RIVISTA POPOLARE 27 mt>rOdi cittadini di valersi, in misura adeguata, dalla ferrovia pe1· le occorrenze della vita. Per l'ultimo, è noto come lo Stato italiano non ritragga neppure l'interesse deiruno per cento sulle somme da e~so impiegate nella costruzione delle ferrovie, il che dim<YStrache la sua politica fiscaie è dannosa agli stessi interessi del Tesoro. Per d! più la finanza non profitta dei molteplici beoeficii indiretti che ad essa potrebbero derivare da un più attivo movimento di viaggiatori e di mei·ci, e da un maggior risveglio dell'economia nazionale. Poichè lo Stato subisce ogni anno una grave perdita diretta sopra i 5 miliardi spesi nella costruzione delle ferrovie, procuriamo almeno che ne tragga beneficio adeguato il pease ! Una grande riforma si impone specialmente nelle tariffe: senza di essa l'Italia non potrà intensifirare il suo movimento economico. I punti fondamentali a cui deve inspirarsi la riforma del nostro regime ferroviario, pet quanto con< eroe i passeggieri, . e che si dovranno adottare a misura che metteremo in regolare assetto le linee, oggidì in condizioni deplorevoli, sono i seguenti: La riduzione graduale, ma forte, delle tariffe dei viaggiatori, limitata per ora alla 3a classe. pei· ragioni finanziarie; Un sistema razionale di tariffe speciali per il tra!fico vicinale suburbano e per le grandi distanze; L'estensione ad altre classi di cittadini, e specialmente agli impiegati a riposo, agli impiegati delle provincie, dei comuni e degli enti morali, delle facilitaz:oni ferroviarie, oggidì con• cesse agli impiegati dello Staio; L'ammessione incondizionata dei viaggiatori di 32 classe in t-utti i treni diretti; Il p1·olungamento della validità del biglietti di andata e ritorno o la loro adozione fra tutte le stazioni del Regno. La costruzione di un materiale ntohile, sopratutto di za e 3& classe perfezionato, illuminato e riscaldato, secondo i prog1·essi tecnici odierni ed atto a viaggiare con i ti·eni diretti; Il miglioramento decisivo della manutenzione e della pulizia delle carrozze, sopratutto della 2" e della 3a classe. anche mediante 1' impianto di officine secondarie ( Nuova Antologia, 1° gennaio 1905). ♦ R. M. Rilk: Sams ]{ola: La scuola ideale.-Un giorno accadde questo a Gothenbu1·g in lsvezia: parecchi scolari dichiararono ai loro genitori di voler rimanere in iscuola anche nel pomeriggio, anche nelle ot•e senza lezione, sempre. Un tale straordmario effetto doveva essere pt·odotto ùa una causa ben singolare. E infaui si tratta di una scuola diversa dalle solite, di una scuola senza costrizione, qualche cosa non di fisso, ma,che diviene e al cui divenire contribuiscono gli stessi ragazzi in collabor&zione con alcune persone adulte, am1>revolmente studiose di ciò che i ragazzi fanno , chiamamoli pure maestri. I ragazzi sono in questa scL1ola la cosa principale e si capisce perciò che in essa debbano esser messe da parte le invenzioni pedagogiche degli adnlti; come quei martorianti interrogatorii che si chiamano esami e i relativi attestati. La singolarità di questa scuola si rivela al primo entrarvi, essa non " odoi·a ,, di polvere, d'inchiostro e di paura; ma di sole, di legno fresco e di gioventù. Si dirà che una tal scuola non può sostenet•si. Certo, no. Ma la sostengono i ragazzi. Essa sussiste da quattro anni e conta ora duecentocinquanta scolari , maschi e femmine di tutte le età. Giacché si tratta d'una scuola, completa, dal principio alla fine, quantunque, ahimè, la fine nor. sia tutta nelle sue mani; all'uscita c' è una necessaria ricaduta nel passato : l'esame di maturità; ma tutti quegli anni di scuola libera non andranno perduti per l'uomo. Le camere di questa scuola sono come quelle di una casa di campagna, di media grandezza, con muri chiari, grandi finestre, fiori. I banchi possono disporsi come nolle altre scuole, ma in genei·e vengono avvicinate nel mezzo a forn;are un solo tavolo grande con intorno le piccole comode sedie. C'è naturalment~ tutto ciò che occorre per una scuola , un tavolo per il maest1·O. una lavagna ecc. ma la cattedra non è elevata dal suolo e l'aspetto dell'insieme è diverso dal solito. Al muro sta una carta della Svezia a vivi colori in mezzo a copie di buoni quadri come l'infante del Velasquez; ma vicino a questi sono esposti con uguale dignità i disegni fatti