglio Comunale di Genova a 1ùolti socialisti. Se le male arti del. governo. e gli aiuti dei clericali oggi riescono a risultati diversi ciò avviene perchè nella massR. del corpo elettorale è . avvenuto un profondo rnntamento determinato dal disgnsto, dalla·indignazione, e dalla panra s118citata dallo s•:iopero generale. E di ciò non vogliono convincersi q aei repubblicani, i quali contro 11 loro programma, eontro le loro tradizioni e contro i loro intere~si si o::itinano a. difendere lo sciopero generale, che dovrebbe ~ vere a soli dif~nsori logici i ::;o_cia.listriivol11zionari e gli anarchici. ♦ Corruzione imperiale austviaca. - Chi non ricorda l'indignazione si11ce1·a (!!!) della stampa monarchica italiana quando in Francia sotto la Repubblica furono scoperte le porclieriole di Wi18on, il genero del Presidente Grevy, che fu costretto a dimettersi? Non si trattava che della vendita di poche croci di cavaliere delle Legion d'onore, che in Italia non si vendono ..... perchè si possono ottenere gratis con poca fatica s11pplita da una buona rlose di servilismo. ~~bbene la stessa stampa monarchica italiana non si scandalizza pP-r le gravi rivelazioni della Zeit di Vienna per la vendita dei seggi alla Cauiera dei signori in At1stria fatta o tentata dall'ex Presidente dei ministri Koerber. Gran che, se ~m forte giornali::;ta italiano, H Cantalupi, ha creduto opportuno di consacrarvi un articolo per fare sapere - e nessnno ne dubitava - che se egli più volte lodò il ministro dell'I,uperatore d'Austria-Ungheria, ciò fece non per compenso pecuniario ricevutone. ma per le buone qualità e per le buone opere del ministro lodato. Noi rileviamo il fatto con una certa maligna compiacenza per concluderne: 1 ° che gl' Imperi e le Monarchie in quanto a corruzione politica possono dare dei punti alle repubbliche e:lropee - di quelle transatlantiche non oseremmo affermare altrettanto; 2° che certi segni di decadenza sono più accentuati tra i germanici ammirati anzichè tra i calunniati latini. ♦ Per una sconveni ,nte caricatura di un giornale milanese. - U aomo di piet1·a in uno dei suoi ultimi numeri ha una caricatnra, che suona vituperio per Palermo e ch'è straodinariamente ingiusta. Rappresenta un brigante dal cappello clas::;ico e dall'ispida folta barba, con un trombone in mano su di un masso granitico colla legienda al disopra: A Pate1·mo, e colla seguente spiegazione al disotto : « Per far riscontro al monwnento di Crispi, non si potrebbe erigerne un0 (t Gasperoni, che fu, altrettanto benemerito della pat1'ia... galera ? Noi avremmo lasciato passare il laido commento all'imiugurazione del Monumento a Orispi senza occ11parcene, come lasciammo passare l'avvenimento, perchè crediamo che non ci corre:-,:-,el'obbligo di ripetere- in questa occasione ciò che in omaggio 11lla verità scrivemmo all'indomani della morte di Crispi. Ma rileviamo oggi la sconvenienza del giornale umoristico di Milano perchè la sua vignetta colla relativa leggenda sinteticamente esprimouo il pensiero della democrazia lombarda che non sa e non vuole di8tinguere il bene dal male nell'opera di .b.,rancesco Cri~pi. Essa non ricorda che la fiera requisitoria di Cavallotti formulata nella famo:,1c1l.ettera agii onesti ; ma dimentica che lo .:;te8~) Oavallotti e Marcora, Satfì e quanti illustri e grandi 11omini ebbe la democrazia fo. rono inti•ini ed ammiratori di Crispi ancue dopo la lettera di Gius.eppe Mazr.ini del 1864. Se d(?pO quella famo:-;a epistola, che condannava int>sorabilmente l'uomo politico, i migliori della democrazia seg;1itarono a dare a Crispi segni di stima e di amicizia, a meno che essi - comp1·eso Au1·elfo Baffi, - non · si vogliano fare passare pel· imbecilli o pt:r disonesti, isi deve ammettere che oltre la pagina del cordone Herz nella vita di Crispi ce ne furono delle altre ben diverse, che
RIVISTA POPOLARE 31 gli assegnano un posto eminente nella st.oria e nel ri- che, fincbè non si avrà un governo cosciente, organico e sorgimento dell'Italia E quelle pagine la democrazia che abbia nn programma delineato e preciso, nè i funlombarda, pur tanto benemerita di tutte le buone cause, zionari nè le amministrazioni dello Stato avranno ciò potrebbe leggerle nella Vita internazionale, dove un che devono avere. altro lombardo, Ernesto Teodoro Moneta, onestamente Gli altri oratori hanno banno battuta la solita solfa. ed imparzialmente le espose nel 1901. Ma più che i discorsi vale a dare una idea delle ♦ richieste degl'impìegati l'ordine del giorno· votato per acclamazione . . Per le scimmie gialle. - Qualche nostro amico ed abbonato ci ha scritto per deplorare che l' on. Co- ~- .. Gl' impiegati delle pubbliche amministrazioni di lajanni per fare spircare maggiormente le conclusioni Napoli, riuniti in solenne comizio, per iniziativa della sue nell'articolo: La caduta di ima f01·tezza e di una locale Associazione v;enerale fra gl' impiegati civili, teo'ria, ha esagerato le tinte facendo giudicare come col concorso delle consorelle città e l'adesione delle scimmie i giapponesi dai denigratori della razza gialla. principali associazioni del Regno, dopo matura discusNon vi fu alcnna esagerazione. Pobedonostzeff, il sione, considerando che è principio fondamentale di giuProcuratore famoso del Santo Sinodo in un docllmento stizia che siano regolati per legge ì rapporti fra le ufficiale indirizzato allo Czar , ba dichiarato che le pubbliche amministrazioni e i proprii impiegati; che popolazioni dell'Asia orientale, e in particolare i Giap- adatti provvedimenti