Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 1 - 15 gennaio 1905

RIVISTA POPOLARE 21 1872 bambini dai 6 ai 12 anni: m.: 1.713.581 f.: 1.659.307 totale 3.372.888 Di questi frequentarono le m.: 881.371 f.: 664.419 1.545.790 1901 bambini dai 6 ai 12 anni m.: 2.141.062 f.: 2.076.503 4.217.565 scuole pubbliche : m.: 1.375.553 f.: 1.173.030 Non appartennero dunqne alle m.: 832.210 2.548.583 scuole pubbliche: m.: 765.509 f.: 994.888 f.: 903.473 1.827.098 1.668.982 Guardate superficialmente queste statistiche dicono poco; solo riaffermano il nostro primato, già conosciuto da un pezzo, dell'analfabetismo. Ma, dal punto di vista pedagogico e igienico, io voglio confrontare il numero delle aule con quello degli alunni. 1872: alunni: 1.545.790 in 33.556 aule. Cioè 46 alunni in ogni aula ! 1902: alunni: 2.548.583 in 53.259 aule. In altri termini si può dire che mentre le aule dal 1872 al 1902 sono aumentate di 58/100, gli alunni 80no invece divenuti più numerosi di 64 o 651100. Una bella notizia questa! Dopo trent'anni di studi pedagogici,· di lamentazioni d'ogni genere, di inchieste e relazioni, in Italia nulla si è guadagnato nella scuola popolm·e, riguardo alla pletora degli alunni nelle aule scolastiche (causa, non foss' altro, di poca efficacia per l' educazione che il maeBtro deve impartire), anzi qualche cosa si è perduto. Il giuoco delle cifre è un pò crudele, ma continuiamolo pure: Se, modestamente, volessimo assegnar 30 come mas . simo di alunni per ogni aula, cioè per ogni insegnante, occorrerebbero in questo momento almeno 84.952 aule scolastiche; cioè mancano, perchè la scuola sia pedagogicamente possibile, almeno 31.693 aule. Avremmo da nominare dunque 31.693 maestri e maestre nuove, se volessimo metterci in regola con la civiltà moderna. E ciò, beninteso, se non crescesse il numero degli alunni, perchè il giorno in cui dei 4.217.565 bambini (numero destinato a crescere ogni anno) 3.5000.000 frequentassero le scuole, l'esigenza crescerebbe, le aule necessarie diverrebbero 116.666, e cioè ci manchereb bero nientemeno che 63,407 aule scolastiche e un corrispondente numero di maestri. Ohe se poi l'obbligo venisse elevato al disopra della ridicola misura dei tre anni necessarii per acquistare il diritto elettorale, la cifra attingerebbe altezze enormi. Se il mio lettore ha avuto occasione di vedere la relazione Orlando del 30 Gennaio 1904, rimarrà incredulo leggendo ora le mie parole. Infatti dice l' on. Ministro: <I La Germaia ha un maestro per 63.50 alunni, 4 noi ne abbiamo uno per 46 ! Com'è ciò possibile? ... > Nei vari stati germanici le scuole elementari sono di e regola promiscue ed inoltre un maestro può assumere e l'insegnamento in due classi con 120 e più alunni>. Germania docet... dunque. lVla, mi perdoni l' on. Ministro se mi permetto di rilevare un errore non suo , ma di chi ebbe a fornirgli il materiale della relazione. Le cifre stanno bene , salvo che per calcoli più recenti si tratta della proporzione fra 1 maestro e 61 alunni circa. Errore di poco conto. Ma ciò che non sta bene è quel 120. Esso è nn errore di calcolo assai grave. Infatti qnando noi stabiliamo la media degli alunni per maestro (61) prendiamo tutti gli alunni e dividiamo il numero totale per il numero totale dei maest.ri. Il risultato è la media degli alunni per ogni maestro, ma non pe1· ogni aula scolastica, per ogni classe. Quel centoventi e più potrebbe far credere che un maestro in Germania abbia affidate due classi di 60 e più' alunni ciascuna! Come protesterebbe ogni buon tedesco a sentire una cosa simile! Se si tien conto d1mque 1.0 che un maestro può a·vere due classi: 2.0 che il numero delle classi obbligate è maggiore che in Italia, si comprenderà facilmente che in Germania assai meno che i nostri 48 (non 46) alunni stanno in un' aula scolastica! Spiace di non veder rilevata l' inesattezza, che in- .firma in parte il valore del progetto Orlando , pieno tuttavia di buone idee, nemmeno nella relazione del1' onorevole Credaro (1). Esaminiamo ora un' al tra faccia della dolorosa questione dell' educazione popolare. L' organo che dovrebbe essere più delicatamente curato, cioè la scuola magisfrale, quella che prepara i futuri maestri, è oggi da noi, in via di decadimento. Ogni anno che passa dà un nuovo colpo all'istituzione, la impoverisce, la dissangua. Scuole rn.agist?'alimaschili: 1882 n. 41 1883 > 40 1884 > 38 1885 • 37 1886-87 > 36 1888-89 • 36 1890-96 » 36 1898-100~ » 32 Queste cifre sono relative a tutte le scuole magistrali, regie e pareggiate. Le scuole regie da uh massimo di 33 (1888 92) sono discese a 29 ! (1902); le scuole pareggiate da 9 (1882 a 3 (1902). Dunque, mentre le esigenze dell'educazione nazionale crescono e i deside1·ata sono così vasti , ( 1. maggiore estensione dell' obbligo, 2. durata maggiore dell'obbligo, 3. creazione di scuole primarie e professionali nuove) decresce continu~mente il numero delle scuole che devono creare gli educatori: la vocazione dell' educato1'e è in ribasso I Nelle scuole magistrali maschili da 1631 alcuni aspiranti maestri che v'erano nel 1872 si discese a l411 nel 1882, a 1329 nel 1901. Caviamone qualche proporzione istruttiva. Nel 1872 il numero degli aspiranti maestri sta al numero degli alunni di scuole maschili come 1 a 560 (l) Atti parlamentari n. 465-A.

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