dai bambini. In qucst' aula non è finita la scuola; essa continua in altre stanze ove troveremo una piccola stamperia, una officiaa pet· lavori da falegname e da· meccanico , arnesi per far spazzole e rilegare lihri. e una sala di musica. Si ha l'impressione che uno qui può diventare qualche cosa; questa scuola non ha del provvissorio, è già realtà, vita. La vita si è fatta piccola per i pi.::coli ,' ma c'è già con tutte le sue possibiliti. con molti de' suoi pericoli. A disposizione dei ragazzi dodicenni son messi tutti gli arnesi come pialle, punteruoli, aguzzi coltelli che in genere si tengono loro paurosamente nascosti. Essendo dati loro seriamente in mano essi non pensano a giuocare, ma a lavorar0; quasi tutti i loro lavori sono huoni, esatti, adoperabili. La serietà del lavoro li fa serii. Nell,t sala di meccanica venne chiamato un ragazzo che aveva inventato un motore e l'aveva eseguito in m0dello. Fu invitato a spiegarcelo. Il tono delle parole, i gesti sicut·i, il tratto cortese, franco, ilare, mostravano il lavoratot·e innamorato del proprio lavoro. E queste caratteristiche di laborios1 gaiezza si riscontrano anche negli altri. L'imbarazzo tra grandi e piccoli è qui scomparso percbè i ragazzi si sentono già nella vita. Bello è pensare-ossei·vando i loro lavo1 i meccanici, i loro disegni dalla natura ecc. - che nulla può andare perduto in questi bambini; se vi è una inclinazione, un'attitudine de,·e rivelarsi in questa educazione varia e priva di sfo~zo, che i>: come una continuazione della cas-a, tanto che, a dimostrarlo anche materialmente, i genitori hanno accesso alla scuola, possono assistere di quando in quando a una lezione. I maestri non insegnano una "materia,, chiusa ma hanno cura di poi·Ia, per dir così, all'aria aperta, di tenerla in continui rapporti con la vita. Un giorno venne un minatore, e raccontò la vita della miniera, e come a questo " maestro ,, la catted1·a sta aperta a chiunque abbia u 1'espei·ienza da esporre. sia viaggiatore di paesi lontani, sia fabbricante di macchine ecc. Tutti possono venire e a ogni momento; la " so1·presa ,, entra nel1' orario di questa scuola senza sconvolge do. Esso non vuol dare alle giornate e alle settimane di scuola la tediosa rego• larità di un rosario che si snocciola fra Ie dita. C'è tempo a tutto. La pausa della colazione è così lunga che si possono levare i libri e apparecchiare le tavole con fiori in mezzo, piatti di pan burrato e scodelle di latte e tutto intorno i ra· gazzi allegri come a una festa. Una decisione coraggiosa e conseguente fu quella di non impartire a questi bambini i11segnamento religioso. Esercitare un'influenza autoritaria su questo delicat·ssimo punto della vita interiore sarebbe ~tato cont1·ario al caratte1·e del libero tentativo. Perciò si è deciso di insegna.re la mate1·ia biblica come storia e si vuol giungere a poco a poco non a insegnare la religione oggi e domani dalle nove alle dieci; ma a educare il senso religioso sempre, su ogni oggetto, a ogni ora. Samskola la chiamano; scuola comune, mista per maschi e femmine; ma deve volei· dire anche per maestri e per genitori; tutti uguali, tutti principianti, per imparare insieme l'avvenire. (Die Zukunft, 1° gennaio). ♦ Il Tirolo 1nerldionale.- Nel medio evo la lingua e la nazione tedesca giungevano sino alla regione colligiana del Veneto, sino alle porte di Verona e di Vicenza. Il territorio dalla riva sinistra del medio Adige sino al confine veneziano e dalle elevazioni di Verona sino ai passi del Pustertal, aveva pura popolazione tedesca. [n otto comuni di questo territorio ancora al principio del secolo scorso la popolazione agricola parlava tedesco. Nella valle 1lell'Adige la chiusa di Salurno sopra 'l'rento era considerata ed è consideraLa ancor oggi come il punto di separazione tra Tirolo tedesco e 'l'irolo Welsch (italiano); ma l'emigrazione dei coloni italiani oltre alurno ha italianizzato rapidamente uello scorso secolo quasi tutti i comuni sotto Bolzano. È passata poi anche oltre Bolzano e Me1·ano ha subito la stessa sorte. Questa sconfitta del germanesimo ebbe in pai·te cause economiche. Prima del 1830 non si incontrava d'italiano al noi·d di Saturno che qualche venditore d'immagini sacre; poi vennero i mercanti di legna e con essi
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