legislativi sono stati fino ad oggi ponesi, credendo agli idoli e non in Dio, rassomigliano inutilmente invocati dagli interessati; che le ragioni le alla specie impm·a delle scimmie (1). quali hanno consigliato la concessione di una indennità La parola dell'odioso Procuratore del Santo Sinodo di residenza agl'impiegati della Capitale sussistono anpotrebbe credersi suggerita dal fanatismo e dall'intol- ohe per quelli degli altri centri popolosi o malarici, leranza religiosa; ma è tanto vero che i Russi e in come ebbe pure a riconoscere il Parlamento; che è ingenerale tutti i Germanici pazzamente credentisi su- giusto continuare ad esigere dagli impiegati la ritenuta periori alle al tre razze disprezzassero per lo passato i straordinaria del 15 e 25 per cento sui primi stipendi Giapponesi come scimmie che la protesta quasi nei ter- e sugli aumenti successivi, notoria.mente applicata con mini identici e colle stesse precise conclusioni, cui per- carattere di provvisorietà; che è contrario all'equità che venne il noF1tro Direttore venne sdegnosamente for. gl'impiegati delle altre pubbliche amministrazioni non mulata da un antico ammiratore di Nicola il Pacifico sieno trattati alla stregua di quelli dello Stato, nei rie non il propugnatore di stragi, da William Stead in guardi dell'Imposta sulla Ricchezza Mobile e delle fauno stelloncino della Review of Reviews, che pubblica- cilitazioni di viaggio; che i desiderati del personale vasi quasi conte111poraneamente alla nostra Rivista del ferroviario trovano· fondamento negli obblighi connatu15 Dicembre. Noi lo riproduciamo quasi integralmente rali delle Società e dello Stato; che è necessario agenelle Rivista delle 1·iviste e lo segnaliamo ai nostri volare e disciplinare con legge il credito agl'impiegati amici o lettori. · per sottrarli alla piaga dell'usura; che la loro qualità Idee perfettamente identiche· a q nelle manifestate non può rendere irrito per gli impiegati il loro dritto qni l'on. Colajanni ha esposte in dne articoli, che il statutario di riunione ·e di associazione, senza l' eser-· Cour1·ie1·Ewropéen di Parigi (20 e 27 Gennaio) ha cizio del quale la classe non ha speranza di veder appubblicato al posto di onore e che in Francia hanno pagati i suoi giusti desiderii; fa voti che nella prosottenu to molto successo. sima sessione parlamentare sia finalmente discussa e approvata, tenendo in debito conto le proposte della ♦ Le elezioni ungheresi - Il Conte Tisza, l'imitatore brutale del Generale Pelloux è stato sonoramente sconfitto nelle elezioni generali _politiche: la vittoria è rimasta agli oppositDri coalizzati , che foruno i difensori del regime rappresentativo e soprat.utto ai partigiani di Kossnth, cbe vogliono l'indipendenza del1' Ungheria e appena appena si rassegnano all'unione personale, per mezzo del!' Imperatore, coll'Austria. Le conseguenze di qLieste elezioni si prevedono gravi e saranno svolte nel N.0 prossimo da. un articolo del nostro amico Leopold, un socialista ungherese, che ha voluto favorirci un articolo sulla crisi ungherese. ♦ Il Comizio degl'Impiegati Civili a Napoli.-Sono noti, oramai, i desiderata degl'Impiegati che da parecchio temµo si agitano per chiedere un miglioramento delle loro condizioni ed il Comizio che tennero domen. 22 alla Sala Tarsia è stata la solita · esposizione doi loro malanni e delle loro misere condizioni. · Essi chiedono il miglioramento delle loro condizioni e potrebbero aver ragione se il bilancio dello Stato si trovasse in condizioni floride e se non vi fossero tante altre categorie di cittadini molto, ma molto più disgraziate della loro. Di notevole al Comizio vi fu il discorso Lucchini che dichiarò di associarsi completamente all'ini~iativa degli impiegati civili intesi ad assicurare niente altro che il diritto alla vita, poichè è ora di provvedere al miglioramento economico di questa classe, miglioramento che produrrebbe anche un efficace ordinamento di tµtta la organizzazione degli ufficii dello Stato. Concluse dicendo (l) L' Europée,i. Paris. 14 Gennaio 904. pag_. ¼. classe, la legge sullo stato degli impiegati civili ; che sieno approvati pronti provvedimenti legislativi rispondenti ai suaccennati bisogni; che gl'impiegati di tutte le pubbliche amministrazioni sentano l'assoluto dovere di organizzarsi liberamente e fortemente». ] 1urono poi anche per acclamazione votate le seguenti tre aggiunte all'ordine del giorno : " Che sia provveduto prontamente a sistemare la posizione degl' impiegati sussidiarii demaniali, con la stabilità del posto, congrui stipendii e. riconoscimento del servizio prestato. · . « Ohe l::liaegualmente provveduto alla sistemazione dei supplenti postali e telegrafici, con la stabilità del posto, congrui stipendii e riconoscimento del servizio prestato. , e Che sia provveduto alla definitiva sistemazione del personale dei servizii tecnici di Finanza, il quale conta già 16 anni di servizio continuativo. l) Noi ci siamo occupati del movimento degli impiegati e ritorneremo tra breve più ampiamente su tale argomento. Per oggi notiamo soltanto la figura meschina , che comincia a fare il partito radicale : per darsi un contenuto proprio non sa che prendere nelle sue mani la causa degli impiegati, buttando alle ortiche quella del popolo. Benone ! Gl' impiegati dello Stato e i loro padroni radicali, intanto, per estendere la loro agitazione dapertutto si associano quelli dei comuni e delle provincie. Arcibenone ! Gl' impiegati dello Stato almeno vedono la possibilità di soddisfare le proprie esigenze nelle buone condizioni del bilancio. Ma come si può dimenticare che Comuni e Pl.'oviu
