RIVISTA POPOLARE 9 mento. Noi sentimmo che l'Europa e l'America ci trattavano paternamente. Ci semb1·ava che i nostri amici occidentali ci djces8ero: « Voi avete fatto miracoli. e Avete introdotto il governo costitnzionale e adottata « la civiltà occidentale. Negli ultimi quindici anni « avete fatto pas8i semplicemente meravigliosi. Voi « siete adesso una nazione che promette molto! ,, Ma sopraggiunse un ulteriore cambiamento. :o Quando avvenne la guerra colla Cina nel 1894-95 e noi mostrammo la nostra superiorità sulla nostra nemica, le potenze occidentaii uon tentarono più oltre di trattarci con paterna superiorità. Esse cominciarono a trattare il Giappone con rispetto e riconobbero nel medesimo una forza navale e mililare, che prima non avevano nemmeno sospettata. Quando noi studiammo le relazioni internazionali tra le Potenze contemporanee, apprendemmo che dei paesi come la Danimarca e il Belgio diplomaticamente erano tenuti nella stessa considerazione dell'Inghilterra e della Germania , che la Svizzera era trattata dalla Francia con gli stessi riguardi degli Stati Uniti; e che il rispetto che si usava verso quei piccoli Stati faceva parte del diritto internazionale. Allora sorge u11a domanda ulteriore : il rispetto di cui godono q11elle piccole nazioni, è fondato sulla paura, cbe ispirano'? Possono es8e imporre il rispetto, che é tributato alle loro potenti vicine, quali la Germania, la Francia, e l' Inghilterra'? La risposta è ovvia. Nel regno della diplomazia le nazioni si trattano con uguale deferenza, non si fa alcuna distinzione in base al territorio o alla forza degli armamenti. Però nel caso di un conflitto internazionale. quando non c' é altro modo per nna nazione per mantenere la propria posizione indipendente tra le rivalità nazionali, che di avere a sua disposizione nna forza che s'imponga alle altre nazioni, non semplicemente col rispetto, ma col timore ; questo ti more é una prova del potere che ha la potenza temuta; e tale potere può essere considerato gi ustameute o ingiustamente come un pericolo potenziale. Perciò il grido di: Pe1·icolo giallo è il riconoscimento da parte deJle potenze occidentali che il Giappone ha finalmente ottenuto il suo posto tanto desiderato tra le grandi potenze. Ma si commette un errore logico quando si suppone rhe tale potere deve generare inevitabilmente 1111 pericolo. Noi siamo profondamente convinti che il possedere una grande preparnzione militare sia neces 8ario (almeno temporaneamente) se le nazioni vogliono raccogliere i benefizi della uostra complessa moderna civiltà , sempre beninteso che esse non adoperino le loro forze militari e navali per fini egoistici , ed a scopo di ambizioni aggressive. La storia ci somministra prove per ammettere in generale che quanto più forti sono l'esercito e la flotta di una nazione, tanto più essa è cerha di mantenere la pace - e qnesta opinione fu manifestata alla Conferenza per la pace dell' Aja da un eminente delegato inglese, che aveva preso parte al movimento per l'abolizione della guerra. Il Giappone ha anche un motto, che data dai primi tempi della vita del suo popolo, che suona: « Non dimenticate le arti della guerra « nemmeno in tempo di pace! > Il Giappone non può pensare a dimenticare le arti della guerra , perchè, mentre esso è, nel senso geografico , situato vantaggiosamente nel mondo del commercio, il benefizio trae seco la minaccia. costante di forzati ~ontatti colle pii potenti nazioni del globo. In consegnenza mentre il Giappone ha ancora sinceramente gl 1 interessi deJla pace, la sua posizione reale in Oriente lo costringe per mantenerla, per se e per gli altri , ad avere un esercito ed una flotta rispettabili. > Qualcuno può domandare: quali sono le aspirazioni del Giappone? La nostra ambizione, com'è dimostrato dall'intero corso della nostra storia moderna, è d'introdurre nel lontano e troppo a lungo trascurato Oriente le benedizioni della civiltà occidentale. Per una impresa d·i questo genere il Giappone possiede superbi vantaggi. Impiantato nelle sue isole esso troneggia nel mezzo del Pacifico e volge i suoi sguardi verso tutte le direzioni d' onde può venire la civiltà: all'ovest verso il Canale di Suez sotto la sorveglianza dell'Inghilterra; e all'est verso il Canale di Panama (quando sarà completato) sotto la protezione Americana. Il Giappone vuole volgere il suo sguardo tanto .al mondo vecchio quanto al nuovo per raccogliere i frutti più ricchi della scienza e della cultura del1' Occidente , che poscia spargerà tra le isole giapponesi. Attraverso a queste vie le nazioni occidentali apportera~no i loro tesori e la loro ci viltà nel vasto continente dell'Asia; e batteranno alla loro volta alle porte del Giappone. Certamente sarà il benvenuto che il Giappone darà a questi apportatori della civiltà occidentale, della q nale noi tanto ci siamo giovati! E la porta del Giappone rimarrà aperta no111. solo con sicurezza, ma con continuità, perchè essa sar~ la via per mezzo della quale i doni occidentali dal1' Europa e dall'America ci perverranno e renderanno possibile , rinvigorendo la nostra propria potenza , dl realizzare le nostre aspirazioni nazionali e di mantenere con particolarità quella pace eh' è la base del progresso nell'Estremo Oriente. Per un migliaio di anni e più dopo la introduzione della cultura cinese, che scorre nella sua vita etnica, il Giappone ha avuto la fortuna di possedere una civiltà orient~'lle propria incorporata nel linguaggio, nelle arti, nei costumi e nelle istituzioni. Ma, dopo la visita del Commodoro Perry nel 1853 seguendo l'esempio dei nostri antenati che avevano introdotto le idee della Ciita, noi ci volgemmo all'Occidente per avere la sua cultura e la sua scienza ; e così le leggi, la filosofia, la religione e le arti della civiltà occidentale si sono innestate sulle nostre istituzioni. La mente giapponese è seriamente impegnata nel fondere in una le due forme di cultura, l'orientale e l'occidentale , la sua ambizione essendo quella di ar • monizzarle . come Roma armonizzò i I militarismo dei popoli del Nord colla coltura delle razze meridionali di Europa. Tale è l' ultima aspirazione, l'ambizione suprema della razza giapponese. Riconciliando e fondendo tra loro le due civiltà, il Giappone spera d'introdurre la cultura e la i:iciet1zadell'occidente nel continente asia
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