Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 1 - 15 gennaio 1905

2 RIVISTA POPOLARE Noi, perciò, non esitiamo a ritenere che lo Statiis qtto sia preferibile alle innovazioni di qualsiasi genere. Se qualche cosa di serio e di efficace i:;i vuol fare, senza dare occasioni o pretesti a recritninazioni di sorta, si deve badare alla scelta degli insegnanti. Quando gl' insegnanti sono colti ed animati dallo spirito moderno non e' è paura che dalle loro scuole escano allievi clericali. La scnola automaticamente diviene la demolitrice della chiesa. E' proprio il caso di ripetere la frase di V. Hugo, invertendola, cela tttera ceci. ♦ Il Congresso delle Camere del lavoro e delle Federazioni di 1·esistenza di Genova. - In questo Eitesso numero se ne occupa. Ernesto Longobardi, uno dei più seri e sinceri socialisti rivoluzionari , cui lasciamo intera la libertà che accordiamo ai nostri collaboratori. Noi ci permettiamo di aggiungere poche nostre considerazioni. Il male in complesso vi fu misto al bene. Non possiamo che considerare come un male il trionfo degli anarchici e degli anarcoidi nella quistione dello sciopero generale; ma fu un voto di sorpresa dell' ultima ora e ci auguriamo che non avrà conseguenze e rimarrà come winaccia teorica lanciata sul nostro paese, a meno che collo sciopero generale non si voglia preludere sinceramente e con virile determinazione ad atti rivoluzionari (1). Si fece dell'accademia contro il Parlamento, che molti disprezzano .... quando ne son fuori. In quanto all'indirizzo politico si decise di non seguirne alcuno .... E la decisione prova che Je dichiarazioni di Cabrini in favore della repubblica rappresentano un caso spo · radico, che, disgraziatamente, non è contagioso. E non può esserlo. Possono le masse socialiste convertirsi alla repubblica dopo che per una decina di anni almeno i caporioni -Turati come Ferri-l'hanno messa alla berlina ? A dare un'idea. della fatuità di certi rivoluzionari e della loro imprep~~razione vogliamo riferire senza commenti quest'ordine del giorno del Branconi, che non trovò opposizione da parte dei riformisti: e Il Congresso, Mentre riafferma che soltanto coJla sostituzione della proprietà collettiva a quella privata cesseranno i mali che a:ffiiggono ora il proletariato; Che tale mutamento della presente organizza~ione sociale deve essere conseguito mediante la esplicazione continua, indefessa della lotta di classe, da parte del proletariato, riconosce: a) che i vantaggi sin qui ottenuti dalla classe lavoratrice sono più effimeri che reali, poichè la classe capitalista ha trovato il modo di riprendersi qnasi tutto quello che era stata costretta a concedere : b) che le piaghe che maggiormente a:ffiiggono il proletariato sono, volta a volta , la disoccapazione, l'eccessivo lavoro e la miseria durante le malattie, il puerperio e la vecchiaia ; e) che perciò s'impone al proletariato di fare ogni sforzo per conquistare il diritto sia all'occupazione stabile, sufficientemente rimunerata, a partire dal 15° anno di età per tutti coloro che non avranno la capacità , la possibilità o la volontà di continuare negli studi, sia ad un sussidio corrispondente alla mercede cessante nel caso di malattie o puerperio e sia infine (1) It'ilippo Turati nell'ult1mo numero della Critica, Socia,l~ protesta contro coloro - la llivista fu del numero - che gli attribuirono delle contraddizioni di fronte allo sciopero generale di Milano. Egli sa quanto affetto a lui ci lega e quant~ stima di lui abbiamo , non. ostante i non piccoli e non pochi dissensi, e dev' essei'e convinto che fummo completamente in buona fede, malamente informati dai giornidi locali, attribuendogli quelle contraddizioni che egli respinge. In fondo nella quistione dello sciopero generale, egli si tl'Ova di