32 RIVISTA. POPOLARE cie in Italia sono quasi tutti jn deficit, per non dire in condjzioni prossime al fallimento? Nor ♦ r In difesa del Congresso di Roma dei Professori della Scuola secondaria (1). - Onorevole Professore, Io sono uno dei delegati che, al Congresso di Roma, votarono l'ordiue del giorno Garoglio-Ba,·bagallo e, - in contrasto al Hevero giudizio da lei dato i.n più occasioni e in forma. più aspra nella L\uova .1.lntologia del dicembre 1904 - ricordo anoora che uscendo da quella memorabile sednta mi sentivo elevato nella mia coscienza di galant11omo e di cittadino. Io non credetti nè di aver fatto ,ma minaccia che avrebbe potuto fruttare, nè di aver venduto il mio pensiero a chicchessia. Noi sapevamo benissimo che quel voto avrebbe allontanato il giorno dei migHoramenti reclaml-lti, che avremmo sollevato l.'inrlignazione non nel paese ma fra coloro che ci vorrebbero ancora umili e incensatori come gli abbati-precettori del settecento, e sapevamo che dalle elezioni il Ministero serebbe uscito, come tutti i Ministeri , in tutti i paesi e da t11tte le elezioni, più forte e più ostile a noi. Mi pare dnnque che quel voto possa prestarsi a tntto, anche al rjdicolo, se si vuole; ma non può assolutamente esser consider·ato come 11n atto calcolato di gente che vuol quattrini a tutti i costi e senza scrupoli; che anzi ha mes·so fine a.11' opportunismo rivoltante, all'accattonaggio indecoroso alle porte di tntti i deputati, fossero Macola o Ferri, al cosi detto • partito della scnola,. che prometteva un voto a chiunque facesse luccicare uno scudo. Noi, votando l'ordine del giorno Garoglio, abbiamo voluto esprimere in forma solenne le nostre opinioni politiche, senza ubbidire ad alcun preconcetto opportunistico. Questa è la verità. . Tra seri vo dal Gi01·nale d'Italia un brano del · resoconto della seduta che finì col voto sull'orientazione politica e Galanti teme che la classe dei professori perda l'appoggio della borghesia la quale è arbitra de.Ile sorti del paese, mentre non si sa quando i partiti estremi potranno o vorranno salire al governo ..... « Ammette che la Fe<lerazione deve occuparsi di elezioni, ma per essere opportunista, vale a dire per appoggiarsi a quel partito che l'aiuterà, qualunque esso sia. (No, no; vogliamo essei· leali) • . E la Tribuna con maggiore esattezza, nota che l'opportunismo propugnato dal Galante e ha l'assemblea completamente confraria .,.. Se Lei, caro Maestro, avesse tenuto poi dietro ai congressi di Firenze e di Cremona non avrebbe pHlato d' improvvise dedizioni ; ma avrebbe scorto che codesto movimento verso la vita si è già manifestato tre anni fa, e avrebbe avn ra la riprova che la cultura sospinge a forme più elevate di vivere civile e che, una volta entrati nei dibattiti della vita politica, era . fatale - come <lùise al Congrnsso di Firenze ]'on. Sacchi - che .i professori si volgessero a quei partiti in cui milita l'on. Colajanni. E se avesse ricordato i giudizi che, irnlla coltura e l'abnegazione degl' insegnanti, hanno dato i loro r.laestri, il Carducci. il D' Anc:ina, il Villari, il Mazzoni, il Pascoli I fra le cause che inducono gli 8tudenti secondari a scioperare. non anebbe poste la « sv-ogliatezza e la meschinita int~llettuale & degl'insegnanti. Legga quanto, 81d sovraccarico intellettuale. sul numero infinito di vacanze. s1tlle tasse scolastiche, · sull'insegnamento professio~ale, su certi sistemi indefini- (1) Pubblico e con piacere e senza commenti questa lettera dell' amict> Sansone, risabandomi di tornare snll' argomeuto. N. C. bili di annunziare riforme d'esami, hanno scritto e disc11sso i professori e forse troverà le cause vere dei disordini, che giustamente L'ha no sdegnato, e accorderà a noi un pochino più di stima. lVIa.a me preme sopra tutto di finire e di sfatare l'ingiusta accusa che gl'insegnanti d'It,alia siano preoccupati soltanto del loro stipendio e che siano im:ensibili ai bisogni e ai dolori della loro· patria. Giudichi dai fatti. Quandoforono aumentate le tasse scolastiche, per accrescere lo stipendio dei maestri ele11ientari, noi sebbene fossimo per pr:incipio contrari ad ogni tass;-1,, sebbene ci ve dessimo preclusa quella via che molt,i Ministri avevano additata come la sola per cui si potevano migliorare le nostre condizioni, pure, perchè i maestri versano ancora in uno stato più di~agiato di noi. non levammo alcuna protesta e stemma ad aspetta.re. E ci creda; se i 50 milioni d'avanzo andassero a sollevare dalla miseria e dall'Rbbrntimento i 18 milioni di contadini. ai quali si rivolge genero:samente il suo pensiero, gl'insegnanti non solo non leverebbero alcuna protesta, 111avedrebbero con soddisfazioue, in questo nuovo indirizzo ciella politica italiana, una vittoria delle idee sostennte nel detestato, scomunica.to e calunniato Co11gres~w di Ron,a. Perche in q nell'ordine del giorno noi abbiamo affer· mato che « il miglioramento delle condizioni della P. I. « in genere e della classe insegnante in ispecie non e può ... andare disgiunto dall1e1evamento e dalla rige- « nerazione economica del paese, dall'incremento di « tutte le funzioni produttrici e civ il i della vita soe ciale ». Noi non vogliamo quattrini a tutti i costi, ma vogliamo che il danaro strapµato, ::;munto al popolo dolorante. non sia. crimino:-;amente gettato nel baratro del militarismo e nelle gole spalancate degli 8pecula - tori del patriottismo, agitanti lo spauracchio di una gnerra