RIVISTA POPOLARE 7 Ed eccoci così ritornati alla guerra. E' cos~1 legittima e rngionevole giudicare della superiorità o della inferiorità di una razza o di una nazione <lai risultati di una guerra? Io non esiterei ad e sere di contrario avviso; ma in realtà il mondo, che ha preceduto gli antroposociologi nei giudizi e nei pregiudizi , ha glorificato il successo eJ ha assegnato la palma a chi lo ha avuto. Il successo militare non ha modificato in un giorno o in un anno la forma del cranio e gli altri caratteri antropologici di una razza o di un popolo ; eppure le superiorità e l' ìnforiorità Ji ordinario sono state asseonate ali' indomani di una vittoria o di una disfi~tta. I francesi che si erano addormentati superiori alla vJgil~a di _vVaterlo.o, di.ce. con ,fi_neironi~ Novicow, s1 nsvegharono t1tfenon all rndomam senza che fosse aumentata o diminuita <li un millesimo la dolicocefalia degli uni o la brachicefalia <leali altri! Certamente non si pensava a chiacchie-- ra;e di decadenza latina dopo Magenta e Solferino e non si pens;1va :dia superioritàtedesca ali 'indomani di Jena, quando N,1poleone I vedeva una platea popolata di principi e di re in uno spettacolo teatrale nella Germania vinta <lal suo genio bellico. Ma dopo Sedan la decadenzalatina divènoe un dogma, un assioma. Quale meraviglia adunquese dopo Port-Arthur, ch'è l'ultimo episodio di una serie di vittorie brillanti, la superiorità vada assegnata ai gi~1pponesi? Si obbietterà che ai Russi dopo le sconfitte rimangono Tolstoi, Gorlci, Dostoiewski, Mendeleiefl ecc. "Verissimo ; e questi sono astri che risplenderanno sempre nel campo dell'arte e della scienza. Ma senza andare a cercare riscontri nel mondoGiallo, che, da Confocio in poi ne ha dato parecchi,. si risponde che Ronu 1100 aveva avuto Omero e Prndaro, Platone, Socrate ed Aristotile quando H Console Mummio distrusse Corinto e si appropriò la superiorità; e i barbari del ~ord non avevano ancora Lucrezio, Cicerone, Tacito, Virgilio, quando fiaccando e sbranando l'impero latino ne stabilirono la inferiorità di fatto. La guerra, invero, sino a questo momento si può considera re come l' insieme delle qualità e delle energie morali e iotellettu:1li più fattive, e che diventa l'e ponente, la risultante, la sintesi delle medesime. Sono tra coloro cbe sperano e credono rn un avvenire diverso, in un' altra fase di civilta, io cni le manifestazioni dell.1 forza non saranno_ tenute in pregio e prevarranno nel]' apprezzamento complessivo le manifestazioni della pace. Ma cosi non è oggi e non possono dolersi se i gra(~Ì nella gerarchia psico-sociale non si assegnano che rn base ade gesta militari, coloro che non hanno avuto altro dio che la forza e per suo gran sacerdote il successo. In nome della loro dottrina e dell'applicazione che ne hanno fatto nella storia , aduuq ne, la superioritd va al Giappone, agli uomini che nella gerarchia morfologica maggiormente si avvicinano alle scimmie! Ma siamo aiusti: anche negli episodi che si accompagnano ~Ile manifestazioni dirette o indirette della forza i aiapponesi hanno mostrato delle qua- o . . ' . . lità, che mancano assolutamente ai piu superiori popoli del mondo contemporaneo, e che si suppongono immaginarie, ideali e non reali, quando poeti e storici li attribuiscono agli eroi più autentici dell' Ellade e di Roma. Guardate al sereno sto1c1smo di Nog i, che lascia due figli sugli spaldi di Port Anhur; trovate, se vi riesce, qualche cosa della blague, della vanita, della réclame, della teatralità degli Europei e dei Nord-Americani nelle file comandate dai Kuroki, dagli Oyama, dai Togo, dai Nogi, dai Kamimura ... c'è invece tanta serietà, tanta modestia e tanta perseveranza, cbe dovono far vergognare gli eserciti e i• -popoli delle civild occidentali e da far supporre che siano qualità inconscienti di uomini, che non sono pervenuti alla nostra fase di civiltà, se da tanti altri indici non emergessero pod,rose la intelligenza e la coscienza in un grado meraviglioso in tutti i loro atti I Ancora. Ecco due città in festa : Londra e Tokio; la prima è la metropoli degli uomini superiori; la seconda quella degli uomini-scimmie. A Londra si svolge la celebre notte di lv[ afeking e si festeggia la liberazione di una minuscola città del Sud Alfrica e si c,mta vittoria contro i Boeri. A Tokio si esulta per la resa di Port Arthur. I mperiori, un popolo di 41 milioni che ha alla sua dipendenza un impero di 350 milioni di abitanti, si gloriano delle vittorie contro <lue minuscole repubbliche di 500,000 abitanti - 250 mila combattenti contro 50 mila ; - i Giapponesi, circa 48 milioni, hanno fiaccato un impero di 135 milioni, con parita, forse di combattenti sul campo di guerra. Ma il modo <li manifestare la gioia nelle due metropoli, è quello che caratterizza meglio la distinzione tra gli uomini superiori e le scim111ie. A Tokio c'è tanta compostezza, che sbalordisce; a Londra nella notte di Mafeleing la frenesia da cui fu presa la popolazior.e trasformò la festa in una colossale manifestazione dell' oliganismo, cioè della teppa e della mafia resa più ignobile dall' ebrietà morbosa ~alle pantctgrueliche libazioni di birra e di wiskey. Se ne vergognarono e riprovarono la notte di Mafeking lord Salisbury e tutti i varii :JvCail jingoisti, agli ordini di Cham berlaine, che disonoravano la metropoli ing_lese I ♦ Ragiono colla logica degli autropo-sociologi; ma è superfluo aggiungere che la ritengo viziosa e che ne com batto le conci usi on i. Colla logica degli antroposociologi si potrebbe assegnare già la superiorità ai Giapponesi, che riabilitano tutta la razza gialla. Per me si tratta invece dello arrivo del loro momento storico, che mette in evidenza tutte le loro buone qualità. e che tra non guari lasceranno spuntare tutti i loro difetti. Intanto per mostrare che non solo nelle manifestazioni delle forze e nelle gesta guerresche, essi superano o gareggiano cogli occidentali e coi superiori, ma anche nelle manifestazioni intellettuali essi li uguagliano, voglio riprodurre in parte un articolo - uno dei tanti- , che un Giapponese ha pubblicato nella maggiore rivista del Nord-America. E' del Barone Kentoro Kateno, un membro della Camera dei Pari del Giappone, che ha fatto i suoi studi nell'Università di Harward, che fu professore nell'Università di Tokio, più volte ministro del suo paese e che ora percorre gli Stati Uniti per 1studiarne le condizioni economiche (1 ). (1) The Yellow peril is the golden opportttnity for Iapan (North-American Review. Novembre 1904).
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