accordo completo con noi. Ne siamo lietissimi. ad una pensione non inferiore a lire 2 al giorno a partire dal 56° anno di età ; dà incarico al Segretariato centrale per Je Federa-. zioni di resistenza e delle Camere di lavoro d'indire un Congresso internazionale nel 1906 i.n Milano, fra lavoratori rappresentanti autentici della classe organizzata senza riguardo al colore politico, allo scopo di concretare il da farsi per tentare la conquista dei diritti di cui sopra entro cinque anni al più. » Noi vorremmo sapere se il Branconi ba l 'idea approssimati va del carico finanziario che le sue proposte imporrebbero allo Stato e se, in regime- collettivista pieno ed intero, data la produzione e la ricchezza attuale dell'Italia, possa mantenersi la met.à di detto carico. Ma egli conta forse di far venire in Italia i miliardi americani e inglesi anche lasciando a bocca asciutta i proletari di America e d'Inghilterra .... In. quanto al tempo assegnato - cinqne anni!... - per la conqttista dei di'ritti di etti sop1·a , es::io costituisce la prova migliore che i successi ferroviari hanno fatto dar di volta al cervello dell'ottimo Branconi. Di buono ci fu l'ordine del giorno Reina passato a debole maggioranza - 31 favorevoli e 28 contrari - che deplora la facilità e la mania degli scioperi. Notevolissime queste dichiarazioni dello stesso Reina: « 1° Non è opportuno affrontare lo sciopero senza conoscere le condizioni dell'industria contro la qu~le gli operai combattono ; infatti se l'industria oltre certi limi ti di salari risulterà in perdita il padrone chiuderà la fabbrica piuttosto che cedere. 2° E' giunto il mo mento nel quale negli scioperi deve esserci maggiore serietà e maggior senso di responsabilità; meno sentimento e maggior prevalenza delle voci della ragione. • Ohe il Reina legga La Rivista Popolm·e ? Le sue sembrano parole tolte di peso dai nost,ri articoli •. ♦ Il presente e l'avvenire politico d0gli Stati Uniti. - Richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori s11ll'articolo del nostro collaboratore Di Palma, che ci giunse troppo tardi per essere pubblicato nel numero precedente. Non ha perduto affatto della sua importanza perchè le acute considerazioni del nostro Di Palma riguardano non un incidente del mornento, ma tutta la situazione politica della grande repubblica. Non crediamo menornamente di esagerare affermando che nesr.;nn altra rivista o giornale d'Italia ha pubblicato sull'argomento uno studio, che si avvicini a quello che oggi mettiamo sotto gli occhi dei· nostri lettori. ♦ Per una svista. del proto. -Al Lavoro di Genova. Nell'articolo: Lotta di classe novissima di N. Oolajanni pubblicato nell'art. N.0 precedente fn saltato un rigo, che rendeva incompren'3ibile la nota a pag. 651. Sia1110 costretti a riprodurla : « Tra i giornali socialisti Il Tempo di Milano, rilevandC1che le mie osservazioni erano banali, notava, a mio danno, che il Oon·iere della Sera le faceva sue; Il Lavoro di Genova rincara va la dose osservando eh' ero stato crudelmente castigato dagli applausi del Cittadino. Ma Il Tempo onestamente ricordò che la stes~a mia disgrazia era toccata altra volta a Filippo Turati; invece pel Lavoro il mio articolo della Nuova Antologia non fu che un pretesto per vituperarmi e calunniarmi nel modo più vergognoso. Non contento di avere rievocato la mia campa~na in favore del dazio sul grano - che ricomincerò presto-; non contento di dichiararmi nemico dei lavoratori egli mi denunzia come guerrafondaio e sostenitore di un conflitto coll' Austria .... Evidentemente una grande ignoranza accoppiata ad una grande malafede soltanto poteva suggerire al Lavoro una così grottesca e turpe menzogna. Io avrò meritato il castigo crudele delle lodi

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