che noi, per ed11cazione e per principio, detestiamo con orrore; noi vogliamo sopra tutto muover guerra a tutte le camorre a tutto quel brigantaggio dissang11atore del paese, contro il quale esercita la sua magnanima ira !'on. Colajanni e - con buona pace di Andrea Torre - gli uomini pugnaci dell'estrema sinistra. Quanrlo il paese sarà rigen~rato, allora la scuola acquisterà il prestigio, di cui gode fra ìe genti civili e il criterio dell'offerta e della richiesta se dovrà valere anehe per gli uomini, Sl:lrà applicato per gl'insegnanti con le medesime considera7,ioni con cui si applica nel retribuire l'opera dei soldati, e dei magistrati e di tutti gli altri impiegati dello Stato. Io spero ferma men te cb e Lei sia venuto a quel giu dizio aspro sull'opera nostra per notizie attinte di se conda mano o alterate in mala fede e che vorrà ri · credersi alle parole veritiere di un suo antico e fedele esti rnatore. Prof'. Sansone Del Sarto Antonio /ira i tanti" pregevoli arti"coU che siamo costretti a rimandare al prossimonumero ce n'è uno interessantiss·imo di G. Sorel: La rest kurazione g·iacobina 1n Francia. Per la sua grande attualità gli avremmo fatto posto in questo se ci fosse pervenuto in tempo. Il I Il 11111 Il Il I I I 1111111111111 1111' 1111111111111 li li I Il I 1111ti11111111111111111111111 Il Il• Avvertz'amo ,qli abbonati che hanno ,,:nviato l'z'mporto del libro cli premlo: RAZZE SUPERIORI E RAZZE INFERIORI , che a1,ranno la pubblicaz-,:one appena ultz'mata la ristampa. GW abbonati che non ancora ne hanno fatto ri-• chiesta debbono mandare, desi·derando detta pubblt'- cazione, L. 2.25.
RIVISTA POPOLARE 33 LA LISTA CIVILE ----~ -- - --- --- - L' art. 19 dello Statuto prescrive esplicitamente che nella prima legislatura di ogni nuovo regno il Parlamento deve stabilire per tutta la durata_ d.el regno stesso la cosi detta dotazione della Corona. Esplicito quindi il diritto del Parlamento di potere diminuire o aumentare tale dotazione e <li regolarla come meglio crede. Il governo al principio della 1 a sessione della 22a legislatura - la prima uel regno di Vittorio Emmanuele III - si era dimenticato di presentare il relativo progetto di legge; ma il richiamo del1' on. Co1ajanni, per mezzo di una interrogazione presentata alla fine di dicembre, lo svegliò e il giorno 28 gennaio fu discussa ed approvata la proposta del governo sulla dotazione della Corona. Due punti erano discutibili: la misura della dotazione e il controllo parlamentare sulla medesima. In quanto alla misura al giudizio esatto non può venirsi se non per via di confronto; e i confronti dicono che la dotazione del passato regno di lire 16,050,000 è semplicemente enorme ; costituisce un insulto alla miseria del paese, alla tenuità degli stipendi degl' impiegati dello Stato , al bassissimo livello dei salari dei lavoratori. Tra tutti i grandi Stati di Europa, senza contare la Francia, che è retta a _repubblica, e dove gli abitanti hanno la disgrazia di spendere irenta millesimi per uno - e la Svizzern ~ gli Stati Uniti non arrivano che a tre centomillesimi! - solamente l'Impero Russo supera l'Italia nella dotazione della Corona proporzionata al. numero degli ab.itanti. Ma il paragone per molti motivi vogliamo porlo so1tan to colla Gran Brettagna. Nella Gran Brettagna con circa 42 milioni di abitanti e con una ricchezza privata di circa trecentomiliardi la dotazione della Corona è di lire 11,750,000; iu Italia con circa 32 milioni e mezzo di abitanti e con una ricchezza privata, che non arriva a 65 miliardi la lista civile del solo Re - senza gli appannaggi di tutti gli altri membri della famiglia reale è di L. 14,250,000. Queste cifre ci dispensano da ogni commento. Aggiungiamo questo solo che mentre il nostro Re è tanto più lautamente pagato del Re d'Inghilterra, ogni lavoratore in Inghilterra se si facesse una media ponderata si troverebbe che ha almeno un salario di lire quattro al giorno; non ne ha due ogni lavoratore italiano!. .• Il secondo punto è quello del controllo parlamentare sul modo come si spende la somma della dotazione della Corona. Questo controllo parlamentare ha due scopi essenziali: 1 ° impedire che un capo dello Stato avaro tesorizzi a spese dei contribuenti; 2° che esso possa spendere 1nalamen te corrompendo i costumi, comprando i ministri, i giornalisti , gli elettori ecc. E' superfluo aggiungere che queste non sono ipotesi immaginarie, poichè la stessa Inghilterra - il prototipo delle monarchie costituzionali - ha visto re pazzi , corrotti e corruttori : per tutti basterebbe citare Giorgio III e Guglielmo IV, il marito ubbriacone ed impotente di quella reale sgualdrina che rispondeva al nome di Carlotta. Perciò in Inghilterra la lista civile è sottoposta al controllo parlamentare come qualunque altra spesa che fa lo Stato. E' divisa in sei capitoli, uno solo dei quali è a libera disposizione del Rt". La lista civile che colla legge del 1901 in Inghilterra fu stabilita in sterline 470,000 è cosi divisa : 1° Borsa privata di S. Maesta. L. St. 110,000 2° Stipendi della Casa di S. M. )> )) 125,000 3° Spese di mantenimento . )> )> 193,000 4° Lavori di ogni specie . )> )> 20,000 5° Senza speciale destinazione » >> 8,000 b0 Beneficenza >> >) 13,200 È il primo capitolo quello sottratto al controllo parlamentare ; sotto la regina Vittoria era di 80000 sterline. Di fronte a questo stato di cose si può immaginare quali poterono essere nel passato e quali sono oggi i desiderata della democrazia repubblicana e socialista : riduzione della