Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 1 - 15 gennaio 1905

8 RIVISTA POPOLARE Prego i lettori della Rivista a prestare tutta la loro attenzione ai brani di tale articolo e giudichino serenamente se la diplomazia europea potrebbe manifestare tanta accortezza nell'equivocare sul pericolo giallo ; tanto rigore di logica nel giustificare la necessita degli armamenti messi in rapporto col rispetto e colla stima che accordano le altre nazioni - si apprende dal barone Kateno che il Giappone ha il suo: si vis pacem pare bellum ! -; tanta astuzia a base di menzogna veramente europea nell'esaltare la spontanea generosita del Giappone verso la Cina dopo la guerra del 1894-95; tanto ossequio alla diplomazia dei forti - la si direbbe una viltà veramente civile - nello scagionare il Giappone dall'accusa di avere· aiutato i Filippini; tanto idealismo, quasi mistico, ad imitazione di quello di un Tolstoi o di un Cecil Rhodes, nell'esaltare il magnifico programma, la seducente missione incivilitrice del Giappone ! Ma dopo tutto io non rimango sedotto ; e ricordo che nel Giappone ci sono già i germi del patriottismo europeo, che presto degenera in jingoismo o chanvinisme ; che al suo disinteresse nella guerra colla Russia credo poco: nella Corea si può scorgere il pendant della Manciuria ; e che come i peggiori superiori gli uomini di Stato del Giappone accusano gli australiani di non saper mettere in valore l'Australia, come gl'Inglesi accusavano i Boeri di non saper mettere in valore ìe repubbliche dell' Africa del Sud e manifestano il desiderio di . . . provarc1s1 essi ... Dopo tutto ciò, ripeto, a me pare sicuro che i Giapponesi si metteranno a livello dell'Europa e dell'America nel bene e nel male; ma avranno, colla loro ascensione, seppellita sotto le rovine di Port Arthur un roma_nzo scie□ tifico ed allargato la sfera dell'umanita superiore. Dove si volevano vedere dei parenti delle scimmie si sono ritrovati degli uomini! DoTT. N. CoLAJANNI 11111 li li I 111111111111111 1r • 111111111111 ! 1111 I I I I I li I li li I li I li li I I I I I 111111111111111 ! 1111 Ilperieogloiallo è unaoeeasiodn'oerpoelGiappone Dopo la nostra vittoria nella guerra della Cina nel 1894-95 le nazioni occidentali scoprirono in noi una potenza che non poteva essere soppressa mantenendola sotto tutela come una nazione semi indipendente; esse cambiarono la loro attitudine e l' ammisero come un membro delle nazioni civili. Avendo, con una campagna vittoriosa contro la nostra propria vicina restaurata la nostra indipendenza nazionale; avendo preso il nostro posto tra le fila delle Potenze civilizzate del mo11do, noi durante il periodo di pace abbiamo continuato a battere il sentiero segnato dalla nostra diplomazia, coltivando le più cordiali relazioni colle nazioni di Europa e di America - relazioni che sono rimaste immutate non ostante la nube della rottura della gnerra russo-giapponese nel passato Febbraio. È stato soltanto dopo che il Giappone ha mostrato nella presente lotta di essere una forza rispettabile anche per le più formidabili potenze militari di Europa ; dopo che esso ha richiamato la distratta attenzione del mondo intero sulla sua organizzazione mi litare e navale e sui suoi straordinari successi per terra e per mare, che noi abbiamo sentito sollevare il grido sul Pe,ricolo giallo. Ma se c'è un pedcolo nell'Estremo Oriente non è il Pe1·icolo giallo, ma il Pericolo bianco; il primo è un semplice mito, mentre il secondo è una realtà attuale. Comunque, se il Giappone dovesse rimanere vittorioso nella lotta presente e di venire preponderante nel1' Oriente, pensera esso ad escludere gli Europei e gli Americani dalle contrade orientali? I fatti eliminano assolutamente questa ipotesi. li Giappone invece di sforzarsi di escluderne Europei e Americani , ha fatto di tutto per attirarli in Oriente. Si consideri ciò che avvenne nel 1894-95 dopo la guerra colla Cina. Il Giappone allora aveva la Cina nelle sue mani e poteva a Shimonoseki dettare quelle condizioni che ogni potenza avrebbe voluto dettarle. Ma che avvenne? Il Giappone invece di curarsi esclusivamente dei propri i ntP.ressi trascurando q nelli delle al tre potenze, promosse la politica della porta aperta, dell'open doo1·, e prop,1gnò J' aboliziono del likin sistema - il sistema, cioè , che da gran tempo vigeva in Cina d'imporre dazi sui prodotti che si presentavano alla frontiera. Il Giappone allora dette un altro contributo al benessere internazionale inducendo la Cina ad aprire quattro porti al commercio del mondo - i porti di Chnng-Kiang, Shasi, Kow-Choo e Soochoo. In ultimo, e non fu il meno, indusse la Cina ad accordare agli stranieri il diritto di stabilire imprese industriali nell'Impero. Tutte queste concessioni erano state domandate per molti anni a Pechino dal la diplomazia occidentale, ma senza risultato, sino a tanto che indipendentemente da esse non furono ottenute dal Giappone nel segnare il trattato di Shir.nonoseki nel 1895. Avrebbe agito in tal guisa il Giappone se esso ave~se voluto assicurare a se stesso dei vantaggi escludendone gli altri? La diplomazia del Giappone in vece si consacrò sinceramente ad aprire la Cina al mondo intero. Anche dopo la restituzione di Weihai-wei alla Cina, noi non protestammo contro l' occupazione di quel porto strategico fatta dagli Inglesi. Queste larghe vedute delle responsabilità giapponesi come Potenza mondiale si rivelano sotto altri aspetti. Corse la storia, ad esempio, durante la guerra Ispano-Americana, che il Giappone assistesse secretamente i Filippini mandando m1mizioni ed anche soldati, in aiuto di Aguinaldo. Ma la voce fu dimostrata del tutto falsa. Non solo il Giappone non aiutò i Filippini ed Aguinaldo, ma esso accordò assistenza morale agli Stati Uniti nei loro piani di occupazione delle Isole Filippine, ritenendo che tale avvenimento solamen te poteva condurre la pace tra i Filippini. Si potrebbero moltiplicare gli esempi per mostrare ai nostri amici che il Giappone non ebbe mai l'idea di chindere il continente asiatico contro gli Europei e gli Americani .... Quando il grido di Pericolo giallo, cominciò ad udirsi, noi fummo stimolati allo studio dell'argomento ed ai suoi effetti internazionali. Dopo l'apertura del nostro primo parlamento nel 1890, l'attitudine delle potenze occidentali verso il Giappone subì un cambia-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==