Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 1 - 15 gennaio 1905

24 RIVISTA POPOLARE dole con ardito animo per le vie della vita operosa, fruttuosa di bene, rafforzando la volontà, rintegrando le Pnergie, comunicando a tutti la scintilla elettrica della nuova lotta per l'avvenire fuori da ogni dominio religioso e umano. La lirica « Alla virtù> è un esempio mirabile di quanto affermo. Questa moralità positiva. questa operosa virtù, che crea il 1:>rogresso, la r;cienza, il benessere civile e umano, trovano nuovi esempi o significazioni estetiche di primo ordine nelle liriche: Il lavoro, Rose d'inverno, .A.i volontari della carità, Vetuste, Scytharum solitudines, Charitas, Dopo il colera, Sognatore, Martirio, A. Leone Tolstoi, in cui mille aspetti della vita alta e virile sono contemplati con occhio sereno, con animo temprato alJe più ardue lotte. In tutto queste poesie si rileva per i utoro il carattere adamantino del H.apisi\rdi, la sua natura selvag 5 ia e indomita, L'acciar dell'animo maggior del fato, il suo invincibile genio alla ricerca di ogni vero anche se doloroso; o qnoste qualità pers<rnali, uniche nella poesia moderna e solo paragonabili a quelle di Dante Alighieri, trovano un mirabile esempio nella lirica. Por la mia candidatnra, dedicata a Giovanni Bovio, dove Ja secorrda parte è quanto di più squisito e di più pnramento ideale abbia la poesia moderna. Moderno in tutto il senso della parola, nuovo in ogni atteggiamento del pensiero, anche nelle li - riche d'argomento greco « Elena » ed , Ebe > ha note intirnamente fresche, eterne, d'ogni tempo. Noll' una canta la bellezza. nell'altra la giovinezza In queste poosio, tutte idealità, come in altre: Por una medaglia di Gerone, in cui ricorda glorie sicule d'altri tempi, Agone, di stupendi motivi polemici, Sera d'agosto, di novità e originalità di frase e di paragone,,. Dura progenies, Dopo il temporale, All'Etna, la pe1mosa e forte personalità del genio rapisaràiano spicca in forme nutrite e nuove. In ordine alla forma il Leopardi ruppe con un coraggioso taglio la troppo rigida e monumentale canzone antica, liberandola dalla strofe chiusa. La rinnovazione fu salutare, percbè quella canzone così artificiosa noll' orùitura non rispondeva alla libera e misurata energia poetica moderna. Ma noi non ci potevamo fermare alla canzone libera che nasconde pericoli e insidie. Jl Rapisardi non abolì alcuna delle forme belle conquistate dallo sviluppo della poesia italiana; dallo studio profondo delle forme oraziane trovò modo di rinnovare sè e la metrica nostra. Il suo fu un innesto magnifico di forme e accoppiamenti varii nel tronco della metrica italiana. Non abolì la rima che ferma in sè e quasi molti plica la bellezza della strofe e del verso. Ma la rima non è mai volgare, anzi sempre impensata e difficile; qualche volta rimano senza alcuno sforzo iìnche le parole sdrucoiole. Il Rapisardi, da signore, riesce sempre vittorioso in tutto, nella difficoìtà dei metri vari i e nervosi con accoppiamenti nuovi e mirabili di versi di varia struttura, sì che ne nasce un periodo armonico, per se solo valido a darci bellezza d'arte. Esempio insuperabile di bellezza di strofe in sè è la poesia 4: .A.goue » di cui diamo una sola quartina: A me co' lirici fiori Stesicoro Insegnò !'epiche ghirlande a intessere; Insegnò Empedocle a temprar l'animo Entro alle vergini fonti dell'essere. Eceo che il Rapisardi, senza ricalcare la falsariga della metrica latina, come ha fatto altri con poco discernimento d'arto, è riuscito a dare nuovo nerbo alla. metrica italiana, rinvigorendola con la fattura bronzea del suo stile nervoso e personale che risente di tntta la veemenza misurata del suo. geoio. Dagli antichi e specialmente da Orazio ha imparato a imprigionare il suo genio bellicoso in forme limpide, brevi e scultoree, senza mettere una sillaba che il più feroce critico potesse togliere. E' il primo esempio, dopo quelli di Dante. o del Leoparài, di una poesia densa