dotazione e controllo parlafoèntare. Su questo secondo punto si erc1 insistito nel 1877 e nel 1880. Nel 1877 l'attacco vigoroso era venuto da Bertani e fu notevole la dicbi,1razione di Sella sull' accettazione generici. della proposta. Nel 1880 per lo stesso controllo si dichiararono Fortis e Marcora, che oggi .... sono di parere contrario. Ma non va dimenticato nella discussione del 28 gennaio ultimo, che anche l'on. Sonnino convenne sulla legittimità del controllo parlamentare ed ammise pure - ciò che è importante - che in ogni anno si può decidere se accettarlo o no in sede di bilancio. ♦ Il punto che fu difeso, senza che fosse consentito l'attacco ai repubblicani ed ai socialisti, fu quello della misura della dotazione; e fu difeso con tali misere argomentazioni, che in verità fecero poco onore alla coltura ed al senso politico della Camera dei Deputati. E si badi: se uomini di valore come Sonnino e Di Scalea fecero una meschinissima figura, il fatto più che altro deve attribuirsi alla causa intrinsecamente pessima, che essi dovevano sostenere : non potevano sostenerla che coi sofismi e colle adulterazioni formali e sostanziali della storia, conditi assai malamente colla rettorica patriottica e col sentimentalismo del genere più ridicolo. Si disse che la misura della dotazione fu difesa senza che :tosse consentito l'attacco. Infatti Mirabelli non entrò nell'argomento che incidentalmente per sostenere la sospensiva, che ritèneva necessaria per sapere quali sono gli oneri e i redditi dei beni della Corona, onde passare all'assegno con conoscenza di causa; Bisso lati poi si limitò ad una elegante ed interessante dichiarazione sul repubblicanismo - finalmente! - del partito socialista e sulla inutilità del mecenatismo regio nella società contemporanea: 11compito di svolgere ampiamenté la convenienZéldi ridurre la iista civile era stato assegnato a Colajanni; ma a questi, votata frettolosamente b chiusura fra gli urli della folla venuta all'ultima ora e che aveva fretta di ripartire, 1100 fu consentita che una semplice dichiarazione di voto, strozzata più che dalla intolleranza della Camera da quella del Presidente on. Marcora - l' antico discepolo di Mazzini, il prediletto di Maurizio Quadrio ... - che interpetrò ed applicò farisaicamente il Regolamento. Sicchè egli, che con fiJncia, ritenendo sincero ed efficace l'invito di Fortis ad ampia e serena discussione aveva accennato a confutare i monarchici, sdegnosamente, nonostante la cortese insistenza di
34 RIVISTA POPOLARE molti avversari perchè continuasse a parlare, rinunziò alla parola. La convenienza, il dovere di ridurre la lista civile del Re d'Italia almeno alle proporzioni di quella del Re d'Inghilterra, e senza tener conto della popolazione più numerosa e della maggiore ricchezza del Regno di oltre Manica, rimane evidente anche per gl'imbecilli. Intanto quella evidenza che risplende come la luce del sole in una limpida giornata di luglio venne negata coi più strani sofismi. Si disse da Fortis che non era conveniente ridurla ora che le condizioni delle Finanze e della economia nazionale sono migliori che nel passato. Ma se c'è ingiustizia e sproporzione nella dotazione non è detto che ci sia prescrizione. Se il miglioramento :finanziario economico è reale, è altrettanto reale l'aumento del malcor..tento e il desiderio prepotente di miglioramenti nei funzionari e nei lavoratori. La coscienza pubblica oggi è più sensibile e tante ingìustizie e tante sperequazioni, che prima subiva rassegnata, oggi sembra decisa a non più tollerarle. Si disse che la Corona per mantenimento dei numerosi palazzi in ogni parte d' Italia spende molto. Ed è vero. Ma nei 51 milioni di patrimonio della Corona non sono pochi i ·beni che rendono. Perciò Mirabelli, e con lui i socialisti e i repubblicani, invocavano l'inventario di tali beni e il controllo parlamentare. Al Re si•· sarebbe assegnata una dotazione al netto e il Parlamento avrebbe data destinazione diversa a tante propriera · che sono onerose per la Corona e che possono riuscire utilissime alle Provincie ed ai Comuni. Si accennò alla poca importanza della riduzione per una grande nazìone e per un grande bilancio. Come: l'Inghilterra con 42 milioni di abitanti - oltre i 350 milioni dell'Impero - e con un bilancio di oltre tre miliardi - in tempi normali - non crede indecoroso lesinare su tre o quattro milioni, e noi con una popolazione di 32 milioni e con un bilancio di un rniliardo e ottocentomilioni dobbiamo disprezzarli? Ma se tale somma è un nonnulla perchè con tanta caparbietà si negano ferrovie, aumenti di stipendi, di assegni all' agricoltura, alla istruzione ecc. ? Si disse che il Re è buono è leale. Vogliamo ammetterlo. E se domani impazzisse e divenisse pessimo? Ma gl'Inglesi danno tanti milioni in meno ad Edoardo VII forse per punirlo delle sue scapataggini da Principe di Galles? E non è uguale all'assegno della Regina Vittoria, il modello delle regine, la fonte di tutte le virtù ? Sonnino disse che il Re d'Italia premia le arti, soccorre le lettere, incoraggia le scienze... E qui servoliamo e aggiungiamo soltanto che molti, per non crederlo ironico e maligno, pensano che egli si riferisca al futuro ... è non al passato prossimo. Si aflermò che la dotàzione era da conservarsi nelle alte proporzioni- attuali pel decoro e pel prestigio politico dell'Italia. Ma forse l' Inghilterra conta meno del nostro paese? Forse la Francia e gli Stati Uniti non sono rispettate tanto quanto noi? Via ! lasciamo da parte le burlette, che