RIVISTA POPOLARE 17 lo teneva legato più al propno Stato che alla Fe• derazione. E nel mentre scompaiono le distinzioni politiche primitive da tutti viene accettata come nazionale la tradizione particolare agli Stati fondatori della Repubblica e, tutti, anche i figli degli immigranti, dopo di esser passati per quei crogiuolo di anime che è la scuola pubblica negli Stati Uniti, sono superbi ed accomunati dalla tradizione, dalla storfa passata. Cosicchè gli Stati appaiono ogni giorno più quali finzioni giuridiche, ehe rimangono in piedi per forza di cose, non per vitalità propria. Ora il partito repubblicano e Roosevelt, si sono presentati .agli elettori appunto basandosi su un programma nazionale, accentratore, federalista, il quale ha trovata immediata corrispondenza nella anima popolare. Accrescirnen to dei poteri federali sil per aumentare la marina e l'esercito, sia per sorvegliare i sindacati, intervento sempre più attivo negli afE1ri esteri, come nazione una, non solo in diritto ma anche in fatto, a maggiore gloria e potere del nome americano. Financo nell' ordine con il quale il Segretario di Stato ha recentemente disposto che le Ambasciate e gli uffici consolari si dicano non più degli Stati Uniti, ma Americani, si rivela questo desiderio del partito repubblicano, esprimente la volontà del la maggioranza del popolo, di sempre più attenuare la forma federativa della repubblica : accentuando il carattere nazionale. Inutilmente i democratici hanno cercato di dimostrare il pericolo che presenta per il futuro, questo movimento del quale non si può vedere nè la fine nè lo scopo, e che tende ad accrescere i poteri dell<? Stato Federale, sopprimendo l'autonomia degli Stati e spinge contemporane~mente ad aumentare sempre più l'autorità della persona del Presidente. Le loro parole sono cadute nel vuoto; il popolo non le ha intese, nè le ha capite perchè nel momento presente, - per un complesso di circostanze - esso è nella impossibilità materiale psicologica di sentirle , di comprenderne il loro vero significato. ♦ Quali le prevedibili conseguenze della vittoria dei repubblicani? E' molto difficile che avvenga qualche modificazione 1ielle tariffe doganali, sebbene pare certo che Roosevelt personalmente desideri una riduzione dei dazi, specie per contentare alcuni Stati del Nord e dell'est limitrofi al Canadà e che sono ogni giorno più danneggiati dall'altezza dei dazi di entrata. Significativa, a questo riguardo, è stata la elezione a Governatore dello Stato del Massachusetts del candidato democratico che si è presentato appunto con un programma, fondamento del quale era la proposta di caldeggiare trattati di reciprocità con il Canadà. E nel Massachusets si è avuta c0ntemporaneamente una forte maggioranza a favore di Rooseve_lt. ~n, qualche altro Stato la vittoria dei repubbhcam e stata dovuta anche al fatto che essi si erano fatti propugnatori della revisione delle tariffe. Nonostante questi sintomi però non resterebbe aiu- .fi b s~1 cata una previsione di prossima modifica di tanfie, perchè la massa del partito repubblicano è sotto il -dominio diretto dagli interessi favoriti dal protezionismo ed è solo una minoranza dei repubblicani che vedrebbe di buon occhio una riduzione dei dazi. L'unico che potrebbe indurre il Congresso a considerare l'opportunità di questa riform.a sarebbe Roosevelt , ma pare che egli abbia già rinunziato all'idea di porsi a questo riguardo contro i voleri del proprio partito. Quasi certamente, invece, saranno votate delle leggi che daranno nuovo potere alla autorità federale ed al Presidente per ciò che riguard,1 la sorveglianza della attività dei trusts. Il Ministero del Commercio e del Lavoro fu creato appunto sotto la spinta della opinione pubblica che richiedeva che sorgesse un organismo ~tarale. adatto a indagare l'opera dei trusts e magari a limitarne, con opportuni mezzi legali, il potere. Legiferare sui trusts significa riconoscerli legalmente e garentirne la esistenza anche limitandone il potere. Con questa trovata Roosevelt ed il partito repubblicano nel mentre non si disgustano i plutocrati, si assicurano le simpatie e l'appoggio del grosso del pubblico. · Un altro effetto quasi sicuro, della vittoria dei repubblicani sarà l'approvazione di nuòve misure restrittive della immigrazione europea. Il partito repubblicano essendo nazionalista è preoccupato dalla larga immissione di elementi che hanno caratteristiche etniche difleren ti di quelle che finora hanno contribuito a formare la popolazione americana, e che portano tradizioni, costumi ed usi assolutamente diversi da quelli oramai profondamente radicatisi fra gli americani. Si osservi, inoltre, che il partito repubblicano è nella sua maggioranza costituito da protestanti, i quali anche dal punto di vista religioso veggono di mal occhio le attuali correnti immigratorie composte, nella quasi loro totalità, da cattolici o da ebrei. Fino ad oggi il passaggio di leggi veramente severe contro l'immigrazione è stato impedito dagli interessi delle compagnie di navigazione e ferroviarie che sono riuscite ad assicurarsi l'appoggio di molti deputati e senatori. Ora però sembra più difficile che questi interessi speciali possano assicurarsi l'adesione della maggioranza dei rappresentanti repubblicani sia perchè questi sono più numerosi che nei Congressi passati sia anche perchè la corrente di opinione pubblica anti-immigrazionista lavora a tutto uomo per riuscire nello scopo propostosi. Lo stesso attuale vice presidente, Charles W. Fairbanks, è un know-nothing. (1) Ma l'effetto più grandioso e più importante della vittoria dei repubblicani sara costituito dallo sviluppo che verrà data alla marina ed allo esercito, specie alla prima. Prima, durante e dopo la campagna elettorale nessuno degli oratori americani ha nascosto che il partito riteneva quale uno dei cardini . del proprio programma un aumento della marina militare tale da renderla la più torte marina esistente nel mondo. Più che per se stesso questo ultimo efletto della vittoria repubblicana sarà importante per il suo significato e per le possibili (1) K11ow-not!Jing si Jiceva un partito, ora scomparso, il quale era formato quasi tutto da operai unionisti e propugnava la chiusura del rnercato americano ai lavoratori europei.
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