RIVISTA POPOLARE 5. orosso - e che le sballa grosse, quando ci si mette ~ dell'antroposociologia francese, Gustavo Le Bon, che canta a mortorio sulla decadenza della razza(?) latina o dei popoli a civiltà latina , non ha esitato neanche lui , a predire ìa· superiorita e il brillante avvenire della Russia e degli Slavi. Naturalmente, anzi com'è troppo umano, ciò che si poteva prevedere facilmente si verificò ~l ~apello : del pregiudizio, che assegnava la superiorità agli Slavi e alla Russia, i più imbevuti e convinti erano - non so se lo siano ancora - i russi. La condotta dei loro uomini di Stato prima che la guerra scoppiasse costituisce la prova più lampante, la più innegabile delta imme?sa_ 1 fiducia che nutrivano_ i Russi nella loro supenonta e del profondo disprezzo pei Giapponesi, che consideravano come :wversari indegni di loro e che c'era da sentirsi umiliati nel doverli schiacciare anche colla punta dei propri piedi. A diminuire la responsabilità dei ministri dei generali e di tutte le classi dirigenti, per la giustizia storica , _è bene aggiunger~ che era il popolo tutto, propno tutto, dell:1 Russia che divideva quel giudizio derivato dal pregiùdizio etnico ed antropologico coltivato con tanto amore con tanto entusiasmo da tanti scienziati e da molta parte del giornalismo. Per trovare un Russo, che avesse stima di un Giapponese e vedesse in esso un uomo, un proprio simile, un fratello, bisogna arrivare al Congresso socialista di Amsterdam ed alla. scena _sentimentale - pur troppo senza alcuna npercuss1one nelle masse! - dell'abbraccio tra il compagno Plechanow e il compagno Kataiama. Come e quanto fosse popolare tra i Russi il pregiudizio della propria superiorità e della degradante inferiorità dei Giapponesi al momento dello scoppio della guerra presente si può rilevare da un libro che un Fr?ncese assai benevolo pei Russi, Paul Labbè, ha consacrato da recente ai 'R...,ussens extrèrneOrient. L'anima popolare oggi si rivela, poi colla massin1a schiettezza colla caricatur:1 ; e tutte le caricature dei giornali e delle riviste della Russi:1 concordarono nel descrivere i Giapponesi come fanciulli impertinenti, che avevano bisogno di una sculacciata di un Pope o di un soldato russo; come scimmie ributtanti che osavano punzecchiare un popolo di giganti armato di tutta la forza e di tutta la potenza, che vengono dalla ricchezza, dalla scienza, dalla civiltà contemporanee. E forse ci sarà stato qualche caricaturista, che non avrà saputo meglio raffigurare la sproporzione tra i lottatori, che ricorrendo al Viaggio di Gulliver dello Swift (1) (1) La Tribuna del 25 dicembre 1904 pubblicò un articolo sull'Arte e la caricatwa nella guerra russo-giapponese, che dà un'idea delle manifestazioni dell'anima popolare russa. Sebbene per me la cosa non :tbbia alcuna importanza mi sento nel dovere di avvertire che nel Giappone antropologicamente vi sono due tipi: uno fine, che tende verso la dolic?cefa~ia e un altro più grossolano con tendenza alla brachicefalia. L' aristocrazia·. i discendenti dei Samurai, ci tengono alla finezza del proprio tipo. Ma vedi fatalità della st~ri_al . Nel1' Estremo Oriente si riproducono quelle co0tradd1Z1om, che dovrebbero formare la disperazione degli antropo-sociologi se questi si dessero alcun pensiero dei fatti e della storia. Infatti gli uomini dal tipo superiore si ritengono discendenti dalla razza, che popola la Corea, i cui abitanti sballottati come cose tra Giapponesi, Cinesi e Russi, sembrano attualmente di essere dei ma<1nificicampioni dell'imbecillità umana. Ripley opina che l'attitudine dei Giapponesi alla civiltà deriva dal relativo isolamento del Giappone, ~he ha permesso Ad onore del vero si deve aggiunger-:, che questo profondo e generale disprezzo pei gialli della Cina e del Giappone, contro ogni ragione economica, morale ed estetica, era diviso dai superiori per eccellenza, dagli Anglo-sassoni, i cui sentimenti sono stati fedelmente rispecchiati nelle leggi. I Nord-americani, che in una agli Inglesi della Gran Brettagna si sono dati l'aria di agire in nome della civiltà imponendo a cannonate alla Cina di tenere la porta aperta - la famosa open door - ai prodotti dell'Europa e dell'America, e principalmente all'oppio avvelenatore, hanno chiuso le porte di casa propria ai Cinesi. Ciò che hanno pure praticato gli Anglo-sassoni dell'Australia. Ecco -µn saggio eloquente di moralità e di reciprocità di razze e di uomini superiori ! Qui accenno appena appena ironicamente a questa civiltà dei superiori; la quale è stata messa alla berlina spietatamente in un articolo meraviglioso di Anatole France, che soltanto il Pungolo di Napoli, togliendolo dall' Hurnanité, ha fatto conoscere ,-1I pubblico italiano ; e ritorno al mio circoscritto argomento : alla connessiorie tra la caduta di PortArthur e quella del romanzo scientifico. ♦ Sarà facile sorprendere un sorriso d' incredulità ed anche di disdegno sulle labbra dei sommi gerarchi dell' antropo-sociologia; i quali, immemori della loro fenomenale leggerezza nel generalizzare e nel formulare leggi sociologiche da uno o pochi fatti, non univoci spesso, rimprovereranno a me di concludere alla inferiorità russa e alla superiorità giapponese , cioè alla inferiorità degli uomini di fronte alle scimmie, dai risultati di un anno di guerra, che non si sa neppure come andrà a finire, potendo riserbarci la sorpres:1 di un invertimento di parti tra i vincitori e i vinti di oggi. Ecco qua : io non sono un adepto dell'antroposociologia e non mi sogno , perciò , di decretare superiorità ed inferiorità etniche a danno o a vantaggio di qualsiasi popolo o nazione argomentando da pochi fatti e da un momento fugace della Storia, qual'è quello racchiuso nel periodo <li un anno ed anche di un secolo. Ma seguendo i metodi nel ragionamento, che costituiscono il non invidiato patrimonio degli Ammon, dei Lapouge e dei Lombroso , sarei autorizzato pjenamente in nome della loro logica a concludere che oggi la superiorità spetta alla razza gialla ed ai rappresentanti suoi gloriosi dell'ora che volge: ai Giapponesi. Vediamo ciò che essi hanno saputo fare in confronto dei Russi in un determinato tempo breve, certo, e che è trascorso sotto i nostri occhi indagatori ~ rmati di quel microscopio intellettuale che si chiama la rilevazione statistica. Per la Russia come punto di partenza non prenderemo il periodo storico di Pietro il Grande e di Caterina II , durante il quale la potenza semiasiatica e semibarbara venne a contatto sistematico e duraturo colla civiltà occidentale: in questo caso il paragone riuscirebbe più svantaggioso ai Russi, perchè la durata della evoluzione sarebbe assai più lunga, di oltre due secoli, la tranquilla fusione delle razze mongolica, mo lese e polinesiana. Per le notizie antropologiche sul Giappone e sulla Russia si riscontrino: Denicker: ~aces et peuples de la terre. Paris 1900; Ripley: The races oj Europa. Loodon. P. Kegan. r900.
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