possono essere anche delle indecenze, delle sfacciataggini. Sonnino all'alta dotazione della Corona trovò un argomento nell'aver tenuto fede alla libertà ed al regime rappresentativo nell'essere stato un precipuo fattore dell'unità. E noi senza esporre il molto che ci sarebbe da dire in contrario, senza ricordare il proclama di Moncalieri, gli ostacoli posti a Garibaldi per il passaggio dello stretto di Messina, le trattative coi Borboni, Aspromonte, Fantina , le giornate di Torino , Mentata , il governo di Santa Caterina , il sangue nella farina ( repressione dei moti pel macinato), il processo Lobbia, la baloussada del 1870, 'la sanguinosa repressione dei moti dei Fasci, Milano e il 1898, i Tribunali giberna ecc.; senza ricordare tutto ciò, ripetiamo, vogliamo rammentare che se tenne fede al regime rappresentativo, Casa Savoia ne fu largamente ricompensata coll'acquisto di un Regno di 32 milioni di abi tanti e che non tenendovi fede può perderlo come lo perdettero i Borboni. Il tenervi fede è un suo dovere ed è il suo tornaconto. I Re d'Inghilterra che non vollero tener fede furono cacciati in esilio o decapitati; vi tengono fede dal 1688 in poi - dall'atto di assestamento - cioè da oltre due secoli e sono pagati molto meno del Re d'Italia! Infine rileviamo che si tentò anche l'impossibile e chi lo tentò fu l'on. Di Scalea che alla Corona volle mantenuta l'attuale dotazione in nome della benemerenza della monarchia in Sicilia... E Colajanni ebbe il tempo di rispondergli che i lunghi secoli di monarchia io Sicilia e nel mezzogiorno lasciarono in retaggio a •quelle regioni l'inferiorità intellettuale, politica, morale ed economica, mentre la superiorità dei settentrionali rappresenta l'eredità gloriosa delle repubbliche medioevali ... ♦ Concludiamo: m;rntenenr:lo una dotazione alla Corona superiore alla potenzialità economica delta nazione e sottraendola al controllo parlamentare si violò la logica, si consacrò un' ingiustizia, si commise un errore politico; e tutto ciò in omaggio alla rettorica e al cortigiaoismo. , La Rivista · 1111111111111ll li lii I I I li 1r '111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 li I 11 Un popolo che sorge ----~---- Mentre la guerra che si combatte nell'Estremo Oriente fa sorgere, o meglio riabilita una razza - la gialla - e la fa assidere trionfalmente tra i membri della grande famiglia umana capaci di civiltà e di rapida evoluzione progressiva, gli avvenimenti terribili che si svolgono a Pietroburgo, a Mosca ed in altri centri dell'Impero Russo ci fanno assistere al sorgere di un popolo che comincia ad acquistare coscienza dei propri diritti e vuole farli valere affrontando impavido il martirio e la morte. Sinora in Russia erano vissuti ed avevano agito l'Imperatore, l'aristocrazia, i generali, il clero ortodosso alla cui testa sta iJ maledetto Procuratore del Santo Sinodo, il Pobiedonoszefl; il popolo era stato assente, il popolo non era servito che per produrre, per pagare le imposte, per soffrire, per essere deportato in Siberia, per farsi uccidere ad un cenno del despota, che inneggia alla pace e s'incammina alla guerra-di cui il popolo ignora le ragioni intime, di cui gli vengono sottratti gli elementi per valutarne l'importanza, di cui non pu6 prevedere il fine e la fine. E il triste Czar nella contraddizione spaventevole s'ingolfa senza commettere
RIVISTA POPOLARE 35 rn1' ipocns1:1, senta cosciente scelleratezz:1; ma s0l0 per imbecillità iutellettuale, per fiacchezza di carattere, per degenerazione organica, che gli fa subire la volontà del suo ma]genio sacerdotale e per la concezione antisociale ed incivi.e ch'egli ha dei propri diritti e della propria potenza. Oh! inehiniamoci reverenti ad ammirati dinanzi alla quintessenza del regime monarchico incarnata nella persona dello Czar, che mette nelle mani di un neuroastenico o di un degenerato le sorti di un popolo di centotrentacinque milioni di uomini, e per ripercussione fatale, inesorabile, quelle di un altro popolo di circa cinquanta milioni ed indirettarnen te quelle di tutto il mondo civile, tra i rappresentanti del quale i legami e la solidarietà si vanno facendo sempre più intimi ed indissolubili ! ♦ Noi non abbiamo bisogno d'io trattenerci delle vere condizioni della Russia, che rendono assolutamente necessétrio un mutamento profondo nei suoi ordinamenti affinchè questo vasto impero asiatico-europeo entri alla fine nella sfera della cosidetta civiltà occidentale, che domina in Europa, in America, nell' Au-: stralia, nell'Africa settentrionale e meridionale - dovunque vi sono collettivitù umane uscite dallo srnto di barbarie. Ma per quanto la cosa possa sembrare superflua ricordiamo che in Russia non esiste libertà di stampa, di parola, di riunione e di associazione; è illimitato l'arbitrio dei funzionari di fare arrestare e deportare in Siberia ogni cittadino, che dà sospetto e senza bisogno di sottoporlo a regolare procedimento; non esiste nemmeno una larva di sistema rappresentativo per discutere degli interessi e della difesa della società; vi è assolutamente bestiale il sistema fiscale, quale non vige neppure in Turchia; vi è completo, assoluto, illimitato il dispotismo dello Czar esercitato per mezzo di funzionari e di generali la cui immensa disonestà non è uguagliata spesso che dalla straordinaria ignoranza : l'ignoranza è tale che si proibiscono libri che trattano del dinamismo perchè questa forza si confonde colla dinamite... ! A quali enormità possa arrivare siffatto regime si può argomentarlo : Ja un