di contenuto, en,mpente come il genio, luminosa come il sole, che pure si restringe in forme pa·rche e .sobrie, che si sviluppa per via di una stilistica inappuntabile e origiginale. Ogni metro corrisponde così bene alla visione poetica, ogni strofa si adatta sì bene alla struttura del pensiero, che noi non potremmo concepire le varie liriche religiose del Rapisardi in alti-i atteggiamenti. Segno evidente questo, che egli raggiunse il massimo dell::l perfezione artistica. Le Poesie Religiose rimarranno imperiture nella storia della poesia italiana. SANTK SoTTtLE 'l'oMASELLI 111111111111111 Ulll 11111 !Ile• lii li 111111111111111I!111111111111111111 llllt lllllll 11111111 ~IVISTA DELLE ~IVISTE ----~---- :Maggiorino Ferraris: Come si vlagg·ta in Italia ecl al1' estero. - 11 viaggiare rappresenta, ai tempi nostri, uno degli indici principali dell'intensità della vita economica e sociale di un paese. Le invenzioni moderne banno grandemente accresciuta la facoltà di spostamento dell' LlOmo, e quindi la sua potenzialità di azione, di lavoro, o di godimento, sia che viaggi per necessità, per utilità, per piacere. Un popolo che viaggia è quindi un popolo più operoso o più felice di un altro, che possa o sappia meno utilizzare i grandiosi mezzi di trasporto dell'economia modernaSorge quindi naturale e spontanea la domanda: quanto e come viaggiano gli Italiaai T Pur troppo, la risposta è sconfortante. Uno dei dati più semplici e più pratici di confronto fra i varii paesi, è quollo del numero medio dei viaggi che annualmente corrisponde ad ogni singolo abitante. Or bene, i dati comparativi, per il 1899, diligentemente raccolti dalla Commissione R~ale sulle ferrovie, ci permettono di presentare la seguente inte1·essante tabella: Numero medio dei viaggi per abitante ali' anno sulle principali ferrovie d'Europa. Stati Viaggi Stati per abitante Viaggi per abitante Ioghilterra 27,40 Ungheria . ' 3,53 Svizzera 20.- Italia {l) . . 1,43 Prussia 17,39 Italia (2) 1,82 Francia 9,57 Russia 0,74 Austria 6,33 Ciò dimostra ad evidenza che, sotto l'impero delle convenzioni del 1885, l'Italia fu vittima d'una politica ferroviaria sbagliata, che bisogna correggere con il nuovo regime-di Stato o sociale - che comincierà dal l O luglio 1905 in poi. Nelle vicende svariate della vita umana, tre sono sostanzial. mente le ragioni che possono determtnare un viaggio : la neceilsità, l'utile od il piacere. Un viaggio spesso altro non è che la differenza tra il suo valore ed il suo costo. Il valore di un viaggio è rappresentato dal grado maggiore u minore di imprescindibilità delle circostanze che lo consigliano in eonfronto della spesa e del disagio : dall'utile che si spera di ricavare dal viaggio ste11so al netto delle spese : ed infine dal prezzo che si è disposti a pagare per il piacere che si spera di ritrarne, Ora è evidente che le popolazioni dell'Europa avanzata sono _in grado di soddisfare al bisogno del viaggiaro in misura di gran lunga maggiore di noi: il che vuol dire che sotto questo aspetto il popolo italiano 1'\ il p:ù infelice del mondo progredì to. Ma perché. in Italia non si viaggia f Gli elementi precipui che determinano l'intensità di viaggi di un paese sono : 1 ° La ricche2.za delle popolazioni e la ;,ttività degli scambi '. 2° L'istruzione; 3° Le aGitudini della vita individuale e sociale; 4° La intensità della rete ; 5° Le comodità dei viaggi; 6° Le tariffe ferroviarie. Questi elementi iufluiscono e reagiscouo gli uni sovra gli altri; un popolo ricco od istruito:viaggia assai più di ua paese povero od ignorante; ma è pur vero che una popolazione presso la quale sia più tacile viaggiare, per la comodità della rete e per il buon prezzo dei biglietti, ttiude anche ad arricchirsi e ad istruirsi. Pur troppo l'Italia è il popolo più povero e più ignorante dell'Europa progredita e resterà tale finché anche da noi lo (1) Sulle tre grandi reti. (2) Sull'intera rete.

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