lato dal fatto che scienziati geniali come Czernikiewsky furono man-. dati ad esaurirsi ed a trasformarsi in imbecilli in Siberia e che ~nigliaia di altri eminenti pensatori lasciarono la vita sulle forche, e la vita o la ragione nelle tetre prigioni della fortezza di Schusselberg o di Pietro Paolo o in quegli orrori spaventevoli de] la Siberia descritti da Kennan e da To1stoi ed ai quali sfuggi come per miracolo Pietro Kropotkine; dall'altro dall'essere in vigore quel sistema di coazione tributaria, che qui stesso venne riassunto sulle orme del libro di Lehmann e Parvus (La Russia che ha fame) e ch'è opportuno riprodurre. Le misure contro i contribuenti che non possono pagare le imposte si svolgono nell' ordine seguente: 1. sequestro delle entrate; 2. vendita degli immobili; 3. vendita dei mobili; 4. incameramento della parte di terra che spetta al contribuente ritardatario ; 5. arresto; 6. sottomissione a curatela ; 7. schiavitù dell'imposta; 8. pena del bastone. Le altre misure non hanno bisogno di essere spiegate; poche parole occorrono sulla 7\ mercè la quale il debitore dell'imposta viene· ceduto ad un intrapren .. ditore (Arbeitgeber), che lo fa lavorare s~nza d:ue a lui alcun salario sino a tanto che non è pagata l'imposta. Egli può essere separato dalla famiglia, mandato in un altro goverùo; la schiavitù dell'imposta si estende anche alla famiglia de~debitore. In questo modo nel 1891 furono ceduti come schiavi 768 p~rsone ... Con questi metodi si riesce alla più tragica contraddizione : i contadini che producono il grano sono costretti a venderlo a qualunque prezzo e ad andare incontro a quelle terribili carestie, che fecero morire per fame alcuni milioni di uomini nel 189192 e nel 1898. Gli orrori dell'ultima carestia il mondo civile li conobbe dall'appello .eloquente di Leone Tolstoi. Questo spaventevole regime di dispotismo sinora non ebbe che un solo correttivo : la violenza altrettanto spaventevole e sangùinaria. E la vio]euza colpisce Paolo I. e Nicola I. per mezzo delle cospirazioni di palazzo. dall'alto ---- cospirazioni il cui svolgi111ento truce non trova riscontro che nelle gesta dei pretoriani dell'Impero Romano, dei soldati di ventura dell'Impero Bizantino, dei Giannizzeri dell'Impero Turco ; o colpisce dal basso Alessandro 2°, Trepow, Plewhe ecc. colle bombe o col pugnale dei nibilisti e dei rivoluzionari. Di fronte all'onnipotenza del Re ·in Russia non c'è stato sinora che il correttivo del regicidio e dell'assassinio politico ... Poteva e può continuare immutato - qualunque sia l'esito della rivoluzione a cui oggi assistiamo? No, no; è impossibile. E' la f~rza i_ncoercibile delle cose che si impone sulla volontà del despota, dei cortigiani e dei Cosacchi, che sono ciechi e scellerati strumenti nelle mani dei primi. ' Poteva durare sino a tanto che il bisogno d'innovazione si faceva sentire esclusivamente tra le fila delle persone colte, che costituivano la cosidetta Intelliguentia e che le proprie aspirazioni avevano formato colla lettura, coi vi,1ggi, colla frequenza nelle università di Germania, della Svizzera, di Parigi - sino a tanto che i grandi cervelli di Herzen, di Alissof, di Czet"niskiewstky, di Kropotki ne, di Gogol, di Gorki, di Tourgueniefl, di Tolstoi, di Struve ecc. ecc. erano per cosi dire senza corpi e senza braccia. Ma il sistema venne condannato a morte sicura, inesorabile il giorno in cui comincio a svilupparsi la grande inJ.ustri,t, che agglomero le migliaia di operai e dette a loro i bisogni materiali e le aspirazioni intellettuali, politiche e morali della vita moderna. La coscienza umana si è svegliata per forza inesorabile di cose nelle ·masse lavoratrici di una parte della Russia ; e la cosci~nza è una forza imponderabile che sfugge a tutte le coercizioni ed arriva fatalmente :tlle esplosioni tanto più terribili, quanto più ritardate e compresse. Alle concezioni tutte della vita moderna, che si sono formate nella coscienza russa e che non trovano modo di:essere soddisfatte oggi si sovrapposero i disinganni, ]e umiliazioni, i dolori inenarrabili della guerra pazza e scellerata contro il Giappone e le çui respon·sabilità ricadono tutte sullo Czar e sulla Corte. Perciò si sono avute le prime proteste sanguinose, nelle quali per la prima volta il popolo vero è comparso sulla scena e l'azione contro il dispotismo si è iniziata coll'accordo delle masse lavoratrici e degli intellettuali. Si, il popolo, nel senso più largo e più bello
36 RIVISTA POPOLARE della parola, è entrato in iscena in Russia e per arrivare in grembo alla civiltà contemporanea tragicamente ha· pagato il suo tributo alla morte! ♦ In una rivista che non può dare la cronaca degli avvenimenti non occorre rilévare tutti gli episodi terribili o pietosi della lotta che si è com battuta o che si continua a combattere in Russia per la libertà umana e per la civiltà moderna. A ciò soccorrono copiosamente e qualche volta fantasticamente i giornali politici quotidiani. Ma è necessario, è doveroso rilevare il carattere iniziale della lotta, che ha qualche cosa di commovente da parte degli operai e che aggrava la responsabilità del pazzo morale dalla cui volontà dipendono le sorti di 135 milioni di uomini. I lavoratori, benchè ne avessero il diritto, benchè avessero ogni ragione di diffidare dello Czar e dei suoi abbietti e truci consiglieri, non sono corsi immediatan1ente alla violenza, ma hanno fatto appelio al cuore del loro Imperatore ed hanno domandato soltanto di essere ricevuti ed ascoltati nella vana speranza che avrebbero ottenuta giustizia e che sarebbero state soddisfatte le loro più legittime aspirazioni. Ora nel loro appello c'era un linguaggio talmente mite, rispettoso, sincero, mistico anche, che può spiegarsi alla vigilia della ribellione solamente nell'ambiente russo saturo di tolstoismo e in masse operaie poste sotto la guida di un prete, il pope Gapony, che ha preso alla lettera tutto l'insegnamento che vien fuori dalle pagine e dagli apologhi più belli del Vangelo. L'appello degli operai, che avrebbe commosso qualm;ique cuore indurito , meno quellù di un Re, che riassume il dispotismo di tanti secoli, trova un commento giustificatissimo eloquente e decisivo nelle parole di uno dei più elevati rappresentanti dell'aristocrazia. Ecco infatti un brano della lettera che il principe Troubetzkoi, Maresciallo della Nobiltà e Presidente degli Zemstwos di Mosca, ha indirizzato al ministro dell'interno Principe Sviatopolk-Mirski: << Voglio qui spiegarvi e pregarvi di voler spie- « gare rispettosissimamente all'imperatore i motivi « che hanno determinato gli Zemstwos di Mosca a « esprimere la loro opinione, che condivido intecc ramente. La Russia attraversa in questo momento « un' epoca di anarchia e di rivo! uzione. Ciò che « avviene nel momento attuale non è soltanto la cc manifestazione di un'effervescenza giovanile, ma « la conseguenza logica e diretta della situazione es generale nella qùale si trova oggi la società russa. « Lo stato di cose attuale è estremamente peri- « coloso, perciò è dovere di tutti i sudditi fedeli « di opporsi con tutti i mezzi ad una simile sven- « tura. In questi giorni ho avuto la fortuna di « presentarmi dinanzi all'Imperatore e rendergli cc conto, per quanto potei, della situazione attuale cc della società. Ho cercato di fargli comprendere « che ciò che avviene ora non è una semplice « sommossa, ma una rivoluzione. Ho cercato anche ~ di fargli comprendere quali siano le ragioni che « spingono il popolo russo a una rivoluzione che cc n0n desidera. Sua Maestà ha il potere d' impe- « dire che le cose giungano fìn qui; ma per questo « non vi è che un mezzo : che Egli ~_wa fiducia « nella nazione e nei suoi corpi rappresentativi. << In fondo al mio cuore sono convinto che se cc l'Imperatore, con piena fiducia, permettesse alla « nazione e ai corpi rappresentativi di avvicinarsi « a lui , la Russia sarebbe liberata dalla tremenda ccminaccia di una sollevazione sanguinosa , e da- « rebbe tutto il suo appoggio a lui, suo Imperacc tore, alla sua autocrazia e alla sua volontà. cc In presenza dello stato di spirito di tutti quel)i cc che pensano con sgomento alla minaccia che ho « segnalata , non è più possibile umanamente di cc vietare ai patriotti di esprimere al loro Impera- « tore ciò che passa nei loro cuori , e ciò che li ccopprime dolorosamente. Non è più questo il mocc mento di tacere, quando la patria è in pericolo; « non si devono dimenticare le condizioni nelle quali << si trovano attualmente· quelli che hanno una cc moglie e dei figli. Anche se si dichiara colpevole « di parlare cosi verso l'Imperatore, nella mia qua- « lità di presidente dell' assemblea degli Zemstwos, « la mia coscienza è calma e pura ». Ebbene il Principe Troubetzkoi si è ingannato come s'ingannarono i lavoratori appellandosi al cuore ed alla ragione dello Czar. In quel degenerato non c'è cuore e non c'è ragione; egli, dando' spettacolo di viltà uguagliata soltanto dalla ferocia, fugge di palazzo in palazzo per salvare se e i suoi dal!' ira della rivoluzione ed affida tutti i poteri a quel granduca Vladimiro che pensa di non dover fare delle sciocchezzee di non voler ripetere gli errori commessidagli ufficiali di Luigi XVI. ♦ Trionferà il moto rivoluzionario presente, non ostante l'estensione sua dall'estremo nord all'estremo sud , da Pietroburgo a Sebastopoli? Io non mi faccio soverchie illusioni e ritèngo assai difficile che si verifichi oggi il lietissimo evento. I motivi che 111' inducono a diffidare, prim:1 che si conoscessero e si fossero verificati i moti s,rnguinosi di Pietroburgo cosi li enumerai il giorno 21 in un articolo dell'Italia del Popolo : 1 ° La scarsissima densità - poco più di 20 persone per chilometro quadrato - della popolazione del vasto impero. 2° La grande eterogeneità degli elementi etnici e nazionali, che lo compongono, ed il grado scarsissimo di cultura cui sono· pervenuti i medesimi. Qu~ste due prime cause rendono difficile l'intesa tra i malcontenti. 3° La straordinaria prevalenza della popolazione rurale, che forma circa l' 87 per cento del totale. 4° L'ignoranza straordinaria delle masse, l'analfabetismo superiore a quello italiano e spagnuolo che rende ancora possibile la superstizione e il fanatismo, il dominio dei reazionari del Santo Sinodo e dei Pope , la devozione verso lo Czar, che i contadini chiamano ancora il piccolopadre. 5° L' estrema miseria, che ha infiacchito ogni energia morale e reso completo l'adattamento delle masse ad uno stato di profonda e generale abbiezione - adattarn~nto reso più completo dalla degenerazione alcoolica e dall' ubbriachezza abituale, in cui si ricerca il sollievo alle sofferenze della miseria. .Dall'insieme di queste condizioni emerge q nesto paradosso: dove più necessaria e salutare riuscirebbe la rivoluzione, ivi è meno possibile, ivi è più difficile che esploda e riesca utilmente vittoriosa ! I dubbi miei, espressi prima dei moti rivoluzionari, parvero ingiustificabili a molti, che si lasciano
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